Storia della letteratura italiana/Postmoderno: differenze tra le versioni

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Le generazioni successive hanno invece subìto più direttamente le trasformazioni avvenute nell'ultima parte del Novecento, trovandosi – soprattutto i più giovani – a operare in una fase successiva alla neoavanguardia e risentendo direttamente del postmoderno. Si tratta comunque di una moltitudine di autori, per i quali è difficile individuare tendenze prevalenti o punti di riferimento stabili.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | p = 1175}}</ref>
 
== Editoria e cultura negli anni settanta e ottanta==
Gli anni Settanta si aprono con le conseguenze della contestazione studentesca e lo shock per la strage di piazza Fontana a Milano (12 dicembre 1969), in cui morirono 17 persone. La nuova situazione porta a una crisi della saggistica politica in Italia, ormai slegata dal contesto in cui era nata e lontana dagli interessi del nuovo pubblico. Molti editori sono quindi costretti a modificare, anche radicalmente, la loro linea editoriale. La narrativa, invece, conosce particolare fortuna. Il panorama è molto variegato: nelle prime posizioni delle classifiche di vendita di quegli anni si trovano opere come ''La storia'' (1974) di Elsa Morante, ''La donna della domenica'' (1973) di Franco Fruttero e Carlo Lucentini, ''Lettera a un bambino mai nato'' di Oriana Fallaci'' (1975) e persino un'opera di ardita sperimentazione stilistica come ''Horcynus Orca'' (1975) di Stefano D'Arrigo.<ref>{{cita libro|autore1=Alberto Cadioli|autore2=Giuliano Vigini|titolo=Storia dell'editoria italiana dall'unità ad oggi|editore=Editrice Bibliografica|città=Milano|anno=2012|pp=109-111}}</ref>
 
Questo interesse per la narrativa prosegue negli anni Ottanta. Gli uffici stampa delle case editrici portano avanti un intenso lavoro di promozione del libri, e molti volumi diventano ''best seller'' alla moda riflettendo il successo di film in voga o addirittura di telenovelas. Nel mercato librario, romanzi di alta qualità letterara convivono con ''best seller'' di facile lettura. Entra tuttavia in crisi il cosiddetto ''best seller'' all'italiana. La televisione diventa infine il principale canale di comunicazione con il grande pubblico, e anche alcuni editori, come Mondadori e Rusconi, investono nell'apertura di proprie reti televisive (rispettivamente Rete 4 e Italia 1).<ref>{{cita libro|autore1=Alberto Cadioli|autore2=Giuliano Vigini|titolo=Storia dell'editoria italiana dall'unità ad oggi|editore=Editrice Bibliografica|città=Milano|anno=2012|pp=116-119}}</ref>
 
In uno scenario di crisi per l'editoria, si assiste alla nascita di gruppi editoriali sempre più grandi, in seguito alla vendita o alla fusione di diverse sigle. Cambiano anche i modi di fare editoria: le aziende sono ora gestite da gruppi eterogenei di dirigenti, le differenze tra le linee editoriali diventano sempre meno marcate e le offerte librarie di molti editori finiscono per assomigliarsi tra di loro. Allo stesso tempo il mercato italiano si dilata e aumenta il numero dei ''best seller'', la maggior parte dei quali provengono dall'estero. Accanto al successo della letteratura d'intrattenimento e d'evasione, c'è anche una ristrutturazione delle collane di tascabili, che diversificano la loro offerta e si rivolgono a un pubblico composto per lo più da studenti e lettori colti.<ref>{{cita libro|autore1=Alberto Cadioli|autore2=Giuliano Vigini|titolo=Storia dell'editoria italiana dall'unità ad oggi|editore=Editrice Bibliografica|città=Milano|anno=2012|pp=120-122}}</ref>
 
== Vincenzo Consolo ==
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Il romanzo ''Sostiene Pereira'' (1994) è ambientato a Lisbona nel 1938, durante la dittatura fascista di Salazar, e racconta di una presa di coscienza della propria responsabilità politica: il protagonista, l'anziano giornalista Pereira, matura la necessità di uscire dalla passività e denunciare con un articolo un fatto violento ai danni di un oppositore politico. Attraverso una narrazione in terza persona viene riportata indirettamente la testimonianza di Pereira, raccolta dal narratore (da cui la formula «sostiene Pereira» che dà anche il titolo al romanzo).<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=La narrativa del Novecento | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p = 295}}</ref> Il medesimo tema dell'impegno politico viene affrontato in ''La testa perduta di Damasceno Monteiro'' (1997), che riprende la struttura di un giallo e ambientato anch'esso in Portogallo ai tempi di Salazar. La trama ruota attorno al ritrovamento del cadavere del giovane Damasceno Monteiro, assassinato per aver scoperto i traffici di droga di un poliziotto e decapitato per renderne difficile il riconoscimento; sul suo caso indaga un avvocato, impegnato in difesa delle vittime di ingiustizie.<ref name="Baldi294" /> Tra le ultime opere si ricordano ''Si sta facendo sempre più tardi'' (2001).
 
== Tendenze di fine secolo: gli anni novanta ==
L'ultimo decennio del Novecento è interessato da alcuni grandi cambiamenti politici, sociali ed economici. A livello mondiale, la caduta del muro di Berlino e il crollo dell'Unione Sovietica segnavano la fine del bipolarismo USA-URSS, nato alla fine della seconda guerra mondiale. In Italia l'inchiesta Mani Pulite, che portava alla luce un complesso sistema di corruzione a livello nazionale, segnava la fine dei partiti che avevano governato il paese fin dai primi anni del dopoguerra. Si chiudeva così la fase della Prima Repubblica, così chiamata dagli organi di stampa, e si apriva la Seconda Repubblica. Un passaggio che però è accompagnato da una fase di stagnazione economica, che farà sentire il suo peso anche sull'editoria. Nonostante alcuni tentativi di rilancio, i fatturati calano precipitosamente e proseguono le acquisizioni di vecchie e nuove sigle da parte di gruppi editoriali sempre più grandi.<ref>{{cita libro|autore1=Alberto Cadioli|autore2=Giuliano Vigini|titolo=Storia dell'editoria italiana dall'unità ad oggi|editore=Editrice Bibliografica|città=Milano|anno=2012|p=125-127}}</ref>
Analizzare la produzione letteraria della fine del Novecento, cioè tra gli anni Ottanta e Novanta, è particolarmente difficile: le esigenze dell'industria editoriale contemporanea hanno infatti portatto alla pubblicazione di un numero sempre maggiore di libri, con la conseguente sovrapposizione di tendenze differenti.
 
[[File:Finale Premio Chiara 2012 - Ammaniti.jpg|thumb|left|Niccolò Ammaniti]]
Gli storici della letteratura segnalano la tendenza di molti scrittori a trattare tematiche, abitudini e linguaggi tipici delle nuove generazioni. In questo gruppo molto eterogeneo vengono citati Aldo Busi, Andrea De Carlo, Daniele Del Giudice, Pier Vittorio Tondelli, Alessandro Baricco, Enrico Brizzi. Un discorso a parte merita invece il fenomeno dei cosiddetti «cannibali», dal titolo della raccolta collettiva ''Gioventù cannibale'' del 1996. Sono autori di storie ''trash'', cioè che puntano su un horror truculento, citando però elementi della cultura pop come film, fumetti e cartoni animati, videoclip; questo citazionismo, d'altra parte, può essere considerato come un elemento riconducibile al postmoderno. Tra gli scrittori di maggior fortuna riconducibili a questo gruppo si ricordano Niccolò Ammaniti, Aldo Nove e Tiziano Scarpa.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=La narrativa del Novecento | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | pp = 102-103}}</ref>
 
GliAllo stesso tempo, nonostante la crisi dell'editoria, continua a essere alto il numero dei nuovi libri pubblicati. In particolare, gli storici della letteratura segnalano la tendenza di molti scrittori a trattare tematiche, abitudini e linguaggi tipici delle nuove generazioni. In questo gruppo molto eterogeneo vengono citati Aldo Busi, Andrea De Carlo, Daniele Del Giudice, Pier Vittorio Tondelli, Alessandro Baricco, Enrico Brizzi. Un discorso a parte merita invece il fenomeno dei cosiddetti «cannibali», dal titolo della raccolta collettiva ''Gioventù cannibale'' del 1996. Sono autori di storie ''trash'', cioè che puntano su un horror truculento, citando però elementi della cultura pop come film, fumetti e cartoni animati, videoclip; questo citazionismo, d'altra parte, può essere considerato come un elemento riconducibile al postmoderno. Tra gli scrittori di maggior fortuna riconducibili a questo gruppo si ricordano Niccolò Ammaniti, Aldo Nove e Tiziano Scarpa.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=La narrativa del Novecento | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | pp = 102-103}}</ref>
 
[[File:Susanna Tamaro.jpg|thumb|Susanna Tamaro]]
 
Nella seconda metà degli anni novanta hanno avuto grande fortuna commerciale romanzi dall'impianto più tradizionale, come nel caso di ''Va' dove ti porta il cuore'' di Susanna Tamaro, vero e proprio caso letterario del 1994. È poi continuato il successo dei gialli: se negli anni settanta aveva ottenuto buoni riscontri il poliziesco ''La donna della domenica'' (1972) di Carlo Fruttero e Franco Lucentini, in anni più vicini a noi si è registrato il successo di autori come Andrea Camilleri (ricordato per i romanzi che hanno per protagonista il commissario Montalbano), Loriano Macchiavelli, Carlo Lucarelli. Infine, si segnala l'uscita di romanzi comico-caricaturali particolarmente brillati, di cui i più importanti sono quelli della saga di Fantozzi scritti da Paolo Villaggio negli anni settanta. Più di recente, la letteratura umoristica ha dato risultati apprezzabili nelle opere di Stefano Benni.<ref name="Baldi103"/>
 
== Il nuovo millennio ==
È difficile ricostruire le linee di sviluppo di questi primi due decenni del XXI secolo, per il semplice fatto che si tratta di fenomeni attualmente in corso. Certamente, gli attentati dell'11 settembre 2001 hanno rappresentanto un punto di svolta per la civiltà occidentale e per gli equilibri mondiali, e anche la letteratura ha risentito di questa fase di rottura. L'editoria italiana ha poi dovuto fare i conti con la difficile congiuntura economica dovuta alla crisi esplosa nel 2008. In seguito a una serie di acquisizioni iniziate già nei decenni precedenti, si sono creati pochi gruppi editoriali di notevoli dimensioni che controllano diversi marchi. Accanto a questi sono nate centinaia di piccole case editrici, molte delle quali però hanno avuto un'esistenza effimera. In generale si è osservata una divaricazione della proposta editoriale: da un lato le pubblicazioni di ''best seller'' e opere di consumo, con alte tirature, dall'altro libri che si rivolgono a un pubblico di nicchia. Una novità è rappresentata dal fatto che, rispetto al passato, i ''best seller'' raggiungono oggi altissimi picchi di vendite in tempi estremamente rapidi, grazie anche ai mass media e a oculate strategie di marketing.<ref>{{cita libro|autore1=Alberto Cadioli|autore2=Giuliano Vigini|titolo=Storia dell'editoria italiana dall'unità ad oggi|editore=Editrice Bibliografica|città=Milano|anno=2012|pp=138-139}}</ref>
 
Altra novità è la sempre maggiore presenza di prodotti crossmediali, che intrecciano cioè media diversi, come il libro cartaceo, la televisione e internet. E proprio sul web si è spostata una parte del dibattito letterario, grazie a blog come Nazione Indiana e Il primo amore e a webzine come ''Carmilla on line''. A questo si è aggiunto, a partire dal 2010, l'arrivo anche sul mercato italiano degli e-book, i libri digitali. Questi avevano già fatto la loro comparsa alcuni anni prima nelle librerie online statunitensi, e hanno conosciuto una rapida crescita commerciale grazie alla diffusione di smartphone e tablet. Il loro avvento è stato definito come l'inizio della "quarta rivoluzione": dopo il passaggio dall'oralità alla scrittura, quello dal rotolo al codice e quello dal codice alla stampa, ora si assiste al graduale passaggio dalla carta al digitale.<ref>{{cita libro|autore1=Alberto Cadioli|autore2=Giuliano Vigini|titolo=Storia dell'editoria italiana dall'unità ad oggi|editore=Editrice Bibliografica|città=Milano|anno=2012|pp=144-145}}</ref>
 
[[File:Photo wuming.jpg|thumb|L'immagine usata dal collettivo Wu Ming come "ritratto ufficiale" dal 2001 al 2008]]
 
Siamo quindi di fronte a uno scenario complesso e in trasformazione. Tuttavia non sono mancati i tentativi di individuare delle linee di sviluppo nella letteratura italiana odierna. Nell'aprile 2008 Wu Ming 1 ha pubblicato in rete ''New Italian Epic. Memorandum 1993-2008: narrativa, sguardo obliquo, ritorno al futuro'', dando il via a un vivace dibattito tra scrittori, lettori e critici letterari. Il saggio è stato poi ampliato e infine pubblicato da Einaudi nel 2009 in un volume cartaceo.<ref>{{cita libro|autore=Wu Ming|titolo=New Italian Epic. Letteratura, sguardo obliquo, ritorno al futuro|editore=Einaudi|città=Torino|anno=2009}}</ref>
 
[[File:Roberto Saviano 2011-02.jpg|left|thumb|Roberto Saviano]]
 
Guardando alla narrativa italiana tra il 1993 e il 2008, cioè dalla fine della prima repubblica in Italia e del bipolarismo USA-URSS, Wu Ming 1 riconosce dei caratteri comuni in alcuni romanzi pubblicati in quegli anni, per i quali propone l'espressione comune di ''New Italian Epic'' (sigla NIE). Si tratta di una «nebulosa» di scrittori diversi, per lo più autori di romanzi,<ref>{{cita libro|autore=Wu Ming|titolo=New Italian Epic. Letteratura, sguardo obliquo, ritorno al futuro|editore=Einaudi|città=Torino|anno=2009|p=11}}</ref> tra i quali figurano Giancarlo De Cataldo, Carlo Lucarelli, Massimo Carlotto, Valerio Evangelisti, Giuseppe Genna, Antonio Scurati, Tommaso Pincio, Alessandro Bertante, Walter Siti, Helena Janeczek, Roberto Saviano e molti altri. Molti inoltre hanno iniziato con il thriller o il romanzo storico, per poi giungere a risultati nuovi. Più precisamente, queste narrazioni vengono definite «epiche»
 
{{quote|perché riguardano imprese storiche o mitiche, eroiche o comunque avventurose [...] Spesso il racconto fonde elementi storici e leggendari, quando non sconfina nel soprannaturale. Molti di questi libri sono romanzi storici, o almeno hanno sembianze di romanzo storico, perché prendono da quel genere convenzioni, stilemi e stratagemmi.<ref>{{cita libro|autore=Wu Ming|titolo=New Italian Epic. Letteratura, sguardo obliquo, ritorno al futuro|editore=Einaudi|città=Torino|anno=2009|p=14}}</ref>}}
 
Caratteri di questa nuova epica italiana sono il rifiuto del «tono distaccato e gelidamente ironico» tipico del romanzo postmoderno, l'adozione di uno «sguardo obliquo» (cioè punti di vista inattesi, come quelli di animali o oggetti), la ricerca di un connubio tra complessità narrativa e letteratura popolare, il ricorso a ucronie (realtà storiche alternative), l'uso non evidente di sperimentazioni stilistiche e letterarie.<ref>{{cita libro|autore=Wu Ming|titolo=New Italian Epic. Letteratura, sguardo obliquo, ritorno al futuro|editore=Einaudi|città=Torino|anno=2009|pp=22-41}}</ref> Molti di questi libri sfuggono inoltre a una classificazione di genere, e per questo vengono definiti «oggetti narrativi non-identificati». Sono opere che mescolano ''fiction'' e ''non-fiction'', attingendo a generi letterari tra loro diversi, dal diario al saggio al romanzo. Come principali esempi di questi oggetti narrativi vengono citate alcune opere di Helena Janeczek e ''Gomorra'' di Roberto Saviano, che si colloca tra la narrativa, la saggistica e l'inchiesta giornalistica.<ref>{{cita libro|autore=Wu Ming|titolo=New Italian Epic. Letteratura, sguardo obliquo, ritorno al futuro|editore=Einaudi|città=Torino|anno=2009|pp=41-44}}</ref> Infine, ultima ma non meno importante caratteristica, le opere del NIE sono transmediali, cioè si prestano a essere al centro di opere derivate, spesso realizzate dagli ammiratori, come ''fanfiction'', fumetti, disegni, siti web e giochi.<ref>{{cita libro|autore=Wu Ming|titolo=New Italian Epic. Letteratura, sguardo obliquo, ritorno al futuro|editore=Einaudi|città=Torino|anno=2009|p=45}}</ref>
 
Come già ricordato, alla pubblicazione del memorandum è seguito un vivace dibattito, sia dentro che fuori da internet, coinvolgendo non solo gli autori citati nel saggio, ma anche critici letterari e semplici lettori. Lo storico della letteratura Vittorio Spinazzola, per esempio, ha osservato come dietro le istanze che muovono il ''New Italian Epic'' vi sia il ritorno alla tradizione realistica urbano-borghese, rilanciata proprio da ''Gomorra'' di Saviano, ma che è possibile riscontrare anche in romanzi quali ''Come Dio comanda'' di Ammaniti e ''Il paese delle spose infelici'' di Mario Desiati. Scrive sempre Spinazzola:<ref>{{cita web|autore=Vittorio Spinazzola|titolo=La riscoperta dell'Italia|opera=Tirature 2010. Il New Italian Realism|editore=Il Saggiatore|anno=2010|città=Milano}}</ref>
 
{{quote|Il criterio compositivo fondamentale è però uno solo: l'interazione della verosimiglianza mimetica con l'inventività estrosa, ossia la conciliazione del massimo valore documentario e testimoniale con il rigoglio della visionarietà fantasiosa.}}
 
Giulio Ferroni ha invece indicato alcuni dei più importanti risultati della letteratura italiana contemporanea nelle forme del racconto e dell'autofiction.<ref>{{cita libro|autore=Giulio Ferroni|titolo=Scritture a perdere. La letteratura negli anni zero|anno=2010|città=Roma-Bari|editore=Laterza}}</ref> Quest'ultimo in particolare è un genere nato in Francia negli anni Settanta e poi diffusosi anche in Italia, in cui l'autore si presenta come protagonista delle vicende fittizie narrate, mescolando quindi autobiografia e invenzione.<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/autofiction_(Enciclopedia-Italiana)/|titolo=Autofiction|opera=Enciclopedia Italiana - IX Appendice|anno=2015|accesso=30 dicembre 2018}}</ref> Un genere che attualmente conosce esempi rilevanti sia nella narrativa internazionale (Bret Easton Ellis, Paul Auster, Michel Houellebecq) sia in quella italiana (Michele Mari, Moresco, Scurati, Fabrizia Ramondino, Siti, Alessandro Piperno).
 
== Note ==