Guida alle costellazioni/Appendice: la strumentazione: differenze tra le versioni

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I '''filtri nebulari''', detti anche '''''interferenziali''''', sono invece più sofisticati e più costosi. Essi lasciano passare solo specifiche lunghezze d’onda, filtrando tutte le restanti componenti della luce visibile. Lo scopo è quello di aumentare notevolmente il risalto degli oggetti nebulosi, che emettono la loro luce principalmente a determinate lunghezze d’onda. Tuttavia è bene considerare che questi filtri si possono utilizzare con profitto ''solo da cieli non inquinati''.
 
Un filtro molto utilizzato è l’UHC, acronimo inglese per ''Ultra High Contrast''; è adatto per diversi oggetti, dalle nebulose di idrogeno ionizzato alle nebulose planetarie, edma ènon d’aiutomigliora perla ridurrevisibilità glidelle effettinebulose negativia dell’inquinamento luminosoriflessione. Un filtro molto più specifico è l’OIII, che lasciando passare solo la lunghezza d’onda dell’ossigeno ionizzato, è ottimo per le nebulose planetarie e i resti di supernova. Tutti questi filtri tuttavia non sono indicati per l’osservazione degli ammassi stellari e delle galassie.
 
==Strumenti più comuni di piccolo diametro==