Ceramica a Pisa/Vasai attivi in città: differenze tra le versioni

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A questo punto conviene riassumere brevemente quanto esposto fino ad adesso.
Già dall'età romana la città di Pisa ha avuto un’importante storia manifatturiera di vasellame ceramico<ref>Si veda Menchelli 1995 e Baldassarri 2018 (testo di S. Menchelli) per la produzione di terra sigillata a Pisa in epoca romana.</ref>.
I vasai pisani potevano disporre di una grande quantità di materia prima che veniva cavata sfruttando i depositi alluvionali del fiume Arno e sulle sponde dell'Auser (Serchio). L’argilla di questo tratto fluviale, una volta cotta, conferiva ai manufatti il caratteristico colore rosso-arancio<ref>Per l'approvvigionamento dell'argilla vedi Giorgio 2018b, pp. 35-44; Alberti - Giorgio 2013, pp. 27-46 (studi condotti da Giuseppe Clemente - "Vasai e produzione ceramica a Pisa nel XVI secolo attraverso le fonti documentarie").</ref>.
 
L'unica produzione di vasellame fino a tutto il XII secolo era di recipienti privi di coperture vetrose e di decorazioni<ref>Berti - Giorgio 2011, p. 13; Berti - Gelichi 1995a; Berti - Menchelli 1998; Giorgio - Trombetta 2008</ref>. Le prime attestazioni scritte riguardanti artigiani che lavoravano l'argilla risalgono alla seconda metà di questo secolo. I documenti parlano infatti dei tegolai che principalmente realizzavano materiale edilizio, ma non può essere escluso che questi non producessero contemporaneamente prodotti destinati alla vita quotidiana<ref>Fonti archeologiche mostrano che i tegolai sono già attivi all'inizio del XII secolo in un'area chiamata "tegularia" (vedi Clemente 2017, p. 133). Per ulteriori informazioni riguardo la zona di produzione e l'attività dei tegolai si veda Garzella 1990, p. 198 e Berti - Renzi Rizzo - Tangheroni 2004, pp. 3-4.</ref>.