Torah per sempre/La controtradizione: differenze tra le versioni

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La controtradizione inizia con la Scrittura; Giobbe, per esempio, può essere letto come critica dell'ingenua economia di ricompensa e punizione presentata dal Deuteronomio.
 
Sebbene la Scrittura sia indubbiamente avvincente nella sua dialettica interna, è forse meglio iniziare con la comunità ebraica di lingua greca nell'Alessandria tolemaica dei primi due secoli ap.Ee.Vv. Là gli ebrei formati nella tradizione delle scritture ebraiche incontrarono e adottarono non solo la lingua greca ma anche altri aspetti della cultura ellenistica e si occuparono di ricerche scientifiche e filosofiche insieme ad altri concittadini. La Palestina stessa si trovava nell'ambito del mondo greco, fosse esso tolemaico o seleucida, ma la nuova interpretazione dell'ebraismo venne forgiata in Alessandria piuttosto che a Gerusalemme, che rimase un ristagno culturale per lungo tempo.
 
 
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Per il lettore laico questo brano è incoerente; per il cabalista è un passo misterioso. Tuttavia non convince nessuno come documento autentico di dibattito filosofico del secondo secolo.
 
Ma non c'è dubbio che tale dibattito avvenne e che la tradizione intellettuale ebraico-ellenistica rappresentata così potentemente da Filone e da Flavio Giuseppe evaporò improvvisamente con l'arrivo della Mishnah. [[en:w:Max Kadushin|Max Kadushin]], un pioniere dell'interpretazione moderna dell'aggadah, dimostrò la coerenza del sistema di valori rabbinico — "pensiero organico" lo chiamava — sin dagli anni '30. [[w:Jacob Neusner|Jacob Neusner]] e la sua scuola hanno articolato sistematicamente il pensiero alla base di gran parte del ''corpus'' rabbinico classico; per esempio, Neusner sostiene che Genesis Rabbah, presa nel suo insieme, ha "una visione profondamente filosofica dell'esistenza quotidiana e santificata di Israele".<ref>Kadushin, ''Organic Thinking''; Neusner, ''Genesis Rabbah''. Neusner pone la redazione finale di ''Gen. Rabbah'' verso il periodo quando l'impero romano divenne cristiano.</ref> Chiaramente, il pensiero sistematico di problematiche filosofiche persistette molto dopo l'eclisse dell'ebraismo alessandrino degli anni 116-117 e.v., sebbene non esistano di quel periodo specifici trattati filosofici ebraici.
 
Questa Mishnah invece mantiene il sapore di un vero dibattito:
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Le critiche all'ebraismo sviluppate nel mondo antico sono parallele alle critiche articolate durante tutto il Medioevo. Ciò è valido sia per le critche esterne sia per quelle interne.
 
Il rifiuto della tradizione extra-biblica da parte dei [[w:Sadducei|Sadducei]] fu parallela alcuni secoli dopo al rigetto della Torah Orale e del talmudTalmud da parte dei [[w:Caraiti|Caraiti]], sebbene non sia stato trovato un nesso diretto. Come i [[w:Farisei|farisei]] ed i primi rabbini combatterono i Caraiti col ridicolo, con argomenti seri e con testi comprovati, così anche [[w:Saadya Gaon|Saadya]] ed i [[w:Rabbino|Rabbaniti]] in opposizione ai Caraiti riversano scorno, confutano con ragionamenti e tentano di recuperare terreno biblico. Il Caraismo, tuttavia, è molto meglio documentato del Sadduceismo ed è persistito fino ad oggi, pertanto sappiamo comeche studiosi caraiti come [[en:w:Jacob Qirqisani|Jacob al-Qirqisāni]] nei primi del decimo secolo ricolmòricolmarono di ridicolo le omelie talmudiche che si riferivanoriferentesi a Dio in termini esageratamente antropomorfici o le tacciòtacciarono di assurdo, come anche di inconsistenze riguardo alla legge rabbinica e all'esegesi scritturale.<ref>I commentari dei caraiti del decimo secolo Japheth ben Eli e Sahl ben Matsliah vengono discussi e documentati da Daniel Frank, ''Search Scripture Well''. La critica del Caraismo da parte di Saadya include una perduta ''Refutazione di Anan'', che potrebbe essere identica con un suo poema pazialmente recuperato, ''Esa meshali'', cur. B. M. Lewin. Le risposte caraite includono quelle di Salomon ben Yeruhim (cur. Davidson, ''Book of the Wars of the Lord'') e di Mubashir ben Nasi Halevi di Baghdad (Zucker, ''Critique''). Vedi anche Nemoy, "Al-Qirqisāni's Account" e sul Caraismo in generale, Polliack, ''Karaite Judaism''.</ref>
 
Il cristianesimo e infine l'Islam rimpiazzarono il dualismo quali principali sfide religiose all'ebraismo. In risposta, gli ebrei affermarono il monoteismo puro contro il trinitarianismo cristiano, la perfezione della Torah corrente contro la nuova Scrittura dell'Islam, il Corano, e la validità eterna della Torah e delle sue leggi contro entrambi.
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== ''Conclusione'' ==
L'ebraismo non emerse in un vuoto, né tutte le caratteristiche del suo insegnamento più maturo possono essere spiegate come sviluppo organico del testo biblico. Gran parte del contenuto, come anche l'articolazione precisa dell'[[w:Ebraismo rabbinico|ebraismo rabbinico]], deriva dalle sue risposte alla critica interna o esterna.
 
Tra le difese sviluppate contro critici della tradizione, non ultima è la dottrina dell'infallibilità testo rivelato divinamente; dopo tutto, se il testo era stato veramente dettato da Dio, deve per forza contenere la verità perfetta e tutte le critiche di conseguenza scompaiono di fronte a tale condizione, anche se non riusciamo a capire perché.
 
Il testo dunque è il criterio basilare.
 
Dobbiamo ora domandarci se tale testo possa essere identificato.
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[[Categoria:Torah per sempre|La controtradizione]]