Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Svezia-3: differenze tra le versioni

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===Carri===
[[Immagine:S-tank.jpg|320px|left|thumb|carro S modificato: ha griglie anteriori per deviare proiettili perforanti e far esplodere anticipatamente granate HEAT.]]
Dopo avere sviluppato carri armati di tipo 'indigeno' durante la Seconda Guerra mondiale, la Svezia, consapevole di non poter reggere il ritmo del progresso tecnologico, comprò 300 carri Centurion inglesi, ma presto le istanze 'autarchiche' iniziaronoincominciarono a riprendere peso. La Svezia allora pensò ada un carro armato dotato addirittura di un cannone da 150 mm, ad anima liscia. Era il KRV, a cui cooperarono la LAndsverkLandsverk per lo scafo, la Volvo per il motore, la Bofors per l'armamento. Questo veicolo era decisamente avanzato (per esempio, il cannone a canna liscia), ma venne accantonato in favore di un'altra soluzione.
 
Il carro 'S'<ref>Armi da guerra n.1</ref><ref>Pignato, Nicola: 'Storia dei Mezzi corazzati pagg. 667-670</ref>, o meglio Stringvag 'S', abbreviato Strv 103, è senza dubbio alcuno il mezzo più rivoluzionario tra tutti i carri armati apparsi nel dopoguerra. Anzi, si potrebbe anche dubitare che si tratti di un carro armato, dato che ha alcune caratteristiche speciali, tra cui la mancanza di torretta. Infatti l'aspetto può ingannare: sembra quasi che abbia una torretta bassa e larghissima sopra lo scafo, specie in foto di qualità non molto alta o con il mezzo inquadrato in maniera piuttosto sfavorevole per capirlo meglio (paradossalmentel la migliore angolazione è quella posteriore, che non lascia dubbi); no, il cannone è davvero incassato dentro lo scafo, al suo centro, senza nessuna torretta eccetto la mitragliatrice della cupola del capocarro.
 
È ben vero peraltro, che i primi carri armati non avevano a loro volta la torretta eppure venivano chiamati così, ma dopo che vennero muniti di tale ritrovato (a dire il vero già adottato sia da navi da guerra che dalle autoblindo..) quelli rimasti senza vennero per lo più chiamati 'carri d'assalto' se impiegati per ruoli offensivi, o cacciacarri se per ruoli maggiormente difensivi, anche se non mancarono i cosiddetti 'carri casamatta' che erano sopratuttosoprattutto una specialità sovietica ed erano più economici di quelli con torretta, con armamento spesso più pesante (non limitato dall'anello di torretta) e con sagoma più bassa. Ma nel caso dei mezzi postbellici, posto che il miglior mezzo per contrastare un carro venne trovato in un altro carro, allora la torretta è diventata lo standard: con due soli uomini grazie al caricatore automatico come nel caso del T-64, o al contrario, con tutto l'equipaggio al suo interno come nel caso del fallito MBT-70, ma pur sempre una torretta brandeggiabile.
 
Nel caso del carro 'S' le cose sono andate diversamente, vediamo come:
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*Potenza di fuoco: il mezzo è armato di un'arma da 105 mm. Qualcuno potrebbe dire: e con questo? Era lo standard per l'epoca. Ma questo cannone non è lungo 51 calibri come lo 'standard', ma ben 62, quindi con una maggiore velocità iniziale e quindi precisione e capacità perforante. Secondo discorso è quello che il cannone è solidale con lo scafo, nemmeno cioè in configurazione con casamatta a brandeggio limitato, come nel caso, per esempio, del Jadpanther. Il cannone è talmente solidale con il carro che è fissato anteriormente con una specie di grosso fermo metallico, ma non è per il trasporto (fissaggio del cannone), ma proprio per le azioni di fuoco, per mantenere più stabile e allineato il lungo cannone. Questo principio di funzionamento non è un'assoluta novità: venne adottato anche da alcuni degli ultimi cacciacarri Hetzer per ragioni di economizzazione della produzione, e funzionò. A parte questo, il mezzo è dotato anche di un caricatore automatico capace di sparare a ritmi, specie in fuoco sostenuto, maggiori dei 6-8 colpi-min che in genere è possibile camerare con un carro armato col 105 mm. Qui invece si arriva a 15 colpi al minuto. La riserva di fuoco arriva a ben 50 colpi pronti al tiro, in genere 25 APDS, 20 HR e 5 WP. È il primo e più rapido caricatore automatico per un carro armato entrato in servizio, ed è facilitato dal fatto che ovviamente il caricamento è possibile da un caricatore fisso ad un cannone perfettamente solidale rispetto al primo. Come sistemi di controllo del tiro esistono due fondamentali settori: movimentazione e puntamento. La movimentazione non è banale visto che il cannone non dispone nemmeno di una limitata capacità di alzo-depressione e tantomeno di meno di brandeggio laterale. Forse almeno la prima, molto più semplice, poteva essere raggiunta, ma non è successo. La movimentazione quindi ha a che fare, in direzione, con un precisissimo sistema di controllo dei cingoli, che deve esserlo visto che non esiste nemmeno un minimo angolo di qualche grado per 'aggiustamenti' precisi dopo il brandeggio. I comandi, non sorprendentemente, sono a disposizione sia del pilota che del capocarro e consentono, in un unico complesso integrato, sia i comandi di fuoco che di movimento (cosa che nella fiction è stata solo avvicinata da Rambo III, che vedeva l'eroe guidare e sparare simultaneamente con il cannone di un T-72: questo non era possibile con il carro russo, ma lo sarebbe forse stato con quello svedese!). I bossoli vengono espulsi da dietro lo scafo, per il combattimento notturno sono previsti 2 lanciarazzi Lyran illuminanti, mentre inizialmente v'era il fucilone d'aggiustamento per la mira del cannone principale (nessuna sorpresa, dopotutto la Svezia aveva già in servizio il carro Centurion inglese). Esistono anche due mitragliatrici leggere FN sul davanti, parafango sinistro, e una sulla cupola del capocarro. Tutte si devono comunque ricaricare dall'esterno, mentre la dotazione di munizioni è di appena 2.750 colpi . I mezzi aggiornati sono stati equipaggiati di calcolatore e telemetro laser. Il pilota è a sinistra dello scafo, con un periscopio combinato con un binocolo a 1-6-10-18 ingrandimenti, mentre il radiofonista è dietro al pilota, seduto di spalle e quindi rivolo dietro al veicolo. Il capocarro, a destra del pilota e del cannone, ha un sistema di osservazione simile a quello del pilota, che in entrambi i casi ha un reticolo di puntamento incorportato: in più ha anche il sistema di mira OPS-1, stabilizzato e con campo di mira di 208 gradi.
 
Insomma, complessivamente: sospensioni idropneumatiche, doppio motore CODAG (già il diesel 6 cilindri boxer meriterebbe certamente mensione), cannone fisso, caricatore automatico per ben 50 colpi, sofisticato sistema di controllo del mezzo, pala meccanica apripista o per preparare postazioni (più grande di quelle dei mezzi sovietici), capacità anfibia, cannone a canna lunga, 3 uomini d'equipaggio etc. Sparando da postazioni interrate, in controtendenza, l''S' è quasi invisibile, mentre se spara da una postazione non del tutto adatta deve esporre una maggiore sagoma rispetto ad un carro. SopratuttoSoprattutto, però non è veloce e rapido nel cambio di posizione, difesa a 360 gradi (se sta a scafo sotto specialmente), e non può assolutamente sparare in movimento. Inoltre, come motore il mezzo è complesso ma non necessariamente adatto. I motori sovralimentati da una turbina erano una possibilità ancora relegata al mondo aeronautico (specie per la potenza in quota), ma non per i mezzi terrestri. Se per ottenere i suoi 720 hp il carro 'S' avesse ottenuto il motore H-S dell'AMX-30 non ne avrebbe certo dovuto pentirsene. L'M60 aveva un diesel da 780 hp, lo Chieftain nonostante le dimensioni doveva adattarsi ad un motore diesel boxer (come del resto anche il T-64, che se non altro era 'giustificato' dalle piccole dimensioni') che diede poca potenza ma moltissimi grattacapi tecnici. La migliore soluzione (dato il peso dell'M60 e la scarsa affidabilità della meccanica AMX-30) fu certo il motore del Leopard 1, capace di 830 hp senza soluzioni esotiche, e ottimamente affidabile, con il quale il Leopard arrivava a 65 kmh e a 600 km su strada, dunque battendo sia in velocità che in autonomia il carro S, che pure era più leggero. Chissà se gli svedesi hanno portato avanti questo complesso sistema di propulsione per necessità per mancanza di motori stranieri disponibili, oppure è stata una deliberata scelta. Anche se i due motori erano inferiori per potenza, prestazioni e autonomia a quanto offrivano i diesel già disponibili. La soluzione più semplice al problema di avere potenza e compattezza fu risolto ben più efficacemente con l'integrazione dei due tipi di motore: alla fine vennero fuori i motori turbocompressi, che a costo di un consumo speficico più alto, sono ben apprezzati: il T-72 con il vecchio motore del T-55 'turbo' è passato da 580 a 780 hp.
 
Il carro 'S', il più rivoluzionario tra i carri postbellici, ha avuto degli aggiornamenti: in particolare motori diesel e turbine più potenti e affidabili. Un altro aggiornamento, tra i vari, è stata la protezione con un sistema a 'ringhiera' che negli intendimenti funziona così: la testata HEAT arriva verso l'arco frontale del mezzo ed esplode anzitempo. Se è un proiettile perforante viene disturbato e destabilizzato nel profilo di volo. L'idea, sfruttando il lunghissimo glacis del carro è interessante, ma non può fare molto contro il munizionamento moderno senza anche un irrobustimento dell'armatura base, che però negherebbe le capacità anfibie e renderebbe il mezzo un po' sottopotenziato (in tal senso, la potenza maggiore del nuovo diesel è stata molto utile per la marcia su strada). Prove condotte nel dopo-guerra fredda hanno ridimimensionato l'efficacia della protezione dell' 'S': nonostante siano state condotte con i T-72, dotati di munizioni non certo di ultima generazione, i risultati sono stati piuttosto sconcertanti: i proiettili potevano essere deflessi e disturbati dalla 'ringhiera' e talvolta questo lo faceva rimbalzare sulla corazza: ma il più delle volte il colpo passava attraverso la corazzatura del carro svedese senza nessun problema: contro carri armati non eccezionalmente corazzati e pesanti del resto, i cannoni da 125 mm sono più che efficaci (come sperimentato anche dagli Chieftain iraniani, nonostante le loro 55 t).
 
Oltretutto, il carro 'S' è maggiormente utile come cacciacarri difensivo che come mezzo d'assalto, ma sopratuttosoprattutto come carro da combattimento in campo aperto, per cui le sue prestazioni vanno sfruttate con accortezza. Una conseguenza dei limiti di non avere una torretta è stato l'IKV-91, ovvero un carro armato leggero, pure questo anfibio grazie alle sue 20 t circa. Ha una torretta brandeggiabile, armamento stabilizzato, è anfibio senza preparazione, sistema di condotta del tiro con clacolatore di tiro, sospensioni a barre di torsione, ottima mobilità con 65 kmh di velocità massima. Ma ovviamente, questo mezzo, nato nel '68, ha anche dei limiti: il cannone, sia pure ad alta pressione, è da 90 mm, mentre la corazzatura è sottile. Così la Svezia si è ritrovata, durante la Guerra fredda con: un progetto estremamente potente senza esito, i Centurion, ben poco mobili e certo non anfibi, gli 'S' con molte virtù ma anche limiti, e gli IKV-90, mezzi che sono stati reputati complementari (ma classificati come cacciacarri) agli 'S' ma che hanno una corazza leggera e un cannone di calibro minore rispetto agli standard. Insomma, tutte e tre le componenti avevano dei limiti, e per certi aspetti l'unico dei tre che avrebbe soddisfatto per una battaglia campale è proprio il Centurion, però lento e vecchio.
 
Alla fine, tutto è stato messo d'accordo con la soluzione 'finale' per le truppe corazzate svedesiref>Nativi, Andrea: ''La nuova risoluzione sulla difesa svedese'' RID Luglio 1997 pagg51-56</ref>. Dopo avere pensato ad un nuovo carro armato, al solito innovativo, con varie soluzioni uniche, si trattava dell'MBT-2000 (abbandonato per considerazioni economiche), la Svezia si è poi decisa ad ordinare più semplicemente il solito, immancabile Leopard 2. Questo contratto ha visto contrapporsi il carro tedesco al Leclerc e all'M1A2. Il Leclerc stranamente è stato presto messo in terza posizione, pare più che altro per problemi alle sospensioni idropneumatiche (a quanto pare non è solo l'Arjun indiano a soffrire di questi problemi), ma la scelta non è stata data dalla presenza o meno di corazze DU: l'uranio impoverito non ha la fama di essere 'ecologico' in Svezia e non solo non è stato offerto, ma non è stato nemmeno richiesto dal committente. In compenso i costi sono molto importanti nelle spese di gestione, specie per il carburante. Alla fine è stato scelto il Leopard 2, simile al Leopard 2A5 (periscopio IR per il capocarro, corazze aggiuntive anteriori sulla torretta e scafo etc.) e a parte questo, miglioramenti nei sistemi di comunicazione e una maggior cura anche contro il submunizionamento d'attacco dall'alto, ovvero con una torretta molto rinforzata superiormente. Il 'pacco' d'armature arriva quasi all'evacuatore di fumi del cannone. Lo Strv-122, questo il nome del mezzo, è stato consegnato dalla Krauss Maffei dal 19 dicembre 1996, su di una fornitura prevista per 120 veicoli. Dall'31° esemplare vi sarebbe stato l'assemblaggio finale alla Hagglunds. Con questi carri e i CV-90 le unità corazzate svedesi hanno completato un notevole programma d'aggiornamento, praticamente senza paragoni nella penisola scandinava.
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Altre modifiche proposte sono state la sostituzione della mitragliera da 25mm. e le fiancate rese oblique per migliorare la protezione, ma questa linea ha portato in seguito ad un successivo sviluppo, il CV-90.
 
Poi è stata la volta del CV-90, che differentemente dai suoi predecessori non ha mancato di attirare attenzione e ordini dall'estero (per esempio, dai Norvegesi). Un mezzo molto moderno, con una sagoma bassa e una torretta con cannone Bofors da 40 mm. Gli studi iniziarono nel 1979, lo sviluppo informalmente dal 1984 e nel luglio 1985 il consorzio Hagglunds-Bofors Utveickling AB ha avuto un finanziamento di 200 milioni di corone, che corrispondono alla non esorbitante cifra di 36 milioni di dollari, per lo sviluppo dello Stridsfordon 90, ovvero il CV.90. Il contratto prevedeva la consegna di 5 prototipi e la possibilità di sviluppare una famiglia di veicoli completa, sopratuttosoprattutto per le Brigate Norrland, che come suggerisce il nome, sono destinate ad operare al Nord del grande (450.000 km<sup>2</sup>) ma spopolato (8,7 milioni) territorio svedese. Questo è caratterizzato da un freddo intenso, con foreste che ne coprono la metà, mentre la tundra, le paludi e i laghi occupano gran parte del resto. Città e territori coltivati non sono davvero predominanti, ma non è certo l'impaccio di muoversi in territori altamente antropizzati il requisito per le brigate svedesi. I problemi sono ovviamente sopratuttosoprattutto legati al movimento e alla resistenza al freddo.
 
Per equipaggiare le brigate schierate in quello che è, paradossalmente, la parte del Paese più soggetta ad invasioni (chiaramente si pensava all'URSS, con cui la pur neutrale Svezia aveva dei confini) erano state quindi costituite le brigate Norrland.
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Quanto alla mobilità va ricordato che il flusso dei gas di scarico è convogliato lungo tutta la parte inferiore destra dello scafo ed espulso poi da una griglia nella parte superiore. Questo rende possibile raffreddarlo prima dell'emissione, con un semplice stratagemma di fargli percorrere parecchia strada dissipando calore. Quanto alla squadra di fanteria, di otto soldati, è sistemata nella parte posteriore del mezzo, con un portellone unico posteriore munito di feritoie di tiro e blocchi di visione in blindovetro per la protezione del settore posteriore. I soldati sono trasportati con sedili rivoli alla murata dello scafo, quindi non è stato pensato ad una sistemazione idonea ad operare con le proprie armi da dentro il mezzo. Se per qualche ragione il CV90 fosse immobilizzato durante un'azione, allora sarebbe possibile solo difendere il settore posteriore, oppure uscire dal veicolo dal portellone posteriore; o infine, esporsi a mezzo busto dai portelloni superiori per difendere il mezzo e se stessi, ma certo non è una situazione psicologicamente buona quando fuori fischiano le pallottole. Per questo una delle innovazioni dei mezzi da fanteria degli anni '60-70 è stata quella delle feritorie di tiro: ora che il tetto era chiuso per assicurare una protezione completa, erano indispensabili per non dare al fante l'alternativa sgradevole di scegliere tra non fare nulla o esporsi (quantomeno dal dorso in sù) combattendo. Poi certo, non è che la precisione di tiro sparando dalle feritorie di un mezzo, magari in movimento, sia elevata, ma consente se non altro di combattere eventuali fanterie leggere che si avvicinino con armi controcarri a breve raggio, dalle bottiglie molotov alle granate controcarri, anche di tipo a razzo (es. le RPG); ma in pratica questo raggio d'azione utile tende a scendere di molto rispetto all'uso ortodosso delle armi da fianco o da spalla e non ha nessuna influenza contro ingaggi da lungo raggio con missili o cannoni. Nondimeno è utile in caso di combattimenti ravvicinati nelle foreste o nelle strade di una città. La decadenza di questi sistemi di combattimento 'al chiuso' è iniziata con la constatazione che bisognava incrementare la protezione dalle armi leggere controcarri, e questo di fatto si poteva fare solo con corazze che non avessero punti deboli nelle feritoie di tiro e di osservazione (o almeno così s'é valutato). Paradossalmente, è stato proprio il combattimento in centri urbani che ha condotto, piuttosto che all'esaltazione, alla negazione di questi sistemi di combattimento della fanteria. Certamente resta così aperta una questione importante, ovvero quale è la reale validità di una squadra di fanteria che non può combattere per gran parte del tempo (tantomeno in ambiente contaminato da agenti NBC). I fanti dispongono di un portello di uscita da sotto il mezzo (o di evacuazione..) al centro del vano di carico. La sagoma del CV-90 è bassa, ma larga ed è possibile organizzare una certa vivibilità all'interno del veicolo (data la latitudine, i suoi occupanti non corrono comunque rischi di colpi di calore, in ogni caso). La sagoma complessiva del mezzo potrebbe ricordare quella del BMP-2, e in effetti il design non è tanto diverso. Ma la torretta è nettamente più massiccia, perché ospita due uomini d'equipaggio e il poderoso cannone da 40 mm, con riservetta di munizioni sotto l'affusto (è montato rovesciato) è lo stesso modello approntato per il fallito (non per colpa del cannone) Sgt. York, il semovente americano degli anni '80. Ha cadenza di tiro elevata e alzo tra -8 e +35 gradi. Se quindi come depressione è superiore ai BMP (che probabilmente riescono a raggiungere solo -4 o -5 gradi, un notevole handicap tattico per sparare a scafo sotto), come alzo è appena sufficiente per la difesa contraerea, e il BMP con i suoi 74 gradi è certamente meglio attrezzato. In effetti non c'è molto da scegliere, visto che con la sua gittata di 4 km il cannone L70 ha comunque una capacità contraerea apprezzabile verso apparecchi in volo fino a circa 1-1,5 km di quota. Il magazzino dei colpi pronti al fuoco è di 3 scatole da 8 l'una, che possono essere sia colpi APFSDS da ben 1.470 ms, granate HE-T o PFHE con spoletta radar da 1.025 ms. Esistono poi una mitragliatrice installata a destra del cannone, e due gruppi di 6 mortai lancia-fumogeni sui lati della torre. Inoltre v'è un lanciarazzi Lyarn da 71 mm, tipica arma svedese, che serve per il lancio di bengala illuminanti, sistemato dietro la torretta. Nonostante questa presenza, il sistema di mira è moderno, ad immagine termica, lo UTASS (Universal Tank and Anti-Aircaft System) della Bofors, vincitore contro un analogo sistema inglese della Pilkington.
 
La torretta è piuttosto grossa e sistemata a metà dello scafo, leggermente disassata rispetto all'asse centrale, e naturalmente, nel panorama dei tanti mezzi IFV costituisce la vera novità del veicolo. Certo non così per la protezione, in quanto il peso è piuttosto modesto e questo significa che gli spessori e la massa dedicata alla protezione sono al più, nella media internazionale. Ma in termini di armamento, il cannone da 40 mm è notevole, perché con la sua granata esplosiva con spoletta di prossimità ha un raggio utile notevole contro gli elicotteri nemici, ma sopratuttosoprattutto con la sua granata perforante ha una capacità tale da distruggere senza scampo (anche senza munizioni DU) ogni mezzo corazzato leggero inquadrato, e anche i fianchi di carri armati (difficilmente incontrabili data la latitudine), visto che la perforazione dovrebbe essere dell'ordine dei 150 mm a 1 km di distanza. Questo armamento taglia le gambe a qualunque discorso sulla protezione dei mezzi corazzatia per la fanteria. Questi originariamente erano pensati per reggere il 7,62 mm e nemmeno a distanze troppo brevi, ma poi sono diventati più protetti, per esempio resistendo alle mitragliere da 14,5 mm (per gli IFV del tipo M2 Bradley) e infine resistendo (tramite corazze ausiliarie di diverse tonnellate di peso) al 30 mm dei BMP-2 allorché questi hanno cominciato a diffondersi, scalzando la minaccia delle 14,5 mm usate dai BTR. Ma contro il 40 mm, con munizioni decalibrate non c'è una protezione pratica sufficiente. Il cestello della torretta con i due occupanti non è di poco conto, e c'è voluta una notevole fatica a farlo coesistere assieme al plotone di fanti appena dietro. Il cannone da 40 mm costa caro e la soluzione non si è dimostrata univoca. Uno dei pochissimi altri mezzi ad usarlo è il nuovo (presentato attorno al 2003) veicolo sudcoreano, che ha anche due lanciamissili TOW come sul VCC-80. Il fatto che fin dall'inizio il CV-90 fosse pensato per ospitare due tipi di cannoni (l'altro è il 25 mm) ha migliorato l'economicità dell'operazione.
 
A parte questo la guida del CV90 è agevole, anche se ancora vi sono le due leve di guida piuttosto che il volantino. Vi sono due pannelli di controllo per i dati e gli allarmi, e anche uno per l'attivazione del sistema NBC. La visuale è garantita da 3 episcopi sostituibili da visori notturni IL. Il Lyran non serve molto alla guida, ma piuttosto alla ricerca, in situazioni particolari, di bersagli: la camera termica è solo di puntamento e il capocarro per guardarsi attorno ha solo gli iposcopi, che danno una copertura completa senza ruotare la torretta, ma non sono muniti di capacità notturna. In ogni caso, questa era la configurazione dei prototipi: per esempio le leve di guida potrebbero essere state sostituite da un volante a farfalla (in effetti, il BMP-1 introdusse in tempi remoti il volantino di guida, alleviando la fatica del guidatore). La velocità di 70 kmh su strada è raggiunta agevolmente.