Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Italia 4: differenze tra le versioni

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I barchini esplosivi erano nati dall'idea di Amedeo di Savoia, che era comandante di squadra aerea e che aveva il fratello Ammiraglio di divisione. La sua idea era di trasportare un motoscafo veloce appeso sotto le due fusoliere dell'inconsueto e capace S.55, e usarlo per forzare le basi. Per non essere troppo sofisticato, il motoscafo sarebbe stato usato esso stesso come 'siluro' schiantandosi contro le navi da colpire. L'idea era ovviamente legata alla crisi con la Gran Bretagna, perché in quell'anno, il 1935, era scoppiata la guerra con l'Etiopia e la crisi con la Gran Bretagna,la cui Mediterranean Fleet divenne un avversario di riferimento. All'inizio dell'anno successivo, ovvero il 29 febbariofebbraio 1936, venne dato incarico ai cantieri navali Baglietto di realizzare il motoscafo speciale, il M.A.T. Motoscafo Aviotrasportato. L'ing. Baglietto si fece aiutare dall'idea del precedente motoscafo 'Asso RB', e dotato di timoni ed eliche capaci di superare le reti parasiluri. Questo prototipo venne realizzato prima considerando un modello in legno che venne provato con l'S.55 ad Orbetello, nel marzo di quell'anno, poi seguirono due prototipi con un motore Alfa Romeo da 75 hp, e soprattutto una carica esplosiva di Tritolital, esplosivo molto potente, da 330 kg di peso. C'era anche il 'cannone' ovvero una serie di piccole cariche che dopo l'impatto dovevano -innescate da un congegno di prua chiamato 'palmola', tranciare lo scafo e fare affondare la testata in fretta, facendola esplodere ad una profondità predeterminata. Ma gli esperimenti dimostrarono anche l'obsolescenza dell'S.55 e le difficoltà dell'operazione. Accantonato il discorso, venne poi ricominciata la sperimentazione nel '38 da parte della Prima Flottiglia MAS; vennero ordinati 6 M.T. (motoscafo da turismo, nome ovviamente di copertura) con scafo allungato di 40 cm, da 4,7 a 5,1 m; la larghezza restava di 1,46 m e l'altezza di 65 cm, o almeno non si conoscono eventuali variazioni; il motore era potenziato a 90 hp. Dopo i primi 6, ne giungeranno altri 12, sempre della C.A.B.I. I primi vennero consegnati nel '39. Nel '41 seguirono gli M.T.M., motoscafo da turismo modificato. Avevano un invertitore di marcia, posizione più comoda del pilota, lunghezza 5,4 m (al galleggiamento; f.t. erano 6,11). Autonomia di 3 ore a piena potenza. Da notare che il pilota non era al centro dello scafo ma dietro, mentre era il motore al suo centro, e la carica esplosiva a prua.
 
Vennero consegnati circa 40 M.T.M. entro il settembre 1943, e dopo seguirono altri 143 per la X MAS, visti come mezzi economici d'assalto per colpire grosse navi con equipaggio ridotto ad un singolo operatore. Avrebbero avuto qualche successo, ma anche vita dura a causa dei mezzi di pattugliamento dotati di radar oramai ben diffusi dopo il 1943. Altrimenti, la loro piccola sagoma di notte sarebbe stata difficile da vedere. Ma com'era in dettaglio l'M.T.M. e come funzionava? Lo scafo era in legno di faggio, a fasciame, oppure nell'MTM-D a guscio, usando le tecniche aeronautiche di sagomatura a caldo di compensato e resine sintetiche. Un MTM era di dimensioni pari a 6,11x1.665x1,040 m, peso 1.200 kg, la velocità era alta, 31 nodi, ma da notare che era pur sempre molto inferiore a quella delle motosiluranti. E non c'erano armi difensive. Il pilota, dietro un paraonde di aspetto curvo, appena sporgeva dal mezzo, su cui stava seduto all'estrema poppa. Aveva una tuta protettrice Belloni, anzi precisamente un 'Vestito impermeabile Belloni', e un battellino di salvataggio: quando puntava ad una nave o ad una ostruzione portuale, bloccava con un 'vitone' il timone, poi si buttava in acqua con il battellino, che era ripiegabile a mò di straia: prima era il sedile, poi diventava una specie di materassino. Venne persino previsto un modello semovente con motore elettrico a batteria da 0,25 hp. Era ingegnoso, ma come si potrà ben intuire non funzionava in pratica e i piloti si portavano piuttosto due racchette da ping pong come mini-pagaie. Nel '44 arriveranno anche gli M.T.M.M. (La terza M per 'Migliorato'), e poi gli MTR (Ridotto), compatibile con i tubi stagni usati per portare gli SLC; prodotti in un prototipo e 13 esemplari di serie, non vennero mai usati in azione. In tutti i casi i barchini esplosivi erano portati in azione trainati da unità più grandi, in genere motosiluranti. Nel dopoguerra questi piccoli, mortali ed ingegnosi natanti vennero convertiti in parte anche come mezzi da turismo, per quanto davvero minimi in termini di dimensioni e pesi; e proprio questo impiego 'civilizzato' nascose l'uso di tali mezzi da parte israeliana, quando alcuni MTM vennero utilizzati contro gli Arabi colpendo una fregata egiziana. L'addestramento ebbe luogo nel lago di Tiberiade, con istruttori della X MAS. Corsi e ricorsi della Storia, successe così che gli ebrei si ritrovarono come istruttori ex-Repubblichini, nonostante quanto successe negli anni della guerra <ref>Daniele Lembo Eserciti nella Storia</ref>.