Storia della letteratura italiana/Postmoderno: differenze tra le versioni
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Gli anni successivi al 1968 segnano un rovesciamento della situazione nata dalla fine della seconda guerra mondiale. Il [[w:Sessantotto|Sessantotto]] ha rappresentato una prima crisi degli equilibri postbellici, con l'affermazione di movimenti di liberazione ed emancipazione. Tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta, poi, si è assistito al crollo del comunismo e alla fine della guerra fredda. Contemporaneamente, è diventato sempre più evidente il fenomeno globalizzazione, accompagnato dall'ampliamento del mercato capitalistico. I paesi occidentali hanno conosciuto una forte crescita economica e industriale, si è aggravato lo squilibrio tra Nord e Sud del mondo, sono evolute le abitudini delle persone e le loro relazioni sociali.<ref>Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, 1992, pp. 1157-1158.</ref> In anni più recenti si è assistito alla crisi economica globale, che ha colpito in particolare Stati Uniti e Unione Europea, e l'ascesa economica di paesi come Cina e India.▼
▲Gli anni successivi al 1968 segnano un rovesciamento della situazione che era nata
In ambito letterario, dopo l'esaurimento delle esperienze legate allo sperimentalismo e alla neoavanguardia si assiste dagli anni settanta in poi al ritorno a moduli narrativi di più facile fruizione. Oltre a questo si distingue una produzione destinata al mercato e all'intrattenimento. Si è poi affermata la tendenza all'esasperazione della letterarietà e alla riproposizione di opere e forme del passato, una tendenza che è stata ricondotta al postmoderno. I critici sono però divisi se questa debba essere considerata come una nuova fase oppure come un periodo di decadenza e di incapacità di creare forme nuove.<ref>Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetto, Giuseppe Zaccaria, ''Moduli di letteratura'', ''La narrativa del Novecento'', Torino, Paravia, 2002, p. 102.</ref>▼
▲In ambito letterario, dopo l'esaurimento delle esperienze legate allo [[../Sperimentalismo e neoavanguardia|sperimentalismo]] e alla [[../Gruppo 63|neoavanguardia]] si assiste dagli anni settanta in poi al ritorno a moduli narrativi di più facile fruizione. Oltre a questo si distingue una produzione destinata
Per quanto riguarda gli autori, Giulio Ferroni distingue una [[w:Generazione degli anni trenta|generazione degli anni trenta]], a cui riconduce vari scrittori nati in quel decennio e che esordirono prima del Sessantotto, ma che diedero le loro prove più convincenti negli anni successivi.<ref>Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, 1992, p. 1172.</ref> Questi presentano caratteristiche ed esperienze tra di loro molto diverse: si possono citare il latinista Luca Canali, l'ispanista Carmelo Samonà, il pittore Emilio Tadini, il bancario Giampaolo Rugarli, e poi Ferdinando Camon, Fulvio Tomizza, Franco Ferrucci, Giuseppe Pontiggia, Vincenzo Consolo, Gesualdo Bufalino, Sebastiano Vassalli, Antonio Tabucchi, e le scrittrici Gina Lagorio, Francesca Sanvitale, Rosetta Loy, Francesca Duranti e Dacia Maraini.<ref>Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, 1992, p. 1173.</ref> I romanzi che possono essere considerati culmine del postmoderno sono però ''Se una notte d'inverno un viaggiatore'' di [[../Italo Calvino|Calvino]] e ''Il nome della rosa'' di Umberto Eco.<ref name="Baldi103">Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetto, Giuseppe Zaccaria, ''Moduli di letteratura'', ''La narrativa del Novecento'', Torino, Paravia, 2002, p. 103.</ref> ▼
== L'età del postmoderno ==▼
Le generazioni successive hanno invece subìto più direttamente le trasformazioni avvenute nell'ultima parte del Novecento, trovandosi – soprattutto i più giovani – a operare in una fase successiva alla neoavanguardia e risentendo direttamente del postmoderno. Si tratta comunque di una moltitudine di autori, per i quali è difficile individuare tendenze prevalenti o punti di riferimento stabili.<ref>Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, 1992, p. 1175.</ref>▼
[[File:Jean-Francois Lyotard.jpg|thumb|left|Jean-François Lyotard]]
Uno dei concetti chiave per comprendere l'evoluzione della letteratura dalla fine degli anni sessanta a oggi è senza dubbio quello di
Come effetto della produzione industriale e della comunicazione tecnologica, la vita sociale e culturale tende a generare caratteristiche omogenee su tutto il pianeta, attraverso la riproduzione e diffusione delle stesse immagini e degli stessi contenuti in tutto il mondo. Gli Stati Uniti sono diventati punto di riferimento e modello a cui ispirarsi, visti come massima espressione del mondo tecnologico e industriale, mentre l'inglese è assurto a lingua della comunicazione internazionale.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni
▲==L'età del postmoderno==
▲Uno dei concetti chiave per comprendere l'evoluzione della letteratura dalla fine degli anni sessanta a oggi è senza dubbio quello di ''postmoderno''. In generale, questo termine viene utilizzato per indicare la condizione culturale di un'epoca in cui sono ormai giunte alla saturazione tutte le conquiste della modernità, e la realtà si sviluppa attraverso conflitti impossibili da controllare. La comunicazione si basa sulla ripetizione di concetti già elaborati, in cui cultura di massa e cultura alta finiscono per confondersi; l'arte e la filosofia sembrano mirare non al nuovo, ma alla riorganizzazione di quanto arriva dal passato.<ref>Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, 1992, pp. 1167-1168.</ref>
Anche in Italia si sono sempre più diffuse le forme della cultura di massa, e si è raggiunta l'unificazione linguistica che era stata oggetto di dibattito fin dal Cinquecento. Ha così preso piede, grazie soprattutto alla forza pervasiva della televisione, l'uso di una lingua italiana comune, omogenea, neutra, che si sovrappone alle parlate dialettali ancora in uso nelle diverse regioni.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni
▲Come effetto della produzione industriale e della comunicazione tecnologica, la vita sociale e culturale tende a generare caratteristiche omogenee su tutto il pianeta, attraverso la riproduzione e diffusione delle stesse immagini e degli stessi contenuti in tutto il mondo. Gli Stati Uniti sono diventati punto di riferimento e modello a cui ispirarsi, visti come massima espressione del mondo tecnologico e industriale, mentre l'inglese è assurto a lingua della comunicazione internazionale.<ref>Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, 1992, p. 1168.</ref>
▲Per quanto riguarda gli autori, Giulio Ferroni distingue una
▲Anche in Italia si sono sempre più diffuse le forme della cultura di massa, e si è raggiunta l'unificazione linguistica che era stata oggetto di dibattito fin dal Cinquecento. Ha così preso piede, grazie soprattutto alla forza pervasiva della televisione, l'uso di una lingua italiana comune, omogenea, neutra, che si sovrappone alle parlate dialettali ancora in uso nelle diverse regioni.<ref>Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, 1992, p. 1169.</ref>
▲Le generazioni successive hanno invece subìto più direttamente le trasformazioni avvenute nell'ultima parte del Novecento, trovandosi – soprattutto i più giovani – a operare in una fase successiva alla neoavanguardia e risentendo direttamente del postmoderno. Si tratta comunque di una moltitudine di autori, per i quali è difficile individuare tendenze prevalenti o punti di riferimento stabili.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni
==Vincenzo Consolo==▼
▲== Vincenzo Consolo ==
==Gesualdo Bufalino==▼
Vincenzo Consolo (Sant'Agata di Militello, 18 febbraio 1933 – Milano, 21 gennaio 2012) è stato uno scrittore appartato, autore di poche opere in cui è evidente la sua attenzione per il linguaggio. Tra i suoi romanzi si devono ricordare ''La ferita dell'aprile'' (1963), ''Il sorriso dell'ignoto marinaio'' (1976), ''Retablo'' (1977), ''Lunaria'' (1985), oltre alla raccolta di racconti di ''Le pietre di Pantalica'' (1988). Scenario per le sue storie è la Sicilia, le cui contraddizioni vengono portate all'estremo.
Il siciliano Gesualdo Bufalino (Comiso, 15 novembre 1920 – Vittoria, 14 giugno 1996), prima docente e poi preside in un istituto magistrale, ha esordito in letteratura a un'età avanzata, pubblicando nel 1981 il romanzo ''Diceria dell'untore''. Scritto nel decennio precedente, il libro narra in prima persona una storia d'amore ambientata in un ospedale per tubercolotici, e ha ottenuto ottimi riscontri sia dalla critica sia dal pubblico. Anche nelle opere successive ha saputo creare sottili invenzioni narrative: ''Argo'' (1984), ''L'uomo invaso'' (1986), ''Le menzogne della mezzanotte'' (1988).<ref>Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, 1992, p. 1173.</ref> Bufalino si è rivelato come un autore raffinatissimo, orientato verso una cultura europea novecentesca, e il suo stile è alto, ricercato e ricco di metafore.<ref>Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetto, Giuseppe Zaccaria, ''Moduli di letteratura'', ''La narrativa del Novecento'', Torino, Paravia, 2002, p. 265.</ref>▼
Nella sua narrativa si interroga su temi civili come la posizione dell'intellettuale davanti alla storia, pur rimanendo lontano dalle forme della letteratura impegnata. È inoltre una narrativa sperimentale, di difficile lettura, ma che rivela una grande originalità: i suoi romanzi hanno strutture complesse e irregolari, presentano molteplici punti di vista e intrecciano diversi piani temporali, passando continuamente dal passato al presente.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=La narrativa del Novecento | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | pp = 269-270}}</ref> Utilizza le varie possibilità offerte dal linguaggio, passando dall'italiano aulico al dialetto siciliano, allo scopo di analizzare il passato e scoprire ciò che ne rimane nel presente. La sua è una ricerca storica che si muove in un mondo, quello postmoderno, in cui ogni forma e tradizione secolare viene inesorabilmente distrutta, fino a mettere a rischio la stessa memoria.<ref name="Ferroni1174">{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | p = 1174}}</ref>
==Umberto Eco==▼
[[File:Umberto Eco 01.jpg|thumb|Umberto Eco]]▼
L'autore italiano di maggiore successo tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo è senza dubbio Umberto Eco (Alessandria 5 gennaio 1932 - Milano 19 febbraio 2016). Filosofo, massmediologo, studioso del pensiero medievale e docente di semiotica all'università di Bologna, ha partecipato al [[../Gruppo 63|Gruppo 63]] e dopo un'intensa attività di critico e saggista ha esordito in letteratura con il romanzo ''Il nome della rosa'' (1980), uno dei libri più venduti degli ultimi decenni. Il romanzo, che è valso al suo autore il Premio Strega oltre che la fama a livello mondiale, si presenta come un ''pastiche'' di generi letterari, che mescola le caratteristiche del genere giallo con quelle del romanzo storico, lo scherzo, la parodia, la riflessione erudita. Il successivo ''Il pendolo di Foucault'' (1988) propone invece un gioco artificioso sui temi della tradizione ermetica, dell'occultismo, della massoneria. In seguito ha pubblicato altri romanzi, riscuotendo sempre un buon successo di pubblico: ''L'isola del giorno prima'' (1994), ''Baudolino'' (2000), ''La misteriosa fiamma della regina Loana'' (2004), ''Il cimitero di Praga'' (2010), ''Numero Zero'' (2015). Nelle sue opere narrative Eco gioca con le possibilità combinatorie della scrittura, in un virtuosismo che prende a piene mani da vari contesti e ambiti. In questo atteggiamento però si avverte una certa freddezza, che appare come il risultato dell'indifferenza nei confronti delle capacità conoscitive della letteratura. I suoi libri sono considerati, per questo motivo, tipici esempi di letteratura postmoderna.<ref name="Ferroni1174" />▼
▲== Gesualdo Bufalino ==
==Dacia Maraini==▼
[[File:Gesualdo Bufalino1.jpg|thumb|Gesualdo Bufalino]]
▲Il siciliano Gesualdo Bufalino (Comiso, 15 novembre 1920 – Vittoria, 14 giugno 1996), prima docente e poi preside in un istituto magistrale, ha esordito in letteratura a un'età avanzata, pubblicando nel 1981 il romanzo ''Diceria dell'untore''. Scritto nel decennio precedente, il libro narra in prima persona una storia d'amore ambientata in un ospedale per tubercolotici, e ha ottenuto ottimi riscontri sia dalla critica sia dal pubblico. Anche nelle opere successive ha saputo creare sottili invenzioni narrative: ''Argo'' (1984), ''L'uomo invaso'' (1986), ''Le menzogne della mezzanotte'' (1988).<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni
▲== Umberto Eco ==
▲[[File:Umberto Eco 01.jpg|thumb|left|Umberto Eco]]
L'autore italiano di maggiore successo tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo è però Umberto Eco (Alessandria, 5 gennaio 1932 - Milano, 19 febbraio 2016). Filosofo, massmediologo, studioso del pensiero medievale e docente di semiotica all'università di Bologna, ha partecipato al [[../Gruppo 63|Gruppo 63]] e dopo un'intensa attività di critico e saggista ha esordito in letteratura con il romanzo ''Il nome della rosa'' (1980), uno dei libri più venduti degli ultimi decenni. Il romanzo, che è valso al suo autore il Premio Strega oltre che la fama a livello mondiale, si presenta come un ''pastiche'' di generi letterari diversi, che mescola le caratteristiche del genere giallo con quelle del romanzo storico, lo scherzo, la parodia, la riflessione erudita.
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▲== Dacia Maraini ==
[[File:Dacia Maraini 2012.jpg|thumb|Dacia Maraini nel 2012]]
Dacia Maraini (Fiesole, 13 novembre 1936) esordì nel 1962 con il romanzo ''La vacanza'', in cui è presente l'influenza del modello moraviano (l'ingresso nel mondo adulto attraverso l'esperienza sessuale).
Negli anni settanta ha poi proseguito sul filone femminista con i romanzi ''Memoria di una ladra'' (1972), ''Donna in guerra'' (1975), ''Mangiami pure'' (1978), ''Lettere a Marina'' (1981) e la raccolta poetica ''Donne mie'' (1974). In ''Isolina'' ricostruisce un fatto di cronaca dei primi del Novecento, attraverso i giornali dell'epoca e le carte processuali.<ref>{{cita libro | autore1= Guido Baldi | autore2= Silvia Giusso | autore3= Mario Razetti | autore4= Giuseppe Zaccaria | titolo= La narrativa del Novecento | opera=Moduli di letteratura | editore= Paravia | città= Torino | anno= 2002 | p= 274}}</ref> Tra le opere più recenti si ricordano ''La lunga vita di Marianna Ucrìa'' (1990), ''Bagheria'' (1993), ''Voci'' (1994), ''Dolce per sé'' (1997), ''Colomba'' (2004), ''Il treno dell'ultima notte'' (2008), ''La grande festa'' (2011), ''L'amore rubato'' (2012), ''La bambina e il sognatore'' (2015) e ''Tre donne. Una storia d'amore e disamore'' (2017).
==Sebastiano Vassalli==▼
Insegnante di materie letterarie, Sebastiano Vassalli (Genova 24 ottobre 1941 – Casale Monferrato, 27 luglio 2015) ha esordito all'interno del [[../Gruppo 63|Gruppo 63]] con opere sperimentali come la raccolta poetica ''Disfaso'' (1968) e gli antiromanzi ''Narcisso'' (1968) e ''Tempo di Màssacro'' (1970). Dopo aver preso polemicamente le distanze dalla neoavanguardia, ha pubblicato ''Abitare il vento'' (1980), in cui affronta gli scontri ideologici degli anni settanta: il libro, che ha per protagonista un terrorista, si presenta nella forma di monologo, con un miscuglio di citazioni letterarie, giochi di parole, espressioni dialettali che rappresenta una caricatura della follia del presente.<ref>{{cita libro | autore1= Guido Baldi | autore2= Silvia Giusso | autore3= Mario Razetti | autore4= Giuseppe Zaccaria | titolo= La narrativa del Novecento | opera=Moduli di letteratura | editore= Paravia | città= Torino | anno= 2002 | p= 287}}</ref>▼
▲== Sebastiano Vassalli ==
A questo segue ''Mareblù'' (1982), mentre nel 1984 la sua produzione conosce una svolta, con il passaggio a romanzi basati su una rigorosa ricostruzione storica. L'interesse dello scrittore per il passato viene spiegata con il fatto che nel presente non c'è niente degno di essere raccontato. Dopo ''La notte della cometa'', biografia di [[../Vociani|Dino Campana]], escono: ''L'alcolva elettrica'' (1986), che ricostruisce il processo ai futuristi fiorentini del 1913; ''L'oro del mondo'' (1987), ambientato in Italia alla fine della seconda guerra mondiale; ''La chimera'' (1990), la cui scena è collocata nel Seicento; ''Marco e Mattio'' (1992), che si svolge invece del Settecento. Vassalli nelle sue opere concentra la sua attenzione sugli emarginati e gli esclusi, mostrando nel contempo una concezione nichilista della storia. Tra le sue ultime opere si ricordano: ''Il cigno'' (1993), ''3012'' (1994), ''Cuore di pietra'' (1996), ''La notte del lupo'' (1998), ''Un infinito numero'' (1999).<ref>{{cita libro | autore1= Guido Baldi | autore2= Silvia Giusso | autore3= Mario Razetti | autore4= Giuseppe Zaccaria | titolo= La narrativa del Novecento | opera=Moduli di letteratura | editore= Paravia | città= Torino | anno= 2002 | p= 288}}</ref>▼
▲Insegnante di materie letterarie, Sebastiano Vassalli (Genova 24 ottobre 1941 – Casale Monferrato, 27 luglio 2015) ha esordito all'interno del [[../Gruppo 63|Gruppo 63]] con opere sperimentali come la raccolta poetica ''Disfaso'' (1968) e gli antiromanzi ''Narcisso'' (1968) e ''Tempo di Màssacro'' (1970). Dopo aver preso polemicamente le distanze dalla neoavanguardia, ha pubblicato ''Abitare il vento'' (1980), in cui affronta gli scontri ideologici degli anni settanta
▲A questo segue ''Mareblù'' (1982), mentre nel 1984 la sua produzione conosce una svolta, con il passaggio a romanzi basati su una rigorosa ricostruzione storica. L'interesse dello scrittore per il passato viene spiegata con il fatto che nel presente non c'è niente degno di essere raccontato. Dopo ''La notte della cometa'', in cui ripercorre la biografia di [[../Vociani|Dino Campana]], escono: ''L'alcolva elettrica'' (1986), che ricostruisce il processo ai futuristi fiorentini del 1913; ''L'oro del mondo'' (1987), ambientato in Italia alla fine della seconda guerra mondiale; ''La chimera'' (1990), la cui scena è collocata nel Seicento; ''Marco e Mattio'' (1992), che si svolge invece
==Antonio Tabucchi==▼
▲== Antonio Tabucchi ==
[[File:Antonio Tabucchi.jpg|thumb|Antonio Tabucchi]]
Docente di letteratura
Il romanzo ''Sostiene Pereira'' (1994) è ambientato a Lisbona nel 1938, durante la dittatura fascista di Salazar, e racconta di una presa di coscienza della propria responsabilità politica: il protagonista, l'anziano giornalista Pereira, matura la necessità di uscire dalla passività e denunciare con un articolo un fatto violento ai danni di un oppositore politico. Attraverso una narrazione in terza persona viene riportata indirettamente la testimonianza di Pereira, raccolta dal narratore (da cui la formula «sostiene Pereira» che dà anche il titolo al romanzo).<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi
== Tendenze di fine secolo ==
▲Il romanzo ''Sostiene Pereira'' (1994) è ambientato a Lisbona nel 1938, durante la dittatura fascista di Salazar, e racconta di una presa di coscienza della propria responsabilità politica: il protagonista, l'anziano giornalista Pereira, matura la necessità di uscire dalla passività e denunciare con un articolo un fatto violento ai danni di un oppositore politico. Attraverso una narrazione in terza persona viene riportata indirettamente la testimonianza di Pereira, raccolta dal narratore (da cui la formula «sostiene Pereira» che dà anche il titolo al romanzo).<ref>Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetto, Giuseppe Zaccaria, ''Moduli di letteratura'', ''La narrativa del Novecento'', Torino, Paravia, 2002, p. 295.</ref> Al medesimo tema dell'impegno politico viene affrontato in ''La testa perduta di Damasceno Monteiro'' (1997), che riprende la struttura di un giallo e ambientato anch'esso in Portogallo ai tempi di Salazar. La trama ruota attorno al ritrovamento del cadavere del giovane Damasceno Monteiro, assassinato per aver scoperto i traffici di droga di un poliziotto e decapitato per renderne difficile il riconoscimento, e all'impegno di un avvocato in difesa delle vittime di ingiustizie.<ref name="Baldi294" /> Tra le ultime opere si ricordano: ''Si sta facendo sempre più tardi'' (2001).
Analizzare la produzione letteraria della fine del Novecento, cioè tra gli anni Ottanta e Novanta, è particolarmente difficile: le esigenze dell'industria editoriale contemporanea hanno infatti portatto alla pubblicazione di un numero sempre maggiore di libri, con la conseguente sovrapposizione di tendenze differenti.
Gli storici della letteratura segnalano la tendenza di molti scrittori a trattare tematiche, abitudini e linguaggi tipici delle nuove generazioni. In questo gruppo molto eterogeneo vengono citati Aldo Busi, Andrea De Carlo, Daniele Del Giudice, Pier Vittorio Tondelli, Alessandro Baricco, Enrico Brizzi.
[[File:Susanna Tamaro.jpg|thumb|Susanna Tamaro]]
▲Gli storici della letteratura segnalano la tendenza di molti scrittori a trattare tematiche, abitudini e linguaggi tipici delle nuove generazioni. In questo gruppo molto eterogeneo vengono citati Aldo Busi, Andrea De Carlo, Daniele Del Giudice, Pier Vittorio Tondelli, Alessandro Baricco, Enrico Brizzi. Si ricordano poi i cosiddetti «cannibali» (dal titolo della raccolta collettiva ''Gioventù cannibale'' del 1996), autori di storie ''trash'' in cui puntano su un horror truculento e citano elementi della cultura pop come film, fumetti e cartoni animati, videoclip (citazionismo che può d'altra parte essere ricondotto al postmoderno).<ref>Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetto, Giuseppe Zaccaria, ''Moduli di letteratura'', ''La narrativa del Novecento'', Torino, Paravia, 2002, pp. 102-103.</ref>
Nella seconda metà degli anni novanta hanno avuto grande fortuna commerciale romanzi dall'impianto più tradizionale, come nel caso di ''Va' dove ti porta il cuore'' di Susanna Tamaro, vero e proprio caso letterario del 1994. È poi continuato il successo dei gialli: se negli anni settanta aveva ottenuto buoni riscontri il poliziesco ''La donna della domenica'' (1972) di Carlo Fruttero e Franco Lucentini, in anni più vicini a noi si è registrato il successo di autori come Andrea Camilleri (ricordato per i romanzi che hanno per protagonista il commissario Montalbano), Loriano Macchiavelli, Carlo Lucarelli. Infine, si segnala
== Note ==
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