Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Francia-10: differenze tra le versioni

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Attualmente vi è la FOST (Force Océanique Stratégique), con quattro sottomarini ‘Le Triomphant’, due dei quali sempre pronti all’uso (e uno dei quali in mare). Questi sottomarini sono notevolmente superiori rispetto ai precedenti ‘Le Redoutable’, tanto da avere una rumorosità inferiore di 30 dB e al contempo, hanno sonar 10 volte più potenti (ma da usare raramente, altrimenti addio invisibilità), e inoltre possono raggiungere quote due volte più profonde; in termini di efficienza il tempo tra due carenaggi è aumentato del 50%. Come capacità offensiva, essi hanno ben sedici missili, del tipo M-45, capaci di portare fino a ben 6.000 km un totale di sei testate nucleari per ciascun ordigno; le 96 testate TN-75 valgono ciascuna 150 kT teorici, molto più di Hiroshima e di Nagasaki messe insieme, per intenderci, e ciascuna può arrivare a colpire con precisione un diverso bersaglio. Poniamo che, per dire, la Francia entrasse un’altraun'altra volta in guerra con l’Italia: se scadesse al livello nucleare, molto teorico (il fall-out radioattivo non sarebbe gentile con i vicini), in teoria un solo sottomarino di questo tipo, in agguato nell’oceano, del tutto invulnerabile e invisibile, magari navigante a 1.000 km ad ovest delle Canarie (così lontano che gli U-212 non potrebbero andare a cercarlo, mentre i meno recenti ‘Sauro’ non sarebbero verosimilmente all’altezza del compito pur se con una maggiore autonomia), potrebbe lanciare i suoi missili e distruggere quasi tutti i capoluoghi di provincia italiani in mezz’ora. Per difendersi gli SNLE hanno la bassa rumorosità, la quota, i sensori attivi e passivi, ma anche i siluri ECAN L5 (in verità armi piuttosto vecchie) e missili SM-39 (in teoria potrebbero essere anche usati come unità d’attacco, ma non ne varrebbe la pena rispetto ai rischi), il tutto frutto di 15 anni di sviluppo in tutti i settori, dai programmi alle leghe di acciaio ad alta resistenza, un ‘trionfo’ della tecnologia autoctona con ben 4.000 imprese e passa coinvolte, come la DCNS e la Creusot-Loire, EADS e Sagem. In tutto, questo programma è costoso, ma necessario per la deterrenza nucleare francese. Tanto che di recente sono stati accordati 2 mld di euro per aggiornare i sottomarini, che tra l’altro porteranno i missili MSBS M-51 dal 2010, che sono notevolmente più grossi degli M45. Inoltre è stato ordinato il LE TERRIBLE, che è già stato completato ed entrerà in servizio nel 2010, come quarto battello della classe. Di questo la DCNS ha fornito lo scafo, la Thales collabora per i sistemi informatici, la CNIM ha fornito i lanciamissili (è un nome che non dice molto, ma è una multinazionale da 500 mln di euro di affari annui), i reattori da CEA e Areva, e così via. Se si pensa che la Francia, negli anni ’70, devolveva il 60% del bilancio della Difesa per il settore nucleare, si capisce perché la sua forza convenzionale, a confronto della spesa, fosse così ridotta, per esempio meno impressionante (eccetto che per la Marina) di quella della Germania. Il ‘bubbone’ nascosto era la forza nucleare, che attualmente occupa ancora quasi il 20% del bilancio, e del quale la FOST è la principale beneficiaria, con un servizio che oramai dura da oltre 40 anni, 24 ore su 24. La base è a Brest, e vicino a questa, già scelta per un superbase di sottomarini tedeschi durante la guerra, c’è anche la base aerea di Pontant (Landivisiau), che è sede delle Forze aeree strategiche della Marina (FANU).
 
Ora parliamo di vettori. Anzitutto l’M-51, prodotto dai costruttori più importanti: EADS, CEA, G2P (Snecma e SNPE), Sagem, Thales ecc. Quest’arma, dal 2010 sarà l’ordigno degli SNLE-NG, e solo il costo del missile è arrivato a 4,5 mld di euro per lo sviluppo; è già incredibile che si riesca a gestire un tale complesso di industrie e società senza andare in confusione, perché poi, malgrado i costi, il prodotto ‘finito’ arriva. Tra i costruttori, EADS è la capocommessa, per la propulsione c’è SPS, filiale della SAFRAN, che è un altro settore d’eccellenza, di questo panorama che sebbene costoso, è un settore d’eccellenza senza riscontri in Europa, non a questi livelli. L’M-51 pesa ben 56 t, e arriva fino a 8.000 km con carichi ridotti; ha un riduttore di resistenza aerodinamica, una specie di sonda anteriore, e struttura in carboresina polimerizzata, capace di reggere ad una pressione esterna di 130 bar; l’arma è tristadio e il primo di questi pesa da solo 40 t, come l’intero M-45, eroga 180 t-spinta e il suo effusore resiste a 3.000 gradi centigradi. Il Trident D5 è simile per capacità, ma ha bisogno del sistema GPS, mentre i francesi hanno un sistema INS meno preciso, ma autonomo, senza disturbi che possano causargli problemi per le correzioni di traiettoria; ma l’M-51 è autonomo, e soprattutto totalmente francese; sebbene gli USA siano, ovviamente, del tutto superiori ai francesi, questi non sono interessati alla parità con loro, ma giusto al minimo per il deterrente nucleare. Inoltre sono disponibili testate nucleari come le TN-75 e le TN-81, nonché le TNO e le TNA, tecnologicamente non sono da meno di quelle americane e pare siano più robuste; anche l’elettronica e le misure ‘stealth’ sono valide; la Testata Nucleare Oceanica, la TNO, è prevista per l’M51-2, da sostituire alla TN-75 dal 2015, con molti miglioramenti, tra cui una maggiore potenza, e un CEP inferiore a 100 metri, magari grazie al sistema Galileo europeo; la scommessa è che questo missile potrà superare le difese antimissile nemiche fino al 2030; ad ogni modo, i due secondi tra il lancio e l’emersione sono tra i più critici che un missile possa essere costretto a subire, tanto che solo la Francia, Cina (con molti limiti) e ovviamente USA e URSS/Russia, riuscirono a padroneggiare questa tecnologia a cambiamento d’ambiente; differentemente, sarebbe necessario un lancio con il sottomarino emerso, che è più sicuro per il missile, ma molto meno per il vettore, tanto che dopo il 1960 praticamente i sottomarini lanciamissili ‘emersi’ sono spariti, restandovene solo i vecchi tipi ammodernati.