Guida alle costellazioni/La regione del Centauro/Centauro: differenze tra le versioni

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Più a nord e presso il confine col Lupo si osserva '''NGC 5460'''; si tratta di un ammasso dalla morfologia particolare, formato da tre grappoli di stelle di ottava e nona magnitudine, allineati in senso nord-sud. Lo strumento ideale per la sua osservazione è il binocolo, con ingrandimenti che vanno dal 10x50 al 15x80, oppure piccoli telescopi, dato che forti ingrandimenti fanno perdere la visione d’insieme; molto bello il contrasto di colore delle sue componenti, alcune azzurre, altre arancioni. L’ammasso dista 2210 anni luce, la sua età è stimata sui 160 milioni di anni e contiene una nutrita popolazione di stelle delle prime classi spettrali, come la B e la A; la metallicità media di tutte le componenti è paragonabile a quella solare. Quattro di queste stelle sono state riconosciute come binarie spettroscopiche.
 
Tra gli '''''ammassi globulari''''' spicca indubbiamente il famoso '''ω Centauri''' (avente anche la sigla '''NGC 5139''', o anche '''C80'''), il più luminoso del cielo terrestre. Come si capisce dal suo nome, è talmente luminoso da essere stato scambiato per una stella per molto tempo. L'ammasso non appare brillante solo per la sua vicinanza, ma anche per le sue dimensioni reali: è uno dei più grandi conosciuti, con circa un milione di masse solari. Con un binocolo o un piccolo cannocchiale si mostra invece come una grande macchia nebulosa, estesa su mezzo grado di diametro e più luminosa al centro. Per iniziare la sua risoluzione in stelle è sufficiente un telescopio da 80mm di diametro. Nonostante si tratti di un agglomerato di milioni di stelle, la sua luminosità è talmente elevata che, come detto in precedenza, fu inizialmente scambiato per una stella vera e propria; a conferma di ciò vi è il fatto che il suo stesso nome comune, ω Centauri, ossia riportariporti una lettera greca, come in uso per le stelle. L'oggetto era noto ai Greci e ai Romani, poiché a causa della precessione degli equinozi si trovava all'epoca molto più alto sull'orizzonte mediterraneo, ma veniva considerato una stella come le altre e dunque non certo come un grande ammasso di stelle. Johann Bayer, che era solito catalogare le stelle più luminose di una costellazione assegnando loro una lettera greca in ordine di luminosità, diede la lettera omega all'ammasso, scambiandola per una stella. Bayer la incluse nella sua opera Uranometria del 1603, anche perché era già stata osservata dal suo "predecessore" Tolomeo. Posto ad una distanza stimata intorno ai 15.800 anni luce, ω Centauri risulta essere uno degli ammassi globulari più vicini al Sistema Solare. È il più grande ammasso globulare conosciuto appartenente alla Via Lattea, il secondo per dimensioni dell'intero Gruppo Locale; contiene diversi milioni di stelle della Popolazione II, per una massa complessiva pari a quella di cinque milioni di Soli (la stessa massa delle galassie nane più piccole conosciute). La magnitudine delle sue componenti più luminose è pari a 11,5. La sua età risulta essere di circa 12 miliardi di anni, ossia simile a quella dell'Universo stesso. È inoltre l'unico ammasso globulare conosciuto che presenta una chiara dispersione nel suo contenuto di metalli; ciò darebbe credito alla teoria secondo la quale ω Centauri sarebbe il nucleo di un'antica galassia nana "fagocitata" dalla nostra. Il nucleo della galassia, rimasto integro, avrebbe assunto le caratteristiche di ammasso globulare, con una popolazione di stelle molto antiche; altri ammassi stellari con caratteristiche simili sono noti all'interno e all'esterno della Via Lattea.
 
Un altro ammasso globulare è '''NGC 5286''' ('''C84'''), molto meno appariscente e molto più distante, per giunta oscurato dalla luce della stella M Centauri, che si trova lungo la sua linea di vista; può essere individuato anche con un rifrattore da 60mm, mentre la sua risoluzione in stelle inizia ad essere ben apprezzabile con strumenti di 120mm di apertura. La sua distanza si aggira sui 36.000 anni luce, che nella sua direzione equivalgono a circa 29.000 anni luce dal centro galattico; possiede una forma leggermente ellittica ed è uno dei più vecchi conosciuti, con un’età di 12,54 miliardi di anni. Basandosi sull’osservazione del moto delle stelle in prossimità del suo centro, si è ipotizzato che qui vi si possa trovare un buco nero di massa intermedia, che conterrebbe meno dell’1% della massa totale dell’ammasso. Secondo alcuni studi, quest’oggetto potrebbe essere associato all’Anello dell’Unicorno, una lunga scia di stelle avvolta attorno alla Via Lattea, che potrebbe essere ciò che resta di un’antica galassia nana cannibalizzata dalla nostra.
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Una menzione a parte la merita la '''Nebulosa Boomerang''' (ESO 172-7, A.R. 12h44m46s, DEC –54°31’11”), non tanto per la sua luminosità, essendo fuori dalla portata di piccoli strumenti, quanto per il fatto di essere il luogo più freddo conosciuto finora: con una temperatura di appena 1K, ossia 1° sopra lo zero assoluto, è infatti anche più freddo della radiazione di fondo dell’Universo stesso derivata dal Big Bang, che possiede invece una temperatura di circa 3K. Questa nebulosa fu fotografata in dettaglio dal telescopio spaziale Hubble nel 1998; allora si pensava si trattasse della fase immediatamente precedente a quella di nebulosa planetaria. In precedenza, nel 1980, era stata osservata da Terra tramite l'Anglo-Australian Telescope e, nonostante la scarsa risoluzione delle immagini, era apparso comunque chiaro che la nebulosa possedeva una forma leggermente asimmetrica, suggerendo così il nome di Nebulosa Boomerang.
 
Tra le '''''nebulose diffuse''''' spicca '''IC 2944''', in direzione di un gruppo di stelle apparentemente dominato dalla stella λ Centauri, dove nelle foto a lunga posa si evidenzia la grande nebulosa di fondo; in realtà questa nebulosa si trova molto più distante da λ Centauri e non è quindi fisicamente legata ad essa. Con un binocolo è ben visibile soprattutto l'ammasso interno, formato da stelle a partire dalla settima magnitudine, con all'interno la variabile LW Centauri. La nube è famosa perché contiene al suo interno dei densi globuli di Bok, in cui è attiva la formazione di nuove stelle; i globuli di Bok visibili in questa nube vengono chiamati col nome di globuli di Thackeray. Si tratta di densi bozzoli di gas e polveri non illuminate che si stagliano sul fondo chiaro costituito dall'idrogeno ionizzato, sul bordo nordoccidentale della nebulosa; i globuli sono raggruppati in uno spazio dal diametro di circa 14 anni luce e furono individuati nel 1950. L'origine di questi globuli probabilmente è connessa alla presenza di un'antica nube molecolare molto densa, che col tempo è stata erosa dalla radiazione ultravioletta delle stelle più brillanti e calde della regione, similmente a come avviene nei globuli cometari attorno alla Nebulosa di Gum; attualmente i globuli di Thackeray sono soggetti a forze dinamiche violente che li modellano e li disgregano continuamente. La loro vita media si pensa che sia molto breve. Il complesso nebuloso di cui IC 2944 fa parte si estende per circa un grado di volta celeste, comprendendo anche le vicine nebulose Gum 39 e Gum 41, situate alla medesima distanza, e una grande nube molecolare situata poco più ad ovest, con una massa pari a circa 710.000 masse solari. La regione galattica in cui giace IC 2944 è particolarmente ricca e complessa: comprende infatti quattro grandi associazioni OB, la più occidentale delle quali è Carina OB1, nota per essere l'associazione fisicamente legata alla grande Nebulosa della Carena, mentre centrata su IC 2944 vi è l’associazione Crux OB1; quest’ultima conta una trentina di componenti stellari di grande massa; di queste, una quindicina sono stelle di classe O, in prevalenza sulla sequenza principale, e una decina sono di classe B, in prevalenza giganti e supergiganti. Si aggiungono infine alcune stelle massicce di classi diverse, come una supergigante gialla, una bianca e alcune supergiganti rosse di classe M.
 
Dalla parte opposta rispetto alla Nebulosa Sacco di Carbone, visibile a sudest della Croce del Sud, si estende la grande nebulosa '''Ced 122''', un oggetto poco noto e osservato ma che può essere individuato parzialmente anche attraverso un grande binocolo, se la notte è perfettamente buia. Così come la precedente nebulosa (IC 2944), anche questa giace sul Braccio del Sagittario, un braccio di spirale più interno rispetto al nostro. La sua stella principale sembra apparentemente la gigante gialla m Centauri (da cui il nome improprio di “Nebulosa di m Centauri”); tuttavia, questa stella si trova ad appena 257 anni luce dal sistema solare ed è pertanto completamente slegata dalla nebulosa, la cui posizione, secondo le misurazioni, sarebbe come visto all'interno del Braccio del Sagittario a una distanza di almeno 5700 anni luce. La stella responsabile della ionizzazione dei gas della nube sarebbe, secondo alcuni studi, la stella blu HD 116796, assieme ad altre due stelle di classe spettrale B situate nelle vicinanze. La regione galattica in cui viene a trovarsi Ced 122 è la medesima della nube RCW 75 e della brillante ed estesa associazione Centaurus OB1, entrambe poste alla distanza media di 6500 anni luce dal sistema solare.
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Tra le '''''galassie''''' la più importante è sicuramente '''NGC 5128''', nota anche con la sigla '''C77''', una galassia peculiare che con la sua distanza pari a circa 15 milioni di anni luce è anche relativamente vicina alla Via Lattea. Anche un binocolo 7x30 è in grado di mostrare questa galassia, sebbene essa appaia come una macchia chiara senza particolari attrattive. Con un piccolo telescopio appare come una normale galassia ellittica, ma con aperture da 120mm o superiori o con esposizioni fotografiche a lunga posa mostra una fascia equatoriale di polveri oscure, attribuibili alla fagocitazione di una piccola galassia satellite. Il suo centro ospita una potente sorgente di onde radio, catalogata come Centaurus A; si pensa che qui sia situato un buco nero supermassiccio con una massa pari a diversi milioni di masse solari. Centaurus A possiede una morfologia piuttosto insolita: vista dalla Terra essa appare come una galassia lenticolare o ellittica con una banda di polveri sovrapposta; la sua particolarità è stata scoperta nel 1847 da John Herschel e successivamente fu inclusa nell’Atlas of Peculiar Galaxies (pubblicato nel 1966). La strana morfologia della galassia è generalmente riconosciuta essere il risultato di una fusione tra due più piccole galassie. NGC 5128 è composta principalmente da stelle in avanzato stato evolutivo, mentre nel disco si trova la regione dove la formazione stellare è più intensa; qui infatti sono state identificate circa 100 regioni di formazione stellare. Dai due poli di Centaurus A partono due emissioni di onde radio a getto della lunghezza di diversi milioni di anni luce.
 
Fra le altre galassie spicca '''NGC 4945''' ('''C83'''), una galassia spirale vista quasi di taglio, anch'essa molto appariscente e facile da osservare anche con piccoli strumenti, dove appare come un lungo fuso chiaro, mezzo grado a nordovest della stella doppia ξ2ξ<sup>2</sup> Centauri. Con un telescopio da 200-250mm di diametro già si evidenziano alcune irregolarità nel suo fuso luminoso. La sua distanza è stimata sui 9 milioni di anni luce ed è quindi anch’essa, come la precedente, una delle galassie più vicine al Gruppo Locale; appartiene allo stesso gruppo di Centaurus A e di M83. Le sue dimensioni sono paragonabili a quelle della Galassia del Triangolo e si presenta vista di taglio, cosicché alternativamente viene presentata o come una galassia spirale semplice o come una spirale con la barra; di certo si sa che la classe di spirale è il tipo b, ossia con un nucleo non dominante rispetto al disco ma cospicuo e dei bracci ben avvolti. Osservazioni condotte ai raggi X hanno mostrato che il suo nucleo sarebbe attivo e potrebbe ospitare un buco nero supermassiccio.
 
A breve distanza verso est si trova '''NGC 4976''', una galassia lenticolare molto più lontana, essendo ad almeno 40 milioni di anni luce; si può individuare anche con un telescopio da 120mm di apertura, dove appare come una debole macchia chiara priva di dettagli e leggermente allungata in senso nord-sud. Il nucleo si presenta luminoso e con strumenti di grande diametro l’aspetto generale della galassia rimane lo stesso, quasi privo di caratteristiche di rilievo.