Storia della letteratura italiana/Poesia del dopoguerra: differenze tra le versioni
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Il dramma della seconda guerra mondiale e le difficoltà della ricostruzione
== Caratteri della poesia del dopoguerra ==
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== Sandro Penna ==
[[File:Sandro Penna 1974.jpg|thumb|left|Sandro Penna]]
Sandro Penna (Perugia, 12 giugno 1906 – Roma, 21 gennaio 1977) è considerato uno dei maggiori rappresentanti della linea sabiana, sia per
Come Saba, Penna parte dalla realtà comune, prendendo le distanze dalle strutture analogiche tipiche dell'ermetismo.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso |autore3= Mario Razetto | autore4=Giuseppe Zaccaria | opera=Moduli di letteratura | titolo=La poesia, la saggistica e la letteratura drammatica del Novecento | città=Torino |editore=Paravia | anno=2002 | p=239}}</ref> La sua produzione poetica costituisce un canzoniere in continua crescita, dove vengono ripresi motivi e accenti musicali, e dove è possibile ritrovare echi e richiami interni.
Il tema centrale dell'amore omosessuale viene sublimato attraverso il riferimento a elementi amorosi generali, e anche quando racconta storie concrete, queste vengono trasferite su un piano superiore.<ref name="Ferroni1091" /> Le composizioni hanno inoltre un carattere epigrammatico, con testi di pochissimi versi attraverso cui si esprime un lungo canto di gioia. Come scrive Ferroni, lo stesso Penna sembra aspirare a una dimensione antica e pagana, trasponendo gli incontri della modernità in un mondo classico e fuori dal tempo. Dietro alla gioia, tuttavia, si nasconde l'angoscia, che costringe il poeta a una morte lenta senza disperazione.<ref name="Ferroni1092">{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2002 | Einaudi | Torino | p= 1092}}</ref> == Attilio Bertolucci ==
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Attilio Bertolucci (San Prospero Parmense, 18 novembre 1911 – Roma, 14 giugno 2000) è stato compagno di studi di [[../Tra realismo e sperimentazione#Giorgio Bassani|Giorgio Bassani]] all'università di Bologna, dove si è laureato in Lettere ed è stato allievo di Roberto Longhi. Ha quindi insegnato storia dell'arte (1930-1954), e in seguito ha collaborato all'''Approdo'' come giornalista e autore di programmi per la Rai. Ha maturato la sua vocazione poetica nell'ambiente emiliano, a contatto con Cesare Zavattini, Giovanni Guareschi, Silvio D'Arzo, Oreste Macrì. Nel 1939 ha fondato, presso l'editore Guanda, la collana poetica «La Fenice».<ref name="Baldi246">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso |autore3= Mario Razetto | autore4=Giuseppe Zaccaria | opera=Moduli di letteratura | titolo=La poesia, la saggistica e la letteratura drammatica del Novecento | città=Torino |editore=Paravia | anno=2002 | p= 246}}</ref>
Ha esordito negli anni trenta con una poesia che si caratterizza per la gioiosa affermazione di una realtà sensuale e per la singolare intensità dei suoi accenti – una cifra poetica a cui rimarrà fedele fino agli ultimi anni. La prima raccolta, ''Sirio'', appare nel 1929, seguita da ''Fuochi di novembre'' (1934).<ref name="Ferroni1092" /> Le brevi liriche che le compongono si rivolgono alla natura e alla sue impressioni sul soggetto, prendendo già le distanze dall'
La poesia di Bertolucci si immerge nelle cose quotidiane allo scopo di afferrare la bellezza in esse presente
== Giovanni Giudici ==
[[File:Giovanni Giudici 1992.jpg|thumb|Giovanni Giudici
Giovanni Giudici (Le Grazie, 26 giugno 1924 – La Spezia, 24 maggio 2011) ha utilizzato la parola poetica come difesa contro il vortice della modernità e ha inteso la poesia come un dono vitale
Pubblica nel 1963 la prima raccolta, ''L'educazione cattolica'', che due anni dopo confluirà in un volume più essenziale, ''La vita in versi''.
Nelle opere successive Giudici arriva a cercare il plurilinguismo, nuove recitazioni e nuove situazioni della vita quotidiana. Tra queste ricordiamo ''Il male dei creditori'' (1977), ''Il ristorante dei morti'' (1981), ''Lume dei tuoi misteri'' (1984). ''Salutz'' del 1986 è una raccolta di sonetti senza titolo, che affondano le loro radici nella poesia amorosa romanza. In ''Prove del Teatro'' (1989) sono raccolti testi diversi, mentre ''Fortezza'' (1990) è dedicata alle restrizioni del mondo moderno e alla capacità di resistenza nel proliferare delle cose.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2002 | Einaudi | Torino | p= 1108}}</ref> == Giorgio Caproni ==
Giorgio Caproni, nato a Livorno il 7 gennaio 1912 e morto a Roma il 22 gennaio 1990, è autore di una poesia caratterizzata da una apparente spontaneità e dall'abbandono alla musicalità della parola, che però riesce a esprimere appieno le lacerazioni del Novecento.<ref name="Ferroni1099">{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2002 | Einaudi | Torino | p=1099 }}</ref> La forma semplice e chiara dei suoi versi, lontana da qualsiasi forma di intellettualismo, riesce a ricreare sensazioni vivide grazie a immagini concrete. Concepisce però la poesia come artificio e, proprio per questo, la considera limitata e insufficiente.<ref name="Baldi242">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso |autore3= Mario Razetto | autore4=Giuseppe Zaccaria | opera=Moduli di letteratura | titolo=La poesia, la saggistica e la letteratura drammatica del Novecento | città=Torino |editore=Paravia | anno=2002 | pp= 242-243}}</ref>
Durante la giovinezza si
Con ''Finzioni'' (1941) l'esperienza precedente viene ripensata, mentre è evidente l'influenza dell'ermetismo. Da un lato il rapporto tra parola e simbolo diventa più complesso, dall'altra Caproni sviluppa maggiore rigore per quanto riguarda la metrica dei componimenti. Inizia inoltre a utilizzare le forme del sonetto e dell'endecasillabo, che torneranno nelle raccolte successive. In ''Cronistoria'' (1943) il motivo dell'amata perduta si allaccia al tema della guerra, in una fusione tra vissuto personale e storia collettiva. ''Il passaggio di Enea'' del 1956, in cui confluirono le tre raccolte precedenti,<ref name="Ferroni1099"/> segna la conclusione di questa prima fase della produzione di Caproni.
Nel ''Seme del piangere'' (1959), che raccoglie i versi composti
Dopo il ''Congedo'',
''Il muro della terra'' (1975), il cui titolo riprende l'espressione dantesca usata per indicare il muro di Dite, descrive il limite della condizione umana. Il muro rappresenta appunto questo limite, che il poeta sa di non poter distruggere: l'io cerca quindi un Dio, che però esiste sono nella sua negazione. In questo modo il poeta finisce per confondere se stesso, la divinità e altre figure umane. ''Il franco cacciatore'' (1982) si presenta invece come una partitura musicale in cui torna sul tema della morte di Dio. L'«operetta a brani» ''Il conte di Kevenhüller'' riprende invece un curioso fatto di cronaca risalente al 1972, quando il governatore austriaco di Milano, che dà il nome all'opera, promise una ricompensa a chiunque fosse riuscito a catturare una misteriosa belva che affliggeva le campagne lombarde. La vicenda, avvenuta a ridosso della rivoluzione francese e quindi in un periodo in cui un'intera epoca stava per giungere alla fine, dà modo a Caproni di riflettere sulla ricerca della fantomatica e inafferrabile bestia, ma anche sui valori e le ossessioni della società.<ref name="Ferroni1101" />
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Nato a Luino il 27 luglio 1913 e morto a Milano il 10 febbraio 1983, Vittorio Sereni «fornisce l'immagine più equilibrata e coerente di una borghesia intellettuale progressista»,<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2002 | Einaudi | Torino | p=1095 }}</ref> ponendosi in linea con il razionalismo laicista e democratico lombardo, di ascendenza illuministica.
Dopo gli studi a Brescia frequenta l'università a Milano, dove si laurea con una tesi su Gozzano. Nella città lombarda entra in contatto con i giovani intellettuali della rivista ''Corrente'', tra i quali ha un ruolo di guida il filosofo
Chiamato alle armi, Sereni è inviato in Grecia e poi in Sicilia, ma dopo lo sbarco delle forze statunitensi viene catturato dagli Alleati e condotto prigioniero in Algeria e Marocco. Da questa esperienza nasceranno i componimenti raccolti in ''Diario d'Algeria'' (1947). Qui viene accentuata la componente diaristica già presente in ''Frontiera'', ma la chiusura espressiva derivata dall'ermetismo lascia spazio a una comunicazione più distesa. Si fa largo inoltre l'idea che che si debba accettare integralmente il proprio destino e i propri limiti, senza possibilità di evasione.<ref name="Baldi251"/> Viene poi
Nel dopoguerra Sereni riprende l'attività di insegnante interrotta allo scoppio del conflitto, quindi lavora nel settore pubblicità della Pirelli e infine diventa dirigente dell'editore Mondadori. La notorietà come poeta arriva nel 1965 con ''Gli strumenti umani'', in cui affronta i problemi sociali nell'Italia del dopoguerra, descrivendo una realtà disgregata: in questa raccolta
L'ultima raccolta, ''Stella variabile'' (1981), approfondisce il tema del rapporto tra mondo e poesia, e riflette sulla condizione di quest'ultima, che non può dare certezze o donare salvezza. Nella sua esperienza, Sereni ha tentato di trovare continuità con una tradizione umanistica che fosse in grado di confrontarsi con il mondo contemporaneo e la realtà industrializzata del dopoguerra. Nei suoi componimenti appaiono quindi elementi provenienti dalla vita quotidiana degli anni cinquanta e sessanta
Sereni è stato anche traduttore oltre che autore di opere narrativo-
== Amelia Rosselli ==
La poesia di Amelia Rosselli è frutto di un'esperienza tra le più originali del secondo Novecento. Nata il 28 marzo 1930 a Parigi, figlia di Carlo e nipote di Nello Rosselli, entrambi esuli
== Alda Merini ==
[[File:Alda Merini.jpg|thumb|Alda Merini]]
L'esperienza poetica di Alda Merini, nata a Milano il 21 marzo 1931 e morta il 1° novembre 2009, è strettamente legata alla sua biografia e alle sue sofferenze psicologiche, da cui riesce a far scaturire immagini illuminanti ed enigmatiche.<ref name="Ferroni1173" /> In vita è stata apprezzata per l'intensità delle sue liriche, in bilico tra l'afflato religioso e la tensione erotica, e ha ricevuto elogi da importanti poeti come Quasimodo, Pasolini e Betocchi. In una prima fase della sua attività di poetessa ha pubblicato le raccolte ''La presenza di Orfeo'' (1953), ''Paura di Dio'' (1955), ''Nozze romane'' (1955) e ''Tu sei Pietro'' (1961).
Segue un lungo silenzio durato vent'anni: in questo periodo Alda Merini sperimenta il ricovero in manicomio, una drammatica esperienza che la poetessa racconterà nel volume ''L'altra verità. Diario di una diversa'' (1986). La pubblicazione di liriche riprende negli anni ottanta, quando escono ''Destinati a morire. Poesie vecchie e nuove'' (1980), ''La Terra Santa'' (1983), ''Delirio amoroso'' (1989) e ''Vuoto d'amore'' (1991).<ref>{{cita libro | capitolo=Merini, Alda | titolo=Dizionario della letteratura italiana del Novecento | anno=1992 | editore=Einaudi | città=Torino | altri=diretto da Alberto Asor Rosa }}</ref> L'afflato mistico diventa sempre più centrale nelle ultime opere, come L'anima innamorata (2000) e Poema della Croce (2005). Tra le altre raccolte, è di una certa importanza Clinica dell'abbandono (2003), in cui riunisce poesie degli anni novanta con nuovi componimenti, Nel cerchio di un pensiero (teatro per voce sola) (2005) e La carne degli angeli (2007).<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/alda-merini/|titolo=Merini, Alda|accesso=7 dicembre 2018}}</ref>
== La linea lombarda ==
[[File:Giorgio Orelli 1994.jpg|thumb|left|Giorgio Orelli]]
«Linea lombarda» è un'espressione utilizzata da Luciano Anceschi<ref>{{Cita libro| curatore=Luciano Anceschi | titolo=Linea lombarda: Sei poeti (editi e inediti di Vittorio Sereni, Roberto Rebora, Giorgio Orelli, Nelo Risi, Renzo Modesti, Luciano Erba) | città=Varese | editore=Magenta | anno=1952}} </ref> per raccogliere alcuni autori orbitanti attorno alla città di Milano, i quali, legati alla tradizione della letteratura lombarda, rivolgono la loro attenzione agli oggetti, con un senso di concretezza e tensione morale. L'esigenza di moralità
Il più autorevole rappresentante di questa corrente, che affonda le radici nelle poesie di Parini e Porta, è indicato da Anceschi in Vittorio Sereni,<ref name="Baldi251" /> di cui abbiamo già parlato. Tra gli altri autori si ricordano:
Nei decenni successivi, nell'ambiente milanese si svilupperanno esperienze in continuità con la linea lombarda, che
== Altri poeti ==
Nel panorama della poesia novecentesca si riscontrano anche esempi di una diretta continuità con i modelli degli anni trenta, come in
== La poesia dialettale ==
[[File:Albino_Pierro.jpg|thumb|left|Albino Pierro]]
Nel corso del Novecento si è assistito allo sviluppo di una nuova poesia dialettale, che superando
All'inizio del secolo i risultati più significativi arrivano dall'area della Venezia Giulia, grazia ad autori come
Anche nel secondo dopoguerra si registra il ritorno al dialetto come lingua poetica, incoraggiato, come già ricordato, da Pasolini. Il dialetto continua a rappresentare una fuga dalla modernità alla riscoperta di una realtà originaria pura, estranea alla trasformazioni dell'età industriale. In questo modo, però, il dialetto perde la sua funzione comunicativa per diventare una lingua astratta e artificiale. Tra gli autori inquadrabili in questo filone si ricordano
== Note ==
[[Categoria:Storia della letteratura italiana|Poesia del dopoguerra]]
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