Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/India: differenze tra le versioni

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Corretto: "subacquea"
Corretto: "annullato"
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Solo la notte del 4 dicembre una nave pakistana scoprì i superstiti del Muhafiz, che nemmeno si sapeva distrutto, mentre il caccia Shahjahan era rientrato in porto evidentemente danneggiato da qualcosa, se non poteva fare nessun'altra uscita in mare per il soccorso ai naufraghi del Kheiber. Il 5 dicembre i superstiti del caccia vennero presi, dopo quasi due giorni in mare, dalle navi mandate in soccorso e inizialmente indotte all'errore data la posizione riportata in maniera non corretta del caccia prima dell'affondamento. Nel frattempo vi furono discussioni animate tra il comandante della Marina pakistana e quello dell'aviazione, che nondimeno non ordinò un attacco aereo sulle unità indiane in ritirata, ma che non potevano essere andate molto lontane in 6 ore. In compenso, per proteggere Karachi venne istituita una piccola flotta di aerei da sorveglianza, anche civili. Ma l'unico risultato fu l'identificazione di una nave missilistica indiana che in realtà era l'INS Zulfiquar, mandata anch'essa in ricerca delle navi indiane e che venne invece mitragliata dagli F-86, con varie vittime e 900 proiettili a bordo. Fu un fatto veramente incredibile, che una fregata di rispettabili dimensioni fosse scambiata per una motocannoniera missilistica dai piloti della PAF, che evidentemente non avevano alcuna idea di come fosse fatta una 'Osa'.
 
Mentre la flotta pakistana era tenuta salutarmenteprudentemente nelle acque costiere, anche perché l'attacco delle navi missilistiche indiane aveva dimostrato che ancor prima di essere localizzate potevano distruggere facilmente qualunque nave pakistana, gli Indiani iniziarono un'altra operazione, flagellata anche stavolta da guai meccanici ai motori, come quello della fregata KUTHAR e della motomissilistica VIJETA. Fu un grosso problema, perché la fregata venne addirittura trainata in porto dalla 'Kirpan' e con la scorta della Khukri, così avvenne per la VIJETA, il che decimò la flotta d'attacco partita il 2 dicembre da Bombay. Nel frattempo c'erano indizi che dei sottomarini pakistani fossero in azione, e vi furono anche contatti sonar da parte delle navi indiane. La presenza di un aereo da pattugliamento marittimo pakistano aumentò il timore di un prossimo attacco. Si divise la flotta in due parti per evitare d'essere localizzati in massa, ma così l'attacco simultaneo a Karachi e Makran dovette essere rinviato. Così avvenne fino al 5 dicembre, con un raggruppamento e un rifornimento in mare della flotta indiana. Il 6 dicembre l'attacco su Karachi venne annulatoannullato per ragioni ignote, forse perché, bene o male, l'attacco alla INS Zulfiquar aveva dato l'idea di come le navi di superficie fossero vulnerabili. Dopo varie manovre navali, venne ordinato un altro attacco a Karachi da farsi con le piccole navi missilistiche 'Osa' nella notte del 7/8 dicembre. Era stavolta solo la motomissilistica VINASH, scortata dalle fregate veloci INS Trishul e Talwar, del 15th Frigate Squadron. Nel frattempo l'incrociatore MYSORE e due navi di scorta tra caccia e fregate avrebbe attaccato la costa di Makran, e un terzo gruppo avrebbe continuato il pattugliamento anti-contrabbando (di armi).
 
Alla fine di tutte queste rielaborazioni, venne fuori l'Operazion Grandslam, dopo la 'Python' già avvenuta. Era da farsi con l'incrociatore e le navi di scorta, una fregata e un caccia, contro Makrhan nella notte dell'8/9 dicembre. Prima fermarono, nel pomeriggio dell'8, un mercantile a cannonate, era il 'Madhumati' carico di riso Basmati. La nave venne catturata, e l'attacco annullato per il timore che i Pakistani reagissero con le loro forze aeree. Ma l'Operazione 'Python' andò avanti, dando parziale soddisfazione ad una frustrata marina che era ansiosa di vendicarsi del raid su Dwarka del '65. Ma il comando decise che non valeva la pena lanciare un attacco costiero del genere, troppo rischioso per i risultati ottenibili.