Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Romania: differenze tra le versioni
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==1989-1992<ref>Rollino, Paolo: La difesa rumena, Panorama Difesa, settembre 1992 pagg.16-21</ref>==
Questi anni sono importanti per fare il punto della situazione. Anzitutto in termini generali dello strumento militare, la Romania ha conosciuto un profondo mutamento, dovuto agli sconvolgimenti politici di quel periodo. La rivoluzione che ha visto il Paese nel 1989 è stata un punto cardine. La famiglia Ceaucescu era la vera 'signora' della Romania, con ville, lussi, corruzione, accumulo di ricchezze che erano sempre più ingiustificabili per la nazione, non propriamente ricca, e al di là di ogni seria necessità. La rivolta popolare, esplosa dopo i morti di Timisoara (e alcune 'messinscene' di cadaveri presi dall'obitorio di un ospedale e utilizzati a beneficio della televisione) fu un miscuglio di molte motivazioni, non tutte propriamente cristalline, alla fine vide i Ceaucescu in fuga
Finita questa brutta pagina di violenza e morte, la Romania si diede da fare per creare un regime che la facesse uscire definitivamente dalla dittatura e la liberasse dai legami con il passato in maniera stabile. Uno dei cambiamenti fu nelle forze armate, prima 'politicizzate' e poi epurate dagli elementi e strutture 'ideologiche', per farle diventare a tutti gli effetti 'apolitiche' come dovrebbe essere in uno stato 'normale'. La Romania, una volta sciolto il Patto di Varsavia si è trovata in una condizione di libertà mai avuta prima, e a far tempo dalla fine del 1991 ha aderito alla carta dell'ONU, ha riconosciuto la preferenza per mezzi diplomatici su quelli militari nel risolvere controversie, ha rinunciato a qualunque arma nucleare, ha annunciato di non avere nemici o potenziali avversari.
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