Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-Missili 2: differenze tra le versioni

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[[Immagine:2P16 Luna.jpg|330px|left|thumb|Il 2P16, lanciatore del LUNA/FROG-3]]
Le dimensioni erano 10,2 x 0,84 m, peso 4.930 kg, gittata minima e max decisamente limitate, essendo la prima di 20 km, la seconda di 26. La precisione, molto relativa, era di 1 km. La propulsione non era a razzo singolo, ma con sette piccoli motori a razzo, tutti a propellente solido. Il trasporto era dentro un contenitore in vetroresina montato su di un cingolato 2P4 Tyulpan. Esso poteva apprestarsi al lancio in mezz'ora e ricaricare in un'ora. La base era quella dell' ISU-152, semovente della famiglia Stalin, e noto come Ob. 804. Questo grosso cingolato pesava 36,5 t, dimensioni 10,7 x 3,2 x 3,32 m, motore da 520 hp per 37 kmhkm/h.
 
Stranamente, mentre questo grosso razzo entrava in servizio, apparve anche il minuscolo 3R-1 Mars, che poi è il FROG-2. La testata era di appena 564 kg e questo consentiva di renderlo più efficiente, con un motore monostadio e un peso di 2,45 t. Le dimensioni calavano a 9,4 x 0,58 m, sebbene anche la gittata passava a 15-19 km. Se non altro il CEP scendeva a 900 metri, ma anche qui, la portata era tutto sommato ridotta e bisognava scegliere bene la distanza a cui azionarlo. Naturalmente il mezzo era diverso, un 2P2 con tempi di reazione di 15-30 minuti e ricarica, sempre in 60 (non è chiaro perché, visto che il peso era dimezzato). Questo cingolato era su scafo PT-76. Sebbene privo di protezione NBC, era anfibio e pesava solo 14,2 t (dimensioni 9,4 x 3,18 x 3,05 m), motore da 240 hp per 44 kmhkm/h su strada. Pare che solo 25 razzi FROG-2 (o lanciarazzi?) venissero prodotti, e dati ai battaglioni MRL di alcune divisioni corazzate, con due lanciarazzi singoli e due multipli (questi ultimi erano i convenzionali BMD-20 calibro 200 mm) e 190 uomini di personale per ciascuno di essi.
 
I successivi FROG, o meglio, nella definizione sovietica, LUNA, frutto dell'Istituto di termotecnologia di Mosca, furono i 3-R8, 9 e 10, ovvero LUNA, LUNA-1 e LUNA-2, o nel caso NATO, FROG 3, 4 e 5. Dopo che la prima generazione di razzi sovietici era stata usata sopratuttosoprattutto per sperimentare la fattibilità della nuclearizzazione dell'artiglieria sovietica, i successivi tipi ebbero larga produzione. Con motori più potenti, progettati sempre con propellente solido ma di migliori caratteristiche, sviluppati dal 1957 e prodotti quanto meno dal 1960, pesavano 2.280 kg, dimensioni 10,6 x 0,54 m, e gittata di 32-55 km a seconda delle testate, mentre quella minima era di 10 km. Era migliorato il CEP (880 m), il mezzo di lancio 2P2 ora poteva reagire in 11 minuti dall'ordine di lancio, ma era sempre ricaricabile in un'ora. I due razzi di riserva erano su di uno ZIL-157, mentre il cingolato di lancio era simile a quello su base PT-76, ma leggermente ingrandito. Le unità di lancio erano su battaglioni con tre rampe, radar meteo RVS-1 (1,7 MHz, 25 km di portata) per aggiustare il tiro (con palloni-bersaglio). Le testate erano HE 3N15 da 358 kg per il solo il FROG-5, ma in genere v'erano i tipi nucleari da 400-500 kg 3N14 da 10-20 kT a seconda di come veniva selezionata la potenza. C'erano anche testate chimiche, di tipo non noto. La testata del FROG-4 aveva una sonda barometrica per lo scoppio in quota. Ma questo razzo non ebbe molto impiego, al contrario dei FROG-3 e 5. Già in pochi anni ne vennero realizzati almeno 200 complessi di lancio, poi aumentati fino a circa 300. I FROG-5 furono i primi ad essere esportati nel Patto. Attorno alla metà degli anni '60, mentre i FROG fronteggiavano gli equivalenti Honest John, venne realizzato il FROG-7, un'arma molto superiore anche in gittata.
 
Questo era il LUNA-M, mentre il FROG-6 nient'altro che era la designazione NATO per un tipo d'addestramento operativo PV-65 per addestrare gli equipaggi a terra.
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Come gli altri FROG, il FROG-7 è privo di guida e le 4 alette alle estremità del suo lungo corpo servono solo per stabilizzazione, assieme ai 4 motori del muso, che imprimono una rotazione laterale. Dimensioni 8,85 m (9,4 per il modello b con testata ICM), diametro 0,54 m, apertura alare 1,7 m.
 
Il motore 3Kh18 ha 1.080 kg di combustibile, e imprime un massimo di 1.200 m.sec/s. Si scarica con un ugello principale e sedici secondari, che lo coronano per aiutare la stabilità in volo. Il tempo di combustione varia tra 6,8 e 19,8 sec, dipende dal tipo di propellente usato. La portata è tra 15 e 68 km, l'operatività tra -40 e +50 gradi. Alla massima distanza, il FROG-7 è capace di 1.200-2.000 m di CEP, decisamente troppi per sfruttare al meglio la portata eccetto che con testate nucleari. A 45 km, però, è possibile ridurre il CEP a 700 m, molto meglio dei precedenti FROG su distanze persino inferiori.
 
I FROG-7b erano capaci, tramite aerofreni in coda per aumentare la stabilità, permettendo il CEP a 400 metri a 45 km. Alla massima distanza, tra l'altro ridotta a 12-67 km, il CEP però aumenta. Dato che al FROG-7a è possibile aggiungere tali aerofreni, il modello b è stato prodotto in meno esemplari.
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Non è chiaro se ve n'è anche una variante HEAT, mentre c'è il tipo chimico 9N18G da 436 kg (216 kg di VX).
 
Il sistema di lancio è il BR-231 6x8 (su ZIL-135 LM), da 23 t , 10,7 x 2,8 x2,86 m (senza razzo). La rampa, da cui dipende la gittata e la direzione, ha alzo di 15-65 gradi, direzione di 14 gradi complessivi. Il motore è un Ural 375V V-8 diesel da 360 hp, costituito da due unità da 180 hp l'una, per 65 kmhkm/h su strada e 15 fuori strada, autonomia 650 km. Questo 'bestione' può superare una trincea o un fosso largo fino a 2,63 metri, e un gradino di 68,5 cm, o un guado di 120 cm, mentre il raggio di sterzatura è ridotto a 12,5 metri. IL sistema può sopportare fino a 200 lanci prima della revisione, ha un pannello anti-vampa e radio R-123 e 124, 4 vomeri di stabilizzazione e una gru idraulica di 2,6 t. I mezzi di rifornimento sono simili, con tre ordigni e due uomini d'equipaggio (sono denominati 9T29). Nessuno dei mezzi ha protezione NBC.
 
Non mancano dei lanciatori speciali, come i tipi per operazioni aeroportate 9K53 LUNA-MV su veicolo BR-257, capace di una ridotta mobilità autonoma (45 km), e prodotto in pochi esemplari verso la metà degli anni '60.
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Il FROG è stato ampiamente esportato e prodotto in forse decine di migliaia di esemplari. È facile da mantenere e in Afghanistan persino fazioni di guerriglieri ce l'hanno o ce l'hanno avuto in servizio.
 
Come arma convenzionale, necessita di una notevole preparazione su obiettivi noti. Gli Egiziani avevano chiesto il FROG già nel '58, ma non l'ebbero fino al '72 o appena prima, con circa 12 lanciatori che erano raggruppati in tre battaglioni della 64a Brigata d'artiglieria. 9 dei suoi complessi di lancio vennero usati in guerra, tirando fino a 120 razzi FROG e analoghi tipi locali come gli Al-Zeitun e Al-Tin, un altro centinaio tutti esauriti in un giorno di lanci. Nelle prime 24 ore vennero lanciati 60-70 razzi e gli Israeliani degli obiettivi in Sinai temettero una catastrofe, ma al dunque i danni furono più che altro psicologici, ma pur sempre utili per frenare la reazione israeliana in quelle ore cruciali. Venne distrutta una stazione ELINT a Gebel Umm, ma vennero anche presi di mira, i giorni successivi, i ponti israeliani verso l'Egitto, ma come prevedibile, senza colpirli. I Siriani tirarono con la loro 69a Brigata Razzi (12 lanciatori), ma solo 25 armi, caduti sopratuttosoprattutto su bersagli civili piuttosto che militari, e scatenarono la reazione israeliana con raid su Damasco e Homs. Stranamente, dopo che gli Israeliani passarono il Canale, forse perché costituivano una forza concentrata e un facile bersaglio, ebbero diversi danni dai FROG. In ogni caso, nessun TEL venne mai individuato dall'aviazione israeliana, e i lanci vennero fatti sopratuttosoprattutto di notte. Si dice che l'artiglieria c.a. (HAWK) abbia abbattuto qualche FROG, ma non vi è conferma precisa di questo. L'Egitto ha poi realizzato anche sistemi come il SAQR-80, circa 100 esemplari da 80 km e 200 kg di carico utile, pesante appena 600 kg, arma degli anni '80 co-sviluppata con i Francesi e destinata a rimpiazzare almeno in parte il FROG, usando lo stesso lanciatore.
 
L'Irak fu il successivo utilizzatore in guerra, tirando complessivamente 68 razzi dai suoi 24 lanciatori. L'8 ottobre tre di essi caddero su Dezful, colpendo obiettivi civili, e questo fu l'inizio della 'guerra delle città' con bombardamenti ai civili, che cominciò in larga scala nel 1981. Una coppia di FROG uccise 62 persone in quella città a metà dicembre 1982. Meno noto il suo impiego in Afghanistan, contro villaggi della 'resistenza', oltre 1.000 tiri, forse anche con testate chimiche, ma con pochi danni nonostante quasi tutti gli ordigni avessero cariche ICM (submunizioni). Anche dopo il ritiro sovietico i tiri continuarono almeno fino al 1999.
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Gli Alleati ebbero a che fare con i FROG e Layth nel 1991, qualche arma venne anche abbattuta dai Patriot. I Serbi usarono i razzi contro i Croati quello stesso anno, colpendo Zagabria con l'uccisione di decine di civili e l'arresto dell'offensiva croata contro la Serbia. I pochi MiG croati non riuscirono a trovare i TEL. I FROG continuarono anche negli anni successivi a farsi sentire, sempre contro obiettivi civili. Nonostante le modifiche con gli ispettori ONU per impedire di potenziare i FROG (stranamente lasciati agli Irakeni), questi tirarono diverse armi che non vennero intercettate nel 2003, pur non facendo danni. Alcuni complessi di lancio vennero individuati e distrutti dagli E-8 e dai team di SF mandati a cacciarli, o dagli attacchi aerei, differentemente dalla quasi totale invulnerabilità mostrata ancora nel 1991. I Russi usarono in Cecenia parecchi FROG, sempre con risultati molto scarsi, tra il 1996 e il 1999. Poco si sa dell'uso del missile contro Aden e altri obiettivi, durante la guerra civile yemenita in quegli stessi anni.
 
Infine, il FROG, con la sua semplicità (rispetto allo Scud, che richiede propellente liquido), è stato facilmente assimilato da guerriglieri, ma anche da molte nazioni come l'Iran, che si sono ispirati a questi sistemi per i loro prodotti nazionali. Attualmente, la Corea del Nord è l'utente più in vista di queste armi, malgrado la loro presenza anche in Siria, Libia, Algeria ed Egitto. SopratuttoSoprattutto perché essi sono pressoché tutti puntati come forza di 'primo colpo' contro Seul. Si spera che anche questo tipo di minaccia venga disinnescato con la diplomazia, visto che questi razzi sono senz'altro solo armi nucleari o 'terroristiche', capaci cioè di colpire solo grandi obiettivi civili. I quali, peraltro (vedi Londra) sono anche ,per la stessa ragione, difficili da distruggere in maniera apprezzabile, mentre il potere aereo mette in difficoltà i lanciatori di questi ordigni di piccola gittata e quindi oramai piuttosto facili da scoprire e distruggere. In sostanza, per come è stato utilizzato, il FROG non poteva essere altro che un razzo 'terroristico', buono per colpire obiettivi civili, o al più, grandi aeroporti e centri industriali. Si pensi che il lanciarazzi BM-30 Smerch, a confronto, spara in meno di un minuto ben 12 razzi, ciascuno dei quali almeno pari in gittata e quasi pari in capacità di carico, nonché di qualcosa più preciso. Con un'arma di saturazione d'aerea del genere, fermo restando che si tratta di semplici razzi balistici, è possibile causare danni micidiali anche con le testate convenzionali; il FROG, per quanto molto apprezzabile per disegno e funzionalità, non è capace di erogare un tale volume di fuoco e dunque i risultati che può ottenere sono nettamente più modesti. Il suo miglior pregio, dal punto di vista sovietico, è che si trattava di un sistema economico per rendere l'artiglieria capace di un'efficace deterrente nucleare sul campo di battaglia, cosa non da poco visto che la NATO aveva simili capacità operative. In entrambi i casi, da un lato l'artiglieria pesante, dall'altro i missili tattici balistici, hanno finito per soppiantare questi grossi razzi d'artiglieria, ma a causa dei maggior costi, essi si sono rivelati -specie il FROG- decisamente longevi. A modo loro, un'arma assai efficace, malgrado tutti i loro limiti, anche semplicemente perché disponibili e facili da gestire rispetto a sistemi più avanzati, nonché base per sviluppi migliorati da parte di varie nazioni.
 
==Missili balistici tattici<ref>Po, Enrico: ''I missili balistici del KBM Bureau'', RID gen 2001</ref><ref>Striuli, Lorenzo: ''Lo Scarab oggi'', RID Mar 09 68-76</ref>==
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====Tecnica====
Ma perché lo 'Scud' è così popolare? La sua semplicità, sebbene limitante, ne è la risposta. Lo 'Scud-B', ovvero l'R-17 Kometa, è lungo 11,25 m e largo 88,5 cm, con peso al lancio di 5.847 kg senza testata bellica; la principale novità rispetto allo 'Scud-A' è un sistema di turbo-alimentazione per carburante più efficiente di quello dell'R-11; esso ha comportato molta economia di peso e molta potenza in più; il tipo precedente aveva serbatoi con sistema pressurizzato, che di fatto portava il carburante verso la camera di combustione; questo era semplice, ma i serbatoi stessi dovevano essere più robusti e pesanti e quindi l'arma era meno potente e più appesantita. Il missile R-17 dunque è riuscito a migliorarsi con un sistema d'alimentazione più pesante ma più efficace, e il suo peso struttural limitato a 2.076 kg si assomma a quello del propellente di 3.771 kg al lancio, con ossidane UDMH e carburante IRFNA, per un totale di 2.919 e 852 kg rispettivamente, i quali sono separati in due serbatoi: quello superiore ha il comburente e quello inferiore il combustibile. Sopra vi è il sistema di propulsione e in cima al missile, la testata; sotto vi è la camera di combustione singola e quattro alette di stabilizzazion; tra i due serbatoi vi è la pompa di rifornimento dei propellenti, perché l'arma è ricaricabile (e scaricabile) con prese per il carburante a metà della fusoliera. La portata massima assoluta è 300 km, ma quella pratica, per ragioni di precisione, è di 280, 270 nel caso dei primi SS-1C 'Scud-B', prima di essere leggermente migliorati. Il totale del tempo di combustione è 313 secondi; la gittata minima è di 50 km con tempo di volo di 165 secondi; quanto al CEP, esso è di 610 m, molto meglio comunque degli SS-1b Scud-A che pure ha una gittata minore. Il sistema di guida, per quanto rudimentale, è migliore di quello del LUNA/Frog e fornisce una precisione simile ma a gittate maggiori; l'INS si avvale di tre giroscopi per allinearsi verso il bersaglio al momento del lancio agendo sui sistemi di controllo, in particolare suelle alette di stabilizzazione da 1,8 m di apertura alare, con dei deflettori di getto. Il sistema di controllo è davanti al serbatoio anteriore e dietro la testata, con dei portelli di ispezione e la necessità, teorica, di revisionare il missile ogni due anni, raramente eseguita. La strumentazione è attiva solo per i primi 68 secondi dopo il lancio con il motore KBKhM 9D21 che offre 13.380 kgs; l'unica correzione aggiuntiva possibile è l'interruzione del flusso per assicurare la gittata minima; la velocità massima è di 1.500 m.sec/s, 1.130 m.sec/s all'apogeo, che arriva a 24 km per i tiri a corto raggio (50 km) e 86 km per i tiri a massima portata. Il missile, all'impatto, arriva a 1.400 m.sec/s. La potenza degli Scud era tuttavia inficiata dalla scarsa precisione, per cui in genere erano usati con testate NBC, ovvero chimiche e nucleari. Le testate sono sempre in un involucro di 2,87 m e pesante totalmente 985 kg, il che aiuta moltissimo per rendere semplice il calcolo della traiettoria balistica per tutti i missili con le varie testate, che sono intercambiabili senza problemi. La prima nucleare è stata la RDS-4 da 50 kT dello Scud-A, ma negli anni '60 è attivata una serie di armi di 100 kT, oppure da 5, 20, 40 e 80 kT. Esse erano utili per i due tipi di 'Scud', ma negli anni '70 c'erano le 9N72 dell'SS-1c 'Scud-B', che erano una serie di testate nucleari dalla minore radioattività rispetto alle precedenti, mentre al contempo erano molto più potenti: 200, 300 e 500 kT, cosa che tutto sommato, per un'arma semi-strategica ma impreciso, era del tutto sommato una cosa necessaria. Per le testate chimiche c'erano diversi tipi dei quali è nota in particolare la 8F44G Tuman-3, con 555 kg del letale gas nervino VX e di una piccola carica di scoppio che detonava in quota e apriva il resto della testata, che così copriva con una mortale nube di gas tutto un largo territorio, che con condizioni ottimali di vento era di 4 km di lunghezza e 600 di larghezza. I tipi HE, poco usati e considerati dai sovietici per la loro scarsa precisione, erano anzitto l'8F44F che ha una carica da 545 kg, capace, con l'impatto, di provocare un cratere largo 12 metri e profondo 1,.5-4 a seconda della consistenza del terreno o della roccia. Ma vi sono anche delle più pericolose testate a submunizioni: la più pericolosa, o almeno la più nota, è la Kasetka, con 42 ordigni da 122 mm di calibro di tipo frammentazione-perforante, con peso di ben 12 kg di cui 3 di esplosivo; vi è anche una testata con 100 munizioni da 5 kg con 1,2 kg di esplosivo, il cui raggio letale sarebbe di 160-250 metri; pare che vi siano anche testate FAE (Fuel-Air Explosive), a rilascio di mine o di submunizioni controcarri, ma non è certo nemmeno se esistano.
 
I primi Scud-B avevano il TEL del precedente 'Scud-A', costituito da un 2P19 cingolato, su base della famiglia 'Stalin'. Anche se andava bene per il movimento fuori strada, era lento, e sopratuttosoprattutto trasmetteva troppe vibrazioni alla componente elettronica del missile durante la marcia. Così dalla metà anni '60 si usò il MAZ 543 8x8 nel tipo P, un bestione da 8 ruote motrici, noto anche come, in questo aspetto (dei tanti che ha ricoperto) come 9P117M. Il mezzo ruotato, molto più veloce e adatto, è lungo 13,36 m, largo 3,02, peso 30,6 t e 37.400 kg con il missile, altezza 3,3 m e luce libera dal suolo di 44 cm; il motore D-12 diesel ha ben 580 hp di potenza; stranamente per un mezzo ruotato, sopratuttosoprattutto così pesante, risultano eccellenti le capacità di movimento fuori strada, mentre su strada non è particolarmente brillante: 650 km di autonomia, 450 se il missile è a bordo; 500 km fuori strada (ma senza missile); velocità max attorno ai 60 kmhkm/h. I primi tipi avevano una specie di 'gabbia' che permetteva la ricarica autonoma del missile, ma la soluzione venne considerata troppo complessa; il generatore di bordo è da 10 kW. La gru di ricarica del missile, con un apposito mezzo, è la 9T31M, che prende 45 minuti di tempo per portarli da un rimorchio 2T3; il generatore del TEL serve pe ri due sistemi idraulici per alzare la rampa di lancio dallo chassis alla posizione adatta, il che prende 4 minuti di tempo; tutte le operazioni di lancio sono autonome e vi è un equipaggio di sette persone a bordo, di cui uno è il capopezzo, ma ci sono anche il puntatore, tercnico, guidatore e tre serventi. Il missile non è azionato dalla cabina ma da un vano posteriore con una specie di box di controllo nella parte destra del mezzo, tra il secondo e il terzo assale del camion. Vi sono molti dati da calcolare per consentire un lancio corretto, tra cui la conoscenza delle condizioni atmosferiche nel raggio di 60 km dal mezzo di lancio, inclusa la pressione e l'umidità, nonché ovviamente direzione e forza del vento. Per riuscirci è necessario l'uso di palloni-sonda delle sezioni meteorologiche, che hanno anche radar meteo RMS-1 e RPS-1, oppure il sistema ARMS-3 Ulibka; da questa raccolta di dati ,trasmessa al mezzo comando 9S436 e rielaborata, si danno infine i dati per i TEL, che sono a breve raggio: 50-150 metri, ma possono anche arrivare a diversi km di distanza dal loro veicolo comando e controllo. Dopo che i vomeri sono stati abbassati e gli ultimi dati calcolati dal TEL, viene azionato un sistema che pompa il carburante necessario per l'accensione del missile, il quale è innalzato a 90 gradi precisi grazie ad un sistema di calcolo giroscopico. Poi si accendono le batterie e attivato l'INS; il missile deve quindi essere lanciato entro 15 minuti, o le batterie di bordo gli si scaricheranno non avendo un modo diretto per restare in carica. Il lancio avviene 12 secondi dopo l'ordine, perché serve tempo per pompare il carburante e l'ossidante nel motore acceso; questo per quattro secondi circa è al 30% della potenza, dopo di ché aumenta al massimo e lo 'Scud' sale al cielo. In tutto l'operazione di lancio ha richiesto circa un'ora per essere espletata al meglio. Naturalmente, il prezzo di un'errata preparazione è una scarsa precisione anche per gli standard del missile in parola.
 
 
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Dal KBM Bureau sono passati i progetti di tutti i tipi di missili tattici sovietici dal 1975 in poi, noti in ambito NATO come SS-21 'Scarab', SS-23 'Spider' e SS-26. In questa disamina apparentemente non è compreso l'SS-22, la versione migliorata e più precisa dell'SS-12 'Scaleboard', probabilmente perché questa nuova arma, che la NATO considerava di un nuovo tipo, era in realtà solo una versione migliorata del modello precedente e progettata dallo stesso DB.Il missile balistico, di tipo non guidato, era già parte di molte divisioni sovietiche. Noto come FROG-7 (LUNA-M), era un razzo molto migliorato rispetto agli altri, distribuito ai reparti nel '65, era già parzialmente obsoleto, ma dopotutto non peggiore dell'equivalente Honest John americano, dal raggio decisamente inferiore (37 km). Questo grosso razzo balistico era capace di portare testate HE, nucleari e chimiche e la sua semplicità lo ha reso non solo diffusissimo, ma gestito persino da organizzazioni di guerriglieri come accade in Afghanistan. La sua principale limitazione è la precisione, con un CEP (il 50% di probabilità di colpire dal centro del bersaglio) di 500-700 m a 65 km, e forse anche meno preciso di così. Va detto che in situazioni diverse, anche i FROG andavano bene: nel '62, tra i materiali sbarcati dai Sovietici a Cuba per rinforzare il regime di Castro dalle pressioni americane, c'erano anche 6 di questi razzi, armati con testata nucleare, e nessuno si rese conto di questa loro presenza. Avessero gli Americani tentato uno sbarco anfibio, sarebbe bastata una testata per annientarli sulle spiagge, ma per fortuna di tutti la situazione si sbloccò senza combattere.
 
In ogni caso, passando ad uno scenario di attacchi di tipo più preciso e meno automaticamente nucleare, i FROG non erano adatti, e per giunta gli autocarri 8x8 ZIL-135 che li portavano non erano anfibi, cosa che invece i sovietici consideravano importante, mentre il razzo, scoperto, era piuttosto vulnerabile a danni e temperature basse o molto alte, con immaginabili effetti anche sulla sua precisione. Agli inizi degli anni '60 gli americani studiavano il preciso e molto moderno missile Lance, mentre i Britannici avevano proposto senza successo il loro Blue Water alla NATO. Dal '72 l'MGM-52 Lance sostituì il razzo balisto H.J. Nel mentre, dagli ultimi anni '60 i sovietici stavano facendo studi su di un missile tattico che sostituisse i FROG. La sostituzione non avrebbe mai avuto compimento data l'economia e la diffusione del razzo, ma il progetto di per sé fu presto messo a punto. Esso doveva funzionare bene con temperature tra -40 e +50°, lanciabile anche con vento laterale di 70 kmhkm/h e il CEP doveva essere dell'ordine dei 220 m alla massima distanza, come del resto faceva il Lance, che era valutato avente un CEP di 225 m a 75 km. Non è nemmeno escluso che si volesse un CEP di appena 160 m, secondo i servizi d'informazione americani. Il KBM Bureau, diretto da S.P. Nepobidimy, rispose presentando una proposta in concorrenza con l'NPP Splav, che era stato l'autore dei sistemi LUNA. Vinse il KBM della cittadina di Kolomna, a 100 km a N.E. di Mosca, già autore fino agli ultimi anni '50 (quando si chiamava ancora il Shavyrin DB) di mortai, e poi di una lunga serie di missili controcarri. Infatti al KBM sono ascritti i progetti dei 9K11 Malytka (i famosi AT-3 Sagger), i 9K114 Shturm (AT-6), 9M120 Ataka (AT-9), e infine i 9K121 e 9K125 Vikhr-M e Krizantema (il secondo è la versione per veicoli del primo). Era l'OTR-21 TOCHKA. Il nuovo missile balistico era noto anche come 9M79, lo sviluppo venne fatto nel periodo 1968-74, le prove iniziarono nei primi anni '70 e venne adottato nel '75, per poi essere identificato dalla NATO nel '76 quando ebbe la designazione di SS-21 Scarab. Questo sistema è installato su di un mezzo 6x6 anfibio, molto simile a quello dell'SA-8, noto come 9P129 e venne distribuito ai reparti occidentali nel '76, comparendo in Germania Orientale nel 1981. Si stimava che dovesse essere prodotto fino al 1987, ma come si vedrà, le cose sarebbero andate diversamente. Pare che i sovietici fossero già al corrente delle specifiche generali del SAM-D, il futuro Patriot, e che volessero un ordigno per distruggerne le batterie. Gli Americani erano al corrente della nuova arma e così diedero ai loro missili da subito delle capacità antimissile, sia pure più volte aggiornate, il che significa che le prestazioni reali erano piuttosto limitate (malgrado i successi dichiarati nel 1991).
[[Immagine:Soviet SS-21 Scarab.JPEG|330px|left|thumb|Una delle prime foto dell'allora sconosciuto SS-21]]
I missili del tipo 9M79 hanno un aspetto caratteristico, molto tozzo con alette di stabilizzazione nella parte centro.-inferiore e di controllo all'estremità, accanto al motore a razzo. Le dimensioni sono di 6,4 x 0,65 m, peso di circa 2.000 kg. Il motore è monostadio e vi è una piattaforma inerziale del tipo 'strap-down', con deviatori del getto del razzo e grate di controllo, caratteristiche dei missili tattici e aria-aria (AA-12) sovietici di ultima generazione, inclusi gli RDS-10 Pioneer, ovvero gli SS-20, nonché i successivi SS-23. Quest'arma è più grande e pesante dei missili Lance e del loro successore ATACMS (MGM-140) il che è dovuto probabilmente ad una minore evoluzione della microelettronica e sottosistemi vari destinati ai missili russi, ma ha anche consentito poi di aumentare le prestazioni senza problemi di volume. La gittata dell'SS-21 è valutata inizialmente in 70 km, ma con una testata da 484 kg HE. Il Lance arrivava a 121 km ma con la carica nucleare da 212 kg. La testata da 454 kg invece era trasportabile solo a 70 km, quindi vi sarebbe un'equivalenza reale tra i due tipi di missile. Gli ultimi SS-21 invece hanno la testata da circa 500 kg portabile fino a 120-150 km, nel tipo 9M79-1 Tochka-U del 1993. In realtà questo missile era stato sviluppato in fretta nel 1984-88 e messo in produzione già nel 1989.
 
In ogni caso sarebbe davvero strano che gli SS-21 avessero avuto una gittata paragonabile a quella del lanciarazzi 'Smerch' allora in sviluppo, per cui almeno con la testata nucleare dovrebbe essere stata maggiore. Quanto alle testate, ce n'é una da 10-100 kT e CEP di 150 m, la 9M79B con carica AA-60, ma esiste anche una testata HE chiamata 9M123F, sempre da 482 kg di cui 120 di esplosivo, che se adottante un sistema di guida terminale radar ridurrebbe il CEP a circa 30 m(non vi sono però prove che tale sistema di guida finale sia stato adottato); vi è poi la 9M123K che porta un grappolo di 50 submunizioni controcarro o un maggior numero di bomblets a frammentazione. Sono testate attivate a distanza utile da terra con un telemetro laser di bordo e si diffondono in un'aerea di 3,5-7 ettari a seconda della quota. Non esistono, a quanto è stato dichiarato, testate chimiche, mentre negli anni '80 venne iniziato piuttosto il programma per una testata EMP per danneggiare i radar NATO, specie di sistemi come i Patriot. Non si capisce poi se si tratta della 9N123R, oppure di un altro tipo ancora. La sua funzionalità sarebbe, secondo alcune informazioni, di tipo antiradar con guida sul bersaglio. Quanto ai tipi chimici, si sa che ufficialmente non ve ne sono, ma in precedenza Frog e Scud erano prodotti per il 4% con carica nucleare. In ogni caso il sistema di guida è come detto, un INS, più precisamente sviluppato dalla TsNIIAG, a suo tempo nota come TsNII-173, ovvero l'Istituto di Ricerca Centrale sull'Automazione e l'Idraulica, centro di primaria importanza per le ricerche sovietiche del settore; esso è simile a quelli usati dai vari missili SS-13, 23, 25. Gli SS-23 hanno in comune con gli SS-21 anche le testate nucleari. I controlli, basati sia sulle alette a griglia (sopratuttosoprattutto per la gittata) e sui deflettori del getto, per la direzione, sono efficaci essenzialmente nella parte iniziale e finale della traiettoria. Come per l'ATACMS, si ipotizzano anche traiettorie di tipo semi-balistico, che darebbero senso alla dotazione di tali superfici di controllo in due serie più i deflettori.
 
Il sistema di lancio 9P219 ha chassis 6x6 derivato dal BAZ 5921 della Zavod, parente del BAZ 5937 o 9A33 per il lancio del sistema SAM 9K33 Romb (l'SA-8). Questo mezzo è lungo 9,485 m, largo 2,782, alto 2,373, ha 4 persone nella cabina anteriore protetta da un sistema NBC FVU-100N e il missile è portato dentro il mezzo, protetto da due portelloni blindati e climatizzato entro certi limiti. In acqua e a terra viaggia a 8 e 60 kmhkm/h tramite due idrogetti posteriori e le sei ruote motrici, 15 su terreno vario, grazie ad un motore da 300 hp diesel.Autonomia 650 km su strada. Esiste una turbina a gas per mantenere il generatore da 50 kW senza usare il motore principale. Per il lancio il missile è elevato a circa 80° e vi sono sistemi computerizzati per il calcolo della posizione e un sistema di isolamento termico che protegge la testata prima del lancio stesso. Peso totale 18,145 t, il mezzo può funzionare anche con soli 3 uomini e il missile viene lanciato in 16 minuti dall'arresto della marcia, e se necessario un altro viene caricato in 30-40.
 
L'ordinamento dei Tochka è di un apposito battaglione missili tattici della divisione sia corazzata che meccanizzata, con reparto comando e due batterie su 2 lanciatori l'una. Vi sono poi mezzi come semirimorchi per i missili di ricarica (4 mezzi), gru di ricarica (altrettante), e 2 mezzi di manutenzione su autocarro ZIL 131, mentre gli altri sono basati sullo stesso chassis del lanciamissili. Vi sono poi a livello di batteria sezioni meteorologiche, ricognizione e lancio, con autocarri, radar meteo RMS-1 o ARMS-3, palloni sonda RKZ-1 con sensore di trasmissione passivo (questi dovevano essere illuminati dal radar di terra per seguirli e calcolare il vento). Dal 1989 sono in distribuzione i palloni Ulybka che hanno trasmittenti di bordo e che non richiedono illuminazione da terra. L'ultimo modello del mezzo di lancio ha un sistema topogeodetico 1T25 che migliora la localizzazione della postazione di lancio rendendo meno importante la ricognizione della sezione apposita, per trovare il punto di lancio prestabilito (naturlmente con sistemi come il GPS o il GLONASS tutto è diventato più semplice).
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Dopo il trattato INF (Intermediate Nuclear Forces) per bandire i missili di oltre 500 km di gittata, il grosso missile OTR-23 è stato cancellato dall'inventario e così l'URSS si è trovata senza più i vecchi Scud (9K72) che i loro successori 9K714 OKA. Così è stata costretta a riorganizzare i lanciatori dei missili dal 1989, aumentando i battaglioni a livello di brigate con 12-18 sistemi di lancio per servire i Corpi d'Armata e le Armate. In tutto i soli Russi hanno ricevuto 300 TEL (stima del 2000) con 1.200 missili almeno (per i quali erano disponibili 310 testate nucleari secondo i russi al tempo del 1992), mentre altri clienti sono stati tra l'altro la Bulgaria, Cecoslovacchia, DDR (24 missili e 4 lanciatori), Ungheria, Siria, Ukraina, Polonia, Yemen e altre nazioni ex-sovietiche. Molte non l'hanno più in servizio, ma nel Medio Oriente è invece ben considerato come successore dei FROG, anche se non ha la gittata sufficiente per fare lo stesso con gli Scud.
 
Il tipo B, l'9M79M, è capace, mantenendo un peso pressoché uguale (10 kg circa in più) di arrivare a 120-150 km, con una gittata minima di 20; la sua velocità massima in picchiata arriverebbe a 1.800 m.sec/s, con un angolo di 85 gradi e precisione di 95 metri con un INS migliorato. è un'arma quindi difficile da intercettare. Ad Abu Dhabi vennero tirati ben 6 missili nel '93 per dimostrare un CEP di appena 15 metri, forse perché (difficilmente esistono altre spiegazioni a meno di non usare un radar attivo che cerca il bersaglio) all'epoca era maggiormente efficiente il GLONASS e il missile aveva un ricevitore, giusto come facevano gli americani con il modello evoluto dell'ATACMS nella stessa epoca. Ora che l'India ha deciso di partecipare al GLONASS, vi sono possibilità di rendere il sistema, nel frattempo decaduto per l'insufficiente numero di satelliti, nuovamente operativo. Inoltre pare vi siano dei sistemi a correlazione otticha sugli 'Scarab-B' osservati durante gli anni '90; è stata proposta nel 1992 anche una testata con il dispenser aeronautico RBK-500 armato con le munizioni 'intelligenti' SPBE-D, pesanti 14,5 kg e funzionanti come analoghi sistemi occidentali, con un sensore IR a doppia frequenza e proiettile autoforgiante; la caduta è rallentata a 17 m.sec/s con un sensore dotato di 30° di angolo d'osservazione e movimento rotatorio di scansione per la ricerca del bersaglio.
 
Tornando all'export, la Siria fu la prima ad averne, per un totale di 18 missili e 6 lanciatori consegnati dal 1983. Vi furono dei lanci già da quell'anno e poi altre consegne, mentre dal 1986 la cosa fu giudicata tanto allarmante che gli americani passarono 6 mld di dollari alla IAI e Rafael per costruire i loro sistemi antimissili balistici, ovvero il programma Arrow. I Siriani sono diventati poi utenti piuttosto interessati al mantenimento dell'arma in servizio, con 18 lanciatori e almeno 36 missili in una apposita brigata. I Russi hanno circa 350 complessi di lancio, i Bielorussi 40, i Libici 6, poi vi sono i Kazacki (pochi), gli Ucraini con ben 90 lanciatori e 500 missili circa (il che fa capire che la quantità di 1.200, in realtà, è stata ampiamente superata, visto che la stragrande maggioranza dei lanciatori è rimasta in Russia), lo Yemen con un massimo di 10 lanciatori e un'ottantina di armi. All'export sarebbe in servizio solo la prima versione dell'SS-21, ma non è detto che negli anni '90 non vi siano state forniture, visto che oramai, dal '93, la Russia fa parte del trattato MTCR (per la limitazione dei sistemi balistici) e le esportazioni dei vecchi Scud vennero ridotte o annullate data la loro gittata vicina o superiore al limite dei 300 km. Lo Scarab è un sistema efficiente ma costoso. Nel 1992, l'ultimo anno in cui gli Scud erano offerti all'export, costavano 1 milione di dollari l'uno; il ben più piccolo Scarab 1.700 mila dollari (ovvero il doppio di un ATACMS), più 3,3 per il TEL e 700 mila per il mezzo da rifornimento. In ogni caso, le esercitazioni hanno dimostrato che trattasi di un sistema preciso ed affidabile, anche in Ucraina, dove tuttavia l'ultimo dei 18 missili lanciati in esercitazioni cadde su di una casa e nonostante avesse solo una testata da esercitazione uccise 3 persone. In Yemen si fece di peggio: nella guerra civile del 1994 vennero tirati circa 30 missili. In Cecenia, nel 1999, vennero tirati su Grozny ben 60, e forse 130 missili in poco più di due settimane, dal Daghestan. L'efficacia e l'affidabilità furono molto buone. Purtroppo questo non evitò perdite umane, anzi, il lancio del 21 ottobre 1999 colpì un affollato mercato (secondo i russi anche di trafficanti d'armi) uccidendo 137 persone e ferendone il doppio. Altri missili colpirono la zona e uno centrò un ospedale, un reparto di maternità, dove rimasero uccisi 35 civili (pare fosse un 'errore' di mira) e una moschea affollata. In tutto vennero tirati (e seguiti dai satelliti USA) 10 missili che in quell'orrenda giornata uccisero 280 persone e ne ferirono oltre 400, colpendo zone civili e massacrando anche donne, bambini, neonati. In seguito vennero usati gli Scarab anche per colpire i villaggi, suscitando molto timore oltre che danni. Non sarà superfluo dire che questi crimini di guerra non hanno avuto alcuna conseguenza a livello internazionale per la leadership russa. Un conflitto in cui Mosca ha usato i suoi ordigni in maniera meno sanguinaria è stato quello con la Georgia l'estate del 2008, in cui almeno 14 missili sono andati a segno contribuendo a smantellare il dispositivo militare di Tbilisi. Quanto ai missili, la loro vita utile sarebbe di circa 10 anni (ma di fatto tali limiti sono spesso superati senza troppi problemi) e, differentemente dagli Scud, l'apparato motore e di direzione non sono facili da copiare per nazioni emergenti. Tuttavia la Corea del Nord avrebbe ottenuto dalla Siria, nel 1996, un sistema completo in cambio di missili Hwasong 6. Dopo un primo lancio fallito, il sistema KN-02 ha ottenuto in questi ultimi anni un'operatività adeguata per entrare in servizio e venire prodotto entro i prossimi anni in almeno 150 esemplari, con raggio d'azione di oltre 120 km. Il sistema di lancio è diverso con un grosso cassone rettangolare e una struttura in generale simile a quella di un camion civile.
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[[Immagine:9P120_Temp-s.jpg|330px|left|thumb|Gli SS-22 avevano caratteristiche simili a quelle di un grosso SS-23, e come questo, vennero radiati per via dell'INF (idem per gli SS-12 loro predecessori)]]
La riduzione della sezione radar e la capacità di manovra finale sono indubbiamente due carte in più per sopravvivere alle difese antimissile.
La velocità finale è di 600-900 m.sec/s e 1000-1800 rispettivamente, quando Frog e Scud arrivano a valori pressoché analoghi. L'angolo di caduta è di 25-70° per SS-21 e FROG, 40-85 per SS-23 e Scud. Per fare un paragone, gli Al-Hussein (Scud modificati) arrivavano a 650 km e a 2.200 m.sec/s di velocità finale<ref>P&D feb 1992</ref>.
Quanto al CEP, l'SS-23 aveva circa 30 m se con guida finale con correlazione con immagine radar, la stessa tecnologia usata dal Pershing II americano.
 
La produzione del missile ebbe luogo a Votkinsk, che prima produceva lo Scud. Il lanciatore era l'9P71 8x8, simile ma più grosso di quello del missile SS-21. Il peso era di 24,07 t, dimensioni 11,76 x 3,13 m, velocità 60 kmhkm/h e produzione alla Lenin TMS di Pietropavlosk. Il mezzo di ricarica 9T230 è analogo a questo.
 
In tutto sarebbero stati prodotti 430 missili e 130 lanciatori, per un totale di 7 brigate riequipaggiate. A questo si aggiunse la DDR con 4 lanciatori e 24 missili, la Cecoslovacchia ebbe ben 10 lanciatori, la Bulgaria 8. Quest'ultimo esercito, sia pure con testate convenzionali, era rimasto in possesso dell'OKA che così è sopravvissuto alla demolizione forzata che ebbe luogo fino almeno al maggio del 1991, con notevole lentezza, dei suoi confratelli sovietici.