Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-2: differenze tra le versioni

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[[Immagine:BRDM and PT-76 TBiU 24.jpg|180px|left|thumb|una delle qualità migliori del PT-76 (in secondo piano), la grande capacità anfibia]]
 
Il [[w:PT-76|PT-76]] è stato uno dei migliori carri armati leggeri della storia, e anche uno dei più numerosi, se non proprio il più numeroso, di tale categoria. Le prestazioni e l'armamento erano tutt'altro che straordinarie, come anche la protezione, ma il veicolo era un eccellente mezzo anfibio, munito di idrogetto, e anche un raro caso di corazzato dall'interno spazioso (sempre per avere un volume elevato e quindi migliorare la galleggiabilità). In Cina ne hanno fatto una versione migliorata, il Type 63 con cannone da 85 mm e motore potenziato, capace di raggiungere i 12 kmhkm/h anziché i 10 in acqua e i 64 contro 44 su strada, mentre l'autonomia è passata da 240 a 400 km nonostante la maggiore potenza del motore.[[Immagine:PT 76 6 DOW TBiU 12.jpg|300px|left|thumb|PT-76]] Lo scafo del PT-76 è stato utilizzato anche per altri sistemi, com i missili SA-6 e i ZSU-23-4. In tutto ne sono stati prodotti non meno di 6000 esemplari, e ancora oggi sono in dotazione ad alcuni eserciti minori. In pratica questo mezzo non è stato direttamente rimpiazzato, se non con i BMP-1 da ricognizione, con una torretta biposto.
 
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Prodotto in circa 21.000 esemplari, il T-62 si è diffuso come il carro standard sovietico negli anni sessanta e settanta, per poi essere via via sostituito. Ma molti preferirono aspettare i successivi T-72: infatti, solo la Bulgaria tra i Paesi del Patto di Varsavia decise di acquistarlo, anche perché i nuovi proietti decalibrati APDSFS dei cannoni da 100mm per i cannoni dei T-54/55 quasi annullavano la differenza di potenza con i T-62 e soprattutto rendevano i carri occidentali vulnerabili a distanze rilevanti.
 
In guerra, il T-62 è stato usato in gran numero e in numerosi fronti. Esso debuttòesordì in scontri di frontiera contro i cinesi negli anni sessanta. I cinesi ne catturarono uno e scoprirono che i loro razzi anticarro erano inutili contro la robusta blindatura frontale del carro. Esso venne usato anche in Cecoslovacchia da parte delle truppe sovietiche di invasione, nel 1968.
 
In Medio Oriente venne impiegato in combattimento in maggior numero. Gli egiziani ne hanno ricevuti almeno 600, numerosi gli esemplari consegnati alla Siria (circa 2.000), agli iracheni, agli algerini.
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[[Immagine:Soviet_T-64.JPEG|300px|left|thumb|Una delle primissime immagini 'rubate' del misterioso T-64, apparsa sul S.M.P. del 1984]]
 
L'URSS dedicò molta attenzione ai carri armati, al punto di dotarsi di una forza corazzata enormemente sviluppata, anche perché non erano in genere previste le demolizioni dei carri obsoleti, mandati semplicemente in riserva o usati come fortini di frontiera. All'atto della fine della Guerra fredda c'erano qualcosa come 77.000 veicoli, persino più dei 52.000 valutati durante la metà degli anni '80. La produzione era di circa 2.500 mezzi l'anno e per il 1987 si valutava che vi sarebbero stati oltre 30.000 carri di nuova generaione tra T-64, 72 e 80 in servizio. La produzione arrivò in realtà anche a numeri maggiori. Gli stabilimenti coinvolti nella produzione erano Kharkov, Nizhniy Tagil e Omsk. Il primo è poi finito in Ucraina, e la produzione, passata da 3.400 esemplari nel 1989, è calata a 1.700, poi a 1.000 esemplari, per poi crollare a poche decine l'anno, giusto per tenere aperte le linee di montaggio. Al 2000 c'erano pochi programmi, ma nondimeno importanti: il T-90, Tu-80UM Bars e Black Eagle. L'India ordinò 255 T-90S nella primavera del 1999. Questo vi fu il principale successo dei tardi anni '70, dopo che la guerra del Golfo non aveva certo fatto buona pubblicità ai prodotti sovietici, per quanto economici. A Nizhy Tagil vi fu la presentazione del T-90 con il sistema TShu-17 Shtora contro i missili controcarri, meccanismo pneumatico di avviamento motore e altri sistemi. Il T-80UM Bars di Omsk era invece dotato tra l'altro di un cannone 2A46M-4 con sistema MRS per controllare l'allineamento della b.d.f. con le ottiche di puntamento (il 'mirino' sopra la canna del cannone), per la prima volta nella storia dei carri russi; in tutto vi è un'efficacia superiore del 20% rispetto a quella della vecchia arma. Finalmente era presente anche un sistema IR passivo o un sistema Sagem francese, nel caso del T-84 ucraino, il concorrente. Sempre alla manifestazione di Omsk, nel '99, vi è stato il sistema Refleks con i missili Svir, che ha lanciato missili da 4 km verso bersagli, poi puntualmente colpiti, così come bersagli da 2,5 km con le munizioni APFSDS. La turbina a gas GTD 1250G da 1.250 hp per una potenza di 27 hp/ton e con una riduzione del consumo del 9% nonostante l'aumento di potenza. Quanto al Black Eagle, apparsi dal 1997, hanno avuto la prima volta edizione con 6 ruote per lato, poi aumentate a 7 per via del peso, dovuto sopratuttosoprattutto alla torretta in 'stile Abrams', con le munizioni site nella controcarena: un peso eccessivo per i tradizionali carri sovietici. Il Blak Eagle ha turbina da 1.500 hp e per questo necessita di parecchio carburante. Il peso è di 48 t. Al cannone da 125 , analogo a quello del T-80UM-1, si può sostituire armi da 135 e 140 mm.
 
Questo era lo stato dell'arte al 2000.
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Il cannone da 100 mm era ritenuto valido, ma non per molto: nel '61 comparve l'L7 da 105 mm in servizio, e quest'arma ebbe come replica l'aggiornamento del T-64 con un U5-T del Bureau Petrov del T-62, aggiornato allo standard M-68. A quanto pare fu questo il motivo per il quale si sviluppò il sistema di caricamento automatico, perché ora il nuovo cannone richiedeva più spazio e ridurre a due gli uomini d'equipaggio in torretta era ritenuto vantaggioso, con un sistema a giostrina da 30 colpi (sui 40 totalmente disponibili a bordo), così venne fuori l'Izd 432 che ebbe anche il motore 5TDF da 700 hp, completato nel '63. Subito testato sul campo, diede luogo a molti inconvenienti, a nel '64 venne fuori l'Iz 434, che prima ancora della fine dei test venne approvato da Krushev come T-64 (per l'appunto). Tra l'altro esso non fu l'unico carro avanzato: vi fu anche l'Iz 775 del Bureau Isakov di Chelyabinsk. Esso era un carro biposto, con capocarro-tiratore e conduttore, tutti e due sulla torretta. Il carro era concepito per tirare missili Rubin dalla sua corta b.d.f. e proiettili-razzo Bur, treno di rotolamento idropneumatico ma per il resto simile a quello del T-64, inclusi i cingoli a doppio asse di rotazione. Era alto appena i 2 terzi di un T-64, era più leggero e certo ancora più avanzato. Ma ebbe troppe difficoltà con il conducente nella torretta e sopratuttosoprattutto i missili di bordo. Alla fine non se ne fece nulla, a parte qualche prototipo sopravvissuto nei musei. A parte questo T-64 'nano', il carro standard venne dato in almeno 10 esemplari al 100imo Reggiment Corazzato Guardie bielorussio, nell'ottobre 1967 esso venne anche portato in una lunga serie di prove. Ma il veicolo ebbe problemi molto seri di messa a punto tecnica del motore e del sistema di caricamento, pure capace di ben 10 colpi al minuto.
 
Inoltre il cannone aveva dei problemi di precisione, il sistema di carica automatica di affidabilità, l'abitabilità era troppo sacrificata e nonostante fosse un carro molto complesso, con appena 3 uomini era difficile da manutenere. Così il comandante delle truppe corazzate, il Maresciallo Polubayarov, si oppose all'entrata in servizio del nuovo mezzo, tra l'altro molto costoso. Alla fine del T-64 vennero prodotti 600 esemplari,sperimentati lontano da occhi indiscreti (estremo oriente) prima di dare origine, nel 1969, all'Izd 434 del '69, all'epoca Morozov non era già più il direttore del programma, sostituito nel dicembre 1967 da Sholin.
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Ma a Kharkov continuava lo sviluppo dei motori a sogliola, ovvero i boxer, con il 6TD a 6 cilindri da 16,3 litri la cui produzione iniziò nel 1979, da ben 1.000 hp, installato sul T-80U con notevoli vantaggi in termini di raggio d'azione; esso venne sperimentato come Iz 476 nel 1979 con il treno di rotolamento del T-80; esso
non era inteso per l'Armata Rossa, ma ebbe impiego con il T-80UD inteso per l'export, e poi per il T-84 ucraino. Ne vennero prodotti 5 esemplari di preserie, poi dal 1985 alcuni vennero davvero realizzati, pesanti 46 t e capaci di 65 kmhkm/h, assegnati alla 4a Divisione Corazzata vicino a Mosca. Nel 1987 finiva la produzione del T-64B che equipaggiò la 2a Armata Corazzata Guardie, la 3a Armata d'Urto e la 20a Armata Guardie, ovvero il Gruppo d'Armate della DDR, Ungheria e regioni occidentali dell'URSS.
 
Nel 1988 venne proposto il T-72BM o MS, o S, con le corazze K-5 ERA, utili anche per i proiettili perforanti e non solo HEAT, che era anche introdotta sui T-80U, mentre la torre aveva pareti inspessite. Dal 1990 divenne il T-90 o T-90S per l'export.
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===Carri post-sovietici alle soglie del XXI secolo===
Tornando ai carri ucraini, approfondiamo la situazione dei carri ucraini e del centro N.75, quello di Karkhov. Questo impianto nacque già nel 1927, filiazione di una fabbrica che per una volta non era di trattori, ma di locomotive. Tra i suoi tecnici c'era già Morozov, e tra le realizzazioni il T-12 del 1928-29, un primo e prezioso, anche se non fertile, assaggio dei problemi relativi ai carri armati. In seguito si decise di costruire i carri 'Cristie' in URSS come serie BT e vennero prodotti anche a Kharkov. Nel '37 arrivò il T-46-5 o T-111, ma anche questo rimase prototipo, così come l'A-20 e l'A-30, mentre Morozov nel 1939 realizzò assieme a Koshin il T-32, anello intermedio tra i più recenti BT e il futuro T-34, con corazza più spessa, costruito nel 1939. Koshin fu per certi aspetti il 'Reginald Mitchel dell'URSS', nel senso che ebbe una carriera fondamentale nel costruire un mezzo che era un vero 'brand' per il settore militare, in UK lo Spitfire, qui il carro T-34; ma come Mitchell, non ebbe modo di vederlo in azione, perché come Mitchell, visse poco oltre, morendo dopo 4 anni di direzione dell'ufficio di progettazione a Karkhov. Il suo T-34, invece, sebbene nato imperfetto, si evolvette proprio sotto la direzione di Morozov, con 64.432 esemplari prodotti, e nonostante l'occupazione tedesca di Karkhov il 24 ottobre 1941, che costrinse a trasferire le attrezzature ad Est, oltre gli Urali (a Sverdlovsk e e in altre località sperdute nell'entroterra sovietico), per poi essere riportate in zona nel 1945. La produzione riprese nel 1944 con il T-44. SopratuttoSoprattutto, in seguito le idee di Morozov si concretizzarono nel T-64, mentre continuava l'attività di ricerca per i motori diesel dell'esercito sovietico, che poi sono stati fondamentali per continuare lo sviluppo dei carri ucraini. Così è stato possibile continuare a produrre mezzi originali, in competizione con i Russi e con tecnologie tutto sommato superiori, grazie al tribolatissimo sviluppo del diesel boxer, capace tuttavia di garantire compattezza e bassi consumi. Verso la fine del 1998, la ricerca dell'autonomia aveva fatto sì che tra i 'Fratelli coltelli' dell'ex-Urss, l'Ucraina aveva un'indipendenza dall'estero per il 95% della produzione dei suoi carri (per esempio, persino il carro Ariete aveva il 13% di tecnologia estera importata, e lo stesso Abrams ha il cannone di origine tedesca). In ogni caso, con la Russia è stato raggiunto un accordo per la collaborazione industriale nella realizzazione dei carri, mentre la fabbrica di Kharkov diventava la Kharkov Morozov Machine-Building DB o KhMDB. Questo stabilimento fondamentale per la storia del carrismo sovietico, nel bene e nel male, ha realizzato oltre 100.000 carri armati.
 
====L'esordio del T-84====
Nei tardi anni '90 essi erano rappresentati, come programmi di punta, dal T-84 e dal T-72. Il primo è nuovo, il secondo un vecchio tipo 'riciclato'. Il T-84 è stato estrapolato, passo dopo passo, dal T-64, attraverso il T-80 e il T-80UD. La chiave è il motore 6TD-1 che qui ha 1.000 hp di potenza, e superati i problemi di affidabilità è diventato un'alternativa concreta e vantaggiosa alla turbina. Ma vi è anche un altro elemento. Il T-84, come ricoda il nome, apparve durante la Guerra fredda, con il prototipo costruito nel 1984. La sua innovazione era costituita dalla torretta che, dopo decenni, tornava di tipo a lamiere saldate anziché di fusione. Questo consente una torretta esagonale, simile in maniera vaga a certi modelli di T-34. Difficile capire bene questa differenza, visto che si tratta di una torre comunque piuttosto piccola, e sopratuttosoprattutto che essa, al solito per i carri sovietici e russi del periodo, è stata letteralmente coperta di ogni sorta di sistemi. In contrapposizione all'aspetto 'pulito' dei carri fino al T-62 e forse ai primi T-72, è stata sistemata una serie di corazze attive, lanciagranate, sensori IR, laser e meteo (con un'apposita colonnina corazzata superiore alla torretta), per cui non si capisce facilmente l'innovazione. Questa comporta maggiore spazio interno, sopratuttosoprattutto maggiore facilità di costruzione (specie per le tolleranze: è difficile realizzare grandi parti di fusione con caratteristiche ben speficiche, molto semplice usare blindature saldate per formare strutture anche molto complesse). I Russi dicono in merito che la torretta è stata studiata anche da loro, ma che è stata trovata inferiore ad un nuovo tipo di torre fusa (ammettendo che quella saldata era una soluzione superiore rispetto a quelle adottate da loro), ma che siccome gli Ucraini non hanno tale tecnologia, si devono accontentare della struttura saldata. Insomma, ognuno tira l'acqua al suo mulino. D'altro canto fino a non molti anni fa non si sapeva che i sovietici fossero riusciti a realizzare corazze speciali anche dentro la torretta dei loro carri (essendo rotondeggiante anziché di forma squadrata, non si pensava fosse possibile mettervi pannelli di materiale protettivo, ma i sovietici ci sono riusciti). Detto dei sistemi in generale, per il resto vi è il cannone D-81 da 125 mm con il sistema di tiro che comprende anche il Refleks per il missile supersonico Svir. Quest'ultimo è un costoso sistema anticarro e antielicottero, offerto ad un certo punto all'export per 10.000 dollari, ma nei primi anni '80 costava ben 40.000 dollari al pezzo. Insomma, non un proiettile da usare alla leggera (sebbene il missile Javelin raggiunse nel 1998 un costo di circa 80.000 dollari, pur con la metà della gittata). Il missile può attaccare solo con traiettoria dritta, ma con un comando speciale, per evitare cespugli e alberi, può salire a circa 4 m di altezza (a 2 m dal centro del fascio laser) e riabbassarsi opportunamente a circa 500 m di distanza. Il sistema di tiro è il 1V528, con calcolatore balistico digitale, e può anche incamerare il proiettile della Giat francese, messo recentemente a punto. Da ricordare anche l'ECM antimissile Shrota-1.
 
Per il resto vi è il sistema Agat (TNK-4S) e quello di mira 1A42; il primo ha stabilizzazione nel piano verticale con 7,5x diurni e 5,1 notturni, mentre il capocarro può usarlo anche con i suoi comandi e lasabilizzazione del sistema 2E42 per l'impiego in movimento; il capocarro può designare i bersagli scoperti al cannoniere e vedere l'immagine termica del suo sistema IR; la mtg esterna NVST da 12,7, arma molto leggera e moderna, è controllabile con il sistema PZU-7.
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Questo carro è stato presentato con anto di cannone da 120 mm di tipo NATO, ma pur sempre con caricamento automatico, oltre che ovviamente, con sistema di tipo avanzato di visione e stabilizzazione, altrimenti tale modifica non avrebbe avuto particolare pregio. Sebbene sia ancora un veicolo simile al T-84, con la sua bassa sagoma, esso ha un sistema di caricamento compatto nella torretta, cosa del resto indispensabile per non dover riprogettare le munizioni del pezzo da 120 NATO, che è a bossolo fisso assieme al proiettile e non un 'due pezzi' carica +proiettile. Per assicurare l'equipaggio da esplosioni, è anche presente una paratia anti-esplosione, un po' come nell'Abrams, assieme agli indispensabili (in quest'ottica di controllo dell'energia delle munizioni) due pannelli sul tetto, che aprendosi consentono ai gas di uscire dal mezzo con minimi danni. Vi è la solita corazzatura passiva stratificata più elementi ERA, parzialmente modulare, e un pannello di kevlar interno in funzione anti-schegge, oltre all'impianto NBC a sovrappressione più filtraggio aria. Completa la protezione il sistema antincendio automatico o manuale. Vi è un apparato di autoprotezione con allarme laser, granate fumogene speciali, e IR Jammer. Ma per essere ancora più sicuri, il veicolo, oltre che di per sè, al solito, di forma sfuggente e bassa, è anche stato progettato per ridurre la segnatura IR grazie al materiale isolante del comparto motore e alle skirts laterali, che di per sè, come sempre, occultano efficacemente il treno di rotolamento, che con i sistemi IR è facile da vedere, e riducono sensibilmente la polvere sollevata durante il movimento. Anche il cannone ha vantaggi rispetto ai tipi sovietici precedenti, in particolare è possibile smontarne la canna senza troppi problemi. L'arma è lunga 50 calibri circa, e consente di sparare fino a 5 km di distanza con proiettili di standard NATO. Di questi vi sono 40 esemplari disponibili, di cui una quantità pari a quella del vecchio caricatore a giostrina Kasetska, ovvero 22 colpi, sono pronti al tiro. Gli altri sono in un deposito separato dal vano equipaggio. Il tutto lascia parecchio spazio dentro il vano di combattimento, e consente all'equipaggio di evitare la spiacevole sensazione di sedere, letteralmente, sopra una tonnellata di proiettili pronti ad esplodere quando il veicolo è colpito e penetrato (che, come si è visto in Irak, con le armi moderne e letali della NATO succede spesso).
 
Per il resto vi sono la solita 7,62 mm e la 12,7 sul tetto, impiegabile con comando da dentro la torretta oppure manualmente. I sistemi di puntamento sono il mirino panoramico diurno e notturno del capocarro, che ha incorporato il telemetro laser, cosa insolita visto che in genere questo è presente solo sul periscopio del cannoniere, che qui ha anche il sistema laser di guida dei missili controcarri (evidentemente tipo Svir o Bastion adattati al 120 mm), il mirino ad immagine termica del cannoniere (separato da quello diurno-IL), con monitor del capocarro, e il mirino per quest'ultimo dedicato alla 12,7 mm della cupola. Il tutto è facilitato da un sistema MRS sulla parte superiore del cannone, provvisto anche di manicotto termico. La navigazione comprende anche sistemi GLONAS e GPS, per una precisione di 10 metri durante la navigazione. Il sistema è in grado di memorizzare 50 punti fissi e 10 tracciati di percorrenza pre-programmati, ed è interfacciato anche con apparati di navigazione. Per il movimento vero e proprio, il KERN-2.120 è dotato del 6TD-2, con potenza di 1.200 hp e policarburante (gasolio, benzina, cherosene in ogni proporzione o miscela); vi è un sistema di raffreddamento per operare anche con 55° di temperatura e i filtri d'aria permettono di percorrere 1.000 km o di funzionare per 35 ore prima del ricambio. Il rapporto potenza-peso di 25 hp per tonnellata consente di viaggiare a 70 kmhkm/h su strada, 45 su terreno vario, in retromarcia 34 kmhkm/h (uno in più degli M1 Abrams, tanto per citare un dato), e FADEC di controllo. I cingoli hanno pattini di gomma sostituibili con quelli d'acciaio per impiego su ghiaccio, oppure sono di tipo interamente metallico, ottimali per il movimento su terreno roccioso. Non manca infine una APU, per generare potenza senza accendere il costoso motore principale, limitando oltretutto al minimo la visibilità IR e il rumore. Sempre in tema di mobilità, il mezzo è capace di superare trincee di 2,85 m, gradini di 1 metro, ma sopratuttosoprattutto di superare 1,8 m di guado oppure, con preparazione, ben 5 metri con lo snorkel. Questa è una tipica specialità sovietica, ma non manca, in tal senso, nemmeno la lama apripista sotto la parte anteriore del mezzo, ripiegata in condizioni normali, ma capace di trasformare ogni carro russo o ucraino in un bulldozer, tanto da poter interrarsi, senza faticare con i badili o chiamare il genio, in 15-40 minuti, a seconda del tipo di terreno. Non mancano poi i sistemi di bonifica mine KMT-6 e 7, altro sistema diffuso (quello di trasformare i carri normali in spazzamine) per i sovietici, sia con i vomeri (il primo) che con i rulli (il secondo sistema).
 
Per contenere i costi è possibile anche usare il sistema di simulazione computerizzato del vano di combattimento e del conduttore e altri ausili didattici per un rapido apprendimento delle capacità del mezzo, che indubbiamente sono notevoli. In sostanza, si tratta di una sorta di ibrido tra carri occidentali e russi, molto più compatto e leggero dei primi, e al contempo più sicuro in caso di danni e più capace operativamente dei secondi, con un costo intermedio tra i due. Il peso, con tanto di 1.250 colpi da 7,62 e 450 da 12,7 mm, e le 10 lanciagranate, è di 48 tonnellate<ref> RID ottobre 2001 p.79-81</ref>.
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====Le novità di Omsk, 2001====
Del resto, all'epoca era possibile vedere soluzioni non tanto dissimili applicate persino ai vecchi T-55. Ad Omsk, sempre nel 2001<ref>Bigatti, Claudi: ''Omsk 2001'', RID ott 2001</ref>, vennero presentati almeno due tipi di T-55, oltre ai T-90 e T-80UM-1. I T-55 sono interessanti: uno con la sostituzione del motore di vecchio tipo con il più moderno V-55 da 62'h p e nuovo FCS e comunicazione, più ERA e missili 9K116 Bastion (AT-10 per la Nato). L'altro tipo, sempre proposto dalla KTBM, è invece un super-T-55 in ogni senso. La torretta è rimpiazzata da una nuova, armata con il cannone da 125 mm; conseguentemente lo scafo è più pesante, ma sopratuttosoprattutto si trova a gestire un sistema ben più pesante e allora è stato allungato con sei ruote per lato anziché 5; per questo è stato installato un motore da 690 hp, per non ridurre troppo la mobilità. Infatti, con le modifiche a corazza e torretta, il nuovo mezzo arriva a 44 tonnellate, pur conservando una velocità di 50 kmhkm/h e un'autonomia di 500 km su strada. La torretta è particolarmente pesante, perché incorpora un sistema di caricamento automatico con le munizioni nella controcarena, proprio come nel KERN ucraino, ma in questo caso è ancora più difficile, perché si tratta di proiettili da 125 mm di calibro.
 
Che la mobilità sia molto migliorata nel caso dei mezzi russi, è del resto comprovato da quelle prestazioni da 'jet di terra' dei carri serie 80 e anche il pesante T-90. Quest'ultimo, nel tipo T-90S, pesa 46,5 t ma con il motore da 1.000 hp riesce a ben figurare nelle prove dinamiche, che sono abitualmente eseguite nei percorsi cross-country sia in Russia che in Medio Oriente, durante le manifestazioni. I migliori restano ovviamente i T-80, con il motore a turbina assetato ma spettacolare nelle accelerazioni. Sempre nel 2001 ad Omsk era stato presentato anche il TOS-1 Buratino, che è uno scafo di T-72 con un lanciarazzi a 30 colpi calibro 220 mm, che sono a corta gittata ed elevato calibro, come i tipi sovietici della II GM. Portano o testate incendiarie con portata di 3,5 km oppure FAE da 2,7 km. In entrambi i casi si tratta di armi micidiali. È una specie di arma segreta, del resto però già in Afghanistan si erano sparse voci che i sovietici usassero armi FAE (nessuna meraviglia, visto che gli Americani le avevano ampiamente usate in Vietnam), ma l'adozione di questo sistema corazzato è avvenuta solo nel 1995, con produzione di serie partita ancora dopo, nel 1996; la sua esistenza è stata però svelata solo nel 2001, per ragioni di export.
 
Sempre ad Omsk venne presentato quell'anno il DPM su scafo T-55, con funzione di mezzo da esplorazione pesante. Privo di torretta, a parte la NVST da 12,7 mm comandabile da dentro il mezzo, ha peso di 3,79 t e 50 kmhkm/h di velocità; infatti è pesantemente corazzato con mattonelle ERA di seconda generazione e corazze passive varie. La KBTM ne ha presentato anche un altro tipo, armato con la torretta del BMP-2, almeno come armamento (ma necessiterebbe di protezione aggiuntiva), con arma da 30 mm e ATGM; questa è la BTR-T, una specie di APC pesante, anche se non molto comodo data la scarsa capacità di trasporto truppe e l'assenza di portelli inferiori di accesso. La Ural-vangonzadov ha presentato nell'occasione un mezzo analogo, ma su scafo T-72 e anche in questo caso vi sono 5 persone (4 nel DPM). Le armi sono costituite anche da due mtg da 7,62 e un lanciagranate da 30 mm. Essendo destinato a fornire protezione ravvicinata ai carri in ambiente urbano, è un mezzo molto particolare nella panoplia dei carri russi, e senz'altro figlio delle lezioni cecene. Infine c'era il carro BMR-3 su scafo T-90, usato per sminamento e sgombero ostacoli: ha un disturbatore elettronico per la detonazione delle mine radiocomandatee il sistema a rulli sminatori KMT-7. Anche questo è stato usato in Cecenia e senz'altro anticipatore di quanto sarà poi 'imparato' dagli americani in Irak.
 
Quanto ai 'pezzi forti', i carri T-80UM-1 Bars, con la loro arma da 125 mm potevano lanciare missili 9M119 da 5 km di gittata e mirare stabilmente con il veicolo in moto anche a 35 kmhkm/h su terreno vario, una differenza notevole rispetto ai vecchi carri sovietici. Erano presenti la turbina GTD-1250 e la APU ausiliaria, e il mezzo, con i suoi 1.250 hp (aumentabili, a rischio e pericolo dell'utente, a 1.400), di accelerare a 50 kmhkm/h in meno di 20 secondi, nonché di manovrare con una rapidità e potenza impressionanti, con i classici 'salti' nell'aria dai rialzi del terreno. Aveva anche miglioramenti nell'abitabilità, con un condizionatore d'aria che inviava un flusso raffreddato direttamente nelle postazioni degli occupanti anziché in maniera generica dentro il vano di combattimento (ma i primi T-72 avevano solo un ventilatore), e c'erano dei giubbotti raffreddati da speciali condizionatori di derivazione aeronautica. Forse la cosa più straordinaria era l'ARENA, il sistema antimissile costituito da un (grande) sensore a facce piane, su di una specie di torre, che comprendeva vari moduli. Una specie di CIWS capace di osservare tutto l'orizzonte e di continuo. Sebbene vulnerabile al tiro nemico, era cpace di offrire la localizzazione di razzi e missili tra i 70 e i 700 m.sec/s, e attivare munizioni a frammentazione dei moduli che coprivano il settore sotto attacco, distruggendole a circa 10 metri di distanza. Sebbene questo non consenta di fermare i proiettili dei cannoni, i missili controcarri con profilo d'attacco dall'alto e le munizioni SFW, è pur sempre un sistema che all'epoca non aveva paragoni. Inoltre era possibile usarlo manualmente come arma anti-personale. Il Drodz, simile ma più rozzo, ha 8 lanciatori di razzi con funzioni simili. Lo Shrota-1 è collegato a sistemi d'allarme laser e disturbare non solo il fascio di guida con una speciale cortina fumogena, ma anche di indicare la posizione della sorgente. Poi è in grado anche di fare disturbo attivo. Questo è possibile con l'uso di jammer IR, che sono efficaci contro i missili controcarri. Se i vecchi carri sovietici avevano un caratteristico proiettore alla destra del carro, qui ve ne sono due. Essi sono molto caratteristici, in quanto somigliano a una specie di occhi, posti simmetricamente ai lati del cannone. In realtà non servono per vedere (sono curiosamente simili ai sensori del robottino N.5, in 'Cortocircuito', un film che metteva in burla l'attualissima questione dei robot da combattimento, di cui un altro apparve nel film Cobra con Stallone, ma in maniera molto più drammatica: già negli anni '80 esistevano sistemi robotici in grado di combattere, e non solo come CIWS navali). Questi disturbatori IR consentono di rendere difficile la guida (non necessariamente impossibile) dei missili SACLOS di prima generazione. Ovviamente, vi sono limiti: uno è la direzione: essi non sono capaci se non di coprire la parte frontale e per fare diversamente, il carro deve ruotare la torre o muovere lo scafo (che è più rapido da farsi, specie se in movimento); un altro è che i missili SACLOS più recenti non hanno una fonte IR, ma UV, più difficile da disturbare. Infine, né i vecchi missili CLOS manuali né i tipi a guida IR o laser moderni ne sono afflitti. C'è anche da rilevare come, in battaglia, schegge e proiettili potrebbero facilmente distruggere questi 'occhi' elettronici: anche se la torretta ha resistenza balistica efficace, così non è per quello che ne sta al di fuori (vale anche per lo stesso cannone, ma è più difficile). In più esiste il problema del costo e della manutenzione, entrambi non trascurabili, e della riparazione dei danni in azione. Ma nonostante tutto, i russi sono dell'idea che valga la pena di provare: in effetti, con centinaia di migliaia di missili SACLOS come l'AT-3C, il TOW e il MILAN in giro, esistono concrete possibilità che possano salvare qualche vita e magari dissuadere qualche team controcarro dal lancio, temendo che possa essere deviato dall'obiettivo: una possibilità che causerebbe molti problemi ad un team di fanteria controcarri, visto che ricaricare richiede circa 30-40 secondi, mentre il carro armato ci metterebbe molto meno a disintegrare la postazione di lancio.
 
====Aggiornamento su Bulat, Oplot e Yatagan====
Il Bulat è stato un T-64B evoluto, successivo alla dissoluzione dell'URSS e quindi si tratta di un carro ucraino a tutti gli effetti. I T-64 al 1991 erano 3.932 (?? forse solo i T-64B), ridotti a 186 nel 1997 nella Russia Europea. In Ucraina c'erano 2.281 esemplari, un centinaio in Uzbekistan. Modernizzando questi mezzi da parte del KMDB si arrivò al Bulat (acciaio speciale), con motori 5TDFM da 850 hp o 6TD da 1.000 hp, apparsa già nel 1983 su di un piccolo numero di T-64A e B, mentre i cingoli ebbero i costosi pattini di gomma, essenziali per muoversi sulle strade senza devastare l'asfalto. L'equipaggiamento di tiro era analogo al T-80UD: sistema di puntamento 1G46M stabilizzato su due assi con t.l.m. laser e un sistema TO1 di concezione ucraina o il Buran (basato sulla camera termica Caterine francese della Thales); calcolatore balistico 1V528-1, sistema di stabilizzazione 2E42M, mirino PZU-7, sistema guidamissili TAKO-621 con missili Kombat (in produzione dal 1999 con ordigno R-211 da 31 kg e 315 m.sec/s, distanze d'uso 100-5.000 m, carica HEAT in tandem da 900 mm di penetrazione, e disponibile anche per calibri 100, 115 e 120 mm). Così i tiri diurni sono possibili con efficienza fino a 2,3-2,5 km anziché 1,7-2 come con il T-64B, e di notte 1,2-1,5 km vs 400-600 m; la Pk del missile è sempre di 0,8 su 4 km, ma a differenza del T-64B il Bulat può anche tirare fino a 5 km. Il telemetro laser consente un'affidabilità del 90% tra i 500 e i 4.000 m, mentre il T-64B aveva un apparato molto meno preciso, 90% a 2,5 km, ma solo 70% a 3 km, 50% a 3-4 km di distanza; la mitragliatrice da 12,7 mm è adesso utilizzabile anche con il mezzo in movimento, e di giorno il capocarro può individuare un bersaglio a 4 anziché 2 km, di notte a 800 m anziché 400, e può sostituirsi al cannoniere nell'ingaggiare il bersaglio su distanze fino a 1,5 km di giorno e 800-1.000 m di notte. Vi è un kit di protezione da 3,5 t che può essere sostituito in 5-6 ore con corazze sia attive che passive del tipo Nozh (le ERA), capaci di aumentare di 2,2 volte la protezione contro le HEAT e 1,9 contro gli AP. Secondo gli ucraini la loro tecnologia è avanti di almeno 5 anni rispetto alle realizzazioni russe analoghe. Circa 400 T-64B sono stati portati al livello Bulat.
 
Poi è stata la volta del '''T-84 Oplot''', evoluzione del T-80UD e che ha un nome che significa bastione, a partire dagli anni '90 sviluppato da questi; nel tentativo di rendersi del tutto indipendenti da Mosca, nel 1993 apparve questo nuovo carro armato e seguito da almeno altri 9 di preserie, i primi 10 di serie comparvero in servizio nel 2001. La massa arriva a 48 t, la torretta è saldata e lo scafo è più lungo e largo, la movimentazione è elettrica per la direzione e idraulica per l'alzo, il cannone è il KBA-3 con sistema MRS e 40 colpi, tra cui i missili R-211, 28 sono nella solita giostrina dei proiettili, 7 nel compartimento del conduttore e 5 in un compartimento corazzato nella parte posteriore della torretta.
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*Motore: 700 hp per T-64A e B; 850 o 1.000 per il Bulat, 1.000 per l'Oplot e Yatagan. Le marce sono 7+1 eccetto che dall'Oplot, quando diventano 7+5. Il carburante è sempre di 1.270 litri ma l'Oplot ne ha 1.200 e lo Yatagan 1.300.
 
*Le prestazioni: circa 60,5 kmhkm/h, ma dal Bulat si arriva a 65 kmhkm/h. L'autonomia su strada è di 306 km, 385 sul Bulat, 450 sull'Oplot e 540 sullo Yatagan/Kern. La trincea è sempre di 2.85 m, gradino di 0,8 m ma dall'Oplot 1 m, la pendenza 60% ma dal Bulat arriva al 63-63%.