Torah per sempre/Contraddizioni, problemi morali, errori: differenze tra le versioni

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==Problemi storici e archeologici==
In [[Torah per sempre/La controtradizione|PARTE II.1]] abbiamo fatto riferimento ai tentativi di [[w:Demetrio il cronografo|Demetrio il cronografo]] di dar senso alla cronologia delle narrazioni patriarcali. La Septuaginta fornisce ulteriore prova degli sforzi degli ebrei alessandrini onde costruire una storia coerente non solo dei [[w:Patriarca (ebraismo)|patriarchi]] e di [[w:Libro dell'Esodo|Esodo]], ma anche dei re di Giuda e Israele; tuttavia anche il testo greco soffre delle stesse inconsistenze di quello ebraico per [[w:Libri dei Re|Re]] e [[w:Libri delle Cronache|Cronache]].<ref>I particolari possono essere consultati a [[Torah per sempre/La Torah originale|PARTE II]] e in Appendice E di Galil, ''Chronology''.</ref>
 
Non esistono prove che i rabbini del Talmud avessero familiarità con fonti storiche ''esterne'', che potessero mettere in dubbio la storia biblica. Le prime lingue scritte del [[w:Vicino Oriente antico|Vicino Oriente]], com il [[w:Lingua sumera|sumero]], l'[[w:Lingua egizia|egizio]] e l'[[w:Lingua accadica|accadico]], erano state da tempo dimenticate al loro tempo e, sebbene qualcosa dell'antichità egizia potesse venir appresa tramite la letteratura greca, era alquanto improbabile che i rabbini ne sapessero qualcosa o la prendessero sul serio.
 
Con la storia postbiblica la situazione decisamente cambia. La loro interpretazione degli avvenimenti è spesso in netto contrasto con quella degli storici le cui opere erano certamente note ad alcuni di loro. La [[w:Chanukkah#Storia tradizionale|storia di Hanukah]], per esempio, viene raccontata in un modo che ha poco a che fare con i resoconti di [[w:Libri dei Maccabei|1 e 2 Maccabei]], una volta caratterizzati dagli studiosi rispettivamente come [[w:Primo libro dei Maccabei|interpretazione Sadducea]] e [[w:Secondo libro dei Maccabei|interpretazione Farisea]]; [[w:Giuda Maccabeo|Giuda Maccabeo]] è ignorato e una storia completamente nuova del miracolo dell'olio diventa l'elemento centrale.<ref>''Megilat ta`anit'', citato in TB ''Shab.'' 21''b''.</ref>
 
L'archeologia scientifica era naturalmente sconosciuta ai saggi, anche se alcuni siti antichi erano stati identificati. Rimane da decidere se il seguente sia stato stimolato dall'osservazione dei fossili o semplicemente dalle leggende di altre nazioni:
{{q|Rabbi Simon dice: Qui non è scritto "Che sia sera" ma "E fu sera". Da questo [impariamo] che esisteva un ordine di tempo prima di ciò. Rabbi Abbahu dice: Ci insegna che il Santo, che Egli sia benedetto, creò mondi e li distrusse, finché Egli creò questi; Egli disse "Questo mi dà piacere; quelli non mi danno piacere".<ref>''Gen. Rabbah'' 3:7.</ref>}}
Questioni di tale tipo sorte a partire dal diciottesimo secolo in poi, quando gli archeologi rinvennero nuove testimonianze sul corso degli eventi nel Vicino Oriente Antico, non potevano sorgere nel periodo rabbinico.
 
Dichiarazioni rabbiniche su materie storiche venivano raramente sottoposte alla critica scientifica dagli ebrei prima del sedicesimo secolo, quando [[w:Azariah de' Rossi|Azaria de' Rossi]] (ca.1511-1578) produsse il suo ''Sefer me`irat einayim'', in cui utilizzò fonti classiche e cristiane come anche Filone e Flavio Giuseppe per "correggere" le storie rabbiniche. Al pari di altri studiosi umanisti – [[w:Gerardo Mercatore|Mercatore]], per esempio, la cui ''[https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=111950&search_terms=DTL4 Chronologia]'' apparve nel 1568/9 – Azariah si preoccupa di dimostrare la sua conformità con la tradizione e forse si aspetta ingenuamente che i suoi colleghi conservatori siano d'accordo con lui. Nel capitolo 20 Azariah esamina il trattato rabbinico ''Seder olam'', attribuito a Rabbi Yose del secondo secolo, e certe altre opere che egli sospetta siano alterate testualmente. Applicando con abilità le tecniche umaniste della critica testuale, propone che il ''Seder olam'' sia stato composto dopo il Talmud, che sezioni dello [[w:Zohar|Zohar]] siano molto posteriori a [[w:Shimon bar Yohai|Simon bar Yohai]] e stilisticamente per lui inappropriate e che ci siano interpolazioni nel testo di Flavio Giuseppe e di [[:en:w:Josippon|Josippon]].<ref>Azariah fa erroneamente riferimento a Josippon come "il Flavio Giuseppe ebraico"; ora si è venuti a conoscenza che sia una compilazione del X sec. con gran parte dei suoi contenuti derivati da versioni latine di Flavio Giuseppe.</ref> D'altra parte, non può accettare la nozione che i ''tikunei soferim'' rappresentino cambiamenti reali al testo biblico, ma sostiene invece che i passi del Talmud che ci si riferiscono, siano interpolazioni, oppure opinioni individuali espresse in maniera inappropriata; in entrambi i casi, dice Azariah, sarebbe rispettoso per i saggi ignorare tali affermazioni.
 
Nel capitolo 22 Azariah affronta una revisione storica. I rabbini descrivono un incontro del Sommo Sacerdote Simon con [[w:Alessandro Magno|Alessandro il Macedone]].<ref>I riferimenti di De' Rossi sono confusi; la storia è riportata su TB ''Yoma'' 69''a'', ''Lev. Rabbah'' 13:5 (194) e ''Midrash tehilim'' su Salmo 18.</ref> Basandosi su fonti che includono Filone e Flavio Giuseppe, Azariah dimostra che ciò è impossibile, poiché i due erano cronologicamente separati da più di 150 anni. Questo lo porta ad una discussione lunga alcuni capitoli sulla cronologia basilare della tradizione ebraica, inclusa la determinazione dell'''anno mundi'' (gli anni dalla Creazione) su cui si basa il calcolo ebraico degli anni. Nel corso della discussione, punta il dito sul difetto maggiore della prima cronologia ebraica, che include ''Seder olam'', e cioè una sottovalutazione di circa 180 anni del periodo del dominio persiano e quindi della durata del [[w:Secondo Tempio|Secondo Tempio]].
 
Le reazioni contro Azariah furono dure. Il libro fu stampato nel novembre 1573 ed entro l'aprile dell'anno successivo un gruppo di rabbini veneziani capeggiati da Samuel Judah Katzenellenbogen emise un manifesto che stipulava che nessun ebreo dovesse possedere o leggere tale libro senza permesso dei saggi della sua città; quando Azariah apportò alcuni cambiamenti minori al suo testo, l'interdizione venne annullata.<ref>De' Rossi, ''Light of the Eyes'' (trad. ingl.), p. xliii.</ref> Purtuttavia, [[w:Joseph ben Ephraim Karo|Karo]]<ref>Weinberg, nell'introduzione a De' Rossi, ''Light of the Eyes'', p. xxi, ha dubbi sull'autenticità dell'interdizione presumibilmente emessa postuma a nome di Karo.</ref> e successivamente [[w:Judah Loew|Maharal]]<ref>Judah Loew b. Bezalel, ''Be`er hagolah'', 6.</ref> richiesero che il libro venisse bruciato.
 
Circa una generazione dopo, [[w:Leone Modena|Judah Aryeh di Modena]] sotto pseudonimo e con una "confutazione" firmata col proprio nome vero, pubblicava ''Kol sakhal'' ("La voce di uno stolto"),<ref>Fishman, ''Shaking the Pillars of Exile''.</ref> una critica della cultura rabbinica molto più radicale di quella di Azariah e certamente a costui indebitata.<ref>Fishman, ''Shaking the Pillars of Exile'', 167.</ref> In questo periodo il Medioevo lasciava il posto alla modernità, [[w:Uriel da Costa|Uriel da Costa]] (1585-1640) veniva espulso per ben due volte dalla sua comunità, avendo negato l'immortalità dell'anima e sostenuto che tutte le religioni esistenti erano creazioni umane, [[Baruch Spinoza]] (1632-77) era arrivato sulla scena, la storia veniva emancipata dalla teologia e si compivano i primi passi nella critica storica moderna della Bibbia.
 
==Questioni morali==