Torah per sempre/La controtradizione: differenze tra le versioni

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Per il lettore laico questo brano è incoerente; per il cabalista è un passo misterioso. Tuttavia non convince nessuno come documento autentico di dibattito filosofico del secondo secolo.
 
Ma non c'è dubbio che tale dibattito avvenne e che la tradizione intellettuale ebraico-ellenistica rappresentata così potentemente da Filone e da Flavio Giuseppe evaporò improvvisamente con l'arrivo della Mishnah. [[en:w:Max Kadushin|Max Kadushin]], un pioniere dell'interpretazione moderna dell'aggadah, dimostrò la coerenza del sistema di valori rabbinico — "pensiero organico" lo chiamava — sin dagli anni '30. [[w:Jacob Neusner|Jacob Neusner]] e la sua scuola hanno articolato sistematicamente il pensiero alla base di gran parte del ''corpus'' rabbinico classico; per esempio, Neusner sostiene che Genesis Rabbah, presa nel suo insieme, ha "una visione profondamente filosofica dell'esistenza quotidiana e santificata di Israele".<ref>Kadushin, ''Organic Thinking''; Neusner, ''Genesis Rabbah''. Neusner pone la redazione finale di ''Gen. Rabbah'' verso il periodo quando l'impero romano divenne cristiano.</ref> Chiaramente, il pensiero sistematico di problematiche filosofiche persistette molto dopo l'eclisse dell'ebraismo alessandrino degli anni 116-117 EVe.v., sebbene non esistano di quel periodo specifici trattati filosofici ebraici.
 
Questa Mishnah invece mantiene il sapore di un vero dibattito:
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* I documenti cristiani in cui vengono registrati i dibattiti con ebrei, reali o immaginari, si preoccupano principalmente di citare le Scritture che convalidino le loro affermazioni; il campo di battaglia ebraico-cristiano sono le Scritture e non la filosofia.
* I documenti ebraici esistenti incorporano detti disgiunti piuttosto che discorsi filosofici approfonditi; il ''sugya'' talmudico è spesso strettamemte organizzato e strutturato con cura, ma la sua costruzione viene dettata da interessi letterari piuttosto che filosofici.
Un altro proto-cristiano, lo studioso biblico e apologeta [[w:Origene|Origene di Cesarea]] (184-254), compose il suo ''Contra Celsum'' verso il 248. Paragrafo dopo paragrafo, risponde alla ''Alēthēs Logos'' ("La Vera Dottrina" o "Discorso") scritto verso il 178 EVe.v. dal filosofo pagano [[w:Celso (filosofo)|Celso]], che attaccava l'ebraismo e specialmente il cristianesimo quali corruzioni "dell'antica dottrina che esistette sin dagli inizi, che è sempre stata sostenuta dalla più sagge nazioni e città e uomini".<ref>Origene di Cesarea, ''Origen contra Celsum'' 1:14. Ci sono stati diversi tentativi di ricostruire l'opera originale di Celso, in special modo quelli di Bader, ''Der ''Alēthēs Logos'' des Kelsos'', e Hoffman, ''Celsus''.</ref> Poiché il trattato originale di Celso è andato perduto, l'opera di Origene rimane la fonte principale dell'opinione dell'intellighenzia pagana circa il cristianesimo e l'ebraismo del secondo secolo. Celso si era documentato in merito, sebbene non così approfonditamente da giustificare la sua vanteria di "sapere tutto";<ref>Origene, ''Origen contra Celsum'' 1:12.</ref> parte della sua critica sostiene l'inconsistenza della posizione cristiana nell'accettare le scritture ebraiche pur non osservandone gli ovvi precetti. Sia Celso che Origene spesso fanno riferimento a conversazioni intraprese con saggi ebrei.
 
[[w:Galeno|Galeno di Pergamo]], la grande autorità medica dell'antichità, criticava Mosè sul fatto che egli ignorasse le cause materiali e la necessità della dimostrazione, pretendendo che tutto venisse accettato per fede.<ref>Galeno, ''De usu partium'' xi.14. Walzer, ''Galen on Jews and Christians'', 9 e 80, presumibilmente seguendo Pfaff, "Rufus aus Samaria", afferma che il medico ebreo Rufo di Samaria aveva fortemente influenzato l'interpretazione di Ippocrate da parte di Galeno; ma ciò non pare molto coerente con l'affermazione di Galeno stesso che il commentario di Rufo prendesse materiale un po' da tutti, non dicesse nulla di originale e lodasse le affermazioni più bizzarre di altri ([http://galen.bbaw.de/epubl/online/editionen.html CMG] 5.10.2.2, pp. 212, 293), come sostiene Diller, "Review", 231-2. Vedi Smith, ''The Hippocratic Tradition''.</ref>
 
La credenza nei miracoli veniva spesso attaccata dai filosofi pagani. [[w:Marco Tullio Cicerone|Cicerone]] (106-43 p.e.v.), seguace della Nuova Accademia, citava con approvazione lo stoico [[w:Crisippo di Soli|Crisippo]] che sosteneva: "Niente può accadere senza una causa; niente infatti accade che non possa accadere; se accade ciò che può accadere, tale accaduto allora non deve essere considerato un prodigio; pertanto non esistono prodigi."<ref>Cicerone, ''De divinatione'' ii.xxviii.</ref> Quello che egli scrive sui "prodigi" è altrettanto deleterio per la credenza nei miracoli.
 
Celso era meno dogmatico; i miracoli della Bibbia erano alquanto inverosimili, ma anche se fossero stati autentici non avrebbero potuto superare quei miracoli ben più comprovati del mondo pagano, quali le guarigioni di [[w:Asclepio|Asclepio]].<ref>Origene, ''Origen contra Celsum'' 3:24 (Chadwick, 142). Il Talmud (''AZ'' 55''a'') riporta una conversazione tra "Zeno" e Rabbi Akiva in cui quest'ultimo spiega perché i miracoli sembra avvengano anche nei templi idolatri; questa potrebbe essere una risposta alla critica di Celso.</ref> Era molto più esplicito in merito al modo in cui ebrei e cristiani parlavano di Dio. Ridicolizzava i passi della Bibbia che assegnavano a Dio sentimenti umani, come le parole di rabbia verso gli empi e le minacce contro i peccatori, una critica che, come afferma Borret, deriva dallo [[w:Stoicismo|stoicismo]];<ref>''Origène Contre Celse'', ii.358-9; Libro IV nr. 71.</ref> inoltre considerava assurdo dire che Dio avesse modellato Adamo con le proprie mani ([[w:Genesi|Gen.]] {{passo biblico|Genesi|2,7}}), sebbene ammettesse che "ebrei e cristiani più ragionevoli si vergognano di queste cose e cercano in qualche modo di allegorizzarle".<ref>Origene, ''Origen contra Celsum'' 4:38 (Chadwick, 213).</ref>
 
Un altro concetto tradizionale che si scontrava con la filosofia era il libero arbitrio, sebbene in questo caso la filosofia non facesse altro che aggravare un conflitto biblico interno tra il determinismo insito nella volontà e preconoscenza divina e l'insistenza sulla libertà umana.
 
Il particolarismo ebraico e cristiano, la convinzione di godere di una benevolenza speciale da parte di Dio, infuriava i pagani. Celso scrive che ebrei e cristiani affermavano:
{{q|[Dio] ha persino disertato il mondo intero ed il moto dei cieli... per prestare attenzione solo a noi; inoltre invia messaggeri a noi soli e non si ferma mai dal mandarli e di far modo ché noi possiamo esser con Lui per sempre... [ebrei e cristiani] sono come vermi che dicono: "Per primo c'è Dio, e noi veniamo subito dopo di Lui in rango e condizione dato che Egli ci ha fatto completamente simili a Dio e tutte le cose sono stato poste sotto di noi, terra, acqua, aria e stelle; inoltre tutte le cose esistono a nostro beneficio e sono state assegnate a servirci."<ref>Origene, ''Origen contra Celsum'' 4:23 (Chadwick, 199-200).</ref>}}
Tale critica non era del tutto ingiusta; ebrei e cristiani veramente si credevano gli eletti di Dio, sebbene non fossero i soli a crederlo. [[w:Simon ben Zoma|Ben Zoma]], quando vide le folle sul [[w:Monte del Tempio|Monte del Tempio]], dichiarò: "Benedetto colui che interpreta i segreti;<ref>Questa è una benedizione comune quando si vede una moltitudine di gente; Dio viene lodato per la diversità umana.</ref> benedetto Colui che creò tutto ciò a mio servizio";<ref>TB ''Ber.'' 58''a''. In questa seconda benedizione Ben Zoma riconosce la sua dipendenza dalle attività di tutta la gente per vestirsi e nutrirsi. La cronologia, o anche l'attribuzione, è sospetta poiché non pare Ben Zoma sia nato in un periodo in cui i pellegrini affollavano il Tempio; l'opinione di Rashi che Ben Zoma abbia visto un grande esercito sul Monte del Tempio sembra improbabile.</ref> tuttavia questa, come anche l'affermazione della Mishnah "Pertanto uno deve sempre dire, Il Mondo fu creato per me",<ref>Mishnah ''San.'', fine del cap. 4.</ref> è una dichiarazione di umiltà di fronte all'infinita generosità del Creatore e un riconoscimento della responsabilità che ne deriva.
 
La critica sicuramente ebbe effetto sui rabbini. Lo scetticismo per i miracoli, per esempio, di solito viene ribattuto dall'asserzione della grandezza e potenza infinita del Creatore. I miracoli vengono moltiplicati ed esaggerati, non minimizzati. In un noto passo di ''Mekhilta'', consueta nella [[w:Haggadah di Pesach|Haggadah di Pesach]], i rabbini si superano l'un l'altro nell'elencare le pestilenze, e quindi i miracoli, in Egitto e sul Mar Rosso; [[w:Jose il Galileo|Jose il Galileo]] asserisce che dieci flagelli furono inflitti sugli egizi in Egitto e cinquanta sul Mar Rosso, Eliezer le aumenta a quaranta più 200, Akiva a cinquanta più 250.<ref>''Mekhilta'', "Beshalaḥ" 2:6 su Esodo 14:30.</ref>
 
Saltuariamente vien presa una posizione più difensiva:
{{q|Rabbi Yohanan disse: Il Santo, che Egli sia benedetto, impose una condizione per il Mar Rosso che esso dovesse dividersi davanti a Israele... Rabbi Jeremiah ben Eleazar disse, Non solo sul Mare il Santo, che Egli sia benedetto, impose una condizione, ma anche con tutto quello che venne creato nei Sei Giorni... "Io comandai al Mare di separarsi... Io comandai al cielo e alla terra di tacere dinnanzi a Mosè... Io comandai al sole alla luna di fermarsi per Joshua... Io comandai ai corvi di nutriare Elijah... al fuoco di non consumare Hananiah, Mishael e Azariah... ai leoni di non nuocere a Daniele... ai cieli di aprirsi alla voce di Ezechiele... al grande pesce di vomitare Giona...<ref>''Gen. Rabbah'' 5:5.</ref>}}
[[Guida maimonidea|Maimonide]], con lo scopo di armonizzare religione e filosofia, sosteneva che dichiarare che la divisione delle acque e gli altri miracoli fossero "condizioni che Dio aveva imposto alla creazione", era come riconoscere la regola della legge naturale; le eccezioni facevano parte, per così dire, della legge della natura originale, piuttosto che essere interventi ''ad hoc'' da parte di Dio.<ref>Maimonide, [[Guida maimonidea|''Guida'']] ii.29.</ref> Un'interpretazione più lineare del midrash sarebbe quello di affermare che la "legge naturale" stessa è creazione divina, ma che Egli si riserva l'opzione di annullarla, facendolo quando necessita salvare il fedele.
 
== Gnosticismo ==