Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/USA-14: differenze tra le versioni

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Abbiamo parlato dei sistemi di difesa aerea americani, ma focalizzandoci sulle armi e i sensori. Ma c'è un elemento intermedio non meno importante: i sistemi di lancio. Questi apparati sono nient'affatto banali e come per tutte le cose evolute, tendono a diventare delle vere e proprie sfide tecnologiche e concettuali.
 
Era il 1987 quando il Vice-adm. J.Metcalf richiese, in qualità di DCNOSW (Deputy Chief of Naval Operations fors Surface Warfare), un salto di qualità che rivoluzionasse la condotta della guerra sul mare, all'epoca ancora fortemente polarizzata nel confronto con la temibile flotta sovietica. La sua attenzione si focalizzava su di una lista di nuovi sistemi: AEGIS, TomawhakTomahawk, LAMPS III, SQQ-89 e VLS. Il primo è il noto sistema di difesa aerea, il secondo è il 'cruise' per antonomasia, il terzo è l'elicottero ASW SH-60, il quarto è il sonar di ricerca ASW; il VLS, Vertical Launch System, diede perplessità agli osservatori, che non si aspettavano di trovare lo 'scatolone' tra i sistemi rivoluzionari. Del resto Lao-Tse affermava che 'il pieno ha una sua importanza, ma è il vuoto che è fondamentale', grossomodo affermando che per avere un contenuto era anzitutto necessario avere un contenitore.
 
I sistemi VLS questo sono: contenitori per missili, che danno ad essi la capacità di funzionare ed operare al meglio. Vediamo come ci si è arrivati. Dopo la II GM lo sviluppo dei SAM navali e terrestri proseguiva alacremente, visti i limiti delle artiglierie navali, grosse, pesanti, complesse e dalla portata utile soggetta a precisi limiti. Già durante la guerra alcuni sistemi erano stati sviluppati, per esempio il Gorgon nacque addirittura dal 1942, quindi ben prima dei successivi Lark e Little Joe, pensati soprattutto contro i kamikaze.
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Nel 1973-74 si cominciò a sollecitare una soluzione, ma vi furono molte polemiche perché si temeva che questo ostacolasse lo sviluppo dell'AEGIS; nel 1975, dopo qualche anno, fu possibile finanziare un programma in cui la stessa USN non credeva granché. In effetti, questo sistema avrebbe dovuto essere considerato complementare rispetto all'AEGIS e non in competizione; in ogni caso finì che i primi 5 'Ticos' ebbero due Mk-26 Mod. 1, la cui cadenza di tiro poteva se non altro essere sfruttata al meglio con il nuovo sistema radar e i missili SM-2MR. In ogni caso, il VLS doveva occupare lo spazio dell'Mk-26 ma trasportando più missili, il cui lancio non doveva arrecare danni alla nave e la costruzione doveva essere di tipo modulare, un po' per la possibilità di crescita e un po' perché in caso di guasti non doveva essere messo KO in toto, come invece accadeva alle rampe di lancio motorizzate; quindi si voleva anche l'affidabilità piena e disponibiltà continua, nessuna limitazione della cadenza di tiro e la protezione dei missili in maniera ermetica rispetto all'ambiente esterno.
 
Lo sviluppo iniziò nel 1977, quando il sistema era già noto come Mk-41, i primi lanci ebbero luogo nel febbraio-marzo 1978, usando un nuovo tipo di missile, l'SM-2, dato che gli SM-1 non erano adatti allo scopo. Si sperimentarono anche gli Harpoon, che avrebbe dato una diversa evoluzione alla progettazione delle navi americane; ma dato che il Segretario della Marina Lehmann diede la precedenza ai più potenti BGM-109 (in versione nucleare TLAM e TASM antinave), gli Harpoon vennero di fatto estromessi dai sistemi di lancio verticale. Questa è la ragione per la quale a tutt'oggi le navi USA hanno fasci di 4 tubi di lancio Harpoon, cosa incomprensibile se si considera che quest'arma è molto più piccola dei TomawhakTomahawk e ne condivide il sistema propulsivo. Così persino navi con 122 pozzi di lancio missili hanno ancora i loro bravi 8 Harpoon non integrati nel sistema di lancio.
 
Quest'ultimo, inizialmente, doveva ospitare giusto i missili SM-2MR, ovvero i Block II. La configurazione era conosciuta come 'tattica' ed era alta 6,756 m. Ma Lehmann voleva il TomawhakTomahawk e così venne dato luogo al tipo 'd'attacco' l'Mk-41 Mod. 0.
 
I sistemi Mk-41 cominciarono ad apparire con la modifica dell'USS Spruance, nel 1986-87 modificato per portare un modulo da 61 celle. È strano come un sistema di lancio nato per le esigenze di reattività proprie della difesa aerea, sia poi stato per la prima volta applicato ad una nave che invece porta solo missili ASW e da attacco terrestre o navale, tutti compiti assicurabili anche da semplici rampe di lancio tradizionali. Gli Spruance hanno visto il programma di ammodernamento che ha comportato l'aggiornamento di 24 navi su 31. Esse si distinguono dalle altre perché il caratteristico e massiccio lanciatore ASROC, sul ponte di prua, è scomparso, in quanto rimpiazzato dall'Mk-41.
 
L'Mk-41 è stato poi installato sull'USS Ticonderoga (CG-52), varato nel settembre 1989 con un lanciatore a 61 colpi a prua e a 29 a poppavia. Quali sono i vantaggi complessivi dell'Mk-41 sui vecchi sistemi? La lista è lunga. Come si è detto, i missili vengono tenuti in maniera protetta dalle intemperie e maneggi bruschi, eppure pronti al lancio. Sono sottocoperta e questo significa non essere afflitti dalle intemperie, ridurre i pesi in alto e la vulnerabilità a schegge e danni. Sono anche provvisti di portelli individuali per ciascun missile, soluzione persino eccessiva; questi sono poi corazzati per evitare danni subiti da schegge. Se il lanciamissili esplodesse, per qualche ragione, gran parte dello scoppio si libererebbe subito verso l'alto, senza squarciare la nave (peraltro è forse più probabile che i missili siano 'raggiungibili' dato che sono appena sottocoperta). La cadenza di tiro è di circa un missile al secondo, è possibile tirare armi di vario tipo e pressoché simultaneamente, e la disponibilità è continua. Infine, nello spazio dell'Mk-26 con 44 armi se ne possono stivare 61. Perché 61? I moduli sono da 8 celle, quindi dovrebbero essere 64. Ma uno di essi è disponibile con gru di carico ripiegabile dentro lo spazio di 3 celle: non rinuncia a portare 5 missili, ma è usato soprattutto per la ricarica in mare aperto, fondamentale per l'USN. Inoltre non esiste un limite teorico al numero di armi: possono anche essere centinaia e vi sono stati progetti, come quello della modifica di seconda generazione per le 'Iowa', con 320 e passa armi. Infine, le interfacce digitali sono state pensate per i computer recenti come gli UYK-7 degli AEGIS e la manutenzione è grandemente ridotta. Detto questo, il procurement vide la FMC come prescelta dall'USN (1983) per il sistema, costantemente impegnata poi nei contratti di fornitura con la rivale Martin Marietta. Era una rivalità che non impediva di collaborare per qualificare il NATO Sea Sparrow per la compatibilità con il sistema, e per aiutare la Raytheon a realizzare un missile compatto, che possa essere ospitato in ben 4 esemplari per cella, altrimenti sprecate per armi da appena 230 kg. Questo significa che una nave con 5 moduli potrebbe così avere 32 missili SM-2, TomawhakTomahawk o ASROC VL, e 32 Sparrow per la difesa ravvicinata. Il concetto si sarebbe poi concretizzato con l'ESSM, una specie di mini-Standard più che un grosso Sparrow.
 
All'export il primo successo arrivò con la modernizzazione dei 4 'Iroquois' col progetto TRUMP (vedi alla pagina del Canada); i 4 caccia, del 1972-73, erano specializzati nei compiti ASW e per difesa avevano solo 2 lanciamissili quadrupli a scomparsa per i Sea Sparrow (realizzazione unica e dettata dai problemi che il ghiaccio può causare per il tipo normale ottuplo). Sono stati modernizzati con il Mod 2, che è un VLS da attacco e quindi capace di portare anche i BGM-109 o gli SM-2ER; 4 moduli e 32 missili sono stati quindi installati a prua. Il primo sistema è stato reso opearativo con l'ALgounquin dopo il refitting del 1987-89, mentre gli altri erano attesi entro il 1993. Presto si aggiunsero anche i caccia giapponesi 'Yukikaze', poi diventati i 'Kongo'; nel 1989 la MM ha avuto il contratto per il lanciatore da 61 colpi, e la FMC quello da 29. La Germania aveva in sostituzione i caccia Z-101 con le F-123 Deutchland, e richiesepe queste 2 lanciamissili Mod 3 a piena capacità (senza ricarica in mare), con previsioni di altri 2 se necessario. Australia e N.Zelanda avevano scelto il sistema per le 12 (poi ridotte a 10)ANZAC, con uno o due moduli (da 8 missili), per le fregate che avrebbero poi sostituito le vecchie 'River'. Anche le NFR-90 europee, poi 'affondate', avevano avuto come proposta il sistema Mk.41.