Utente:Xinstalker/sandbox11: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Removing Hannah_arendt-150x150.jpg, it has been deleted from Commons by Ronhjones because: per c:Commons:Deletion requests/Files in Category:Hannah Arendt.
 
Riga 1:
[[File:Hannah arendt-150x150.jpg|250px|thumb|]]
 
Nell'autunno del 1924 la studentessa diciottenne Hannah Arendt giunge da Königsberg a Marburgo con l'intenzione di seguire le lezioni di un giovane filosofo trentacinquenne, Martin Heidegger , la cui fama di "ribelle" alla tradizionale cultura accademica inizia a essere ormai nota in tutta la Germania . Il seminario è quindi quello invernale del 1924 raccolto nel volume ''Platon: Sophistes'' <ref>In GA 19; La traduzione in lingua italiana di questo volume è di Alfonso Cariolato, Enrico Fongaro e Nicola Curcio, ed è stata pubblicata con il titolo ''Il "Sofista" di Platone'' dalla Adelphi di Milano nel 2013</ref>. Hans-Georg Gadamer la ricorda in quegli anni come molto bella e appariscente e sempre vestita di verde<ref>Cfr. Gadamer ''Einzug in Marburg'' in Günther Neske, ''Erinnerung an Martin Heidegger'', Pfullingen: Neske, 1977, p.111. </ref>. Heidegger la nota durante le lezioni e, in una successiva lettera del 4 maggio del 1950, ricorderà come sia stato colpito dal suo sguardo <ref>La corrispondenza Heidegger-Arendt è stata raccolta in ''Briefe 1925 bis 1975 Und andere Zeugnisse'' e pubblicata nel 1978 dalla casa editrice Vittorio Klostermann di Francoforte; la traduzione italiana di Massimo Bonola è stata pubblicata dalla Edizioni di Comunità di Torino nel 2001 con il titolo '' Hannah Arendt Martin Heidegger, lettere 1925-1975''. La lettera in questione (n.60) è a p.98 dell'edizione tedesca e a p. 71 dell'edizione italiana.</ref>. Nel mese di novembre (1924) la Arendt chiede il primo appuntamento al professor Heidegger nell'orario di ricevimento degli studenti, ma già il 10 febbraio 1925, Heidegger le invia una prima lettera dal seguente tenore:
{{q|Cara signorina Arendt! Questa sera devo tornare a farmi vivo con lei e a parlare al suo cuore. Tutto tra di noi deve essere schietto, limpido e puro. Soltanto così saremo degni di aver avuto la possibilità di incontrarci. Il fatto che lei sia stata mia allieva e io il suo insegnante è soltanto l’occasione esteriore di quello che ci è accaduto. Io non potrò mai averla per me, ma lei apparterrà d’ora in poi alla mia vita, ed essa ne trarrà nuova linfa. Noi non sappiamo mai ciò che possiamo diventare per gli altri attraverso il nostro essere. Forse tuttavia una meditazione può chiarire quale azione di distruzione e ostacolo esercitiamo. Non possiamo sapere quale via prenderà la sua giovane vita. Dobbiamo rassegnarci a questo. E la mia devozione nei suoi confronti deve soltanto aiutarla a rimanere fedele a se stessa.|'' Hannah Arendt Martin Heidegger, lettere 1925-1975'', traduzione di Massimo Bonola. Torino, Edizioni di Comunità, 2001, p.3}}