Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Oman: differenze tra le versioni

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L'attuale '''Royal Air Force of Oman''' (RAFO) nacque come SOAF (Sultan of Oman's Air Force) nel marzo 1959 con la consulenza britannica, tanto che il primo comandante fu un ufficiale inglese, l'Air Commodore Bennett. Prima arrivarono 2 Scottish Aviation Pioneers ex-RAF, mentre il primo aereo armato fu un Provost T52, seguito da altri due, il tutto donato dal governo britannico in quell'anno. In seguito giunsero anche altri 6 Provost e 4 DHC Beaver, ma il solo aeroporto era quello di Bati Al-Fakaj, e tutti gli aerei dovevano saper operare, come potevano fare, su campi semi-preparati. Cosa che indubbiamente fu necessaria e vantaggiosa per lo operazioni in Dofhar, iniziate nel '62 e che durò oltre 10 anni.
 
Dal '68 arrivarono 24 Strikemaster da addestramento aereo e attacco leggero, specialmente per combattere la guerriglia nella regione di Dofhar. Pare che in particolare si trattasse di 12 Mk.82 ordinati nel '67, seguiti da altri 13, quando però le operazioni erano già cessate. Del resto, vari Strikemaster vennero abbattuti dalla contraerea, piuttosto moderna e potente, dei guerriglieri yemeniti. Nel '70 vennero comprati anche dei DHC Caribou (tre esemplari) e sei Skyvan, a cui sarebbero seguiti altri 10 esemplari; nel mentre l'Oman si interessava anche di elicotteri con 8 della famiglia Huey, i primi di 40. 74 vennero integrati con dei BN Defender, vari BAC 111, e sorpatuttosoprattutto VC-10, 31 o 32 Hawker Hunter (dono giordano, dal febbraio 1975). Una rivoluzione tecnologica ancora più spinta avvenne nel '77, quando i britannici fornirono i potenti SEPECAT Jaguar, una rete di radar e due batterie Rapier. La presenza britannica si farà ancora sentire per poi completare il potenziamento dell'aviazione omanina, stavolta con i BAe Hawk acquisiti negli anni '80, tra le versioni più moderne all'epoca disponibili (Serie 100 e 200, questi ultimi monoposto). Non era però finita qui. La guerra aveva dimostrato che le basi aeree necessitavano della capacità di ospitare ogni sorta di aereo da combattimento e pertanto venne anche creato l'aeroporto di Thumrait (Hunter e Jaguar).
 
In seguito, la partecipazione omanita alla crisi del Golfo (1990-91) portò ad ulteriori potenziamenti, perché gli USA cercavano appoggi locali per i propri apparecchi, inclusi i B-52H. Quanto ai reparti, il No.6 Sqn è stato il primo su aviogetti da caccia, formatosi sugli Hunter nel 1975 e ben presto divenne il principale dei reparti dell'aviazione omanita. Tra l'altro, i suoi cacciabombardieri si comportarono molto bene nelle fasi finali della crisi del Dofhar, dove colpirono duramente la guerrigia. Molti aerei, col passare inesorabile degli anni, erano tuttavia piuttosto usurati e si dovette usarne una parte 'cannibalizzandone' i sistemi, per poter mantenere operativa l'altra. Nel 1980 ebbero anche i missili AIM-9 Sidewinder, e stranamente, malgrado le elevate prestazioni, si trattò di alcuni dei pochi Hunter con tale capacità. Nel 1994, infine, vennero ritirati dopo un'onorata carriera pluridecennale.