Guida alle costellazioni/Auriga, Orione e il Triangolo Invernale/Unicorno: differenze tra le versioni

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| NGC 2185
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| Nebulosa diffusa
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| NGC 2232
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Fra le nebulose Cono e Rosetta si trova un altro piccolo oggetto facilmente osservabile anche con un telescopio da 150mm, la cosiddetta '''Nebulosa Variabile di Hubble''' ('''NGC 2261''' o '''C46'''), famosa per le sue continue variazioni di forma e luminosità; le variabilità vennero scoperte su una serie di lastre fotografiche prodotte lungo alcuni anni verso la metà del Novecento da Carl Otto Lampland. Queste variazioni non coincidono con il ciclo di variabilità della sua stella interna, R Monocerotis, mentre la nebulosa diventa periodicamente oscurata sempre nella stessa parte; ciò indusse Lamplard a credere che ci fosse una nebulosa oscura ruotante che quando transitava sulla nostra linea di vista la oscurava sempre nello stesso punto. In seguito venne notato che la stella centrale era in realtà una brillantissima e minuscola nebulosa di forma triangolare, che a sua volta conteneva una stella appena formata. La variabilità della nebulosa si pensa che possa essere invece dovuta al fatto che i filamenti di gas vengono espulsi dal disco protoplanetario in una forma a doppio cono, che seguono le linee del campo magnetico della stella, provocando così le variazioni osservabili. Dista dal Sole circa 2500 anni luce.
 
Verso il bordo sudoccidentale, circa 1° a ovest di γ Monocerotis, si estende un complesso sistema di nebulose a riflessione associate alle stelle blu appartenenti alla giovane associazione '''Monoceros R2''', di magnitudine compresa fra 5 e 10; fra queste nebulose spiccano '''NGC 2183''' e '''NGC 2185''', visibili con difficoltà con strumenti da 200-250mm ma facili e ben evidenti nelle fotografie. La loro distanza è stimata sui 2700 anni luce e sono il risultato di due ondate di formazione stellare, una avvenuta 6 milioni di anni fa e l’altra ancora in atto.
 
Nella parte meridionale, sul confine col Cane Maggiore, si trova infine un esteso sistema nebuloso formato da più oggetti separati, ma che collettivamente prendono il nome di '''Nebulosa Gabbiano'''; la parte più brillante di questo sistema porta la sigla '''IC 2177'''. Nei suoi pressi giacciono diversi ammassi aperti, fra i quali i già citati NGC 2343 e NGC 2353, mentre la nebulosa in sé è osservabile parzialmente solo con strumenti di diametro superiore ai 150mm e filtri nebulari. La Nebulosa Gabbiano presenta una forma arcuata con la cavità aperta verso est; si tratta di una regione di idrogeno ionizzato molto allungata in senso nord-sud e costituisce la parte più brillante di un complesso nebuloso molecolare non illuminato che comprende le regioni oscure LDN 1657 e LDN 1658, poste rispettivamente ad ovest e ad est della nube luminosa. Associate a questa nube vi sono un gran numero di nebulose a riflessione, legate fisicamente al complesso e illuminate dalle stelle calde e blu della giovane associazione Canis Major OB1; queste nebulose a riflessione presentano delle forti emissioni del lontano infrarosso, in particolare nei pressi di alcune delle stelle più massicce dell'associazione, come HD 53367, Z Canis Majoris e HD 53623. Alcune delle stelle avvolte nelle nebulose a riflessione presentano dei dischi protoplanetari. Si crede che la gran parte dei fenomeni di formazione stellare nella regione siano stati indotti dall'esplosione di una supernova; fra gli indizi di ciò vi è la forma a semicerchio ben evidente osservando la Nebulosa Gabbiano e la sua vicina LBN 1036, che formano due lati di una cavità aperta sul lato meridionale del diametro di circa 3°. La sua distanza è stimata sui 3300 anni luce.