Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Iraq: differenze tra le versioni

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Per il resto, la Iraqi Security Force o ISF comprende anche altre entità, sia del Ministero della Difesa siae dell'Interno. Al marzo del 2009, il totale degli uomini di tutti i servizi arrivava oramai a oltre 600.000, di cui 340.000 poliziotti e 260.000 militari.
Questo è quanto resta delle forze disponibili un tempo. Alla fine del 1988 c'erano oltre 70 divisioni supportate da oltre 800 aerei: uno sforzo umanamente, a parte il lato economico, davvero notevole per una nazione di 20 milioni di abitanti. Dopo la guerra del 1991, l'esercito venne ridotto a 23 divisioni e 375.000 effettivi. Sfasciate le F.A. irachene il 23 maggio 2003 dall'Autorità PovvisoriaProvvisoria della Coalizione (Paul Bremer), il 25 giugno già venne iniziato l'addestramento dei primi 9 battaglioni con 9.000 reclute del nuovo esercito, previsto in 44.000 effettivi. Dopo che nell'aprile 2004 un battaglione aveva rifiutato di combattere durante la battaglia di Falluja. In seguito si volle aumentare la forza futura a ben 10 divisioni, ma nel 2006 l'Esercito iracheno non era ancora in grado di sostenere operazioni complesse e si studiò il 'surge' come mossa, tra l'altro, proprio per guadagnare tempo per poter addestrare gli 'ascari' iracheni. Solo il 25 marzo 2008 l'esercito iracheno, con l'operazione 'Carica dei Cavalieri' riuscì a condurre un'operazione quasi indipendente ad alto livello. Nel frattempo si prevedevano 13 divisioni su 4 brigate l'una per il futuro dell'esercito. Si parla di altri carri armati: dopo i 77 T-72 ex-ungheresi del 2005, altri 120 ex-slovacchi(ma vi sono opzioni a quanto pare, per un maggior numero), e sucessivamentesuccessivamente, 140 M1A1M, da seguire pare da altrettanti del tipo M1A1 l'anno dopo, ovvero nel 2011.
L'aviazione (Iraqi Air Force) non ha rimesso in servizio nessuno dei vecchi aerei iracheni. Attualmente ha 3.000 effettivi e si pensa di aumentarli a 18.000 per il 2018.
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Poi vi è il Department of Border Enforcement o DBE, ovvero la polizia di confine con 405 caserme e al novembre 2006, 28.300 effettivi sparsi in 5 regioni, 12 brigate e 38 battaglioni.
 
Non bastando nemmeno questo, va citato anche la forza di 150.000 effettivi per funzioni di protezione installazioni, che lavorano per parecchi ministeri e nell'insieme sono personale di dubbia utilità, con molti episodi 'disdicevoli', anche in termini di crimini violenti. Sono da unificare in una struttura centralizzata dipentendedipentente dal ministero degli interni.
 
La Coalizione che ha invaso l'Irak è stata costretta a prendersi cura della situazione in termini di sicurezza, ed è rimasta dopo la dissoluzione della CPA il 28 giugno 2004, su richiesta del 'governo' (eletto dagli stessi occupanti, in pratica) iracheno. Dopo il novembre del 2007 le divisioni irachene sono passate sotto il controllo locale, mentre i comandanti della NP sono stati rimpiazzati mesi prima, risolvendo molti dei problemi riscontrati in precedenza. Oramai l'Irak è capace di controllare il 70% del suo territorio, rimpiazzando progressivamente i 150.000 soldati della Coalizione, che saranno sì ritirati, ma non così in fretta da causare un vuoto di potere nell'area. I problemi adesso sono soprattutto collegati agli scontri non anti-americani, ma tra iracheni delle diverse realtà 'tribali', specie tra Sunniti e Sciiti. Anche se oramai il ruolo nefasto di A.Q. sembra progressivamente scemato.
 
Nel futuro, l'Irak avrà, secondo i piani del Pentagono, una progressiva autosufficienza suddivisiasuddivisa in 4 fasi, la prima delle quali è considerata completata nel maggio 2006, la seconda sembra pure completatatacompletata con l'esercito sotto il controllo locale, e così poco alla volta è stata estesa l'autorità irachena diretta alle varie regioni. Se un Paese eterogeneo come l'Iraq riuscirà a trovare un equilibrio, o se si sgretolerà sotto la spinta centrifuga di curdi e sciiti del sud, questo è presto per dirlo, ma certo sarà deciso nei prossimi anni.