Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Sudafrica-2: differenze tra le versioni

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Le missioni all'estero sono una vera novità per il Sudafrica. Ironicamente, visto che fino a pochi anni fa Pretoria aveva i suoi uomini in Namibia e spesso anche in Angola. Stavolta però sono missioni sotto controllo ONU. Nel 2006 si è arrivati a ben 4.000 uomini così destinati; nel 2007 si è scesi a 2.700 e nel 2008 ci si aspettava di attestarsi a 3.000 circa.
 
Un altro aspetto è l'industria locale. Come si è detto, questa ha fatto cose egrege durante l'autarchia dei tempi dell'Apartheid. Ma tenere il passo delle attuali sfide tecnologiche è difficile e costoso. L'export non è sufficiente per alimentare tali attività di R&S, specie considerando il sostanziale fallimento di programmi chiave come i Rooivalk, sconfitti in Malaysia e da ultimo, in Turchia (in cui il rivale era l'AW.129, a sua volta con l'acqua alla gola). Circa 20 anni fa l'industria della Difesa era costituita da qualcosa come un migliaio di ditte con 80.000 dipendenti. Adesso quest'armata è ridotta a circa 15.000 impiegati e sopratuttosoprattutto, ad appena un'ottantina di aziende. Poi, il problema è che molte di esse non sono più realmente sudafricane, per esempio la Saab controlla varie aziende tra cui il 20% di Denel aviazione (con la possibilità di arrivare fino al 70%), la Zeiss nel settore ottiche è in unione con la Denel per il 70% e la Rheinmetall controlla il settore munizioni; poi c'è la BAe per la OMC e la Thales per la specialista dell'elettronica navale, ovvero la ADS; infine, per Denel Dynamics c'è da scegliere tra Bofors e la MBDA quale patner. Tra le poche aziende ancora 'di casa' c'è la Reutech e la ATE. La Denel ha visto poi la partenza del suo maneger Liebenberg niente di meno che per il gruppo Rheinmetall, mentre la fine dei programmi SDP potrebbe privarla di un carico di lavoro e di sviluppo che, assieme alla sua scarsa efficienza, causa non poca preoccupazione. Malgrado tutto, nel 2007 è stato registrato un totale di commesse di 10 mld di rand, di cui 4 per l'esportazione. Un volume d'affari pari a oltre un terzo del bilancio complessivo per la Difesa, che tra l'altro non ha 'correttivi' fantasiosi, come quelli dei sostegni all'industria ecc per la maggior parte degli impegni, incluse le missioni all'estero. La vetrina di tali attività è l'Africa Aerospace &Defence, usualmente tenuto sulla base dell'aviazione di Ysterplaat, vicino a Città del Capo. Questo salone è molto importante per tastare il polso ad un intero continente, con circa 200 espositori di 30 Paesi diversi, spesso sconosciuti nei più celebri saloni europei o asiatici, da IDEX a Satory. Molti i professionisti in visita (nel 2008 si parlava di 15.000) e numerosi i cittadini 'comuni', specie durante l'attività aerea.
 
Ma cosa comprano e vendono i mercanti di armi nell'Africa sub-sahariana? Gli USA stanno costituendo l'AFRICOM, il comando apposito, voluto da Bush (e visto non senza ragione come fonte di ingerenze estere, proprio come del resto gli USA hanno fatto per decenni nell'America Latina e centrale in particolare). Questo crea preoccupazione. I costi delle materie prime sono saliti di molto, e questo consente un certo margine di spesa. Per arginare l'ingerenza americana, ma senza poter comprarne in ogni caso i costosi prodotti. Gli USA fanno quasi esclusivamente articoli 'gold plated', che costano troppo per le tasche di qualunque nazione della regione, cosicché possono proporre macchine usate a buon prezzo, come i CH-47D Chinook, che comunque costano circa 20 mln di dollari l'uno, più l'eventuale aggiornamento allo standard F; oppure aerei civili militarizzati della famiglia Boeing 737; o anche proporre degli UAV come lo Scan Eagle, se non addirittura i 737 come AWACS, un piano che Pretoria gradirebbe, ma come Roma, non ha mai avuto denari per attuare.
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La patata più bollente, però, è la sostituzione degli Oryx, ovvero i cloni locali dei Puma, molto amati, molto usati ma oramai vecchie. Dei circa 50 elicotteri ancora presenti, in aggiornamento sull'avionica, circa 40 sono operativi. Con gli aggiornamenti del caso si potrebbe tirare avanti fino al 2020, ma in realtà la sostituzione potrebbe partire prima, dal 2012. Questo fa sì che già l'AW potrebbe proporre l'AW-149 e il più grosso AW-101 (ex-EH101), oppure (anche qui con la partecipazione AW, quindi Finmeccanica) l'NH-90; gli americani della Sikorsky propongono versioni del Blackhawk, potente ma oramai non più tanto aggiornato (forse arriverà anche l'offerta per l'S-92). Tutte macchine complesse e costose, che fanno capire come il tempo in cui si potesse, con pochi soldi, comprare una forza di elicotteri moderni e capaci sia un tempo passato. Anche per questo vengono proposti dalla ATE i kit per modificare i Mi-24 allo standard Mk-4 Super Hind, successivo all'Mk-3. La trasformazione, si spera, riuscirà esteticamente più accettabile, al di là dell'efficienza i Super Hind realizzati fin'ora sono decisamente velivoli sgraziati. Stavolta si prevede la ricostruzione con tanto di un nuovo missile, lo INGWE. Altra proposta per i tanti clienti degli elicotteri russi è il kit per modernizzare il Mi-17.
 
Un settore particolarmente in voga è quello degli UAV: la ATE ha proposto il 'Vulture', già esportato con licenza di produzione inclusa, non è noto a chi. La Denel è invece responsabile del programma Seeker I, II e adesso, 400, l'ultimo dei quali capace di missioni 'quasi-strategiche', con 16 ore di autonomia e la capacità di essere controllato fino a 250 km dal punto di controllo diretto o addirittura 700 km con un sistema di controllo disgiunto dalla batteria di lancio; esso ha un carico utile di ben 100 kg su due baie diverse di cui una per un IRST e un'altra per un radar SAR (tra i carichi possibili). Il velivolo ha quindi capacità elevate, stando a circa 6.000 m di quota può controllare in maniera continuativa una vasta zona. E' proposto sia per l'export, per cui è nato, che alla SAAF. Non mancano il Male Bateleur, il radiobersaglio Skua e i mini-velivoli come il Kiwit, tutti programmi in corso di sviluppo o già in produzione. Il Sudafrica è purtroppo afflitto da un tasso di violenza allucinante, che costringe a reclutare anche 5.000 poliziotti all'anno. I Mondiali del 2010 apriranno le porte tra poco più di 12 mesi e getteranno luce con il loro carrozzone mediatico su di un Paese di cui non si parla quasi più dal 1994. Gli elicotteri sono usati per questioni di ordine pubblico, ma costano molto e spesso si possono sostituire dato che eseguono sopratuttosoprattutto azioni di sorveglianza. Gli UAV sono i candidati ideali per pattugliare le zone interessante dagli incontri di calcio. Tra i candidati anche il Desert Hawk di Lochkeed-Martin.
 
I programmi aerei sono poca cosa: i 24 Hawk sono già tutti consegnati, riducendo il numero dei reparti d'addestramento e COIN in misura drastica, essendo appena un decimo dei vecchi Impala. I primi 4 JAS-39 sono stati consegnati proprio per l'AAD edizione 2008, tutti biposto; altri 5 sarebero seguiti nel 2009 e poi sarebbe stata la volta dei 17 monoposto, completati entro il 2012. Data l'obsolescenza della linea trasporti sono stati considerati e ordinati, come successori dei Transall, 8 grandi A.400M, possibilmente consegnati dal 2011, mentre esiste la possibilità di arrivare a 14 aerei. I vecchi Turbodak (C-47 con motori a turbina, realizzati una ventina d'anni fa), invece, sono ancora in uso senza un successore previsto. Ve ne sono anche in configurazione ELINT e pattugliamento marittimo. Chissà se arriveranno ai 100 anni di servizio. Intanto, i vecchi C-130B (usati come pattugliatori) necessitano, come i C-47, di un sostituto, per il quale sono in considerazione il C-295 e il C-27J. Quanto agli elicotteri, da segnalare che la Polizia aveva interesse a sostituire per i mondiali i suoi BO105 con la solita competizione tra Eurocopter e AW.
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La riorganizzazione comprende anche i materiali, in particolare il pensionamento dei gloriosi ma vetusti Ratel. Il programma HOEFYSTER ha prodotto il BADGER. Segno dei tempi, difficilmente immaginabile 20 anni fa, il successore dei Ratel è un veicolo finlandese, il Partia AMW 8x8, armato peraltro di una torretta Denel del tipo LCT, ben corazzata e profilata e con un moderno sistema di visione giorno-notte con periscopio panoramico. Il cannone di bordo è un potente GI-30, che sembra rimpiazzerà il previsto Bushmaster Mk-44. In ogni caso usa le munizioni 30x173 mm, solo che è un'arma nazionale e il suo doppio sistema d'alimentazione ha la caratteristica di essere senza nastro, con vari vantaggi in termini di reattività e sicurezza d'impiego. I primi 264 IFV saranno consegnati, se tutto va bene, dal 2012, anche in versioni specializzat come i mezzi comando e i portamortaio. Insomma, è l'equivalente del VBC Freccia attualmente in acquisizione nell'E.I. Questo è il corazzato più pesante, perché i vecchi Olifant Mk IB per ora saranno solo aggiornati alla versione Mk II. In tutto saranno solo circa 30 carri, mentre gli altri 130 Mk IA e B saranno in parte mandati in riserva. Il programma AORTA era originariamente previsto nell'SDP e giustamente con tale programma si prendeva in considerazione di sostituire il vecchio carro con un nuovo MBT (90-110 esemplari). Forse un giorno si riprenderà in considerazione, se davvero i carri saranno ancora considerati utili. Quanto alle Rooikat, esse sono abbastanza numerose e moderne, ma dopo il fallimento delle versioni contraerei (non passate in produzione) ci si aspetta adesso l'aggiornamento di 80 mezzi circa, con un programma comunque limitato rispetto alle offerte dell'industria. Molto più impegnativo sostituire i circa 5.000 SAMIL 50 (4x4) e 100 (6x6). Si voleva farlo con il programma VISTULA, inizialmente basato su 796 veicoli 6x6 con opzione fino a 3.000 esemplari. Stranamente, stavolta erano favoriti i tedeschi della MAN, ma il programma è confuso e per ora non si capisce bene chi la spunterà (a fine 2008). Da questo mezzo, di cui non è chiaro nemmeno le dimensioni e il peso, si estrapolerà (programma SAPULA) un APC blindato e armato forse con la Land Rogue da 12,7 (la versione terrestre della torretta Sea Rougue), onde rimpiazzare 170 Casspir e 220 Mamba. Nel contempo, curiosamente, mentre questo programma langue vi è il successo per l'RG-31 (il Mamba, ma non lo stesso di cui sopra). Esso è un veicolo da trasporto corazzato e con protezione antimina, molto robusto. Proposto dalla BAe Systems (avendo comprato OMC), esso è stato sviluppato per il requisito 'Ridgback' del British Army. Non bastando più i gipponi blindati, oramai si pensa a dei veri camion blindati. 1.388 di questi colossi (ampiamente dotati di blindovetri) sono stati consegnati a ben 12 nazioni e altri 984 sono in ordine. Non è chiaro se questo include anche 440 Mk-5E di un nuovo e prestigioso cliente, l'USMC. Vi sono poi i blindati leggeri Maverick della Paramount Group, furgone blindato per la polizia.
 
Le artiglierie sono rappresentate dal programma MUSUKU, che la Denel intende onorare con il suo nuovo cannone leggero LEO da 105 mm. Anche più interessante la versione terrestre su scafo LAV (e forse successivamente, Badger) e il piccolo cannone-mortaio M10 BLLR, che nonostante i 60 mm di calibro raggiunge 6.000 m. Esso è successore dell'M6 ed è la seconda arma di questo tipo nata dopo il Brandt sistemato nelle blindo AML-60 (Eland). Elevazione e sparo possibili tra -4 e +70°. In futuro si prevede sia sistemato sul Badger. Scendendo ancora di più nel calibro, vi sono una vastità di armi portatili. La Gemaco Elbree e la Denel hanno in catalogo il fucile modello 'Aliens 2', il NEOPUP. Esso ha peso di appena 6 kg per offrire il fucile e lanciagranate da 20x42 mm di calibro. Questo è molto inferiore rispetto a precedenti realizzazioni e rende più sensato pensare ad un fucile+lanciagranate integrale. I proiettili sono leggeri ma con le tecnologie moderne sufficientemente letali e hanno un caricatore da 6 colpi rotativo, v. 310 m.sec/s e gittata di 1 km. La Travelo ha in catalogo il Raptor, ennesimo fucile convenzionale da 4,6 kg. Entrambi potrebbero essere i sostituti, dopo il 2015, del G-4, per ora solo ammodernato (programma Warrior). I fucili anti-materiali sono oramai passati dal 12,7 al 14,5 e persino al 20 mm. Il fucilone NTW-20 è disponibile nei calibri 14,5x114 mm, il 20x82 mm (maggiore potenza esplosiva) e il 20x110HS, il più potente.
 
 
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Il sistema di lancio è su lanciatori ad 8 celle per il tipo navale e 4 per i mezzi terrestri.
Da notare che si tratta di sistemi a lancio verticale, il che non è scontato per un missile a guida IR, che necessita di un aggancio dopo il lancio, cosa difficile da ottenere e realizzata grazie ad un sistema INS che porta l'arma a 'guardare' proprio dove gli è stato indicato, e il sistema datalink consente di aggiornarlo fino all'ultimo, aumentandone il raggio pratico. Il sensore è un IR bicolore, derivato dall'AAM U-Darter (ultimo di tanti sistemi sudafricani). Una volta agganciato, il bersaglio ha poche chances di scampo, con sistema di manovra doppio, aerodinamico (con alette posteriori) e di vettoriazione della spinta, per un totale raggiungibile di 40 g (quasi 400 m.sec/s) di accelerazione: il missile quindi, può subire sollecitazioni pari a 40 volte il suo peso. Il sistema di tiro è basato su di un radar 3D e permette l'ingaggio di 8 bersagli simultaneamente, testato (non è chiaro con quanti) bersagli Skua (sempre della Denel) nel 2005. Per sviluppare ulteriormente l'Umkhonto ulteriormente è stato previsto il tipo NG o -R, che ha un booster di accelerazione e un radar attivo; dovrebbe pesare 65 kg in più con una lunghezza maggiore di 98 cm, mentre la gittata e la quota arrivano probabilmente a 25 e 12 km. Così si fa praticamente un'alternativa all'ASTER-15, ma più piccolo. Questo tipo di arma, decisamente moderna, potrebbe essere un'alternativa ai tipi europei, americani e russi. I Finlandesi hanno ordinato i sistema IR per le 4 corvette Hamina già nel 2002, e poi altre due in versione posamine, nel 2006. I Finlandesi sono gli ItO 2004. Nel frattempo, nell'esercito il missile sta entrando in servizio con batterie con 4 lanciatori quadrinati e un radar 3D, il tutto coordinato da un'unità comando. Il Brasile è interessato a sua volta al sistema per la portaerei S.Paolo, e così la Svezia per le Visby. Il Brasile è interessato anche allo sviluppo del sistema radar.
 
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*Serventi:8
*Alzo -3/+75°, brandeggio 65-82° a seconda dell'elevazione
*Cadenza: 3 c./min
 
Pare che sia stato fornito anche all'Esercito irakeno. La versione originale era da 45 calibri, ma il tipo G5-2000 è da 155/52 mm, raggiungendo così gli ultimi standard della tecnologia delle artiglierie. La versione aumenta ancora la gittata: rispetto al tipo standard da 30 km e 39 km del tipo BB, adesso vi è una gittata massima di ben 50 km. Con la sua APU il G-5 ha 16 kmh di velocità massima e può sia muoversi che scavare posizioni. In versione semovente è installato su chassis OMC 6x6 e per la richiesta dell'India su di un autocarro 4x4, costituendo la versione T5-2000, un autocannone che segue le nuove tendenze al 'leggero e rapidamente trasportabile'; infine è stato installato con torretta che di per sé è installabile su qualunque mezzo (è la T6), tanto che ha trovato una pronta applicazione su di un T-72.
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La versione semovente G6 è operativa con Oman, Sudafrica e UAE. Prodotto dal 1987, è un bestione da 47 t, nonostante sia solo un mezzo 6x6. Dimensioni 10,4 x 3,4 x 3,5 m e sei membri di equipaggio. La versione 3-5 o G6-52 ha la torretta con il pezzo a canna prolungata. La cadenza di tiro aumenta a 8 c./min, mentre nel tipo precedente era di 2 c./min sostenuta, max 4 o anche 6 c./min (G6 M1A3).
 
La gittata è, per il G6:
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Sono disponibili 47 colpi a bordo , 50 cariche e 64 spolette; il mezzo con i suoi 525 hp riesce a raggiungere 30 kmh fuoristrada e 85 kmh su strada. La precisione è dello 0,1% in direzione e lo 0,48 in raggio d'azione. In tutto, come già spiegato precedentemente, si tratta di un mezzo formidabile, e ancora altamente mobile. Lo chassis è pesantemente protetto anche da mine.
 
Attualmente è prodotto dalla LIW (Denel). Le versioni son la G6, la G6 M1A3 per gli UAE, i G6-52 (23 litri) e G6-52 ER (25 litri). Gli ultimi modelli hanno l'equipaggio ridotto a non più di 5 elementi e la velocità di fuoco di 8 c./min fino a 67 km, velocità fuoristrada fino a 70 kmh e ha la capacità MRSI (Multiple Rounds Simultaneous Impact) con la coordinazione di pezzi distanti fino a 25 km.
 
Infine vi è la G6 Marksman, la torretta britannica già proposta per parecchie nazioni su scafo di carri, con il nuovo cannone. La distribuzione dei G6 è di 43 mezzi per l'esercito Sudafricano, 78 per gli UAE e 24 per l'Oman. Non un grande successo, ma comunque di rilievo nell'era della smobilitazione post-Guerra fredda.
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Le novità per il Valkiri sono che attualmente è considerato disegnato dalla Denel, più precisamente dalla Somchem (una sua divisione). Il peso è di 6,4 t e il mezzo ha un equipaggio di 2 soldati. Il raggio utile è fino a 36 km con le nuove munizioni. Esso venne sviluppato fino al 1981, prima di entrare in produzione e in servizio, combattendo (come i G6 di pre-produzione) contro i marxisti durante le operazioni del 1987 e 1988, con le operazioni 'Hooper' e 'Modular'. I razzi sono lunghi 2,68 m e di calibro pari a 5 pollici (127 mm).
 
Quanto ai cannoni '''G7''' sono il frutto del programma LEO (Light Experimental Ordnance) e sono stati progettati dalla Denel, sono armi leggere da 105 mm, che tuttavia hanno peso di ben 3.800 kg. È un peso molto elevato per un'arma da 105 mm. Le dimensioni sono 6,9 x 2,01 x 2,1 m. Il cannone ha lunghezza di 52 calibri. L'equipaggio è di 5 serventi, l'alzo di 5/+75°, azimouth 80°, cadenza di 6 c./min, velocità iniziale 950 m.sec/s. Quest'ultimo valore rende senso al peso e al costo dell'arma: raggiunge ben 32 km di gittata con i tipi BB. Su scafo LAV III è stato offerto (con la partecipazione della G.D.L.S. americana) all'US Army. La torretta è speciale a sua volta, senza equipaggio così da rendere il peso pari a sole 17,5 t pieno di munizioni, così da essere trasportato dal C-130. Le brigate Stryker sono possibili clienti di questo tipo di cannone/obice: i pezzi attuali sono troppo pesanti da portare sul loro scafo e troppo lenti da trainare. Numerosi i Paesi che mostrano interesse per questo potente cannone campale, incluso l'USMC. La Denel lo offre anche all'esercito su scafo Rooikat. L'ARMSCOR (che è l'agenzia sudafricana per il 'procurement') ha dato incarico alla Denel per sviluppare il G7 in una versione 'avanzata' (AMLAGC), per sviluppare ancora di più le sue capacità, aumentare la portata a 36 km con le V-LAP, pur riducendo il peso a 2,5 t.
 
 
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Dimensioni: 3,6-4,3 kg a seconda delle versioni: lunghezza 740/1.005 mm (R4), 565/805 mm per l'R6. Lunghezza dela canna: 460 mm (R4), 332 (R5), 280 mm (R6).
 
Funzionamento: 5,56 x45 mm NATO, 600-750 c./min (R4), 585 (R6), v.iniziale 980 (R4), 920 (R5), 825 mm (R6). Raggio: 300-500 m di tiro utile. Alimentazione con caricatore da 35 colpi.
 
 
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Un tipo più recente è il Vektor CR-21, disegnato nel 1997. Pesa appena 3,72 kg tutto compreso ed è lungo 76 cm, di cui 46 per la canna. V.iniziale 980 m.sec/s, cadenza 700 c./min, caricatore dell'R4. Quest'arma è molto più corta della precedente, essendo in configurazione bullpup, ovvero con l'otturatore messo 'dentro' il calcio. È simile ad armi come il Tavor TAR-21 o l'SA80, per essere sia corto come una carabina, che potente (v.iniziale) come un fucile d'assalto. Per il resto, meccanicamente è un derivato dell'R4, con ampio uso di polimeri, tanto che solo la canna è la parte metallica esposta all'esterno, con un soppressore di vampate integrali. Vi è un'ottica 1x con reticolo illuminato (senza batterie). Vi è anche la predisposizione per un lanciagranate M203 e all'interno dell'arma vi sono anche gli strumenti per la manutenzione. Tuttavia, questo moderno fucile non ha trovato acquirenti a tutto il 2005.
 
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*Dimensioni: 18,73 tutto compreso, 16,39 per la fusoliera, diametro rotore 15,58 m, altezza 5,19 m
*Pesi: 5.190-8.750 kg
*Motore e prestazioni: 2 Turbomeca Makila 1K2 da 2.301 shp l'una; 1.469 kg di carburante interno; v.max 309 kmh, raggio 700 km, max 1.130 km; quota 6.000 m, salita 13,3 m.sec/s.
*Armamento: 1 cannone F2 da 20 mm, 700 cp; 8 ZT-6 ATGM a lungo raggio (max 16 senza razzi); 4 Mistral, 36 o 72 razzi da 70 mm.
 
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Quanto al missile MOKOPA, esso è in ASM controcarri, usato per i Rooivalk come successore degli ZT-2 Swift (vi sono foto anche di elicotteri con i missili Hellfire). Lo sviluppo cominciò nel novembre del 1996 da parte della Kentron, attualmente Denel. Infatti gli USA continuavano a mettere sotto embargo il Sudafrica in termini di forniture d'armi; questo non impressionò più di tanto gli 'indigeni' che si imbarcarono nello sviluppo di un missile persino superiore. I primi tiri dagli elicotteri iniziarono già ne l 1999, con un primo lancio guidato nel 2000; nel 2005 lo sviluppo era già completato e qualche anno dopo sono seguite le consegne per diventare operativo entro il 2008, un risultato che, nonostante i ritardi, è davvero di rilievo (si pensi al fallimento del TRIGAT europeo nel contempo).
 
Esso è un missile con un sistema di guida semiattiva con laser (SAL), ma sono anche previsti sistmi alternativi IIR e MMW. È possibile usare due modi di lancio, l'aggancio prima del lancio (LOBL) e sopratuttosoprattutto, quello dell'aggancio del bersaglio dopo il lancio (LOAL). Questo consente di passare il missile da una piattaforma all'altra e di tirare da posizioni defilate. Il missile è stato sperimentato anche da veicoli blindati leggeri e navi o battelli, tanto che esiste una testata antinave specifica. Normalmente, invece, è una HEAT in tandem, che combinando l'effetto delle due ogive raggiunge oltre 1.350 mm di acciaio (!), un valore che la dice lunga sull'efficienza delle moderne testate HEAT (anche degli altri missili contemporanei), e superare anche difese costituite da ERA. Gli elicotteri navali dovrebbero essere comunque clienti validi anche per la versione antinave elilanciata. Le prestazioni sono persino superiori a quelle dello stesso Hellfire: il raggio è dichiarato in 10 km, contro 7-8 delle varie versioni dell'arma americana. Come l''''Ingwe''', altro ordigno della Denel, è molto preciso: alla massima gittata, 10 km, ha un'accuratezza di 300 mm, un risultato veramente impressionante anche per armi necessariamente precise come i missili controcarri (i cui bersagli sono sempre molto piccoli). Il motore è della Somchem, che ha una combustione lenta e priva di fumo. Da notare che la Denel ha anche questo secondo tipo di missile, che è pure un'arma molto moderna e precisa. Questo, nonostante che la Denel abbia problemi di efficienza rispetto agli anni trascorsi.
 
*Dimensioni: 1,995 m x 178 mm
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Per quello che riguarda il test, è chiaro che non ci sarebbe di che stupirsi se Israele avesse commissionato un esperimento congiunto con i Sudafricani, visto che è una potenza atomica da decenni e nondimeno, non ha mai fatto esplodere un ordigno sul suo territorio. Quanto ai Sudafricani, i loro Camberra B.12 dello squadron 12 erano i vettori principali delle armi atomiche sudafricane, sebbene non propriamente modernissimi, ma affidabili e con parti di ricambio disponibili in parecchie nazioni, differentemente da Shackleton e Buccaneer, gli altri candidati; tanto che il primo dei due era stato addirittura messo a terra per il rifiuto britannico di fornire le parti di ricambio; inoltre il Camberra aveva un'alta tangenza operativa e raggio d’azione, anche più del Buccaneer e del Cheetah (Mirage), nonché più spazio interno per vari tipi di sistemi di controllo collegati alle armi nucleari, anche perché il vano portabombe rotante del Buccaneer avrebbe dovuto essere altrimenti pesantemente modificato per ospitare i grossi ordigni a fissione costruiti. Non solo, ma all’epoca i Sudafricani si stavano persino premurando di preparare un sistema missilistico ICBM, prima in concorrenza, poi in unione con le armi nucleari, che del resto erano le sole che potessero dargli una reale validità operativa. Ma per questo ci volevano testate più compatte, e i missili, tra cui lo RSA-4, si pianficava che avrebbero avuto una testata da 700 kg nucleare. da portare in ogni zona della Terra, magari anche a Mosca o Londra. Incredibilmente, una tale minaccia di WMD è rimasta indifferente alla comunità internazionale, mentre adesso si grida allo scandalo ogni volta che Iran o Corea lanciano qualche tipo di missile ben meno capace. Poi, sembra chiaro anche se no vi sono prove precise, che nel supporto al programma nucleare sudafricano, come in tante altre cose, vi fosse la fattiva collaborazione israeliana, nonostante la Risoluzione 418 del 4 novembre 1977 che poneva il Sud Africa sotto embargo, anche nucleare. Nondimeno, Israele vendette nel 1977 30 grammi di trizio in cambio di 50 t di uranio sudafricano, e poi collaborò allo sviluppo del missile balistico RSA-3; ma è anche sospettata di avere ceduto preziosa tecnologia nucleare per aiutare i sudafricani nelle loro operazioni di sviluppo e produzione per le loro 6 bombe A. Questo era stato rumoreggiato a lungo, e nel 2000 tale Dieter G, spia sovietica ed ex-comandante della Marina sudafricana, affermò che Israele aveva anche acconsentito nel ’74 ad armare il Sudafrica con 8 missili Jericho con cariche ‘speciali’ nelle loro testate (non convenzionali).
I Sudafricani necessitavano delle armi non convenzionali sopratuttosoprattutto nell’ottica della deterrenza contro l’ingerenza sovietica nei loro riguardi, in tre fasi: la prima sarebbe stata quella di non negare di avere armi, la seconda di rivelarla, la terza di usare un test dimostrativo tanto per capire che aveva la capacità di usare armi atomiche e la volontà di farlo, così nel 1988, durante il confronto, si ebbe la volontà di riaprire la galleria di collaudo di Vastrap, abbandonata anni prima. Nel 1989 venne completato il reattore di Advena v’era la volontà di usare missili a lunga gittata con le nuove testate nucleari.
Invece, la scelta di rinunciare all’arsenale atomico del presidente FW de Klerk nel 1990 cambiò le cose e il Sudafrica scelse di abbandonare il suo programma atomico e di partecipare attivamente alla non proliferazione nucleare, oltre che abbandonare il regime razzista dell’Apartheid. Con la firma del trattato di non proliferazione del 1991 le bombe vennero distrutte e nel 1993 venne dato accesso all’AIEA ai siti nucleari sudafricani. Nel 1994, il 19 agosto, venne confermato che le bombe erano state smantellate e il Sudafrica divenne dal 1995 un protagonista della non proliferazione nucleare, con il trattato di Pelindbada del 1996 e altri successivi.
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Le attuali F.A. Sudafricane sono state ridenomate come SANDF (South African National Defence Force ), mentre tra il 1957 e il 1994 erano le South African Defence Force (SADF).
Usate sia all'estero (Namibia e Angola) che per reprimere le opposizioni interne all'Apartheid, le SADF sono state il fulcro delle operazioni dei tempi di guerra. Attualmente sono usate sopratuttosoprattutto per compiti di sorveglianza e sicurezza.
 
La gerarchia è costituita da: Presidente (Comandante in Capo), Capo del CSM, dell'Esercito, Aviazione, Marina e Corpo Medico. Sotto il comando del CSM (Chief of Defence Staff) vi sono i comandi del Personale, Intelligence, Operazioni, Logistica, Finanza.