Torah per sempre/Ricostruzioni non-ortodosse: differenze tra le versioni

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Quando emerse in Germania un movimento ufficiale di Riforma nei primi del 1800, "ortodosso" si diffuse come un'etichetta per coloro che resistevano al cambiamento nella ''pratica'', non solo nella fede, dell'ebraismo. Nel 1980 Michael Meyer pubblicò un manoscritto anonimo, molto probabilmente opera di un amico di Maimon, Sabbatja Joseph Wolff (1757-1832);<ref>Meyer, "The Orthodox and the Enlightened". Il testo originale tedesco, con le note di Meyer, viene riprodotto alle pagg. 111-30, con un esemplare facsimile a fronte p. 116.</ref> l'autore, che iniziò a scrivere nel 1812, tentava di persuadere le autorità prussiane a permettere innovazioni nell'organizzazione religiosa ebraica e rese perfettamente chiaro che "ortodosso" e "eterodosso" includevano differenze in preghiere e cerimonie, nonché comportamenti verso l'illuminismo.
 
[[File:Moses S. Schreiber Litho.jpg|100px|left|Moses Schreiber]] I cambiamenti liturgici istituiti dai primi Riformatori, che a quel tempo pensavano di essere una tendenza piuttosto che una denominazione distinta, vennero condannati sommariamente nel 1819 da diciotto rabbini guidati dall'Hatam Sofer, Rabbi '''[[:en:w:Moses Sofer|Moses Schreiber]]''' (''Sofer'', 1762-1839) di Pressburg (Bratislava, Slovacchia), nel trattato ''Eleh divrei haberit'' (Altona, 1819). La condanna produsse la reazione inevitabile e negli anni 1840 il nuovo [[w:Ebraismo riformato|movimento di Riforma]] tenne una serie di conferenze in cui i capi si impegnarono in un processo di autodefinizione che servì a confemare una spaccatura denominazionale formale nell'ambito dell'ebraismo; "Ortodosso" e "Riformato" presero dunque quel significato che è a tutt'oggi corrente.
 
Sebbene Riforma e Ortodosso si cristallizzassero come denominazioni distinte solo nei primi del diciannovesimo secolo, tendenze in linea di massima liberali e conservatrici erano sempre esistite nell'ebraismo; l'interpretazione "moderna" di ''Torah min hashamayim'' era in via di sviluppo molto prima dell'arrivo della Riforma.
 
[[:en:w:Harry Austryn Wolfson|Harry Austryn Wolfson]] (1887-1974), nei suoi studi monumentali di [[w:Filone di Alessandria|Filone]] e della filosofia religiosa medievale, sosteneva che il Medioevo iniziava con Filone; [[Baruch Spinoza]] segna il punto di svolta della modernità.<ref>Wolfson, "The Philonic God of Revelation".</ref> Ciò semplifica un processo alquanto complesso, ma incapsula una realtà profonda. Per Filone, la rivelazione riportata nella Scrittura è l'arbitro ultimo della verità e la ragione il mezzo per interpretarla; per Spinoza, la ragione è l'arbitro ultimo della verità e determina cosa sia valido o autentico nella Scrittura. La posizione di Filone dominò il pensieo ebraico e cristiano fino al primo periodo moderno e ancora prevale nei circoli tradizionali; Spinoza imposta come affrontare la rivalutazione moderna della Scrittura. L'interpretazione moderna di ''Torah min hashamayim'', possiamo dire, iniziò con Spinoza e in particolare col suo ''Tractatus Theologico-Politicus'', pubblicato per la prima volta nel 1670.
 
[[File:Spinoza.jpg|100px|left|Baruch Spinoza]] Nel ''Tractatus'' Spinoza definisce non la ''Torah'', ma la ''fede''. Da questa interpretazione di fede deduciamo il suo concetto di Torah, tenendo in mente che non distingue tra i Cinque Libri ed il resto della Bibbia, o anche tra Antico e Nuovo Testamento; per Spinoza, simili sono tutti i libri che la gente afferma registrino la rivelazione di Dio.
 
Spinoza distingue tra ''lex divina'' "legge divina", che è universale, originata ''ex necessitate naturae'' "da necessità naturale", fisica o etica, e decreto umano, che chiama ''jus'' (decreto) piuttosto che ''lex'', e che è relativo a tempi e luoghi specifici, che serve a rendere sicuri vita e stato. La vera conoscenza di Dio e Amore costituisce la Legge Divina per le persone, poiché corrisponde alla natura del bene supremo ed è universale e assoluta.<ref>Spinoza, ''Tractatus Theologico-Politicus'' IV.</ref>
{{q|[Una] vera conoscenza della fede è soprattutto necessaria per capire che la Bibbia fu adattata all'intelligenza, non solo dei profeti, ma anche della moltitudine diversa e volubile.<ref>''Tractatus'' XIV, in ''Benedicti de Spinoza Opera'', vol. i, p. 243 (mia traduz.)</ref><br/>
...lo scopo e oggetto della Scrittura è solo quello di insegnare obbedienza... la Bibbia insegna molto chiaramente in un gran numero di passi che tutti devono obbedire Dio; l'intero dovere è riassunto in ama il tuo prossimo... non siamo costretti dal comando scritturale a credere a qualcosa oltre a quello che è strettamente necessario per adempiere al precetto principale.<ref>''Tractatus'' XIV, 244, 245.</ref>}}
Non importa, secondo Spinoza, che Mosè non abbia scritto il Pentateuco, che certe narrazioni siano dimostrabilmente errate o inconsistenti e che la Bibbia contenga affermazioni che siano immorali, superstiziose, o dimostrino ignoranza di fenomeni naturali, poiché tali cose possono essere scartate come drivanti dalle debolezze umane dei suoi scrittori o delle masse alle quali sono indirizzate; la Legge Divina di Dio e Amore è lì chiara e costituisce la vera essenza della Scrittura.
 
Il concetto spinoziano di Torah, cioè di letteratura comunemente considerata come sacra, è di un testo imperfetto, pieno di narrazioni di dubbio valore morale, che incorpora leggi e rituali di rilevanza limitata, ma di importanza suprema poiché inculca obbedienza alla Legge Divina di Dio e Amore. Spinoza non ha tempo da perdere con "Farisei e Papisti", cioè con interpretazioni e tradizioni di sinagoga e chiesa, ma insiste che la Scrittura deve essere letta solo nei suoi propri termini.
 
Cristiani ed ebrei di opinione conservatrice ritennero questa posizione scandalosamente eterodossa; il già Rabbino Capo britannico, Lord [[w:Jonathan Sacks|Jonathan Sacks]], come S. D. Luzzatto, ha identificato Spinoza come la ''bête noire'' dell'ebraismo, per le sue idee politiche e per le sue idee teologiche.<ref>Sacks, ''Crisis and Covenant'', 181-4. Del resto, non poteva fare diversamente.</ref> Ma sebbene Spinoza fosse erroneo in molte delle sue osservazioni particolareggiate, la sua posizione basilare sulla Scrittura venne ad essere ampiamente adottata; l'evoluzione delle teologie moderne ebraiche non-ortodosse è un trionfo di Spinoza sulla dottrina medievale ebraica (e cristiana).
 
==Moses Mendelssohn: Legislazione Rivelata==
[[File:Moses Mendelson P7160073.JPG|190px|left|Moses Mendelssohn, da un ritratto di Anton Graff (1771) nella collezione dell'Università di Lipsia]] Ricostruzioni non-tradizionali di "Torah dal Cielo" a partire dal diciottesimo secolo in poi devono essere considerate sullo sfondo della filosofia e teologia europee, specialmente tedesche, dello stesso periodo.
 
In PARTE III.2 abbiamo sottolineato l'assenza dal ''Be`ur'' di Mendelssohn di un impegno con le problematiche della critica storica o testuale. Tuttavia, la filosofia religiosa mendelssohniana era vicina al Deismo e ciò coloriva la sua posizione sulla Torah. La Torah, afferma, è in piena conformità con la ragione — con cui intendiamo che Dio esiste e ha rivelato i principi etici sui quali tutte le persone ragionevoli sono d'accordo; Dio ed etica formano il contenuto delle [[w:Noachismo|Sette Leggi di Noè]], indirizzate a tutta l'umanità. La Torah non contine dogmi irrazionali, come quelli che provocano confusione e conflitti tra cristiani. Sebbene contenga legislazione, questa è indirizzata specificamente al popolo di Israele e non vincola altri.
 
Lo scopo di Mendelssohn in opere come ''Jerusalem'', era quello di predisporre una forte difesa dell'ebraismo ed il suo operato deve essere considerato nei termini delle necessità urgenti e degli obblighi pubblici del suo tempo. Ma due questioni importanti rimagono senza risposte soddisfacenti. Si può plausibilmente affermare che l'ebraismo sia "libero da dogmi"? I conflitti nell'ambito dell'ebraismo non erano tutti primariamente concentrati sul rituale religioso, anzi. Il conflitto principale tra Caraiti e Rabbaniti, per esempio, riguardava la fede nelle Torah Orale e tutto l'ebraismo dipendeva sulla fede della Torah Scritta, tuttavia non è plausibile trattare tali convinzioni come materie di ragion pura.
 
Il secondo problema, che Mendelssohn esaminò in maniera poco convincente, era che se i regolamenti ed i rituali della Torah erano "legislazione rivelata" riguardante lo stato israelita antico o idealizzato, perché gli ebrei dell'Europa moderna dovevano essere obbligati a seguirli?<ref>Si veda l'impegno di Pierre Bayle a difendere l'antica teocrazia israelita in ''De la tolérance'', parte 2 cap. 4.</ref>
 
==Salomon Ludwig Steinheim (1789-1866): Empirista della Rivelazione==
[[File:SLSteinheim.jpg|190px|left|Salomon Ludwig Steinheim]]
 
<!---[[w:Salomon Steinheim|Salomon Ludwig Steinheim]]--->
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==Samuel Holdheim (1806-1860): Riforma Radicale==