Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-8: differenze tra le versioni

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Corretto: "distribuire"
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IN offensiva, per tenere sotto tiro il bersaglio erano previste non più di un terzo delle batterie in movimento contemporaneamente. Un battaglione di obici da 122 mm D-30 o 2S1 era assegnato a ciascun reggimento fanteria o carri, con i semoventi distribuiti con precedenza a questi ultimi e ai reparti di BMP che strettamente vi cooperavano. A livello divisionale v'erano invece un battaglione (o gruppo) di artiglierie da 152 mm, possibilmente 2S3 semoventi, e una batteria da 122 mm BM-21 su 18 armi. Le brigate d'artiglieria avevano impiego sotto il controllo dell'armata con armi tipo obici o cannoni da 152 mm, su diversi battaglioni, mentre un reggimento lanciarazzi aveva il BM-22 da 220 mm, quello che originariamente era noto come BM-27 (a quanto pare v'è stato un momento in cui i sovietici avevano disgiunto la sigla del lanciarazzi dal calibro in cm, e avevano invece inteso utilizzare la gittata: BM-21 non era un errore di battitura con le cifre invertite, ma si riferiva grossomodo alla gittata, come del resto altri razzi).
 
Per trovare le armi più potenti bisognava salire fino al livello d'armata, con le divisioni d'artiglieria, di cui ne vennero realizzate 16. Avevano obici D20 da 152 mm, semoventi 2S3 (con la stessa bocca da fuoco), ma soprattutto i 2S5 Gyantsit che raggiungevano la gittata di 28 km anziché 17-18, ma privi di una torretta protettiva. Poi v'erano i semoventi 2S7, successori degli S-23 da 180 mm e degli BM-4 da 203 mm e semoventi 2S4 da 240 mm con mortai pesanti da circa 10 km di gittata. Le brigate speciali RVGK erano grandi unità di riserva dipendenti dallo Stavka, ovvero il comando supremo sovietico. Le artiglierie sovietiche di calibro superiore al 122 mm disponevano di munizioni anche di tipo nucleare, ma in pratica solo i semoventi 2S7 da 203 mm, i vecchi pezzi da 180 mm, i 2A36/2S5 da 152 mm avevano di fatto impiego con armi nucleari. I sovietici prevedevano di usare le armi nucleari tattiche in maniera molto diffusa ma non erano interessati a distriburedistribuire oltremodo diffusamente tali munizioni. In ogni caso le divisioni sovietiche potevano spesso contare su un gruppo FROG o SS-21. Le armi nucleari sarebbero state utilizzate primariamente contro i vettori nemici di armi similari eventualmente scoperti (per esempio lanciamissili Lance), posizioni difensive avanzate sulle direttive di sfondamento, forze nemiche bloccate in zone determinate. Le batterie e i battaglioni avevano un posto di comando corazzato che serviva anche come quartier generale e centro di calcolo. Infatti il comandante delle unità era responsabile di tutti i calcoli di tiro, quindi una cosa molto accentrata, gli ufficiali osservatori non comandanti non avevano la possibilità di intervenire direttamente nei comandi delle azioni di fuoco. La linea di comando era quindi poco flessibile ma aveva il vantaggio di essere incentrata sull'ufficiale più anziano ed esperto e di ridurre il numero di comunicazioni e maglie radio necessarie.
 
Quanto alle azioni di fuoco nell'offesa ve n'erano previste 4: fuoco di protezione, in realtà si potrebbe definire di preparazione o soppressione; fuoco di preparazione, per ammorbidire le difese e creare varchi nei campi minati (una poco nota capacità dell'artiglieria, ma fondamentale come mezzo di 'sminamento rapido'); fuoco di supporto all'attacco; fuoco in profondità contro le difese, dopo che la prima linea nemica è stata sfondata; gli obiettivi erano in ordine d'importanza: armi con capacità nucleare, centri comando e controllo, posti osservazione, centri radar, centri comunicazione, unità contraeree, schieramenti d'artiglieria, truppe di riserva, reparti logistici, caposaldi e strutture difensive.