Il buddhismo cinese/Le scuole/Il Tiantai: differenze tra le versioni

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Le domande poste nel dibattito sono sostanzialmente due. La prima riguarda la coerenza tra la dottrina di Zhīlǐ con quella del primo Tiāntái insegnata da Zhìyǐ, la seconda riguarda cosa effettivamente implichino questi insegnamenti di Zhīlǐ per l'uomo e per il mondo dei suoi valori. Di certo il tema, in ambito del Buddhismo Mahāyāna, è più antico di quanto non sembri. Un accenno lo si riscontra nel ''Laṅkâvatārasūtra'' (Il Sutra della discesa a Lanka, 楞伽經 ''Lèngqiéjīng'', giapp. ''Ryōgakyō'', è conservato nel ''Jīngjíbù''), sutra di derivazione cittamātra propugnato anche dalle prime scuola del Buddhismo Chán, dove viene riportato:
 
{{q|Il ''tathāgatagarbha'' (la natura di Buddha) contiene la causa sia del bene che del male. Esso genera tutte le formaforme di esistenza. Come un attore riveste diversi ruoli, essendo esso stesso privo di un'anima che gli appartenga|''Laṅkâvatārasūtra'' 6, LXXXII}}
 
Inoltre la dottrina di Zhìyǐ richiama costantemente la compresenza, in tutti i mondi possibili, dalle forme infernali ai Buddha, di tutti i mondi possibili. Tuttavia alcuni studiosi contemporanei<ref>Così: Chen, Y-S, ''Guan-yin-xuan-yi xing-er-wen-ti-zhi-tan-tao (A Study of the Vice Problem in the Significance of Kuangyin Sutra)'', Zhong-hua-fo-xue-xue-bao, 1992, no. 5, pp. 173–191.</ref> indicano in Guàndǐng, discepolo di Zhìyǐ, colui che ha introdotto il tema della compresenza e della necessità del male deviando di fatto dalla dottrina del maestro che su un piano di interpretazione etica era maggiormente coerente con il Buddhismo tradizionale. Ma il tema, controverso, non è ancora stato chiarito.