Torah per sempre/Ricostruzioni non-ortodosse: differenze tra le versioni

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==Salomon Ludwig Steinheim (1789-1866): Empirista della Rivelazione==
[[File:SLSteinheim.jpg|190px|left|Salomon Ludwig Steinheim]] Gli idealisti tedeschi principali – Fichte, Schelling e Hegel – erano professori universitari i cui padri erano pastori protestanti o avevano loro stessi studiato teologia. Tale circostanza diede all'Idealismo Tedesco un carattere intensamente serio, quasi-religioso, dedicato. Ciò veniva combinato con l'individualismo dell'Illuminismo liberale, col romanticismo [[w:Jean-Jacques Rousseau|rousseauesco]] e con un comportamento critico verso le fonti letterarie della religione. Emerse quindi qualcosa di simile a questo tipo di consenso:
[[File:SLSteinheim.jpg|190px|left|Salomon Ludwig Steinheim]]
* Il fulcro della filosofia è l'umano e la sua autocoscienza.
* Il volere e la morale hanno la precedenza sullo scientifico e sull'intellettuale.
* Il mondo è essenzialmente ''geistlich'' (che significa "mentale", come anche "spirituale" in senso stretto), una sorta di Io cosmico.
Nel 1792 [[w:Johann Gottlieb Fichte|Johann Gottlieb Fichte]] (1762-1814), incoraggiato da Kant, pubblicò ''Versuch einer Kritik aller Offenbarung'' "(Saggio di una critica di ogni rivelazione"). In questa opera cercò di spiegare le condizioni nelle quali fosse possibile una religione rivelata. Questa convinzione era un postulato pratico, necessario per dare forza alla legge. In ''Die Bestimmung des Menschen'' ("La missione dell'uomo", 1800) definisce Dio come volontà morale infinita dell'universo che diviene consapevole di se stesso nell'individuo. In seguito, ''Die Grundzüge des gegenwärtigen Zeitalters'' ("I tratti fondamentali dell'età presente", 1805) definisce la posizione dell'Illuminismo nell'ambito dell'evoluzione storica della coscienza umana generale, mirando alla fede nell'ordine divino dell'universo quale aspetto supremo della vita della ragione; infine, in ''Die Anweisung zum seeligen Leben, oder auch die Religionslehre'' ("Introduzione alla Vita Beata, o la Filosofia della Religione", 1806) scrive sull'unione tra autocoscienza finita e l'Io infinito, o Dio.
 
I pensatori ebrei non-tradizionali dell'ebraismo tedesco del diciannovesimo secolo possono essere definiti "Ebrei Protestanti" e quelli nella prima parte del secolo rispondevano all'ondata di religiosità [[w:Romanticismo|romantica]] che, su ispirazione del filosofo [[w:Friedrich Schleiermacher|Friedrich Schleiermacher]] (1768-1834), aveva reso la religione rispettabile socialmente ancora una volta dopo lo scetticismo illuminista. Per prudenza o convinzione, molti ebrei si erano convertiti al cristianesimo. Quegli intellettuali ebrei che erano rimasti nella "fede dei padri" si sentirono obbligati a difendere l'ebraismo in termini di filosofie correnti; spesso usarono tali filosofie per minare asserzioni specifiche del cristianesimo.
<!---[[w:Salomon Steinheim|Salomon Ludwig Steinheim]]--->
 
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[[w:Salomon Steinheim|Salomon Ludwig Steinheim]] fu medico ed erudito poliedrico, ma non rabbino. Studiò teologia alla nuova Università di Berlino nel 1810-11, ma la maggior parte della sua carriera fu dedita alla medicina e alla salute pubblica, iniziando solo nel 1833 le sue pubblicazioni religiose ebraiche. Sebbene una volta fosse stato vicino ai Riformatori, non si identificò né con l'ebraismo ortodosso né con quello riformato.; criticò il primo per i suo cermonialismo ed il secondo per la sua superficialità.
 
La prima di quattro parti del suo ''Die Offenbarung nach dem Lehrbegriff der Synagoge, ein Schibboleth'' ("Rivelazione Secondo la Dottrina Ebraica: Un Criterio")<ref>Selezioni dell'opera sono state tradotte in Haberman, ''Philosopher of Revelation''.</ref> – chiaramente una risposta a Fichte – apparve a Frankfurth am Main nel 1835. Steinheim ammirava Kant, ma sentiva che nel rendere l'idea di Dio dipendente dalla certezza di giudizi etici Kant aveva seriamente sottovalutato lo spirituale. Alle quattro antinomie kantiane aggiunse una quinta, quella tra ragione ed esperienza. La ragione (da lui intesa come giudizio a priori) si trovava costantemente in contrasto con l'esperienza, anche nel reame della scienza. Per esempio, la scienza presumeva che tutto avesse una causa, mentre l'esperienza dimostrava libertà.
 
Il difetto fondamentale della ragione, come lo vede Steinheim, è che opera con necessità logica. Vincolo persino Dio alle leggi di causalità. Si rivela in contraddizione con l'osservazione empirica, in particolare con la nozione esistenziale di libertà.
 
La rivelazione è quindi necessaria, non per produrre principi etici, che la ragione può stabilire, né certamente per fornire una legislazione. È necessaria proprio per quello che la ragione non può offrire, la conoscenza di Dio come Creatore totalmente libero.
 
Il punto centrale di Steinheim è epistemologico, per cui non ha molto interesse nella critica storica. La questione importante è come possiamo riconoscere una rivelazione soprannaturale? Rispondendo a Fichte, stabilisce sei criteri per la rivelazione:
# Deve essere comunicabile.
# Deve essere comprensibile.
# Deve permettere la distinzione tra vero e falso.
# Non deve basarsi sul semplice "sentimento".
# Non viene convalidato dalla coincidenza con la nostra coscienza stessa.
# Deve avere il carattere di novità, cioè deve contraddire un'opinione precedentemente sostenuta, tuttavia alla fine deve portare logicamente al riconoscimento della sua verità.
Non è difficile vedere come la dottrina rivelata di Dio quale Creatore totalmente libero si adatti a questi criteri. Ciò che forse è più interessante è notare quello che Steinheim ha escluso deliberatamente:
* Rifiuta qualsiasi forma di rivelazione progressiva. Questo include sia teorie come quelle di Schelling e Hegel circa le opere dello spirito mediante le religioni in generale,<ref>Haberman, ''Philosopher of Revelation'', 128 segg.</ref> nonché affermazioni specifiche sulla superiorità del Nuovo Testamento sull'Antico.<ref>Haberman, ''Philosopher of Revelation'', 149 segg.</ref> La rivelazione per Steinheim fu un evento unico al Sinai.
* Rifiuta l'idea di Mendelssohn che la Torah fu essenzialmente "legislazione rivelata"; infatti, ritiene che "legge" quale traduzione di ''torah'' sia ripugnante.<ref>Haberman, ''Philosopher of Revelation'', 287.</ref>
* Rifiuta la "riduzione" di religione a sentimento da parte di Schleiermacher.<ref>Haberman, ''Philosopher of Revelation'', 159 segg.</ref>
Steinheim, scienziato oltre che filosofo, preferisce il metodo induttivo a quello deduttivo.<ref>Shear-Yashuv, ''Theology of Salomon Ludwig Steinheim'', 28, ha una tabella eccellente del vocabolario induttivo/deduttivo di Steinheim.</ref> tenta quindi di descrivere il contenuto della rivelazione sulla base dell'induzione dai "dati" biblici. Emergono quattro principi: l'unicità di Dio; la creazione; la libertà; l'immortalità dell'anima.<ref>Shear-Yashuv, ''Theology of Salomon Ludwig Steinheim'', cap. 4.</ref> Le leggi della Torah, tuttavia, non costituiscono rivelazione. Vero, la Torah ''corrente'' incorpora leggi, per esempio il sabbath e le leggi dietetiche, ma questi sono di valore solo in quanto simbolizzano la dottrina rivelata da Dio.
 
==Samuel Holdheim (1806-1860): Riforma Radicale==