Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Marina 3: differenze tra le versioni
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L'armamento missilistico ha 4 lanciatori per missili antinave Teseo (inizialmente lanciatori singoli, poi diventati binati con l'ingresso in servizio dei missili OTOMAT MkII; questo però non ha dato apparentemente modo pratico di raddoppiare anche il numero delle armi; del resto se fosse solo per questo le 'Lupo' potrebbero avere anche 16 OTOMAT, ma i pesi in alto, evidentemente, suggeriscono di non 'abbondare') e un lanciatore brandeggiabile e ricaricabile Albatros/Aspide a 8 celle per missili antiaerei posto a prua, immediatamente davanti alla plancia. Le navi hanno un cannone bivalente a prua da 127 mm, 2 sistemi binati Breda Dardo dotati di mitragliere antiaeree da 40 mm sui due lati ed infine 2 lanciasiluri tripli da 324 mm Mk 32 per siluri ASW tipo A244.
A proposito di armi contraeree, è interessante osservare come l'abbondanza di queste non sia affatto sinonimo di eccellente ed ottimale integrazione con la nave che le ospita. Tornando alle armi di per sè, queste sono praticamente le stesse (a parte l'Albatross, con sistema di ricarica rapida per i missili, al posto del 'Sea Sparrow Mk 29) delle 'Lupo', ma la disposizione è diversa: spostando lanciamissili a prua e CIWS a centronave, si viene a creare un problema (e un potenziale, grave punto debole della difesa), considerando che vi sono ben 4 potenti armi contraerei di 3 tipi diversi a bordo: che verso poppa vi è un settore di tiro 'cieco' contro avversari in volo a bassissime quote. È una cosa comune anche agli 'Audace, -eccetto che per il
Soprattutto, caratteristica condivisa con gli 'Audace', vi sono 2 lanciasiluri per siluri filoguidati ASW/ASuW Whitehead A-184 da 533 mm a poppa estrema. In sostanza, per ingaggiare i sottomarini scoperti fino a una decina di km di distanza le navi NATO in genere usano l'ASROC, ma le navi italiane no, e hanno puntato, forse per la loro capacità bivalente (anche antinave) ai lanciasiluri pesanti. Questa caratteristica è condivisa da poche altre marine, come quella sovietica, francese e spagnola: ma solo quest'ultima si è presa la briga di installare due diversi calibri di siluri. Sembra quasi che sulle navi italiane si sia ogni volta voluto installare un vero 'campionario' di prodotti 'made in Italy'. È ben vero che i due lanciasiluri da 533 mm sono singoli, e non binati come sugli Audace, ma è difficile capire il motivo per cui li si è accompagnati anche da due tripli leggeri: gli attacchi di saturazione da parte di sottomarini sono decisamente improbabili, e all'epoca non erano previsti dei siluri leggeri in funzione di CIWS anti-siluro come adesso, con gli MU-90. Le 'Maestrale', in ogni caso, pur con due tubi di lancio siluri in meno degli 'Audace' sono decisamente avvantaggiate dal fatto che hanno il sonar a profondità variabile, estremamente utile soprattutto quando la nave si muove oltre i 20 nodi e il sonar di prua diventa praticamente 'sordo', tanto meno capace di sfruttare la portata dei siluri pesanti appieno.
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