Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Pakistan: differenze tra le versioni

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Ma la IAF non rimase né a gloriarsi né a dolersi per i suoi risultati, tanto che presto ebbe molti nuovi programmi di aiuto da parte britannica e sovietica. La percentuale del PIL destinato alla difesa in quello che restava un Paese poverissimo e iperpopolato aumentòdal 2,1% del '61-62 al 4,5% del '64-65. Questo aiutò lo sforzo, già in atto, di modernizzare le ingenti forze armate indiane.
 
Ecco come queste ultime si svilupparono. Dopo la guerra del '47-49 stabilirono di avere 20 squadroni da caccia con 100 Tempest e Spitfire, più 40 B-24 ex-USAAF. Nel '48 arrivarono, comprati dal novembre di quell'anno, i D.H. Vampire che come primi aviogetti indiani equipaggiarono il 7th Sqn, il primo di tutta l'Asia su jets. I Vampire divennero presto obsoleti, ma dei circa 500 comprati gli ultimi vennero radiati solo nel '92, prendendo parte anche al servizio con la Marina. Seguiranno poi i robusti Ouragan, chiamati Toofani, 104 nel periodo di servizio 1953-67, e i più veloci Mystere IVA, dal' 56 giunti in 120 esemplari, radiati nel '74. I Mystere erano equivalenti degli F-86 ma con cannoni da 30 mm e prestazioni di tutto rispetto. Dal '57 giunsero anche i similari, ma ancora più armati, Hunter Mk.56, ben 183 jets, e i Camberra, altri 93 reattori di fornitura britannica. Numero e qualità erano tali da rendere da soli possibile la creazione, con questi due tipi di apparecchi, di una forza teoricamente superiore all'intera PAF. Ma non era finita nemmeno con questi acquisti, in quanto il caccia Folland Gnat, prodotto su licenza (come anche i Vampire) venne messo in servizio tra il 1957 e il 1962 in ben 238 esemplari. Se si considerano le sue eccellenti prestazioni e agilità, questo da solo era un velivolo di assoluto interesse. L'Aviazione della Marina, grazie alla disponibilità di una portaerei, si interessò di caccia a reazione e nel 1961-66 comprò 81 Sea Hawk, 16 dei quali erano tipicamente imbarcati. Il pesante caccia Marut era in valutazione nel '65, mentre l'addestratore HJT-16 Kiran era in sviluppo, tanto che la produzione partì nel '68. La prima linea era stata arricchita quindi, in pochi anni, di oltre 1.300 jet da combattimento (ben più anche di quelli entrati in servizio nell'AMI durante lo stesso periodo di tempo), contro appena 191 pakistani. Non solo, ma c'è da dire che la componente logistica non venne assolutamente trascurata: dal '57 elicotteri leggeri Bell 47, dai primi anni '60 121 grossi e potenti Mi-4 Hound, poi gli Alouette II e III, monomotori a turbina prodotti su licenza nel 1961-79 in oltre 800 esemplari come Cheetah e Chetak. I trasporti erano 89 C-119, 9 quadrimotori Super Constellation, ben 68 Hs-768 britannici; ma sopratuttosoprattutto, intervennero i sovietici con 26 Il-14 'Crate' e 65 An-12 'Cub', grossomodo equivalenti ai C-130.
 
Questo totale arrivava quindi a qualche migliaio di velivoli moderni, ma bisognò anche aggiornare le reti radar e le basi aeree in risposta ai progressi pakistani. Così venne comprato il sistema americano ADGES (Air Defence Ground Environment System), e i primi missili SA-2 Guideline. Inoltre, per controbattere la minaccia degli F-104 si cominciarono ad ordinare gli allora nuovissimi MiG-21 Fishbed, preferiti ai più costosi F-104 e Mirage e ai meno potenti F-5. I MiG-21 'Vickram' divennero ben presto di casa nella IAF, con una produzione su licenza per un totale, inclusi quelli consegnati direttamente, di circa 1270 aerei. dal tardo '63 giunsero i primi 12, al 28° sqn o 'First Supersonics' mentre fabbriche a Nasik, Koraput, Hyderabad per cellule, motori e avionica rispettivamente. I primi piloti passarono un anno in una scuola, piuttosto dimessa, in URSS ad addestrarsi con i nuovi e prestanti, anche se non privi di limiti, aviogetti da caccia. Ma ancora nel '65 c'erano dei problemi e il No.28 era rimasto l'unico reparto, subendo anche la perdita di due aerei in collisione tra di loro.
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I Pakistani, indomiti, attaccarono poco tempo dopo e puntarono, dopo alcuni successi, ad Akhnour, il che costrinse il XI C.d'A. indiano a contrattaccare con ben 3 divisioni. La PAF fu attiva nel supportare l'attacco, meno la IAF che evitò anche di attaccare le basi aeree nemiche, temendo una ritorsione di pari livello. Che però avvenne ugualmente, il 6 settembre. Prima però va detto che un F-104 lanciò senza successo, il 5 settembre, un missile contro un Mystère. Le azioni d'attacco pakistane erano condotte con bombardieri leggeri o con caccia F-86, nessuno dei quali particolarmente buono per questo genere di impiego. Tuttavia, il primo attacco ad Armitsar sorprese le forze della IAF, che pensavano che l'attacco fosse solo un diversivo. Invece 4 Sabre distrussero due Gnat, 4 Mystere e anche i due MiG-21, oltre che un C-119 e danni vari. Il tutto fatto con le scarsamente potenti armi da 12,7 mm e con razzi da 127 mm non particolarmente precisi. Un altro attacco colpì Halwara e i suoi due squadroni di Hunter, di cui 4 erano in pattuglia e ingaggiarono il primo quartetto di Sabre, ma persero uno dei loro. Un secondo quartetto di Sabre colpirono l'aeroporto distruggendo un Hunter in decollo, mentre il secondo aereo, pilotato da tale ten Gandhi, intervenne e distrusse il Sabre abbattitore con il suo pilota, Magg. Rafique, trentenne del Bangladesh e abbattitore di due Vampire appena 5 giorni prima. Ma l'Hunter si ritrovò addosso i 3 Sabre superstiti che riuscirono a distruggerlo; la flak colpì uno dei Sabre e lo abbatté, e come se non fosse stato abbastanza, altri due Hunter combatterono contro i due F-86 superstiti di questa formazione, distruggendone un altro e danneggiando seriamente l'ultimo con i loro potenti cannoni da 30 mm Aden. Infine vi fu l'attacco a Jamngar, con 6 B-57 in azione notturna, uno dei quali abbattuto dalla flak indiana (o forse da un SAM). In tutto i Pakistani rivendicarono 14 aerei di cui 3 in aria, gli Indiani ridussero il totale a 9, e in ogni caso, i Pakistani pagarono questo attacco con la perdita di 4 F-86 (un altro perso per incidente oltre a quelli qui menzionati) e un Camberra, su di una forza d'attacco di appena 18 velivoli. Per rendere più efficace l'attacco agli aeroporti i Pakistani misero in campo l'SSG: lo Special Service Group, che mandò 180 commandos trasportati da 3 C-130 (già in azione precedentemente per missioni logistiche e anche come bombardieri). Ma questo audace piano d'assalto paracadutista, diretto a sabotare i tre aeroporti di Pathankot, Halwara e Adampur, fallì totalmente e solo un paio di dozzine di uomini si salvarono. Gli altri morirono (22) o vennero catturati (136). Un autentico disastro per un'unità ben equipaggiata e motivata, un reparto d'elitè insomma delle F.A. Pakistane.
 
Per reagire a queste azioni la IAF mandò all'attacco i suoi aerei su Sargodha, prima i Camberra nella notte del 6-7 settembre; poi i Mystère, che dovevano essere 12, poi ridotti ad appena 7. Il percorso era al limite delle loro capacità, ben 300 km dal confine. Volando a bassa quota riuscirono ad eludere i radar e a colpire un F-86 e un F-104. Almeno uno o due Starfighter decollarono in allarme, e uno di essi attaccò il Mystère di Devayya, che tuttavia evitò due AIM-9 e poi distrusse l'F-104 con i cannoni DEFA. Purtroppo non sopravvisse a lungo schiantandosi poco dopo, forse per errore di manovra o perché a corto di carburante. I Mystère del No.1 Sqn ebbero successo, e così 8 dell'8th, che colpirono Bahngwala distruggendo due F-86. Dopo pochi minuti giunsero anche gli Hunter del 7th e 27th sqn, che colpirono Sorgodha dopo il decollo da Halwara (il cui comandante era anche il leader della formazione d'attacco). In quella prima mattina giunsero 4 Hunter con un quinto di scorta (un altro dovette abortire la missione), del 27th, subendo l'abbattimento di un aereo e il danneggiamento di altri due da parte di due F-86, uno dei piloti era Alam, già abbattitore di un Hunter e qui 'bissò' il successo. Sargodha venne attaccata ancora da 5 Hunter di una seconda sezione, e vennero attaccati da vari F-86. Stranamente, il vincitore fu ancora Alam, che distrusse 2 Hunter rimasti indietro a proteggere i compagni, e che reclamò anche altre due vittorie per un totale, in quei pochi minuti, di 5 successi. Alam era una figura leggendaria. Nato a Calcutta, all'epoca era comandante dell'11st Sqn alla cui guida era giunto proprio quell'anno; nella PAF era arrivato nel '54 e in tutto vantava 1.400 ore di volo sui soli F-86 (e certamente altre con apparecchi più vecchi). In tutto dichiarò 11 successi, più precisamente 9 vittorie e 2 danneggiamenti, durante la guerra di quel settembre 1965, e venne promosso da Maggiore a T.Colonnello. Ma negli anni '70 ebbe una crisi religiosa e riposti i suoi Ray-ban e i gradi di militare, divenne un fervente islamista; dal '79 aiutò i Mujaheeden contro i Sovietici. Infine alle 9.45 altri 6 Mystère colpirono Sargodha alle 9.45, distruggendo un F-86 e un deposito di carburante, oltre a colpire due F-104 e 4 F-86. L'ultimo attacco, francamente insensato, vide verso le 16 due soli aerei dello stesso tipo, ma uno venne abbattuto da un AIM-9. In tutto 33 sortite per un totale di 9 aerei distrutti al suolo e un F-104 in aria, contro non meno di 5 aerei. Finita la fase più calda della guerra, si ritornò all'appoggio delle forze terrestri. Del resto il tentativo di annientare i rispettivi aeroporti era fallito, o quanto meno non ebbe risultati del tutto soddisfacenti. Gli F-104 durante il periodo 8-20 settembre distrussero uno o due Camberra, ma la perdita di uno di essi causa maltempo, 6 F-86, 3 B-57 (incluso uno abbattuto per errore), più altri velivoli minori o danneggiati, fu comunque piuttosto pesante. Gli Indiani avrebbero perso non meno di 5 Hunter, 2 Gnat, 5 Mystère, un Camberra e un altro Vampire, più altri distrutti al suolo. Pochi piloti da entrambi i lati vennero uccisi, feriti o catturati (per i Pakistani si ebbero 6 vittime e 3 prigionieri). Una delle ultime battaglie vide 4 Sabre contro una mezza dozzina di Hunter e poi, 4 Gnat. Era il 20 settembre e andarono perduti un Sabre e due Hunter. Nelle missioni CAS i Sabre si destreggiarono come poterono, con oltre 500 sortite senza perdite ulteriori da parte della flak, anche se 58 risultarono danneggiati. Il 32° Stormo, su due squadroni con 12 aerei l'uno venne costituito appositamente per le operazioni sul Kashmir ed operava con razzi da 70 mm HVAR con lanciatori a 7 colpi. I risultati furono positivi, almeno stando alle rivendicazioni del 10-11 settembre, quando si parlava di 19 carri e un centinaio di veicoli vari distrutti, mentre il 19° Sqn avrebbe eseguito, dopo l'8 settembre, ben 571 missioni reclamando ben 20 aerei, 150 carri, 150 veicoli e 16 cannoni, cifre largamente superiori alla realtà. Ma non fu solo CAS: colpire ben all'interno la base radar di Armitsar era senz'altro una valida possibilità visto che all'epoca non c'erano caccia con radar di ricerca autonomo. Ma il 10 settembre 12 Sabre e due F-104 di scorta non riuscirono che a causare danni leggeri, e l'11 uno venne abbattuto dalla flak. Sebbene possa sembrare inopportuno che le missioni furono ripetute in maniera prevedibile, al dunque stavolta -nonostante la flak e la perdita dell'F-86- il centro radar venne seriamente danneggiato. Questo permise di usare i B-57 per un'azione notturna con 12,7 t di bombe, la quale riuscì a colpire ancora il radar e a distruggerlo totalmente. Effettivamente, i B-57 eseguirono 20 delle loro 195 sortite proprio contro i radar, perdendo in tutto 4 aerei e tre equipaggi. Ma i grossi C-130 non furono meno pericolosi, iniziando sopratuttosoprattutto dall' 11 settembre. Potrà sembrare strano che i grossi Hercules fossero usati con successo in tale ruolo, eppure riuscirono a rendersi utili. Nella notte dell'11-12 attaccarono un ponte a Kathua, il 15 altri due aerei fecero rotolare 18 t di bombe dalle stive su reparti meccanizzati a Ramgarh, sempre volando di notte, e causando pesanti danni; poi altre missioni, come quella in difesa di Lahore del 21-22 che distrusse varie postazioni d'artiglieria con 30 t di armi. Ma non erano i soli, i Pakistani, ad eseguire azioni d'attacco pesante, perché anche i Camberra indiani fecero altrettanto (e nel '71 vennero usati anche gli An-12), tanto che il 21 settembre si mossero verso il centro radar di Badin, un sistema da 350 miglia di portata del tipo FPS-6, per ritorsione dopo gli attacchi pakistani ad analoghi sistemi radar. Era uno dei due radar di questo tipo giunti con il sistema ADGE e giestio da tecnici americani. L'attacco venne pianificato volando ad appena 90 metri di quota per farsi 'ombra' con le montagne e piombare sull'obiettivo con bombe da 454 e 1814 kg, più razzi francesi da 68 per un totale di 14 t portate da 5 aerei. Risultato, un successo pieno. Il 22 settembre arrivò un primo cessate il fuoco e poi quello definitivo il 23. Ma il 10 gennaio 1966 un altro accordo politico, quello di Tashkent, rimandò i vecchi confini al 30 giugno 1965. Il Pakistan si era fatto valere per la professionalità dei suoi piloti, ma l'India aveva dimostrato di reggere l'urto di un agguerrito sistema militare come quello del vicino, e che il 'suo' Kashmir non era propenso alla rivolta. Sprecò malamente, nondimeno, la possibilità di colpire il Pakistan orientale, contro il quale aveva uno squadrone di Camberra, 3 di Hunter e 4 con Ouragan e Vampire, forse più intesi in funzione anticinese che per l'impiego contro i Pakistani, che là avevano solo un reparto di Sabre. Nondimeno vi furono attacchi come quello dei Camberra a Chittanong il 7 settembre, e poi su Jessore. La PAF reagì con alcune azioni di attacco agli aeroporti, con risultati non noti ma giudicati positivi.
 
In tutto i Pakistani rivendicarono 110 aerei indiani di cui 35 in azione aria-aria, 32 incidentati o abbattuti, e 43 distrutti al suolo; gli Indiani ne rivendicarono 73 tra cui 40 Sabre e 3 F-104. Le perdite ammesse dai Pakistani erano invece di appena 19 aerei, l'India 35 con 16 piloti. In tutto, le ricerche postbelliche hanno smontato tali pretese, riconoscendo la distruzione di non meno di 2 F-104, 13 F-86 e 4 B-57 oltre a un L-19; 9 sarebbero state le vittorie indiane in azioni aria-aria, 5 successi per la flak, 6 da bombardamenti. La IAF avrebbe perso 9 Mystère, 13 Hunter, 3 Gnat, 1 Camberra, Un Ouragan e 5 Vampire per un totale di 22 piloti uccisi; dei 32 aerei 23 vennero persi per azioni aria-aria, e 9 per la flak, poi un'altra ventina andarono distrutti al suolo assieme alle vite di due piloti. Anche questo valore è discusso, visto che le perdite qui non tengono conto degli incidenti di volo. In ogni caso, la IAF aveva 700 aerei da combattimento, mentre la PAF solo 280 includendo tutti i tipi. Con una guerra di logoramento più lunga l'India avrebbe vinto il Pakistan, ma nessuna delle due parti poteva durare più di quello che durò, dato l'embargo prontamente e saggiamente dichiarato (a differenza di altre guerre, invece alimentate in maniera continuativa) da parte di GB e USA, il che portò le due parti ad un cessate il fuoco senza ulteriori danni. La prima delle 'Guerre dei poveri' era finita, e sarebbe stata ampiamente studiata per la sua importanza tecnica e militare. Sebbene la maggior parte degli aerei coinvolti era oramai della vecchia generazione di jet subsonici, il loro armamento 'tutto denti' con batterie di cannoni e mitragliere si dimostrò efficace in molteplici situazioni (specie considerando che nelle missioni a lungo raggio era quasi impossibile portare carichi bellici oltre ai cannoni interni), così come la loro agilità e affidabilità. I missili AAM ottennero pochi successi, ma erano comunque una risorsa efficace per i caccia, e l'utilità dei velivoli supersonici, poco agili e scarsi ad autonomia, non fu per il momento dimostrata. Altre prove attenderanno i due contendenti, ma stavolta nella guerra del '71, la seconda di quelle note come 'le Guerre dei Poveri'. L'esperienza di questo conflitto sarà molto utile per 'oliare' adeguatamente lo strumento militare di entrambi i contendenti. Resta l'interesse indubbio per una generazione di aerei da combattimento, oramai già superati, che si affrontarono nondimeno in quantità e con valore: F-86 contro Vampire e Mystère, Mystère contro F-104, Hunter e Gnat vs F-86.
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La PAF (Pakistan Air Force) del 1991 era reduce da una lunga fase di guerra non dichiarata, in verità nemmeno totalmente cessata data l'instabilità della regione, combattuta contro l'URSS e i suoi alleati del governo Afghano e la relativa, piuttosto potente aviazione. Il comando era all'epoca del Chief Marshall Farood Feroze Khan, con 5 generali che rispondevano ai settori chiave delle operazioni, settore tecnico e addestrativo, più il Segretario dell'aria, Ispettorato generale, Comandando Aereo Nord, Centro e Sud, Comando Difesa aerea, Accademia di Risalpur. Tutti retti da generali a due stelle eccetto il vice del capo generale, che era a tre stelle.
 
I piloti pakistani hanno molta popolarità nel mondo per la loro esperienza ed abilità. Spesso, sulla scorta dei successi ottenuti contro l'India (a parte le polemiche puntuali che si ingenerano tra i due contendenti sui risultati effettivi), sono stati chiamati come mercenari o istruttori per aviazioni arabe come quella Saudita e Libica. Il più importante Comando dell'Aviazione era quello Nord, dove si concentrano molte delle basi aeree, che stranamente, sono centinaia di km lontane dalla loro capitale. Lì però c'era il grosso delle operazioni, sia per il settore afghano, che per il Kashmir conteso dall'India. Peshawar era il QG sia di questo che del comando centrale, mentre il comando Sud era a Faisal, con tanto di responsabilità di coordinamento con l'Esercito e Marina. A Chacklala, dove era anche il comando generale, c'era quello per la difesa aerea che doveva disporre anche delle risorse in maniera razionale (all'epoca gli squadroni operativi erano 19). La combinazione F-16/ATLIS (Automatic Tracking and Laser Illumination System) era stata un'idea Pakistana, ma il dualismo estremo dell'F-16 ha fatto sì che, se da un lato è stato il primo aereo non francese con tale pod, dall'altro più che missioni d'interdizione, sono state importanti quelle da difesa aerea che tale velivolo ha eseguito durante la crisi afghana. Dei 3 reparti, uno a rotazione era in allerta, il che comprende anche l'OCU che normalmente, dovrebbe svolgere solo compiti addestrativi. Ma dato il numero tanto ridotto di tali aerei in servizio, si è dovuta fare di necessità virtù. I piloti pakistani dovevano conoscere molti tipi di aerei e solo i migliori andavano sugli F-16. Dopo l'OCU 25 sugli F-6, erano destinati sopratuttosoprattutto agli F-6 e agli A-5, dopo due anni andavano sulle macchine francesi e americane, a rotazione. Gli aerei cinesi sono considerati ovviamente i più semplici da gestire e da usare, anche se le difficoltà di pilotaggio degli F-6 non sono poche. Quanto agli F-16, si prevedeva di riceverne altri 71 con un ritmo di 15 l'anno, partendo dal 1992. Questo avrebbe dato filo da torcere alla IAF, che era equipaggiata per lo più con i MiG-21, solo qualche reparto di MiG-23, e un paio di squadroni di Mirage 2000 più altrettanti con i MiG-29. Le perdite erano state poche: il primo distrutto fu un F-16B, ex-USAF 81-1504 (gli aerei FMS hanno prima i numeri americani e poi passano alla forza beneficiante del 'canale') , distrutto per una sventurata collisione in pista, con un cinghiale. Era il 30 dicembre 1986. Sono seguiti la perdita di un aereo il 29 aprile 1987 abbattuto da un missile (81-0910) e poi uno perso per disorientamento notturno (81-0918). Nessuno, quindi, per incidenti tecnici come un guasto al motore.
 
 
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Nel frattempo continuavano le consegne di nuovi aerei, per esempio gli A-5. Ufficialmente ne sono stati comprati 53, arrivati dal febbraio 1983. Ma in pratica c'erano fondati sospetti che questi economici e capaci strikers fossero stati consegnati in numero maggiore.
 
I Mirage all'epoca erano in servizio su un reparto d'attacco e ricognizione (N.5), antinave (N.8), OCU (No.22). La loro carriera sarebbe stata allungata quanto possibile, visto il costo dei successori '2000, e l'indisponibilità di altri F-16. SopratuttoSoprattutto con l'arrivo dei primi di 50 Mirage IIIO e DO, giusto all'epoca in corso di consegna e ristrutturazione. Essi sarebbero andati a sostituire gli A-5 Fantan-C del No.7. La capacità antinave e supersonica dei Mirage VPA3 del No.8 era fondamentale per controbilanciare la netta superiorità indiana sul mare.
 
Quanto agli aerei d'attacco, gli A-5 erano popolari ed economici. Non sarebbe stato difficile comprarne un maggior numero, con appena un milione al pezzo. Autonomia, robustezza, buone qualità di volo erano le loro caratteristiche, anche se c'erano limiti con l'avionica di bordo, solo diurna. L'efficienza era sostanzialmente superiore, specie se poi rapportata al costo, dei pur grossi strikers del tipo Su-7, in fase di radiazione da parte degli Indiani e in effetti ci si può legittimamente chiedere perché il progetto base MiG-19 sia stato così sottovalutato da parte dei Sovietici.
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La PAF conobbe inizialmente un certo potenziamento dopo la fine della guerra: dai caccia Tempest e Fury si passò al Supermarine Attacker, un veloce, semplice e maneggevole (almeno a bassa quota) caccia a reazione con una fusoliera 'a sigaro' e ala dello Spiteful. Non era un velivolo eccezionale, ma rappresentò il primo aviogetto della FAA inglese, e poi della PAF, unica cliente estera con una cinquantina di aerei. Non era un caccia privo di doti ed era persino un po' più veloce del Sea Fury (prodotto dall'eterna rivale della Supermarine, la Hawker). Ma ben presto scomparve dalla scena e i primi importanti jet pakistani sono stati gli F-86 Sabre.
 
I 120 esemplari di questo caccia apparvero dal '54, ed erano gli efficienti F-86F-35, con ala migliorata, dalle dotazioni USAF, ma alcuni erano della sottoversione F-40 con ala migliorata per l'agilità ad alta velocità, tipica dell'ala 6-3, sia con un miglioramento alle basse velocità e quote che consentivano anche di ridurre parecchio (a circa 200 kmhkm/h) la velocità d'atterraggio. Questo spiega come mai vari F-86 precedenti vennero poi aggiornati a tale nuovo standard. Gli F-86 erano gli unici caccia pakistani davvero moderni e rimasero tali fino alla fine degli anni '60, quando divennero disponibili un numero sufficiente di F-6. Gli squadroni che ebbero i Sabre furono i No. 5, 11, 14, 15, 16, 17, 18, 19, e 26, ma non contemporaneamente. Combatterono nella guerra del '65 ottenendo un apprezzamento notevole. Parecchi erano stati equipaggiati con i primi AIM-9B Sidewinder, per la precisione 22 esemplari. I piloti Indiani non erano in grado di sapere in anticipo se i loro avversari erano o no equipaggiati con i missili ma difficilmente volevano scoprirlo troppo tardi. I tanti Mystère, Hunter e Ouragan erano ben armati, ma non avevano il vantaggio psicologico di tali missili. A bassa quota i Sidewinder non funzionavano nella maggior parte dei casi, ma nei 22 giorni di guerra il lancio di 17 di essi ottenne 8 vittorie<ref>Armi da guerra 35</ref> o 9 vittorie su 33 tiri (Sgarlato). Il totale delle vittorie è controverso, al solito su tutte le guerre e le vittorie reclamate dai Pakistani sono largamente negate dagli Indiani (e viceversa). Il pilota asso della guerra fu Mohammed Mahomood Alam, che abbatté ben 11 aerei. La sua impresa, per la quale rimase famoso nella PAF, fu la reazione che ebbe durante un attacco di Hunter alla sua base, attacco che venne parato dal suo Sabre con un missile AIM-9 a segno e poi un rapido attacco in picchiata durante il quale avrebbe abbattuto gli altri 4 aerei. Non è chiaro se questo si sia verificato in tal modo: le ricerche postbelliche parlano di 2 o 3 aerei abbattuti, negando così la conquista, unico caso nella storia dei jet, del titolo di 'asso in un giorno'. Del resto, l'India rivendicò 73 vittorie e ammise 33 perdite, mentre il Pakistan rivendicò 113 vittorie ammettendo 19 perdite. In ogni caso l'F-86 ebbe problemi con i piccoli e letali Gnat. 7 soli F-86 vennero dichiarati persi dai Pakistani in combattimenti aerei durante la guerra, quasi tutti dagli Gnat, che forse ebbero un rateo di vittorie favorevole. Stranamente, i caccia Hunter vennero superati in combattimento dagli F-86, contrariamente a quanto ci si aspettava (non fosse altro che per l'armemento). Durante la guerra del '71 ottennero varie vittorie, stavolta c'erano i Sidewinder (due sotto le ali) per tutti gli aerei, anzi tutta la PAF era 'Sidewinderizzata' contando anche i MiG-21 e gli F-6. Dopo la guerra in Afghanista, gli F-86 vennero trovati del tutto inadatti ad affrontare la situazione e apparvero i caccia F-16 per rimediare a quello che i Sabre e anche gli F-6 non potevano più fare.
 
 
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I caccia F-16 sono stati un'altra pietra miliare della PAF. Tutto cominciò dopo la sconfitta del '71 e la perdita del Bangladesh, quando Zulfiqar Ali Bhutto diventò primo ministro pakistano, il 20 dicembre 1971 in una situazione molto difficile per la nazione pakistana. Lui, il padre di Benazir, fu il protagonista degli accordi di pace con l'India del '72, e rilanciò l'economia o almeno, tentò di fare qualcosa in tal senso. Ma presto cadde in disgrazia per la sua tendenza a monopolizzare il potere, e i militari presero il controllo il 5 luglio 1977 con la proclamazione della legge marziale e l'assunzione del potere da parte del Generale Mohammad Zia.
 
Questo capovolgimento del potere non piacque a Carter, questione a cui si aggiungeva il programma nucleare e i diritti umani, tanto che lo stesso Bhutto venne giustiziato in aprile del '79. Gli USA non volevano avere molto a che fare con il regime brutale di Zia, ma dovettero fare di necessità virtù quando i Sovietici 'invasero' l'Afghanistan, entrando in realtà non in opposizione ma in rinforzo al regime filo-sovietico in Afghanistan, giusto come avevano fatto gli Americani con il Vietnam del Sud. In ogni caso, le ambizioni sovietiche di raggiungere le coste dell'oceano indiano preoccupavano e per aiutare i Mujahaedeen Carter stabilì un primo aiuto di 400 milioni di dollari. Zia, che appena pochi mesi prima era malvisto dagli americani e a cui non si voleva dare aiuto di sorta, si permise di notare che questo aiuto era troppo piccolo per le necessità. al presidente Carter, travolto sopratuttosoprattutto dalla cattiva gestione della crisi degli Ostaggi in Iran (Operazione 'Eagle Claw' in particolare) successe il repubblicano e 'decisionista' Reagan, che dal gennaio 1981 giunse al potere, subito aumentando i piani militari per fronteggiare, costasse quel che costasse, l'URSS. La situazione fu tale che alla PAF vennero forniti 40 F-16A/B sotto contratto FMS noto come 'Peace Gate I'. Dovevano essere 32 A e 8 B, ma poi venne cambiata la composizione in 28 'A' e 12 'B', segno che si intendeva farne in buona misura, degli aerei d'attacco tattico più che d'addestramento puro. La Pakistan Fiza'ya (il nome locale della PAF), era diventata così utente del piccolo, prestigioso caccia di Forth Worth. Il primo venne consegnato nell'ottobre del 1982 con una transizione avvenuta negli USA, con il 421st TAS del 388 TFW della Hill AFB, Huta. I primi F-16 giunsero già nel gennaio 1983, erano 2 A e i 4 'B', tutti 'Block 15' come anche gli altri ordinati: l'ultimo block della prima generazione, e con motori Pratt & Whitney F100-PW-200. La missione di trasferimento avvenne tra F.W. e il Pakistan seguendo gli scali Azzorre-Darhan e con rifornimento in volo dai KC-135. In Arabia Saudita i collaudatori americani lasciarono il testimone ai piloti pakistani, con il futuro comandante della CCS Shahid Javed.
 
I primi andarono al No.11 Squadron di Sargodha, e in tutto la fornitura andò avanti fino alla metà del 1986, che consentirono la formazione del No.9 a Sargodha e il No.14 a Kamra (sett. 1986), che era l'unità OCU.
 
E così, dopo Israele, il Pakistan usò in combattimento l'F-16. La guerra oramai coinvolgeva molta della popolazione civile con la formazione di campi profughi oltre i confini, formando a quel punto inevitabilmente, dei 'santuari' e basi di addestramento per i guerriglieri che poi avrebbero passato il confine. Il che portò ovviamente ad un'escalation del conflitto, quando le cose, sopratuttosoprattutto con l'arrivo dei missili Stinger, cominciarono ad andare piuttosto male per le forze afghane governative e i sovietici. Così iniziarono incursioni con i Su-22 e 25 e MiG-23, nonché altri velivoli. Gli F-16 furono gli unici ad abbattere aerei nemici in quell'occasione, ottenendo 8 vittorie tra il maggio 1986 e il novembre 1988. I caccia del No.9 ebbero vittorie su 1 Su-22, un altro probabile, e un An-26 ELINT. Il No.14 ebbe 2 Su-22, 2 MiG-23, un Su-25. Pare che tutti i successi ebbero luogo con i missili AIM-9P e AIM-9L, ma un Su-22 era forse stato abbattuto da una raffica di cannone. Il Flight Lieutenant Khalid Mamood abbatté 3 aerei, ma anche un F-16 andò distrutto, forse colpito da un AIM-9L che mancò il bersaglio inteso. Era il 29 aprile 1987. Non è stato possibile capire cosa abbia abbattuto, da parte sovietica, tale aereo, e per l'appunto si è indicato come 'fuoco amico' l'unica causa, né ne sono state trovate nelle ricerche svolte negli anni successivi. Quanto ai missili, in genere gli F-16 hanno i missili AIM-9L 'Lima' alle estremità alari, mentre due sono portati sotto le ali del tipo P o 'Papa'. Essi sono AIM-9J modificati con componenti simili a quelli delle 'L'. I Sidewinder B, originariamente adottati dalla PAF, sono stati sostituiti, durante gli anni '70, dagli 'J' e da qui si è arrivati agli L (con gli F-16) e all'ammodernamento degli altri con la nascita dei tipi P. Quanto al resto delle capacità, vi sono state presto modifiche per implementare il pod ATLIS della Thompson-CSF con la capacità di guidare le LGB Paveway. Essa è stata una modifica voluta e attuata dai Pakistani, apparsa durante il gennaio 1986. Nel frattempo, le cose sono andate avanti, anche in termini politici. Il gen Zia precipitò assieme ad altre 27 persone il 17 agosto 1988, si suppone che sia stato un sabotaggio al suo aereo la causa della strage. La figlia di Bhutto, Benazir, divenne premier il primo dicembre 1988, un evento eccezionale sia perché era una donna, sia per come rimpiazzò proprio l'assassino di suo padre. Non sarebbe rimasta a lungo al potere, perché ad un certo punto, essendo incinta, la si rimosse in quanto non compatibile con gli impegni della sua carica (almeno, questo era quanto si disse). Con la sua presidenza, quello stesso mese, arrivò anche un altro ordine per 11 F-16A e B, Block 15 OCU (Operational Capability Upgrade) e ben presto, nel settembre del 1989, si aggiunsero ben 60 altri caccia e un primo pagamento di 685 milioni di dollari.
 
Ora, però, la politica così spregiudicata di Reagan era stata sostituita da quella del molto più prodente George Bush Sr. La guerra in Afghanistan era finita (quantomeno, l'URSS se n'era andata), la guerra fredda in generale era alle battute finali, e al dunque, più che promuovere regimi locali retti da dubbi personaggi se questi erano utili alla 'causa', si cominciò a preoccuparsi, piuttosto, dei problemi che c'erano a livello locale con l'ottica dei 'vicini di casa'. Il problema era adesso tra Pakistan e India, non tra USA e URSS che combattevano per interposta persona. Il Pakistan era sospettato di avere un programma nucleare attivo, ma qui, del resto, era messo in condizioni d'inferiorità rispetto all'India. Questa aveva non solo una superiorità schiacciante in termini convenzionali, ma raggiunse per prima lo status di potenza atomica con l'esperimento del 18 maggio 1974, avvenuto con la detonazione di un ordigno da 15 kT in un poligono distante solo 145 km dal confine tra le due Nazioni. Questo fece sì che già il PM Bhutto padre lanciasse l'idea di dotarsi di un arsenale nucleare per controbilanciare la situazione, anche se il Pakistan era meno ricco e anche se la sua gente avesse dovuto 'mangiare erba' per sostenerne l'onere. La cosa venne continuata, non senza incertezze, dal gen. Zia. Il Pakistan, in effetti, era decisamente a malpartito. Il suo territorio era stretto tra l'India e un Afghanistan in mano sovietica, e il test nucleare indiano avvenne appena un paio d'anni dopo la fine della disastrosa guerra del '71. Decisamente, l'opzione nucleare era un'idea tutt'altro che peregrina per un Paese tanto fragile rispetto alla tenaglia verso cui si trovava, e il vicino Iran fu d'aiuto nell'attuarla, visto che anche allo Sha interessava tale tecnologia, intento com'era a costruire le forze armate più potenti della regione.
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Quanto alle azioni di combattimento, spesso controverse, gli F-16 hanno in ogni caso dato un importante contributo alla difesa degli spazi aerei territoriali. Specialmente quando operavano da Peshawar, a circa 5 minuti di volo dal confine. Gli F-86, costretti a seguire gli eventi con decolli su allarme frequenti ma infruttuosi, e anche i più veloci F-6 sono stati sostituiti con gli F-16, mentre i radar della catena d'avvistamento (piuttosto sviluppata, dopotutto il Pakistan faceva parte del CENTO, l'equivalente asiatico della NATO) su radar tedeschi Siemens vennero rimpiazzati dai potenti 3D TPS-43 della Sperry.
 
Nel frattempo in Afghanistan i ribelli stavano rendendo difficile la vita ai Sovietici e ai governativi, i quali persero 3 MiG-21 durante un solo giorno di combattimenti, il 4 giugno 1979 (quindi prima dell'intervento sovietico). Spesso i MiG-17 afghani non erano guidati da piloti molto motivati e vi furono diversi casi di diserzione, come quello fatto da un MiG-17 schiantatosi in territorio pakistano il 18 ottobre 1982. Nel frattempo, un SA-7 riusciva ad abbattere spesso gli elicotteri e gli aerei a cui era lanciato, e uno addirittura provocò un massacro il 28 ottobre 1984 con l'abbattimento vicino a Kabul di un An-22 con 240 persone a bordo. Nel 1986, dopo che i Sovietici avevano perso tra l'altro non meno di 37 elicotteri in azione, fecero la comparsa i missili Stinger. L'era degli SA-7 e persino dei fucili per la caccia agli elefanti era in parte eclissata da queste nuove e micidiali armi. Ma in territorio pakistano continuavano le incursioni sui campi profughi e d'addestramento. Dal 1986 entrarono in azione gli F-16 e finalmente si poteva attaccare con sufficiente iniziativa, e non stando ad aspettare quello che eventualmente i radar di terra vedevano. Il 17 maggio 1986 il pilota Qadri, 9° Sqn, colpì due Su-22 e uno di questi venne abbattuto. Non si sa molto di questo episodio. Nel 1986-87 almeno altri 10 elicotteri e 4 trasporti vennero abbattuti dai guerriglieri, mentre un An-26 disertore venne preso in carico, ma con attività di volo ridotta data la mancanza di parti di ricambio, dalla PAF. Il 16 aprile 1987 avvenne il secondo successo, quando tale Badar, in volo a 3.300 m di quota, localizzò i bersagli che gli erano stati indicati dal GCI di terra. Aumentata la velocità da 820 a 1.020 kmhkm/h, ne vide 4 distanti 35 km. Uno di essi era visibile in quota, ma gli altri tre stavano a quote più basse, una trappola per un caccia che fosse stato privo di radar moderno multifuzione, ma l'F-16 riuscì a vedere anche loro. Si trattava di Su-22, usati per via della loro potenza, spesso anche come caccia intercettori. Ma evitando la trappola dei suoi collegui, Badar agganciò l'aereo in volo ad alta quota. Il missile, particolare importante, lo aveva 'sentito' con il sensore termico da 9 km, ma la DLZ (Dynamic Launch Zone) si era attivata solo a 6, da quel momento era possibile tirare il missile e farlo giungere al bersaglio. Il tiro avvenne a 5,6 km e fece centro con questo AIM-9L. Ma venne sparato anche un secondo missile, che colpì presumibilmente un F-16. Non è chiaro cosa sia successo, secondo altre ricostruzione addirittura quest'aereo avrebbe potuto essere incorso in un bombardamento in quota fatto da MiG-23. Non si sa bene, insomma, cosa sia successo, mentre la formazione di Sukhoi sfruttava la sua potenza per sganciarsi dal pericolo e scappare oltre confine. A tale proposito, bisogna dire che anche gli F-16 pakistani sono stati riportati, talvolta, entro i confini afghani. Il 4 agosto 1988 Bokhari salì da Kamra e inseguì un Su-25, tirando anche qui da notevole distanza (circa 5 km), e abbattendolo con un AIM-9L, catturando tale col. Alexandrov della VVS. Il 12 settembre 1988 vi fu un altro successo, stavolta con un F-16 del N.14 pilotato da Mamhood. Si trattava di una trappola ordita dalla VVS con l'impiego dei MiG-23, del tipo più moderno MLD. Erano avversari degni di attenzione, specie perché dotati di missili R-24 a medio raggio. Tuttavia, il piccolo F-16 riuscì a localizzarli ad alta quota, tra le nuvole, e tirò da circa 3-4 km un missile L e poi un P, colpendo due MiG-23 e poi disimpegnandosi prima che altri caccia lo prendessero alle spalle. Non è chiaro cosa sia successo, però. Dei due MiG-23 solo qualche rottame venne ritrovato e il pilota non era sicuro di averli abbattuti. Pare piuttosto che uno dei MiG, il primo, fu gravemente danneggiato ma riuscì a tornare alla base, mentre il secondo non fu affatto colpito. Quindi non fu una doppietta come dichiarato. Mamhood riuscì poi ad abbattere un altro coriaceo Su-22, che manovrò pesantemente per impedire agli F-16 di lanciargli un missile ma poi finì abbattuto da una coppia di AIM-9L. Un'altra vittoria fu assai meno 'nobile', quella del 21 novembre 1988 di Razzaq, comandante dello Stormo caccia, contro un An-26 Elint con ben 34 persone a bordo. Seguirono altre azioni di pattugliamento, e una fu particolarmente drammatica allorché un An-24 venne intercettato di notte, il 31 gennaio 1989, mentre tentava di disertare. A bordo dell'F-16 c'era Mamhood che tentò da ben 16 km di intercettare l'aereo con un Sidewinder, ma non c'era il segnale termico giusto, poi giunto a distanza utile per il cannone si accorse che l'An-24 aveva le luci accese e chiaramente era un altro disertore. Purtroppo, dopo averlo scortato, nella notte, verso la base, il velivolo scese sul fiume Kurram scambiandone il riverbero chiaro per una pista d'atterraggio. I 9 dell'equipaggio morirono sull'impatto. Il 6 luglio 1989 arrivò un Su-22 disertore, e vari MiG-21 e Mi-17. Il Sukhoi era interessante per gli Americani, ma atterrato a Peshawar, con la sua piccola pista, non era facile da recuperare giungendo lì con un C-5 Galaxy. Il pilota afghano, che era rimasto inattivo per circa un anno dopo la defezione, cercò di portarlo a Islamabad, ma durante le prove di volo il Fitter finì leggermente danneggiato contro le barriere di fine pista, avendo omesso di togliere l'AB. A quel punto gli Americani fecero atterrare il C-5 per prelevarlo, e nel 1991 il Su-22 ex-Afghano volava di certo negli USA in qualche unità aggressors.
 
Gli F-16 erano aerei agili e con valida autonomia. Ma sopratuttosoprattutto, il loro radar consentiva cacce indipendenti che non erano possibili per velivoli di diverso tipo, che sarebbero caduti più facilmente nelle trappole aeree, privi di un radar multimodo come l'APG-66 (il più piccolo tipo all'epoca raffreddato ad aria) che si è dimostrato in grado di vedere bersagli multipli e anche a diverse quote. Un altro aspetto sono le piccole dimensioni dell'F-16 che gli hanno di contro consentito di volare quasi in maniera 'invisibile'. Inoltre i missili, controllati dal computer di bordo per stabilire la distanza di lancio, si sono dimostrati capaci di affidabilità, prestazioni, gittata molto elevate e ben superiori rispetto ai primi tipi di ordigni a guida IR. Il campo e angolo di tiro per esempio; ma anche la capacità del sensore (specie contro aerei 'calorosi' come quelli russi supersonici), che spesso ha agganciato il bersaglio a distanze tali che esso non poteva ancora essere raggiunto dal missile stesso, malgrado il motore potenziato rispetto a versioni quali l'AIM-9B. Questo gli ha dato, al momento dei lanci effettivi, una capacità di localizzazione più che sufficiente per mantenere il contatto del bersaglio. Quindi, persino il più piccolo dei 'teen fighters' si è dimostrato utilissimo e valido come apparecchio da combattimento contro una minaccia non eccezionale, ma tutt'altro che disprezzabile.
 
===I Mirage===
Durante la fase di rafforzamento della PAF, alla fine degli anni '60, vennero comprati i caccia F-6, ma anche, all'opposto, i più potenti e costosi Mirage III. I primi vennero comprati con un lotto iniziale del '67, l'anno della loro consacrazione con la guerra dei Sei giorni. Erano solo 18 Mirage IIIEP, 3 IIIERP da ricognizione, 3 IIIDP d'addestramento. Essi vennero usati non per attacchi al suolo, ma per azioni d'attacco al suolo, colpendo anche obiettivi difesi pesantemente come Armitsar e Pathankot. Un IIIRP venne attaccato da MiG-21 e ottenne una vittoria aerea indiretta, apparentemente l'unica di questa guerra per l'aereo Dassault, allorché alcuni caccia indiani lo attaccarono nel corso di una missione notturna. Nonostante la scarsa affidabilità dei missili Atoll, autori di pochi successi durante il conflitto, stavolta malauguratamente andarono a segno, ma per sbaglio, data la concitazione dell'azione nelle tenebre, colpirono non il Mirage, ma un altro MiG-21. Dopo la fine della guerra, a cui i Mirage IIIE cacciabombardieri e i ricognitori RP, non pagarono un tributo di perdite elevato (non è chiaro quanti ne andarono perduti, ma gli indiani ne rivendicarono 6), ma dopo sono arrivati altri Mirage III, e sopratuttosoprattutto ben 58 Mirage VP. Questi erano presenti in diverse versioni, delle quali una, con il radar Agave, era usata quale cacciabombardiere e un missile AM-39 Exocet sotto la fusoliera. La cosa è stata ripresa dagli Indiani usando stavolta il Jaguar nella versione radarizzata. In seguito ne sono giunti altri 50, ex- RAAF diventati eccedenti dopo la loro sostituzione con gli F-18. Questi aerei, del tipo IIID e DO, hanno dato qualche dispiacere alla Dassault, che sperava di piazzare i Mirage 2000. Per 100 milioni di dollari è stato invece possibile reperire molti aerei eccellentemente conservati. La loro organizzazione, nonostante la fornitura di ben 96 esemplari (più quelli australiani, del quale i primi erano in revisione al 1991), era piuttosto ristretta: al '91 c'era lo Squadron 5, il primo che aveva ricevuto, già nel '67, questo aereo, e che aveva gli EP, RP, RDP, DP. Per il resto c'era il No. 22 Sqn OCU con VPA, PA2 e VPD, mentre i Mirage VPA3, con capacità antinave, prestava servizio con il No.8. Infine c'erano aerei nella Comba Commanders School. In tutto, dunque, due gruppi normali e uno OCU. I numerosi esemplari 'Ossies' sarebbero stati, si pensava, destinati invece al No.7 sqn, che in effetti ha poi riversato i suoi A-5 agli altri due squadroni parimenti equipaggiati.
 
===I 'cinesi' della PAF<ref>Hali e Kruiff, ''Gli ultimi F-6 della PAF'', Aerei nov 2000</ref>===
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Nel 2000, a Samungli c'era il 31 Wing, su due squadroni con 18 aerei l'uno. 4 erano tenuti in costante QRA in quella che una volta era una base al centro della crisi della guerra in Afghanistan, con almeno 17 aerei afghani disertori, e molte incursioni sovietiche oltre confine, in verità stoppate essenzialmente dagli F-16 dato che gli F-86 e F-6 non si dimostrarono all'altezza della situazione.
 
Quanto all'attività sull'F-6, esso richiede molta preparazione e capacità del 'manico'. Esso è un velivolo degli anni '50 e nondimeno, capace di prestazioni supersoniche e di una grande potenza. SopratuttoSoprattutto senza carichi esterni, è un vero cavallo selvaggio e come diceva il capo della base, Air Commodore S.N.Khan, dopo avere volato su quest'aereo un pilota è pronto per qualunque altro velivolo.
 
Quanto ai due reparti su F-6, il No.17 'Tigers' nacque a Mauripur il 1 aprile 1957 sugli F-86F e combatté a Lahore, Sialkot e altre località con missioni d'attacco e di caccia durante la guerra del '65, fino ad abbattere anche un caccia leggero Gnat, il più pericoloso tra i nemici degli F-86 della pur variegata IAF. Ebbe dal 1966 i Canadair Sabre, e da Rafiqui
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Un ulteriore derivato del potente J-6 è il piccolo ma efficace Q-5, in ambito internazionale noto come A-5 Fantan<ref>Qui vedi: Kruiff e Willemsen, ''gli A-5C' di Peshawar'', Aerei dic 2001</ref>. Esso si è basato sul concetto di usare la potenza esuberante del progetto MIG-19 per ottenere un velivolo più pesante, meno prestante, ma con più carburante e quindi, autonomia. In servizio da circa il 1970, di fatto si è rivelato un apparecchio ben riuscito, a cui ha nuociuto solo la mancanza di un'adeguata avionica. La versione A-5K con avionica francese e quella A-5M con avionica italiana avrebbero potuto eliminare tale problema, ma proprio allora scoppiò la rivolta di Tien ammen e i programmi non ebbero successo. Nel 1983 il Pakistan è diventato l'unico cliente estero dell'aereo, che si distingue per le prese d'aria laterali e il muso aguzzo, nel quale tuttavia non c'è alcun radar. Se il Q-5 fosse stato pensato dai sovietici sarebbe stato certamente un nemico di tutto rispetto verso il pesante e scarsamente efficiente Su-7, dato che seppur più lento, ha maggiore autonomia (fino a 600 km con 1 t di carico contro 480 km) ed è più agile ed economico. Infatti gli A-5C pakistani sono stati comprati ad un milione di dollari l'uno. Essi hanno anche la capacità nucleare e nel 2001 erano nella base di Peshawar. I velivoli comprati sarebbero in tutto 52, capaci di eseguire missioni su di un raggio (molto ottimisticamente stimato) di circa 600 km. La loro capacità nucleare comporta una bomba tattica da 5 o 20 kT, e i Pakistani li hanno modificati anche per l'appoggio al suolo e l'uso di sedili Martin Baker e di missili Sidewinder. Ai piloti quest'appesantito discendente del MIG-19 piace, apparentemente dà più freno alla potena esuberante dei suoi motori. Con 3.648 litri interni e 1.520 esterni, ha un raggio di oltre 600 km e un'autonomia superiore a 2.000 km, fattore di carico di 7,5 g, 2 t di bombe e due cannoni da 23 mm con 100 colpi l'uno, nelle radici alari, mentre il volo è possibile fino a 16.000 m, con velocità massima di salita di 103 ms e massima orizzontale di 1.200 kmhkm/h a 11.000 o mach 1,12. La sua agilità è buona e dà filo da torcere agli F-7 con ali a delta caudata. Dei 3 squadroni di A-5C basati su altrettante basi, nel 2001 ne restava solo un paio, tutti a Peshawar, famosa base RAF fin dal '40 e poi base della IAF prima della guerra del '47. Infine base tra le più importanti della PAF con tutti i tpi di aerei e dal '95, anche la scuola elicotteri su Alouette III che offrono un corso basico di 150 ore e uno avanzato di 500.
 
Altri velivoli cinesi, in realtà, non sono mancati, come gli FT-5 modificati dai Pakistani come veri caccia da difesa aerea (cannone da 23 e due AIM-9) ma essenzialmente addestratori avanzati e intermedi in stile HAWK.
 
Il tipo successivo all'era degli F-6 è stato però l'F-7: prima 20 F-7P Skybolt, con 24 modifiche volute dalla PAF tra cui predisposizione per i Sidewinder P e L, e sedile Type IV che richiede tuttavia 139 kmhkm/h di velocità minima. Sono andati al No.20 Squn nel 1988, e questo è diventato rapidamente il reparto OCU del tipo. Sono poi giunti altri aerei, per dotarne un totale di altri 3 squadroni, il No.18 e il 20 a Rafiqui, e il No.2 di Masroor. Questi sono stati seguiti da 60 F-7MP consegnati negli anni '90, con sistema RWR e altri sedile MB 0-0, e infine 15 FT-7P da addestramento, biposto. Nel '96 venne anche presentato un biposto con fusoliera allungata di 60 cm per permettere più carburante interno. L'F-7 è un discreto aereo, una sorta di 'F-16 dei poveri' capace di accelerare a 5.000 m da 0,9 a 1,2 mach in 35 secondi, e salire a 18.700 m di quota. Come su tutti gli aerei cinesi, i Pakistani hanno trovato difficoltà dimensionali, dato lo scarso spazio per le gambe. Gli aerei, colorati in tinte varie di grigio, sono attualmente i principali caccia pakistani, in attesa degli FC-1 sviluppati in maniera congiunta tra Cina e Pakistan, ma in pratica questa specie di ibrido tra un MiG-21 e un Mirage F.1 è destinato al secondo, sebbene il costo ridotto lo ha reso interessante anche per altri clienti non particolarmente esigenti, ma insoddisfatti delle capacità degli oramai vecchi F-7.
 
===PAF al '98<ref>Modola, Pino ''L'aeronautica Pakistana'', RID ott '98</ref>===
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==La guerra tra le nuvole: il Siachen<ref>Ali e Ghani, 'Siachen: il campo di battaglia più alto del mondo'', RID Ott 1998</ref>==
I conflitti alle volte fanno molto scalpore. All'altre volte sembrano condannati al silenzio, qualunque cosa accada. Prima però è bene rispondere alla domanda: 'che cos'é il Siachen?' In lingua Balti significa 'Rosa nera', ma non si tratta di un fiore. E' invece il più grande ghiacciaio fuori dalle regioni polari. Venne scoperto nel 1907, arrivando alla quota di 4.800 m, alla lunghezza di 75 km e alla larghezza di 4,8. Degno insomma dell'Himalaya. La sua origine è nel Passo di Indra Kole, che si trova nel confine sino-pakistano, e non è lontano (70 km) dal K-2, arrivando poi fino alle vicinanze di Ladakh. Questa enorme distesa di ghiaccio è costeggiata da montagne immense, alte fino a quasi 7.800 m. Attraverso la catena di Saltoro vi sono 5 passi, il più alto dei quali arriva a 7.300 m, il più basso a 5.640 m. Questa enorme struttura di ghiaccio ha un'importanza strategica che ha finito per macchiarne di sangue le nevi eterne. Anzitutto non è mai stato chiaro dove finisca l'India e dove inizi il Pakistan sopra queste nevi; poi c'è il problema della risorsa naturale che si prevede, in futuro farà combattere più di una guerra: l'acqua, e il Siachen è una delle maggiori fonti d'acqua dolce del mondo, sempre che l'Effetto serra ne consenta la sopravvivenza. Nell'aprile 1984 gli indiani arrivarono sulle sue nevi con un battaglione aviotrasportato. L'interesse è anche per la zona dei passi, da cui si può accedere al Pakistan, così i Pakistani hanno reagito rapidamente. Ma stabilire chi abbia più ragione o torto è difficile, se non impossibile. Naturalmente, la disputa sulla territorialità del Siachen è molto sentita, e i Pakistani hanno trovato spesso ragioni per rivendicarlo in toto come 'terra' loro. Al di là delle rivendicazioni, dal 1984 c'è una guerra continua, spesso con truppe mandate a -50 gradi, ad oltre 6.000 m, a controllare i passi. I rischi sono presenti ovunque, le strette vie della zona sono minacciate da fianchi instabili, e la velocità di mezzi isolati difficilmente supera i 12 kmhkm/h, anche meno se c'è un convoglio. A piedi i tempi di percorrenza sono, sopra i 4.200 m, di 5-6 giorni per 25 km, mentre a 4.500 m la neve è presente anche d'estate. Sul ghiaccio ci sono tempi di percorrenza che possono arrivare a 20 minuti per appena 100 m, a causa di pause di 2 minuti ogni 5 di marcia, e sopra i 5.400 m è anche peggio. Trasportare oltre 20 kg di carico è pressoché impossibile e molto faticoso. Gli elicotteri possono fare molto poco a quelle altezze, e persino gli Alouette non superano i 40 kg a 6.100 m di quota, e solo in inverno arrivare a 80 kg di carico, a stento il peso di una persona. Almeno il 70% del tempo in quota non è favorevole alle operazioni elitrasportate e in generale ai movimenti. Sopra i 5.400 m di quota e in inverno si scende anche a -50°, -60°, addirittura -80° sul ghiaggio, 'solo' -40° dove vi è roccia. I venti in quota arrivano agevolmente ad oltre 100 kmhkm/h, capaci di causare una vera tempesta di ghiaccio, che dopo 2-3 giorni sotterrano tutto con 2-3 giorni. Per i soldati, restare in azione o semplicemente in rifugi appositi in tali condizioni è pericoloso, snervante, difficile, psicologicamente prostrante. Ogni piccola causa di congelamento non immediatamente rimediata, finisce per causare danni gravissimi, irreversibili con morte o amputazioni pressoché inevitabili. Problemi di reni, alimentazione e così via sono un altro lato della questione. Poi ci sono gli edemi: quello polmonare, dovuto alla mancanza di ossigeno, e quello cerebrale, più raro ma mortale, perché l'evacuazione è pressoché impossibile per la maggior parte dei casi, dati i limiti degli elicotteri. I rifugi prefabbricati con isolamento termico sono una delle poche soluzioni che aiutano ad avere una vita accettabile, ma portare sotto i 4.000 m una persona con dei problemi richiede ore di marcia scendendo con un gruppo di parecchi soldati. Le munizioni e le armi sono afflitte dal clima estremamente freddo, al limite delle loro possibilità di funzionare correttamente.
 
Al '98, oltre 10.000 morti e migliaia di feriti e malati sono il risultato di questa guerra. Spesso vengono combattute battaglie ad alta quota, che tuttavia avvengono nelle condizioni di cui sopra, talmente critiche che anche con i moderni equipaggiamenti è difficile anche la pura sopravvivenza, anche per un alpinista professionista, per non dire di un soldato. Anche se le condizioni degli equipaggiamenti sono ben migliori di quelle dei fanti che combatterono nel fronte alpino durante la Grande Guerra, i limiti fisici umani sono sempre quelli, e decisamente messi a dura prova da quote di 1.000-2.000 m più alte. Anche per questo spesso si preferisce tirare con l'artiglieria. Se gli scontri in Medio Oriente fanno notizia, difficilmente si ricordano i milioni di granate che i Pakistani e gli Indiani si sono tirati negli ultimi decenni, in una guerra della quale, tuttavia, quasi nessuno ha sentito parlare.