Guida alle costellazioni/Appendice: la strumentazione: differenze tra le versioni
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Il '''telescopio riflettore''' di tipo '''Newton''' si basa su ottiche costituite da due specchi: la luce entrante attraversa il tubo ottico fino a raggiungere lo specchio primario, sul fondo, dove viene riflessa a uno specchio secondario posto presso l’apertura, che la riflette a sua volta di 45° verso l’oculare, posto di lato. Il più grande vantaggio è la sua economicità, che permette di poter usufruire di grandi diametri (aperture) a costi contenuti; la focale di solito non troppo lunga permette una facile osservazione degli oggetti estesi, specie del profondo cielo, mentre sui pianeti occorre utilizzare degli oculari di focale molto corta. Fra gli svantaggi vi è la scarsa praticità se utilizzato su una montatura motorizzata di tipo equatoriale, che porta l’oculare spesso in posizioni molto scomode. Per risolvere questo problema, è stata inventata la montatura Dobson (vedi immagine); ciò rende però inadatti questi strumenti alle fotografie a lunga posa. Si tratta spesso di telescopi da muovere a mano e quindi comportano, da parte dell’utilizzatore, la capacità di sapersi orientare in cielo e di utilizzare bene le carte celesti. I costi dei telescopi Dobson sono tuttavia davvero molto contenuti e la qualità delle ottiche è ormai molto elevata.
Lo '''Schmidt-Cassegrain''' è un modello di telescopio che cerca di risolvere le aberrazioni proponendo uno schema misto di lenti e specchi per correggere le aberrazioni. Fra
==Oculari e filtri==
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