Torah per sempre/Contraddizioni, problemi morali, errori: differenze tra le versioni

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==Fantasia, arbitrarietà, superstizione==
Quello che è superstizione per uno, è forte convinzione spirituale per un altro; quello che per uno è arbitrario o assurdo, per un altro è necessario e profondo. Poche cose nell'ebraismo sono più belle e significative del Sabbath, ed i suoi incisivi insegnamenti sulla dignità e uguaglianza umane, sui benefici della Creazione, sono un dono all'umanità, tuttavia Plutarco lo respinge come inutile superstizione. O forse questo non è del tutto giusto. Ciò che in realtà scrisse Plutarco era: "Ma gli ebrei, poiché era il giorno del sabato, si sedettero ai loro posti immovibili, mentre il nemico stava eregendo scale e catturava le difese, e loro non si mossero ma rimasero là, avviluppati nelle grinfie della superstizione come in una grande rete."<ref>Plutarco, ''[[w:Moralia|Moralia: De superstitione]]'', 169C (ed. ingl. p. 481).</ref> Plutarco quindi forse condannava solo quegli ebrei che non prevedevano l'halakhah rabbinica in cui l'autodifesa sarebbe stata dichiarata obbligatoria durante Sabbath!
La superstizione secondo uno è una forte convinzione spirituale per un altro; quello che per uno è arbitrario o assurdo, per un altro è necessario e profondo.
 
Celso pare essere stato consapevole delle reazioni ebraiche e cristiane contro le accuse che le loro storie fossero assurde: "Gli ebrei e cristiani più ragionevoli sono imbarazzati da queste cose e cercano in qualche modo di allegorizzarle."<ref>Origene di Cesaraea, ''Origen contra Celsum'' 4:38 (Chadwick, 213), a proposito della storia di Dio che avrebbe modellato Adamo con le proprie mani.</ref>
 
I rabbini post-talmudici, molti dei quali praticavano la medicina, si basavano su Ippocrate, Galeno ed i loro successori per le proprie abilità professionali, piuttosto che sulla raccomandazioni sparse nel Talmud. Le sentenze halakhiche di [[w:Abbaye|Abbaye]], capo dell'accademia di [[w:Pumbedita|Pumbedita]] nei primi del quarto secolo, riempiono le pagine del Talmud babilonese e sono considerate con venerazione, anche se ci sono state solo sei occasioni in cui la sua opinione è prevalsa su quella del rivale, Rava;<ref>TB ''BM'' 22''b''.</ref> non si può dire lo stesso dei suoi rimedi di medicina popolare e dei suoi consigli dietetici, introdotti dalla frase "Mia madre mi ha detto...".<ref>TB ''Shab.'' 134''a'', ''Kid.'' 31''b'' e paralleli. Esiste una vasta collezione di "cure" magiche, in gran parte nonattribuite alla matrigna di Abbaye, in ''Git.'' 68''b''segg., sebbene ella ne abbia una a 67''b'' ed un'altra a 70''a''. Vedi Kottek, ''"Amra li em"''.</ref>
 
Demoni, possessioni e malocchio – segnatamente assenti dalle scritture ebraiche – appaiono regolarmente nella letteratura rabbinica. Numerosi amuleti ebraici e ciotole di incontesimi dal primo al quinto secolo e.v. sono stati recuperati nel ventesimo secolo e studiati da archeologi; molti di questi erano scritti da non-ebrei con l'evidente intenzione e speranza di catturare l'efficacia della "magia ebrea" che era altamente stimata nella tarda antichità.<ref>Naved e Shaked, ''Amulets and Magic Bowls''; Naveh, ''On Sherd and Papyrus; Neusner, Frerichs e Flesher (curr.), ''Religion, Science and Magic''; Schäfer, "Jewish Magic Literature"; Schiffman e Swartz, ''Hebrew and Aramaic Incantation Texts''; Trachtenberg, ''Jewish Magic and Superstition''.</ref> Mostri con due teste, pietre che brillano di notte, la "roccia del chiodo" e una quantità di amuleti sono tra le cose che collegano il folclore rabbinico col mondo circostante.<ref>Vedi Sperber, ''Magic and Folklore''.</ref>
 
Il potere delle stelle nell'influenzare la vita delle persone viene dato per scontato. Due rabbini, Hanina e Yohanan, dibattevano se Israele (il popolo ebraico) fosse soggetto alle stelle; Hanina disse di sì, Yohanan disse di no.<ref>TB ''Shab.'' 156''a''; Bar-Ilan, ''Astrology'' (in ebr.).</ref> In ogni modo, l'astrologia era accettata come scienza valida; la sola questione era se gli Israeliti fossero protetti dalla sua influenza.
 
Nonostante ciò, Maimonide scrisse una franca lettera ai rabbini di Marsiglia denunciando l'astrologia come pseudoscienza; affermava che egli avesse svolto test empirici su svariate teorie astrologiche e che l'astrlogia era un'assurdità.<ref>Maimonide, ''Igerot harambam'', ii, pp. 478-90. Shailat (p. 466) nota che la lettera era scritta in ebraico poiché i rabbini della Provenza non conoscevano l'arabo e è datata 11 Tsrei nell'anno seleucida che equivale a AM 4955 (1194/5) o 4956 (1195/6).</ref> Nel suo ''[[Guida maimonidea/Mishneh Torah|Mishneh Torah]]'', Maimonide formula un rifiuto più generico delle pseudoscienze:
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Gli ebrei che precedettero Maimonide nel suo rifiuto dell'astrologia, inclusero [[w:Bahya ibn Paquda|Bahya ibn Paquda]] (XI sec.)<ref>Langermann, "Maimonides' Repudiation of Astrology", passa in rassegna ai paralleli precedenti e a quelli cristiani ed islamici. Vedi anche A. Marx, "Correspondence between the Rabbis".</ref> e, a malavoglia, [[w:Yehuda Ha-Levi|Judah Halevi]] (ca.1075-1141),<ref>In ''Kuzari'' 4:9 Halevi rigetta l'astrologia dato che non dà risultati attendibili e non è una scienza rivelata.</ref> ma tale veduta illuminata convinse pochi studiosi a quel tempo e non ebbe praticamente nessun impatto sulla credenza popolare. Persino nel diciottesimo secolo il Gaon di Vilna criticò aspramente Maimonide per aver negato l'esistenza di demoni;<ref>Elijah of Vilna, ''Be`ur hagra'', nr. 13 su ''Shulḥan arukh'', "Yoreh de`ah" 179.</ref> Anche oggi capi ortodossi reazionari approvano tale credenze, inclusa l'astrologia, in base al fatto che erano accettate dai rabbini del Talmud.
 
==''Conclusione''==