Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Yemen: differenze tra le versioni

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Nel frattempo, il 7 agosto del '67, i primi 4 Lighting sauditi vennero dispiegati a Khamis, seguiti da altri due il 9. Erano F.Mk.2 e T.Mk.4 biposto, in attesa degli F.Mk.53 veri e propri. Divennero operativi il 28, rendendosi subito ben noti per il boato che producevano, ma non aiutarono molto i britannici che ancora erano in zona e talvolta combattevano a Nord di Aden. Ma oramai vari squadroni erano in scioglimento e altri in trasferimento. Il ponte aereo portò via da Khormaksar 9.000 civili e poi 5.000 militari da Muharraq, fino all'evacuazione dei commandos con i Wessex della HMS Albion. La copertura venne assicurata dai Buccaneer e Sea Vixen (NAS 800 e 899) della EAGLE. Nonostante 22 anni di guerriglia, attacchi e autobombe, ebbero solo 90 morti e 510 feriti, un fatto davvero notevole per una situazione tanto difficile, resa possibile da una professionalità evidentemente fuori dal comune delle truppe coinvolte. Fa impressione comparare questo fatto con la morte di oltre 200 marines solo negli attentati del Libano, o nelle perdite britanniche delle guerre attuali, limitate ma non così ridotte.
 
Nel frattempo venne formata la Federazione dell'Arabia Meridionale anche dal punto di vista dell'aviazione, che era la SAAF, ovviamente con l'aiuto dei britannici, con una forza di vari DHC-2, C-47, Bell 47G e otto Provost T.Mk.52, più 4 Strikemaster T.Mk.81 e persino 4 Hunter. Ma tutta questa forza rimase solo prevista, perché non si trovò l'accordo sui soldi da dare ai britannici per il supporto. Nondimeno, alcuni aerei come i Jet Provost e i C-47 vennero consegnati. Alla fine la FSA divenne più semplicemente lo Yemen del Sud, dopo l'abbandono dei britannici (dicembre 1967), quando l'ultimo aereo inglese (un C-130) lasciò l'aereaarea. A quel punto venne formata la PDRYAF, l'aviazione sud-Yemenita, che continuò a combattere contro i ribelli delle montagne. Alcuni Provost entrarono anche in Arabia Saudita, e la cosa ebbe un certo effetto, ma senza azioni di fuoco. Dopo tutto, gli Hunter e Lighting erano volati da piloti britannici e Londra non voleva storie con l'ex protettorato. Anche i Sud-Yemeniti avevano piloti inglesi, che vennero ritirari dalle operazioni lasciando l'aviazione praticamente senza piloti. Solo un pilota rimase in tutta la piccola aviazione, addestrato dalla IAF e poi autodidatta con gli aerei Provost, mentre prima aveva volato con i C-47. In pratica, per circa un anno fu l'unico pilota disponibile, e nel frattempo imparò anche a volare sugli elicotteri. Il tutto per una paga di 44 sterline al mese. Seguirono non meno di 10 nuovi Jet Provost T.Mk.52 nel '68,
 
Nel frattempo, la notte del 16-17 settembre i Lighting sauditi entrarono in allarme contro un bimotore contro cui era stato appena sparato, essendo entrato in territorio saudita, un missile Thunderbird (senza risultato), si trattava di un C-130 della RSAF dietro il quale tuttavia si nascondeva un ricognitore yemenita. Quest'aereo continuò con le sue missioni di spionaggio sull'aeroporto saudita mentre un Hunter fallì a intercettarlo la notte successiva, mentre il 1 ottobre 1967 i Lighting vennero messi a terra per problemi di rifornimento, usando solo gli Hunter fino al 6 ottobre, quando la carenza di parti di ricambio misero a terra pure questi velivoli. Finalmente venne portato un generatore d'ossigeno che risolse gli approvvigionamenti che mancavano il 14 ottobre. I problemi di manutenzione e gestione dei Lighting però richiesero molta più attenzione di quanto preventivato. Alla fine l'Operazione Flying Carpet andò in crisi, perché i costi di supporto erano maggiori del previsto per la fornitura saudita e nel frattempo, andò in malora il piano per gli F-111K. Finita l'era dei piloti inglesi, vennero così reclutati quelli pakistani che arrivarono dal 15 novembre.