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Ceramica a Pisa/Contatti con ceramiche di importazione: differenze tra le versioni
Ceramica a Pisa/Contatti con ceramiche di importazione (modifica)
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, 5 anni fa→Usi delle ceramiche importate
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[[File:Brocca triansata - maiolica monocroma - Spagna meridionale (al-Andalus) fine XI - inizi XII secolo (piazza Dante, Pisa) - Museo Nazionale di San Matteo.jpg|thumb|Brocca triansata in maiolica monocroma dell'al-Andalus importata tra la fine dell'XI - inizi del XII secolo per la mescita di liquidi sulla tavola.]]
Le ceramiche giunte in città tra il Mille e il Trecento hanno trovato due impieghi distinti. Alcune, sono state usate in casa sulla tavola, sia in forme aperte (prevalenti) sia in forme chiuse (boccali, alberelli, etc.)<ref>L'
[[File:Scodella - maiolica a lustro metallico - Muscia (Spagna), primo quarto XII secolo (chiesa di Sant'Andrea Forisportam, Pisa) - Museo nazionale di San Matteo.jpg|left|thumb|Scodella, maiolica a lustro metallico Murcia (al-Andalus) usata nel primo quarto del XII secolo come bacino ceramico nella chiesa di Sant'Andrea Forisportam.]]
Altre invece, tutte forme aperte variamente rivestite quali scodelle, catini, piatti, ciotole,
Ad esempio, lo storico dell’arte Gaetano Ballardini affermava che l’impiego architettonico di tali ceramiche proveniva da usi radicati in età più antica<ref>Ballardini 1929, pp. 113-121.</ref>.
Un'altra ipotesi vede l’apposizione di tali manufatti nelle chiese pisane come esaltazione della potenza militare della Repubblica reduce da alcune vittorie nei confronti di popoli islamici. Ad esempio nel 1087 una spedizione pisana compì una razzia a Mahdia (Tunisia), e con il bottino si finanziò la costruzione della chiesa di San Sisto.
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