Guida maimonidea/Filosofia e concetti: differenze tra le versioni
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Il culmine di tale declino, che precedette l'entrata di Abramo nella scena storica, viene descritto come segue:
{{q|Man mano che passò il tempo, il Nome onorato e riverito di Dio fu dimenticato dagli esseri umani, svanì dalle loro labbra e dai loro cuori, e non fu più conosciuto. Tutta la gente comune e le donne ed i bambini conoscevano solo la figura di legno e pietra e l'edificio del tempio in cui, dalla loro infanzia, erano stati ammaestrati a
Le masse persero tutto il senso del sublime. Si immersero in un mondo dedito ad entità fisiche, ed il reame del divino venne delimitato, ai loro occhi, da statue e templi. L'élite tra gli idolatri, nel frattempo, vedevano le statue come rappresentanti delle stelle. Dio Stesso era finito e dimenticato, totalmente rimpiazzato dai suoi rappresentanti. A questo punto, Maimonide inizia a raccontare la storia della vita di Abramo, un resoconto che rende chiara la sua consapevolezza religioso-filosofica. In giovane età Abramo aveva già cominciato, con la forza della propria mente, a contestare le credenze dei suoi genitori e di coloro che gli stavano attorno: "Ma la sua mente stava lavorando alacremente e riflettendo, finché ebbe ottenuto la via della verità, apprendendo la corretta linea di pensiero, e seppe che esiste Un Solo Dio, che Egli guida la Sfera celeste e che ha creato ogni cosa, e che tra tutto ciò che esiste, non c'è altro dio che Lui... Abramo aveva quarant'anni quando riconobbe il suo Creatore" ("Leggi sull'Idolatria", 1:3). La fede di Abramo fu il risultato di un lungo processo filosofico che raggiunse il culmine quando aveva quaranta anni; non fu prodotto da un'illuminazione improvvisa o da rivelazione.<ref name="Profeta"/>
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