Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Svizzera: differenze tra le versioni

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Mentre nel 1992 l'intero sistema fortificato alpino italiano (comprendente persino postazioni in cemento con torrette dei carri M26) venne dismesso, gli Svizzeri lo aggiornarono ulteriormente. Le Alpi e il Giura hanno sempre garantito una efficace difesa dei pochi passi disponibili, e la cosa non è stata mai dimenticata, per esempio durante la II GM è stato uno dei motivi per cui la Svizzera non è stata mai minacciata di invasione. Gli Svizzeri, tanto attenti alla protezione delle loro banche, non lo sono da meno per i loro alloggi, tanto da prevedere ad un certo punto un bunker per la difesa NBC per le nuove abitazioni ed edifici pubblici come norma di legge tassativa. Alla fine egli anni '70 del resto erano presenti, in carico delle Brigate di Frontiera, qualcosa come 2.100 artiglierie moderne, 600 lanciamissili controcarri o cannoni c.c, 1.800 mitragliatrici pesanti, 4.000 demolizioni predisposte, 76 km di gallerie come depositi per munizioni e carburante, mentre gli hangar dentro le montagne divennero lo standard per le basi aeree svizzere, o sennò di tipo 'convenzionale' con shelter corazzati.
 
Ma non bastava ancora: prima ancora dell'arrivo di armi come i mortai automatici bicanna AMOS per mezzi corazzati, gli svizzeri avevano già provvisto ad impiegare un modello da 120 mm bicanna a retrocarica (arma unica nel mondo) installato in torretta a filo del terreno, corazzato e quasi impossibile da vedere, mentre torrette di carro Centurion vennero sistemate in postazioni protette pesantemente; 1.700 campi minati e 2.000 ostacoli anticarro hanno contribuito alla difesa svizzera. Ancora negli anni '90, nonostante la dismissione di tante opere difensive erano presenti 900 opere difensive, con otrle 3.000 armi e vi erano pure 6.000 ricoveri protetti sotteraneisotterranei, capaci di ospitare un quinto di tutte le F.A. svizzere. Con la riduzione a 400.000 delle truppe mobilitabili, e il dimezzamento del personale da fortezza, non sarebbe stato più possibile difendere il territorio nazionale in toto ma concentrarsi con maggiore mobilità nelle zone più minacciate. Sarebbero rimasti, secondo la pianificazione del '95, in efficienza 1.200 sbarramenti, 100 installazioni d'artiglieria da fortezza e altrettante postazioni protette per il comando. La mimetizzazione con il territorio, con false rocce come entrate, con finte baite costruite sopra i bunker e le postazioni, era davvero degna della precisione svizzera. Per migliorare la situazione, le torrette dei Centurion sono state sistemate in casematte tanto ben protette da prevedere anche catene per provocare l'esplosione anticipata delle granate HEAT, e corazze ERA che tappezzano le pareti interne contro l'effetto di missili controcarri. La maggiore innovazione era il sistema Bison, cannone da 155 con torri bicanna, capace di sparare a 30-40 km e raffiche di 5 colpi in 25 secondi. Altre armi meno recenti erano anche i cannoni L42 del 1942-46 da 25 km di gittata per proiettili da 42,6 kg, in casamatta con 30 gradi di brandeggio possibili; il TurmeKanone 1958 L42 paricalibro con cupola corazzata da 360 gradi di brandeggio; il Festungmineswerfer da 120 mm Mod.1958/83, lungo 2,35 m, con proiettili da 15 kg a 9 km, casamatta corazzata da 360°; Il cannone da 105 mm L42 con gittata da 18-21 km con proiettili da 15 kg; Obice L22 M1942-46 da 105 mm e 11 km.
 
A tutto questo, al solito c'era da aggiungere i reparti da combattimento mobili: semoventi M109 da 155, oltre 300 carri Leopard 2 (da soli capaci, anche a piccoli gruppi, di bloccare agevolmente i passi montani), blindati Piranha con tanto di lanciamissili TOW (ben 310 esemplari), missili TOW, Dragon, razzi portatili e missili Stinger, nonché gli M113 con cannoni da 20 mm. Con la mobilitazione rapida dei riservisti era facile attivare tutti questi sistemi con un minimo preavviso, ed usare unità mobili di forza sufficiente a fare pagare caro qualunque tentativo d'invasione, supportate da una discreta aviazione tattica, dalle alte quote e dalla neve che rendono ben più difficile l'assalto da parte di un ipotetico avversario. Basti dire in merito che all'epoca l'Italia non aveva ancora in servizio i carri Ariete, e che comunque questi sarebbero stati molti di meno dei Leopard 2 già distribuiti alle truppe corazzate svizzere, mentre di mezzi come i cacciacarri TOW con torretta binata non c'era l'equivalente tout-court.