Storia della letteratura italiana/Postmoderno: differenze tra le versioni

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Gli anni successivi al 1968 segnano un rovesciamento della situazione nata dalla fine della seconda guerra mondiale. Il [[w:Sessantotto|Sessantotto]] ha rappresentato una prima crisi degli equilibri postbellici, con l'affermazione di movimenti di liberazione ed emancipazione. Tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta, poi, si è assistito al crollo del comunismo e alla fine della guerra fredda. Contemporaneamente, è diventato sempre più evidente il fenomeno globalizzazione, accompagnato dall'ampliamento del mercato capitalistico. I paesi occidentali hanno conosciuto una forte crescita economica e industriale, si è aggravato lo squilibrio tra Nord e Sud del mondo, sono evolute le abitudini delle persone e le loro relazioni sociali.<ref>Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, 1992, pp. 1157-1158.</ref> In anni più recenti si è assistito alla crisi economica globale, che ha colpito in particolare Stati Uniti e Unione Europea, e l'ascesa economica di paesi come Cina e India.
 
Gli anni successivi al 1968 segnano un rovesciamento della situazione che era nata dallaalla fine della seconda guerra mondiale. Il [[w:'''Sessantotto|Sessantotto]]''' ha rappresentato una prima crisi degli equilibri postbellici, con l'affermazione di movimenti di liberazione ed emancipazione. Tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta, poi, si è assistito al crollo del comunismo e alla fine della guerra fredda. Contemporaneamente, è diventato sempre più evidente il fenomeno della '''globalizzazione''', accompagnato dall'ampliamento del mercato capitalistico. I paesi occidentali hanno conosciuto una forte crescita economica e industriale, si è aggravato lo squilibrio tra Nord e Sud del mondo, sono evolute le abitudini delle persone e le loro relazioni sociali.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni, ''| Profilo storico della letteratura italiana'', Torino,| 2001 | Einaudi, 1992,| Torino | pp. = 1157-1158.}}</ref> InNei anniprimi piùdecenni del terzo recentimillennio si è assistito alla crisi economica globale, che ha colpito in particolare Stati Uniti e Unione Europea, e lall'ascesa economica di paesi come Cina e India.
In ambito letterario, dopo l'esaurimento delle esperienze legate allo sperimentalismo e alla neoavanguardia si assiste dagli anni settanta in poi al ritorno a moduli narrativi di più facile fruizione. Oltre a questo si distingue una produzione destinata al mercato e all'intrattenimento. Si è poi affermata la tendenza all'esasperazione della letterarietà e alla riproposizione di opere e forme del passato, una tendenza che è stata ricondotta al postmoderno. I critici sono però divisi se questa debba essere considerata come una nuova fase oppure come un periodo di decadenza e di incapacità di creare forme nuove.<ref>Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetto, Giuseppe Zaccaria, ''Moduli di letteratura'', ''La narrativa del Novecento'', Torino, Paravia, 2002, p. 102.</ref>
 
In ambito letterario, dopo l'esaurimento delle esperienze legate allo [[../Sperimentalismo e neoavanguardia|sperimentalismo]] e alla [[../Gruppo 63|neoavanguardia]] si assiste dagli anni settanta in poi al ritorno a moduli narrativi di più facile fruizione. Oltre a questo si distingue una produzione destinata al mercato e all'intrattenimento. Si è poi affermata la tendenza all'esasperazione della letterarietà e alla riproposizione di opere e forme del passato, una tendenza che è stata ricondotta al '''postmoderno'''. I critici sono però divisi se questa debba essere considerata come una nuova fase oppure come un periodo di decadenza e di incapacità di creare forme nuove.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi, | autore2=Silvia Giusso, | autore3=Mario Razetto,Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria, ''Moduli| di letteratura'', ''titolo=La narrativa del Novecento'', Torino,| Paravia,opera=Moduli di letteratura | anno=2002, | editore=Paravia | città=Torino | p. = 102.}}</ref>
Per quanto riguarda gli autori, Giulio Ferroni distingue una [[w:Generazione degli anni trenta|generazione degli anni trenta]], a cui riconduce vari scrittori nati in quel decennio e che esordirono prima del Sessantotto, ma che diedero le loro prove più convincenti negli anni successivi.<ref>Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, 1992, p. 1172.</ref> Questi presentano caratteristiche ed esperienze tra di loro molto diverse: si possono citare il latinista Luca Canali, l'ispanista Carmelo Samonà, il pittore Emilio Tadini, il bancario Giampaolo Rugarli, e poi Ferdinando Camon, Fulvio Tomizza, Franco Ferrucci, Giuseppe Pontiggia, Vincenzo Consolo, Gesualdo Bufalino, Sebastiano Vassalli, Antonio Tabucchi, e le scrittrici Gina Lagorio, Francesca Sanvitale, Rosetta Loy, Francesca Duranti e Dacia Maraini.<ref>Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, 1992, p. 1173.</ref> I romanzi che possono essere considerati culmine del postmoderno sono però ''Se una notte d'inverno un viaggiatore'' di [[../Italo Calvino|Calvino]] e ''Il nome della rosa'' di Umberto Eco.<ref name="Baldi103">Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetto, Giuseppe Zaccaria, ''Moduli di letteratura'', ''La narrativa del Novecento'', Torino, Paravia, 2002, p. 103.</ref>
 
== L'età del postmoderno ==
Le generazioni successive hanno invece subìto più direttamente le trasformazioni avvenute nell'ultima parte del Novecento, trovandosi – soprattutto i più giovani – a operare in una fase successiva alla neoavanguardia e risentendo direttamente del postmoderno. Si tratta comunque di una moltitudine di autori, per i quali è difficile individuare tendenze prevalenti o punti di riferimento stabili.<ref>Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, 1992, p. 1175.</ref>
[[File:Jean-Francois Lyotard.jpg|thumb|left|Jean-François Lyotard]]
Uno dei concetti chiave per comprendere l'evoluzione della letteratura dalla fine degli anni sessanta a oggi è senza dubbio quello di ''"postmoderno''". In generale, questo termine ha conosciuto larga diffusione dopo la pubblicazione del saggio ''La condizione postmodernea'' (1979) del filosofo francese Jean-Francois Lyotard,<ref>{{cita libro|autore=Jean-François Lyotard|titolo=La condition postmoderne|editore=Les Edition de Minuit|città=Parigi|anno=1979}}</ref> e viene utilizzato per indicare la condizione culturale di un'epoca in cui sono ormai giunte alla saturazione tutte le conquiste della modernità, e la realtà si sviluppa attraverso conflitti impossibili da controllare. La comunicazione si basa sulla ripetizione di concetti già elaborati, in cui cultura di massa e cultura alta finiscono per confondersi;. lL'arte e la filosofia sembrano mirare non al nuovo, ma alla riorganizzazione di quanto arriva dal passato.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni, ''| Profilo storico della letteratura italiana'', Torino,| 2001 | Einaudi, 1992,| Torino | pp. = 1167-1168.}}</ref>
 
Come effetto della produzione industriale e della comunicazione tecnologica, la vita sociale e culturale tende a generare caratteristiche omogenee su tutto il pianeta, attraverso la riproduzione e diffusione delle stesse immagini e degli stessi contenuti in tutto il mondo. Gli Stati Uniti sono diventati punto di riferimento e modello a cui ispirarsi, visti come massima espressione del mondo tecnologico e industriale, mentre l'inglese è assurto a lingua della comunicazione internazionale.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni, ''| Profilo storico della letteratura italiana'', Torino,| 2001 | Einaudi, 1992,| Torino | p. = 1168.}}</ref>
==L'età del postmoderno==
{{vedi pedia|Postmoderno|Letteratura postmoderna}}
Uno dei concetti chiave per comprendere l'evoluzione della letteratura dalla fine degli anni sessanta a oggi è senza dubbio quello di ''postmoderno''. In generale, questo termine viene utilizzato per indicare la condizione culturale di un'epoca in cui sono ormai giunte alla saturazione tutte le conquiste della modernità, e la realtà si sviluppa attraverso conflitti impossibili da controllare. La comunicazione si basa sulla ripetizione di concetti già elaborati, in cui cultura di massa e cultura alta finiscono per confondersi; l'arte e la filosofia sembrano mirare non al nuovo, ma alla riorganizzazione di quanto arriva dal passato.<ref>Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, 1992, pp. 1167-1168.</ref>
 
Anche in Italia si sono sempre più diffuse le forme della cultura di massa, e si è raggiunta l'unificazione linguistica che era stata oggetto di dibattito fin dal Cinquecento. Ha così preso piede, grazie soprattutto alla forza pervasiva della televisione, l'uso di una lingua italiana comune, omogenea, neutra, che si sovrappone alle parlate dialettali ancora in uso nelle diverse regioni.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni, ''| Profilo storico della letteratura italiana'', Torino,| 2001 | Einaudi, 1992,| Torino | p. = 1169.}}</ref>
Come effetto della produzione industriale e della comunicazione tecnologica, la vita sociale e culturale tende a generare caratteristiche omogenee su tutto il pianeta, attraverso la riproduzione e diffusione delle stesse immagini e degli stessi contenuti in tutto il mondo. Gli Stati Uniti sono diventati punto di riferimento e modello a cui ispirarsi, visti come massima espressione del mondo tecnologico e industriale, mentre l'inglese è assurto a lingua della comunicazione internazionale.<ref>Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, 1992, p. 1168.</ref>
 
Per quanto riguarda gli autori, Giulio Ferroni distingue una [[w:Generazione degli anni trenta|generazione degli anni trenta]], a cui riconduce vari scrittori nati in quel decennio e che esordirono prima del Sessantotto, ma che diedero le loro prove più convincenti negli anni successivi.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni, ''| Profilo storico della letteratura italiana'', Torino,| 2001 | Einaudi, 1992,| Torino | p. = 1172.}}</ref> Questi presentano caratteristiche ed esperienze tra di loro molto diverse: si possono citare il latinista Luca Canali, l'ispanista Carmelo Samonà, il pittore Emilio Tadini, il bancario Giampaolo Rugarli, e poi Ferdinando Camon, Fulvio Tomizza, Franco Ferrucci, Giuseppe Pontiggia, Vincenzo Consolo, Gesualdo Bufalino, Sebastiano Vassalli, Antonio Tabucchi, e le scrittrici Gina Lagorio, Francesca Sanvitale, Rosetta Loy, Francesca Duranti e Dacia Maraini.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni, ''| Profilo storico della letteratura italiana'', Torino,| 2001 | Einaudi, 1992,| Torino | p. = 1173.}}</ref> I romanzi che possono essere considerati culmine del postmoderno sono però ''Se una notte d'inverno un viaggiatore'' di [[../Italo Calvino|Calvino]] e ''Il nome della rosa'' di Umberto Eco.<ref name="Baldi103">{{cita libro | autore1=Guido Baldi, | autore2=Silvia Giusso, | autore3=Mario Razetto,Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria, ''Moduli| di letteratura'', ''titolo=La narrativa del Novecento'', Torino,| Paravia,opera=Moduli di letteratura | anno=2002, | editore=Paravia | città=Torino | p. = 103.}}</ref>
Anche in Italia si sono sempre più diffuse le forme della cultura di massa, e si è raggiunta l'unificazione linguistica che era stata oggetto di dibattito fin dal Cinquecento. Ha così preso piede, grazie soprattutto alla forza pervasiva della televisione, l'uso di una lingua italiana comune, omogenea, neutra, che si sovrappone alle parlate dialettali ancora in uso nelle diverse regioni.<ref>Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, 1992, p. 1169.</ref>
 
Le generazioni successive hanno invece subìto più direttamente le trasformazioni avvenute nell'ultima parte del Novecento, trovandosi – soprattutto i più giovani – a operare in una fase successiva alla neoavanguardia e risentendo direttamente del postmoderno. Si tratta comunque di una moltitudine di autori, per i quali è difficile individuare tendenze prevalenti o punti di riferimento stabili.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni, ''| Profilo storico della letteratura italiana'', Torino,| 2001 | Einaudi, 1992,| Torino | p. = 1175.}}</ref>
==Vincenzo Consolo==
{{vedi pedia|Vincenzo Consolo}}
Vincenzo Consolo (Sant'Agata di Militello, 18 febbraio 1933 – Milano, 21 gennaio 2012) è stato uno scrittore appartato, autore di poche opere in cui è evidente la sua attenzione per il linguaggio. Tra i suoi romanzi si devono ricordare ''La ferita dell'aprile'' (1963), ''Il sorriso dell'ignoto marinaio'' (1976), ''Retablo'' (1977), ''Lunaria'' (1985), oltre alla raccolta di racconti di ''Le pietre di Pantalica'' (1988). Nei suoi libri utilizza le varie possibilità offerte dal linguaggio, passando dall'italiano aulico al dialetto siciliano, allo scopo di analizzare il passato e scoprire ciò che ne rimane nel presente. La sua è una ricerca storica che si muove in un mondo, quello postmoderno, in cui ogni forma e tradizione secolare viene inesorabilmente distrutta, fino a mettere a rischio la stessa memoria. Scenario per le sue storie è la Sicilia, le cui contraddizioni vengono portate all'estremo.<ref name="Ferroni1174">Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, 1992, p. 1174.</ref> Nella sua narrativa si interroga inoltre su temi civili come la posizione dell'intellettuale davanti alla storia, pur rimanendo lontano dalle forme della letteratura impegnata. I suoi romanzi hanno una struttura complessa e irregolare, presentano molteplici punti di vista e i piani temporali in molti casi finiscono per intrecciarsi, passando continuamente dal passato al presente. Si tratta quindi di una narrativa sperimentale, di difficile lettura, ma che rivela una grande forza e originalità.<ref>Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetto, Giuseppe Zaccaria, ''Moduli di letteratura'', ''La narrativa del Novecento'', Torino, Paravia, 2002, pp. 269-270.</ref>
 
== Vincenzo Consolo ==
==Gesualdo Bufalino==
Vincenzo Consolo (Sant'Agata di Militello, 18 febbraio 1933 – Milano, 21 gennaio 2012) è stato uno scrittore appartato, autore di poche opere in cui è evidente la sua attenzione per il linguaggio. Tra i suoi romanzi si devono ricordare ''La ferita dell'aprile'' (1963), ''Il sorriso dell'ignoto marinaio'' (1976), ''Retablo'' (1977), ''Lunaria'' (1985), oltre alla raccolta di racconti di ''Le pietre di Pantalica'' (1988). Scenario per le sue storie è la Sicilia, le cui contraddizioni vengono portate all'estremo.
{{vedi pedia|Gesualdo Bufalino}}
Il siciliano Gesualdo Bufalino (Comiso, 15 novembre 1920 – Vittoria, 14 giugno 1996), prima docente e poi preside in un istituto magistrale, ha esordito in letteratura a un'età avanzata, pubblicando nel 1981 il romanzo ''Diceria dell'untore''. Scritto nel decennio precedente, il libro narra in prima persona una storia d'amore ambientata in un ospedale per tubercolotici, e ha ottenuto ottimi riscontri sia dalla critica sia dal pubblico. Anche nelle opere successive ha saputo creare sottili invenzioni narrative: ''Argo'' (1984), ''L'uomo invaso'' (1986), ''Le menzogne della mezzanotte'' (1988).<ref>Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, 1992, p. 1173.</ref> Bufalino si è rivelato come un autore raffinatissimo, orientato verso una cultura europea novecentesca, e il suo stile è alto, ricercato e ricco di metafore.<ref>Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetto, Giuseppe Zaccaria, ''Moduli di letteratura'', ''La narrativa del Novecento'', Torino, Paravia, 2002, p. 265.</ref>
 
Nella sua narrativa si interroga su temi civili come la posizione dell'intellettuale davanti alla storia, pur rimanendo lontano dalle forme della letteratura impegnata. È inoltre una narrativa sperimentale, di difficile lettura, ma che rivela una grande originalità: i suoi romanzi hanno strutture complesse e irregolari, presentano molteplici punti di vista e intrecciano diversi piani temporali, passando continuamente dal passato al presente.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=La narrativa del Novecento | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | pp = 269-270}}</ref> Utilizza le varie possibilità offerte dal linguaggio, passando dall'italiano aulico al dialetto siciliano, allo scopo di analizzare il passato e scoprire ciò che ne rimane nel presente. La sua è una ricerca storica che si muove in un mondo, quello postmoderno, in cui ogni forma e tradizione secolare viene inesorabilmente distrutta, fino a mettere a rischio la stessa memoria.<ref name="Ferroni1174">{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | p = 1174}}</ref>
==Umberto Eco==
{{vedi pedia|Umberto Eco}}
[[File:Umberto Eco 01.jpg|thumb|Umberto Eco]]
L'autore italiano di maggiore successo tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo è senza dubbio Umberto Eco (Alessandria 5 gennaio 1932 - Milano 19 febbraio 2016). Filosofo, massmediologo, studioso del pensiero medievale e docente di semiotica all'università di Bologna, ha partecipato al [[../Gruppo 63|Gruppo 63]] e dopo un'intensa attività di critico e saggista ha esordito in letteratura con il romanzo ''Il nome della rosa'' (1980), uno dei libri più venduti degli ultimi decenni. Il romanzo, che è valso al suo autore il Premio Strega oltre che la fama a livello mondiale, si presenta come un ''pastiche'' di generi letterari, che mescola le caratteristiche del genere giallo con quelle del romanzo storico, lo scherzo, la parodia, la riflessione erudita. Il successivo ''Il pendolo di Foucault'' (1988) propone invece un gioco artificioso sui temi della tradizione ermetica, dell'occultismo, della massoneria. In seguito ha pubblicato altri romanzi, riscuotendo sempre un buon successo di pubblico: ''L'isola del giorno prima'' (1994), ''Baudolino'' (2000), ''La misteriosa fiamma della regina Loana'' (2004), ''Il cimitero di Praga'' (2010), ''Numero Zero'' (2015). Nelle sue opere narrative Eco gioca con le possibilità combinatorie della scrittura, in un virtuosismo che prende a piene mani da vari contesti e ambiti. In questo atteggiamento però si avverte una certa freddezza, che appare come il risultato dell'indifferenza nei confronti delle capacità conoscitive della letteratura. I suoi libri sono considerati, per questo motivo, tipici esempi di letteratura postmoderna.<ref name="Ferroni1174" />
 
== Gesualdo Bufalino ==
==Dacia Maraini==
[[File:Gesualdo Bufalino1.jpg|thumb|Gesualdo Bufalino]]
{{vedi pedia|Dacia Maraini}}
Il siciliano Gesualdo Bufalino (Comiso, 15 novembre 1920 – Vittoria, 14 giugno 1996), prima docente e poi preside in un istituto magistrale, ha esordito in letteratura a un'età avanzata, pubblicando nel 1981 il romanzo ''Diceria dell'untore''. Scritto nel decennio precedente, il libro narra in prima persona una storia d'amore ambientata in un ospedale per tubercolotici, e ha ottenuto ottimi riscontri sia dalla critica sia dal pubblico. Anche nelle opere successive ha saputo creare sottili invenzioni narrative: ''Argo'' (1984), ''L'uomo invaso'' (1986), ''Le menzogne della mezzanotte'' (1988).<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni, ''| Profilo storico della letteratura italiana'', Torino,| 2001 | Einaudi, 1992,| Torino | p. = 1173.}}</ref> Bufalino si è rivelato come un autore raffinatissimo, orientato verso una cultura europea novecentesca, e il suo stile è alto, ricercato e ricco di metafore.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi, | autore2=Silvia Giusso, | autore3=Mario Razetto,Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria, ''Moduli di letteratura'',| ''titolo=La narrativa del Novecento'', Torino,| Paravia,opera=Moduli di letteratura | anno=2002, | editore=Paravia | città=Torino | p. = 265.}}</ref>
 
== Umberto Eco ==
[[File:Umberto Eco 01.jpg|thumb|left|Umberto Eco]]
L'autore italiano di maggiore successo tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo è però Umberto Eco (Alessandria, 5 gennaio 1932 - Milano, 19 febbraio 2016). Filosofo, massmediologo, studioso del pensiero medievale e docente di semiotica all'università di Bologna, ha partecipato al [[../Gruppo 63|Gruppo 63]] e dopo un'intensa attività di critico e saggista ha esordito in letteratura con il romanzo ''Il nome della rosa'' (1980), uno dei libri più venduti degli ultimi decenni. Il romanzo, che è valso al suo autore il Premio Strega oltre che la fama a livello mondiale, si presenta come un ''pastiche'' di generi letterari diversi, che mescola le caratteristiche del genere giallo con quelle del romanzo storico, lo scherzo, la parodia, la riflessione erudita.
 
L'autore italiano di maggiore successo tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo è senza dubbio Umberto Eco (Alessandria 5 gennaio 1932 - Milano 19 febbraio 2016). Filosofo, massmediologo, studioso del pensiero medievale e docente di semiotica all'università di Bologna, ha partecipato al [[../Gruppo 63|Gruppo 63]] e dopo un'intensa attività di critico e saggista ha esordito in letteratura con il romanzo ''Il nome della rosa'' (1980), uno dei libri più venduti degli ultimi decenni. Il romanzo, che è valso al suo autore il Premio Strega oltre che la fama a livello mondiale, si presenta come un ''pastiche'' di generi letterari, che mescola le caratteristiche del genere giallo con quelle del romanzo storico, lo scherzo, la parodia, la riflessione erudita. Il successivo ''Il pendolo di Foucault'' (1988) propone invece un gioco artificioso sui temi della tradizione ermetica, dell'occultismo, e della massoneria. In seguito ha pubblicato altri romanzi, riscuotendo sempre un buon successo di pubblicocommerciale: ''L'isola del giorno prima'' (1994), ''Baudolino'' (2000), ''La misteriosa fiamma della regina Loana'' (2004), ''Il cimitero di Praga'' (2010), e ''Numero Zero'' (2015). Nelle sue opere narrative Eco gioca con le possibilità combinatorie della scrittura, in un virtuosismo che prende a piene mani da vari contesti e ambiti. In questo atteggiamento però si avverte una certa freddezza, che appare come il risultato dell'indifferenza nei confronti delle capacità conoscitive della letteratura. I suoi libri sono considerati, per questo motivo, tipici esempi di letteratura postmoderna.<ref name="Ferroni1174" />
 
== Dacia Maraini ==
[[File:Dacia Maraini 2012.jpg|thumb|Dacia Maraini nel 2012]]
Dacia Maraini (Fiesole, 13 novembre 1936) esordì nel 1962 con il romanzo ''La vacanza'', in cui è presente l'influenza del modello moraviano (l'ingresso nel mondo adulto attraverso l'esperienza sessuale). eIn chequesto libro affronta per la prima volta uno dei temi che sarà centrale nella sua produzione, quello della condizione femminile e delle sue contraddizioni. Nello stesso anno, inoltre, si legò sentimentalmente proprio ad [[../Alberto Moravia|Alberto Moravia]], relazione che durerà alcuni anni. Nel 1963 pubblicò ''L'età del malessere'' e contemporaneamente si avvicinò al Gruppo 63 e alla neoavanguardia. Negli anni sessanta uscirono quindi la raccolta di poesie ''Crudeltà all'aria aperta'' (1966), il romanzo ''A memoria'' (1967) e le opere teatrali ''La famiglia normale'' e ''Il ricatto a teatro''. Fondò il Teatro di Centocelle (1969) e l'associazione teatrale femminista La Maddalena (1973), fece rappresentare uno spettacolo femminista intitolato ''Manifesto dal carcere'' (1973) e collaborò con l'attrice Piera degli Esposti (''Storia di Piera'', 1980). Negli anni settanta ha poi proseguito sul filone femminista con i romanzi ''Memoria di una ladra'' (1972), ''Donna in guerra'' (1975), ''Mangiami pure'' (1978), ''Lettere a Marina'' (1981) e la raccolta poetica ''Donne mie'' (1974). In ''Isolina'' ricostruisce un fatto di cronaca dei primi del Novecento, attraverso i giornali dell'epoca e le carte processuali.<ref>Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetti, Giuseppe Zaccaria, ''Moduli di letteratura'', ''La narrativa del Novecento'', Torino, Paravia, 2002, p. 274.</ref> Tra le opere più recenti si ricordano ''La lunga vita di Marianna Ucrìa'' (1990), ''Bagheria'' (1993), ''Voci'' (1994), ''Dolce per sé'' (1997), ''Colomba'' (2004), ''Il treno dell'ultima notte'' (2008), ''La grande festa'' (2011), ''L'amore rubato'' (2012).
 
Negli anni settanta ha poi proseguito sul filone femminista con i romanzi ''Memoria di una ladra'' (1972), ''Donna in guerra'' (1975), ''Mangiami pure'' (1978), ''Lettere a Marina'' (1981) e la raccolta poetica ''Donne mie'' (1974). In ''Isolina'' ricostruisce un fatto di cronaca dei primi del Novecento, attraverso i giornali dell'epoca e le carte processuali.<ref>{{cita libro | autore1= Guido Baldi | autore2= Silvia Giusso | autore3= Mario Razetti | autore4= Giuseppe Zaccaria | titolo= La narrativa del Novecento | opera=Moduli di letteratura | editore= Paravia | città= Torino | anno= 2002 | p= 274}}</ref> Tra le opere più recenti si ricordano ''La lunga vita di Marianna Ucrìa'' (1990), ''Bagheria'' (1993), ''Voci'' (1994), ''Dolce per sé'' (1997), ''Colomba'' (2004), ''Il treno dell'ultima notte'' (2008), ''La grande festa'' (2011), ''L'amore rubato'' (2012), ''La bambina e il sognatore'' (2015) e ''Tre donne. Una storia d'amore e disamore'' (2017).
==Sebastiano Vassalli==
{{vedi pedia|Sebastiano Vassalli}}
Insegnante di materie letterarie, Sebastiano Vassalli (Genova 24 ottobre 1941 – Casale Monferrato, 27 luglio 2015) ha esordito all'interno del [[../Gruppo 63|Gruppo 63]] con opere sperimentali come la raccolta poetica ''Disfaso'' (1968) e gli antiromanzi ''Narcisso'' (1968) e ''Tempo di Màssacro'' (1970). Dopo aver preso polemicamente le distanze dalla neoavanguardia, ha pubblicato ''Abitare il vento'' (1980), in cui affronta gli scontri ideologici degli anni settanta: il libro, che ha per protagonista un terrorista, si presenta nella forma di monologo, con un miscuglio di citazioni letterarie, giochi di parole, espressioni dialettali che rappresenta una caricatura della follia del presente.<ref>{{cita libro | autore1= Guido Baldi | autore2= Silvia Giusso | autore3= Mario Razetti | autore4= Giuseppe Zaccaria | titolo= La narrativa del Novecento | opera=Moduli di letteratura | editore= Paravia | città= Torino | anno= 2002 | p= 287}}</ref>
 
== Sebastiano Vassalli ==
A questo segue ''Mareblù'' (1982), mentre nel 1984 la sua produzione conosce una svolta, con il passaggio a romanzi basati su una rigorosa ricostruzione storica. L'interesse dello scrittore per il passato viene spiegata con il fatto che nel presente non c'è niente degno di essere raccontato. Dopo ''La notte della cometa'', biografia di [[../Vociani|Dino Campana]], escono: ''L'alcolva elettrica'' (1986), che ricostruisce il processo ai futuristi fiorentini del 1913; ''L'oro del mondo'' (1987), ambientato in Italia alla fine della seconda guerra mondiale; ''La chimera'' (1990), la cui scena è collocata nel Seicento; ''Marco e Mattio'' (1992), che si svolge invece del Settecento. Vassalli nelle sue opere concentra la sua attenzione sugli emarginati e gli esclusi, mostrando nel contempo una concezione nichilista della storia. Tra le sue ultime opere si ricordano: ''Il cigno'' (1993), ''3012'' (1994), ''Cuore di pietra'' (1996), ''La notte del lupo'' (1998), ''Un infinito numero'' (1999).<ref>{{cita libro | autore1= Guido Baldi | autore2= Silvia Giusso | autore3= Mario Razetti | autore4= Giuseppe Zaccaria | titolo= La narrativa del Novecento | opera=Moduli di letteratura | editore= Paravia | città= Torino | anno= 2002 | p= 288}}</ref>
Insegnante di materie letterarie, Sebastiano Vassalli (Genova 24 ottobre 1941 – Casale Monferrato, 27 luglio 2015) ha esordito all'interno del [[../Gruppo 63|Gruppo 63]] con opere sperimentali come la raccolta poetica ''Disfaso'' (1968) e gli antiromanzi ''Narcisso'' (1968) e ''Tempo di Màssacro'' (1970). Dopo aver preso polemicamente le distanze dalla neoavanguardia, ha pubblicato ''Abitare il vento'' (1980), in cui affronta gli scontri ideologici degli anni settanta:. ilIl libro, che ha per protagonista un terrorista, si presenta nella forma di monologo, con un miscuglio di citazioni letterarie, giochi di parole, espressioni dialettali che rappresenta una caricatura della follia del presente.<ref>{{cita libro | autore1= Guido Baldi | autore2= Silvia Giusso | autore3= Mario Razetti | autore4= Giuseppe Zaccaria | titolo= La narrativa del Novecento | opera=Moduli di letteratura | editore= Paravia | città= Torino | anno= 2002 | p= 287}}</ref>
 
A questo segue ''Mareblù'' (1982), mentre nel 1984 la sua produzione conosce una svolta, con il passaggio a romanzi basati su una rigorosa ricostruzione storica. L'interesse dello scrittore per il passato viene spiegata con il fatto che nel presente non c'è niente degno di essere raccontato. Dopo ''La notte della cometa'', in cui ripercorre la biografia di [[../Vociani|Dino Campana]], escono: ''L'alcolva elettrica'' (1986), che ricostruisce il processo ai futuristi fiorentini del 1913; ''L'oro del mondo'' (1987), ambientato in Italia alla fine della seconda guerra mondiale; ''La chimera'' (1990), la cui scena è collocata nel Seicento; ''Marco e Mattio'' (1992), che si svolge invece delnel Settecento. Vassalli nelle sue opere concentra la sua attenzione sugli emarginati e gli esclusi, mostrando nel contempo una concezione nichilista della storia. Tra le sue ultime opere si ricordano: ''Il cigno'' (1993), ''3012'' (1994), ''Cuore di pietra'' (1996), ''La notte del lupo'' (1998), e ''Un infinito numero'' (1999).<ref>{{cita libro | autore1= Guido Baldi | autore2= Silvia Giusso | autore3= Mario Razetti | autore4= Giuseppe Zaccaria | titolo= La narrativa del Novecento | opera=Moduli di letteratura | editore= Paravia | città= Torino | anno= 2002 | p= 288}}</ref>
==Antonio Tabucchi==
 
{{vedi pedia|Antonio Tabucchi}}
== Antonio Tabucchi ==
[[File:Antonio Tabucchi.jpg|thumb|Antonio Tabucchi]]
Docente di letteratura portegheseportoghese nelle università di Genova e Siena, Antonio Tabucchi (Pisa, 23 settembre 1943 – Lisbona, 25 marzo 2012) si è interessato ai poeti surrealisti portoghesi (a cui ha dedicato il saggio ''La parola interdetta'' del 1971) e all'opera dello scrittore [[w:Ferdinando Pessoa|Ferdinando Pessoa]]. Nel suo primo romanzo, ''Piazza d'Italia'' (1975), risente dell'influenza di [[w:Gabriel García Márquez|Gabriel García Márquez]] e racconta la saga di una famiglia toscana e di un piccolo villaggio dall'Unità d'Italia all'età contemporanea. L'argomento però viene narrato in modo frantumato, imitando lo stile dei cantastorie popolari. Nel 1978 ha pubblicato ''Il piccolo naviglio'', quindi negli anni successivi ha privilegiato i generi del racconto e del romanzo breve.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi, | autore2=Silvia Giusso, | autore3=Mario Razetto,Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria, ''Moduli| di letteratura'', ''titolo=La narrativa del Novecento'', Torino,| Paravia,opera=Moduli di letteratura | anno=2002, | editore=Paravia | città=Torino | p. = 293.}}</ref> In essi ricorrono temi come il sogno, l'interesse per i lati oscuri della psiche, la molteplicità dell'io, il mistero della morte, l'enigmaticità della vita, la relatività del reale. Tutti questi temi vengono affrontati attraverso una prosa essenziale e limpida, in cui domicadomina il distacco dato dall'ironia.<ref name="Baldi294">{{cita libro | autore1=Guido Baldi, | autore2=Silvia Giusso, | autore3=Mario Razetto,Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria, ''Moduli| di letteratura'', ''titolo=La narrativa del Novecento'', Torino,| Paravia,opera=Moduli di letteratura | anno=2002, | editore=Paravia | città=Torino | p. = 294.}}</ref>
 
Il romanzo ''Sostiene Pereira'' (1994) è ambientato a Lisbona nel 1938, durante la dittatura fascista di Salazar, e racconta di una presa di coscienza della propria responsabilità politica: il protagonista, l'anziano giornalista Pereira, matura la necessità di uscire dalla passività e denunciare con un articolo un fatto violento ai danni di un oppositore politico. Attraverso una narrazione in terza persona viene riportata indirettamente la testimonianza di Pereira, raccolta dal narratore (da cui la formula «sostiene Pereira» che dà anche il titolo al romanzo).<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi, | autore2=Silvia Giusso, | autore3=Mario Razetto,Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria, ''Moduli| di letteratura'', ''titolo=La narrativa del Novecento'', Torino,| Paravia,opera=Moduli di letteratura | anno=2002, | editore=Paravia | città=Torino | p. = 295.}}</ref> AlIl medesimo tema dell'impegno politico viene affrontato in ''La testa perduta di Damasceno Monteiro'' (1997), che riprende la struttura di un giallo e ambientato anch'esso in Portogallo ai tempi di Salazar. La trama ruota attorno al ritrovamento del cadavere del giovane Damasceno Monteiro, assassinato per aver scoperto i traffici di droga di un poliziotto e decapitato per renderne difficile il riconoscimento,; esul all'impegnosuo dicaso indaga un avvocato, impegnato in difesa delle vittime di ingiustizie.<ref name="Baldi294" /> Tra le ultime opere si ricordano: ''Si sta facendo sempre più tardi'' (2001).
 
== Tendenze di fine secolo ==
Il romanzo ''Sostiene Pereira'' (1994) è ambientato a Lisbona nel 1938, durante la dittatura fascista di Salazar, e racconta di una presa di coscienza della propria responsabilità politica: il protagonista, l'anziano giornalista Pereira, matura la necessità di uscire dalla passività e denunciare con un articolo un fatto violento ai danni di un oppositore politico. Attraverso una narrazione in terza persona viene riportata indirettamente la testimonianza di Pereira, raccolta dal narratore (da cui la formula «sostiene Pereira» che dà anche il titolo al romanzo).<ref>Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetto, Giuseppe Zaccaria, ''Moduli di letteratura'', ''La narrativa del Novecento'', Torino, Paravia, 2002, p. 295.</ref> Al medesimo tema dell'impegno politico viene affrontato in ''La testa perduta di Damasceno Monteiro'' (1997), che riprende la struttura di un giallo e ambientato anch'esso in Portogallo ai tempi di Salazar. La trama ruota attorno al ritrovamento del cadavere del giovane Damasceno Monteiro, assassinato per aver scoperto i traffici di droga di un poliziotto e decapitato per renderne difficile il riconoscimento, e all'impegno di un avvocato in difesa delle vittime di ingiustizie.<ref name="Baldi294" /> Tra le ultime opere si ricordano: ''Si sta facendo sempre più tardi'' (2001).
Analizzare la produzione letteraria della fine del Novecento, cioè tra gli anni Ottanta e Novanta, è particolarmente difficile: le esigenze dell'industria editoriale contemporanea hanno infatti portatto alla pubblicazione di un numero sempre maggiore di libri, con la conseguente sovrapposizione di tendenze differenti.
 
Gli storici della letteratura segnalano la tendenza di molti scrittori a trattare tematiche, abitudini e linguaggi tipici delle nuove generazioni. In questo gruppo molto eterogeneo vengono citati Aldo Busi, Andrea De Carlo, Daniele Del Giudice, Pier Vittorio Tondelli, Alessandro Baricco, Enrico Brizzi. SiUn ricordanodiscorso poia iparte merita invece il fenomeno dei cosiddetti «cannibali», (dal titolo della raccolta collettiva ''Gioventù cannibale'' del 1996),. Sono autori di storie ''trash'', incioè cuiche puntano su un horror truculento, ecitando citanoperò elementi della cultura pop come film, fumetti e cartoni animati, videoclip; questo (citazionismo che può, d'altra parte, può essere ricondottoconsiderato come un elemento riconducibile al postmoderno). Tra gli scrittori di maggior fortuna riconducibili a questo gruppo si ricordano Niccolò Ammaniti, Aldo Nove e Tiziano Scarpa.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi, | autore2=Silvia Giusso, | autore3=Mario Razetto,Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria, ''Moduli| di letteratura'', ''titolo=La narrativa del Novecento'', Torino,| Paravia,opera=Moduli di letteratura | anno=2002, | editore=Paravia | città=Torino | pp. = 102-103.}}</ref>
==Sviluppi più recenti della letteratura italiana==
È difficile indicare, per una storia della letteratura italiana, dei confini cronologici precisi per quanto riguarda la sua conclusione, sia perché la vicinanza temporale degli autori più recenti genera disorientamento e incapacità di individuare delle linee di sviluppo, sia perché le esigenze dell'industria editoriale contemporanea portano alla pubblicazione di un numero enorme di libri, con la conseguente sovrapposizione di tendenze differenti.
 
[[File:Susanna Tamaro.jpg|thumb|Susanna Tamaro]]
Gli storici della letteratura segnalano la tendenza di molti scrittori a trattare tematiche, abitudini e linguaggi tipici delle nuove generazioni. In questo gruppo molto eterogeneo vengono citati Aldo Busi, Andrea De Carlo, Daniele Del Giudice, Pier Vittorio Tondelli, Alessandro Baricco, Enrico Brizzi. Si ricordano poi i cosiddetti «cannibali» (dal titolo della raccolta collettiva ''Gioventù cannibale'' del 1996), autori di storie ''trash'' in cui puntano su un horror truculento e citano elementi della cultura pop come film, fumetti e cartoni animati, videoclip (citazionismo che può d'altra parte essere ricondotto al postmoderno).<ref>Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetto, Giuseppe Zaccaria, ''Moduli di letteratura'', ''La narrativa del Novecento'', Torino, Paravia, 2002, pp. 102-103.</ref>
 
Nella seconda metà degli anni novanta hanno avuto grande fortuna commerciale romanzi dall'impianto più tradizionale, come nel caso di ''Va' dove ti porta il cuore'' di Susanna Tamaro, vero e proprio caso letterario del 1994. È poi continuato il successo dei gialli: se negli anni settanta aveva ottenuto buoni riscontri il poliziesco ''La donna della domenica'' (1972) di Carlo Fruttero e Franco Lucentini, in anni più vicini a noi si è registrato il successo di autori come Andrea Camilleri (ricordato per i romanzi che hanno per protagonista il commissario Montalbano), Loriano Macchiavelli, Carlo Lucarelli. Infine, si segnala poi l'uscita di romanzi comico-caricaturali particolarmente dotati e intelligentibrillati, di cui i più importanti sono quelli della saga di Fantozzi scritti da Paolo Villaggio negli anni settanta. Più di recente, la letteratura umoristica ha dato risultati apprezzabili nelle opere di Stefano Benni.<ref name="Baldi103"/>
 
== Note ==
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