Gallerie di piazza Scala/V: differenze tra le versioni
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L’anno precedente all’esecuzione dell’opera, datata 1856, Fausto Antonioli, paesaggista e ritrattista attivo a Udine fin dal 1850, aveva ottenuto il giudizio positivo della critica locale presentando all’esposizione friulana di Arti Belle e Meccaniche uno scorcio della piazza Contarena (ubicazione sconosciuta), eseguito su commissione di Francesco Verzegnassi, commerciante udinese di seta, sodale di Ippolito Nievo e sostenitore della preparazione clandestina alla lotta contro l'Austria.
Una stretta corrispondenza stilistica, oltre che tematica, lega il dipinto in Collezione a quest’opera, descritta dalla pubblicistica dell’epoca come una veduta di piccole dimensioni, contraddistinta da un solido impianto prospettico e dall’impiego di un deciso contrasto chiaroscurale. Il quadro, infatti, restituisce una visione nitida e dettagliata della principale piazza cittadina, popolata da macchiette in abiti contemporanei. Il luogo ha cambiato denominazione più volte nei secoli: nel medioevo era nota come la piazza del Vino, in seguito del Comune e, poi, con l’arrivo dei Veneziani nel XVI secolo assunse il nome di uno dei luogotenenti dell’esercito divenendo piazza Contarena. Dopo l’Unificazione, nel 1866, la piazza fu intitolata a Vittorio Emanuele II; mantenne questo nome fino alla Liberazione, quando assunse l’attuale denominazione di piazza della Libertà. In questa veduta Antonioli adotta un punto di vista che privilegia la quattrocentesca Loggia del Lionello, in primissimo piano a destra, la Loggia di San Giovanni, la Torre dell’orologio e la colonna con la Statua della Giustizia; mentre a sinistra, in disparte, è ritratta la Statua della Pace, opera dello scultore Giovan Battista Comolli, donata dall’imperatore Francesco I alla città di Udine a ricordo della Pace di Campoformido. La restituzione puntuale dell’architettura del luogo si arricchisce di numerosi indizi della vita cittadina e del clima politico dell’epoca: sull’edificio di destra un’affissione – in italiano e in tedesco - indica la presenza dell’Imperial Regio Comando Militare di Piazza austriaco mentre, sul lato opposto, una locandina teatrale annuncia la rappresentazione al teatro Minerva de
Il racconto della resistenza di Suli, ultima città greca a capitolare contro l’invasione turca, nascondeva un richiamo ai valori patriottici e trovava a Udine, in particolare, una stretta corrispondenza con l’insurrezione antiasburgica della primavera del 1848, quando la città guidata da un governo provvisorio aveva respinto l’esercito austriaco. La piazza diviene così un luogo simbolo della città durante il Risorgimento, non a caso nuovamente ritratta da Antonioli in un altro dipinto dell’autunno del 1866 che, forse, rappresenta la prima veduta di Udine italiana, dopo l’ingresso delle truppe garibaldine, il 26 luglio 1866, allorché la città venne a far parte dello Stato italiano, a conclusione della terza guerra d’indipendenza (Veduta della Piazza Contarena di Udine, Udine, Civici Musei e Gallerie di Storia e Arte).
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