Torah per sempre/Nascita della critica storica: differenze tra le versioni

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La messa in discussione di ipotesi tradizionali da parte di un piccolo numero di studiosi ebrei medievali fu un fenomeno marginale, opposto vigorosamente dai principali capi religiosi tradizionali. Solo in tempi moderni, con la secolarizzazione della conoscenza e l'indebolimento del controllo clericale, è stato possibile che tali nozioni radicali venissero prese sul serio.
 
Tra coloro che misero in discussione le interpretazioni tradizionali della Scrittura e degli autori nel diciassettesimo secolo, ce ne furono numerosi che provenivano da famiglie che erano state costrette a convertirsi dall'ebraismo al cristianesimo in Spagna e Portogallo; tra questi, Uriel da Costa, Isaac de la Peyrère (1596-1676) e Baruch Spinosa. Se, come membro di una famiglia di [[w:Converso|Conversi]], sei cresciuto in una religione che ti hanno insegnato a dubitare e poi ritorni a quallaquella che tu pensi sia la religione "giusta", ma non ti risulta poi essere quella che veramente ti aspettavi, l'abitudine di dubitare persiste.
 
Tuttavia, le radici della critica storica nell'Europa cristiana si trovano altrove, nella cultura [[w:Rinascimento|rinascimentale]] e [[w:Umanesimo rinascimentale|umanista]], nella riscoperta di un mondo di saggezza e vitalità che risiede fuori della tradizione cristiana dominante. L'indipendenza di pensiero porta a interrogare l'insegnamento convenzionale ed il fascino dei testi antichi affina le abilità critiche dello studioso. Se la conoscenza del greco appena acquisita e la disponibilità di manoscritti autentici delle opere di Platone e di Aristotele ti obbligano a mettere in dubbio le interpretazioni della scolastica medievale, è naturale mettere in dubbio sia la traduzione biblica della [[w:Vulgata|Vulgata]] ed la maniera in cui la chiesa la interpreta. Gli studiosi rinascimentali inizialmente si preoccuparono del greco e del Nuovo Testamento, ma poco dopo si rivolsero agli studiosi ebrei come [[w:Elia Levita|Elijah Levita]] e [[w:Obadja Sforno|Obadiah Sforno]] (ca.1470-1550) per assisterli con la lingua ebraica e presto cominciarono a sottoporre il testo ebraico della Bibbia ad analisi storiche e letterarie nello stesso modo in cui l'avevano già fatto con i classici greci e latini e col Nuovo Testamento. L'"ebraismo" cristiano fu parte di tale processo; la nuova comprensione indipendente delle Scritture ebraiche era indipendente dalla tradizione della chiesa, ma fortemente dipendente sulle opere di grammatici ebrei medievali e di commentatori come Rashi, Abraham Ibn Ezra e David Kimhi.
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Lo scetticismo quale movimento formale risale a [[w:Pirrone|Pyrrhо̄n]] dell'Elide (ca.360-272 p.e.v.). Pyrrhо̄n viaggiò con Alessandro Magno e vide nei [[w:Fachiro|fachiri]] dell'India un esempio di felicità che scaturiva dall'indifferenza per le condizioni di vita. Concluse che l'uomo deve sospendere giudizio (deve esercitare ''epochē'' — termine notoriamente risuscitato dal [[w:Fenomenologia|fenomenologo]] [[w:Edmund Husserl|Edmund Husserl]]) sull'affidabilità delle percezioni sensoriali e semplicemente vivere secondo le apparenze. L'analogia biblica più pertinente è l'[[w:Qoelet|Ecclesiaste]], forse composto sotto l'influenza pirroniana.
 
[[w:Sesto Empirico|Sesto Empirico]] (terzo secolo e.v.) fu uno degli ultimi scettici antichi; lasciò due opere, ''Lineamenti (o Schizzi) pirroniani (Hypotyposeis)'' e ''Adversus mathematicos'', che furono riscoperti nel Rinascimento e fortemente influenzarono lo sviluppo dello scetticismo moderno. Argomentava che la gente che pensava di poter conoscere la realtà erano costantemente disturbati e frustrati; se avessero sospeso il giudizio e vissuto secondo le apparenze, usanze e inclinazioni naturali, avrebbero trovato pace interiore (''ataraxia'' "imperturbabilità"). Tale comportamento attirava molto gli studiosi che penavano nelle controvesiecontroversie teologiche stancanti e insolvibili della Riforma; si poteva sospendere il giudizio su tutto, tranne le questioni più chiare, e adattarsi alla vita sotto la chiesa dominante, anche quando non imponeva un assenso intellettuale.
 
Se dubiti dell'affidabilità della ragione umana, puoi sospendere giudizio in merito alla verità, come raccomandavano i pirroniani, adattandoti ad una vita con dubbi, oppure puoi dichiarare inadeguata la ragione e fare atto di fede. Agostino, nel suo ''Contra academicos'', ed in seguito il filosofo mussulmano [[w:Al-Ghazali|al-Ghazali]] (1058-1111) e l'ebreo [[w:Yehuda Ha-Levi|Judah Halevi]], furono "scettici" in quest'ultimo senso; la ragione, sebbene facoltà data da Dio, era inadeguata sia a stabilire o a confutare la verità religiosa, che poteve assere acquisita solo mediante il "mistero" della fede.
 
Il comportamento di ricerca stimolatonstimolato dal revival dello Scetticismo incoraggiò la gente a mettere in dubbio gli assunti sull'origine e natura del testo biblico. Più specificatamente, preparò la strada per la crescita del [[w:Deismo|Deismo]], cioè, la credenza nell'esistenza di un Creatore e in canoni morali, ma il rifiuto dell'idea che Dio ha rivelato la sua precisa volontà.
 
Reventlow ha sottolineato il significato della critica biblica per gli sviluppi teologici in Inghilterra tra la Riforma e l'Illuminismo, specialmente l'impatto del Deismo;<ref>Reventlow, ''Authority of the Bible''.</ref> in un interessante capitolo su Thomas Hobbes (1588-1679) dimostra il rapporto intricato e peculiare in Inghilterra tra autorità politica, teologia e interpretazione biblica.