Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/USA-11: differenze tra le versioni
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*XC-99: colossale aereo da trasporto, realizzato abbastanza presto tanto da essere completato nel novembre 1947, data in cui volò per la prima volta. Era capace di ospitare nella sua enorme fusoliera 45,8 t di carichi, o 300 feriti barellati o 400 uomini equipaggiati. È certamente il più grande esempio di comunanza tra i progetti dei bombardieri pesanti e quelli dei trasporti militari. Era dotato di una fusoliera a due ponti e di un piccolo radar meteo nel muso. Fu utilizzato solo fino al 1949 e purtroppo non vide ordini.
Nel servizio i B-36 dimostrarono pro e contro. La loro carriera durò solo fino al 1959, sostituiti dai B-52, ma da subito apparve chiaro che questi apparecchi erano decisamente lenti per la missione di bombardamento nucleare, contro difese dotate di jet da caccia. Tuttavia, la quota operativa era impressionante e
Il B-36 era un vero monumento per l'era industriale dell'aviazione classica. La sua apertura alare era pari al primo balzo dei fratelli Wright nel 1904. La capacità di carico bellico era superiore di parecchie volte a quella del B-29, mentre l'autonomia era realmente intercontinentale. Alcuni B-36 ebbero anche gravi incidenti di volo, con tanto di bombe atomiche disperse in mare. Invece, un tornado colpì la flotta di B-36 dislocata con il 7th e l'11th Bomber Wing a Carswell, e nonostante si trattesse degli aerei più grandi e pesanti dell'epoca ben 70 vennero danneggiati. Uno venne sollevato da terra totalmente e 19 in tutto dovettero essere ricostruiti in fabbrica. Alcuni B-36 vennero usati come ricognitori, e fu per loro che venne allestita la macchina fotografica mai prodotta con 600 cm di focale e una risoluzione di cm da 13.700 m. Venne realizzata in un unico esemplare, che dal 1964 è esposta all'USAF museum. Si dice anche che i B-36 fossero macchine 'noiose'. Il compito degli uomini d'equipaggio era quello di 'sfogliare il calendario'. Missioni a bassa velocità di ben 2 giorni non erano insolite. La cellula ne soffriva di meno rispetto a decolli più frequenti, ma nell'insieme quest'enorme macchina bellica era comunque di breve vita operativa.
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Ora parliamo invece di come gli USA arrivarono ai jet, e in particolare ai progetti di bombardieri a reazione<ref>Principalmente basato su Ciampaglia, Giuseppe: ''Dai primi bombardieri sperimentali a getto al B-45 Tornado'', RID giu 2006 p.90-97</ref>.
Anzitutto vi fu un ammonimento ai vertici dell'USAAC: Linbergh, che si interessò di viaggiare nelle industrie aeronautiche tedesche durante il 1936-38, riportò il rischio che i Tedeschi realizzassero presto motori a reazione e caccia da 500 miglia (805
Dalla turboelica TG 190, altro progetto nato per tentare di ridurre il consumo specifico dei motori dell'epoca, venne fuori il J47, testato dal 21 giugno 1946 con potenze di 2,2-3,4 t e prodotto fino al '56 in qualcosa come 36.500 esemplari
[[Immagine:XB-42.jpg|300px|left|thumb|]]
Il '''Douglas XB-42 Mixmaster''' era un progetto di bombardiere ad alte prestazioni, rimasto però allo stadio di prototito. Particolare era la configurazione bimotore con una coppia di eliche controrotanti in coda. Esso era munito di due motori Allison V-1710 che lo spingevano da dietro la fusoliera e motori dentro la fusoliera stessa, da 3.600 hp totali. Quest'aereo volò il 6 maggio 1944 e grazie alla riduzione della resistenza aerodinamica rispetto ad un progetto normale, arrivò a 660
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*Peso: 9.475 kg -15.060 kg
*Propulsione:due Allison V-1710-125 V12, 1.800 hp
*Prestazioni: velocità massima 660
*Armamento:quattro da 12,7 mm, bombe fino a 3.600 kg
Da qui a pensare ad un tipo del tutto a reazione, che completasse la transizione tra le due epoche, il passo fu breve: l'XB-43 Jetmaster, ordinato in due prototipi il 31 marzo 1944; appena 41 giorni dopo venne collaudato il turbogetto TG 180, poi J35, e due del tipo GE-3 da 1.800 kgs vennero montati sul terzo XB-42, ma uno esplose nelle prove a terra. Tuttavia 50 aerei erano previsti e carico da bombardamento da 2.722 kg, oppure d'attacco con 16x12,7 mm e 36 razzi da 127 mm HVAR. Altri duecento aerei erano previsti in seguito. Il problema era che l'autonomia risultava dimezzata nonostante la maggiore velocità, riducendone il raggio d'azione a livello di macchina tattica e non più strategica. Il primo XB-43, oramai visto solo come mezzo di sviluppo, volò il 17 maggio 1946 e raggiunse 828
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*Peso: 9.868 kg -17.932 kg
*Propulsione: due Allison J-35, 1.814 kgs
*Prestazioni: velocità massima 829
L'XB-46 era un progetto Consolidated-Vultee come Model 109 da 94 mila lbs, 42.638 kg.
L' XB-46 era un bombardiere prototipico dall'ala diritta, in posizione alta, con la caratteristica fusoliera molto pulita e allungata, con 2 coppie di motori nelle ali. Ma era ancora troppo lento, e non ebbe seguito. Primo volo nel 1947, motorizzato da 4 G.E. J35-C3 da 1.733 kgs l'uno, con equipaggio di tre uomini in abitacolo pressurizzato, era capace di volare a 877
*Tipo: bombardiere tattico
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*Peso: 21.800-42.800 kg
*Propulsione: 4 Allison J-35, 1.733 kgs
*Prestazioni: velocità massima 877
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Alla fine dei B-45A vennero costruiti solo 97 esemplari, volando dal 24 febbraio 1948 con motori J3A-11 da 1,8 t.s. e usati
I problemi però non erano finiti qui: molti aerei non avevano la dotazione avionica completa, incluso il sistema di puntamento; altri ebbero cricche strutturali; i motori J47 dimostrarono una durata media incredibilmente bassa di 7,5 ore. Poi i motori, evidentemente migliorati, vennero destinati
Il B-45B venne proposto con sistemi di bordo migliorati, incluso il radar; ma non ebbe credito, mentre fu mostrato interesse per il Model 153, con 4 motori J47-GE-13 da 2,7 t e razzi JATO da 1.800 kgs per 60 secondi, sistema di rifornimento in volo e due serbatoi da ben 4.258 l a ciascuna estremità alare. Tutto questo avrebbe portato l'autonomia da 3.492 km a 4.200 km più il rifornimento in volo, mentre il tettuccio era adesso con intelaiatura metallica, per impedire il formarsi di fratture e cricche. Il primo volò il 3 maggio 1949, ma oramai c'era in volo anche il B-47 con ali a freccia e il Tornado era irrimediabilmente superato. Solo 10 vennero consegnati come bombardieri, ma gli altri 33, snc. 48-011/43, vennero completati come ricognitori strategici RB-45C, con il muso divenuto metallico con una grande fotocamera; i motori erano potenziati del 10% al decollo con acqua-metanolo e capacità di trasportare in tutto 12 fotocamere anche di tipo molto sofisticato e notturno (con bengala M-212); alcuni ebbero la torretta rimossa e le due armi da 12,7 mm, rimaste al loro posto, erano settabili per l'alzo di 45° (max gittata) a 0 (per ingaggi ravvicinatissimi). Primo volo nell'aprile del '50, consegne entro l'ottobre 1951 e assegnazione al 91st SRS per rimpiazzare gli RB-29. 3 arrivarono a Yokota già nel settembre del '50, volando missioni di ricognizione sull'URSS, Cina e Corea. Ma i MiG-15 erano abbastanza veloci da intercettarli senza difficoltà e già il 4 dicembre uno venne abbattuto; il 9 aprile toccò ad un altro subire gravi danni; mentre il 9 novembre, nonostante la scorta di F-86, un altro ancorane venne abbattuto. Così dal gennaio 1952 gli RB-45C vennero dipinti di nero e usati solo di notte. Aprire il vano portabombe per sganciare i bengala dava però molte vibrazioni alle macchine di bordo, ma era possibile ottenere un profilo del terreno dal radar di bordo. Le operazioni durarono fino all'aprile del '53, apparentemente senza altre perdite. Alcuni andarono anche in Europa dal '54, con il 19th TRS. Molti i voli spia sull'Europa orientale, svolti senza perdite e di notte. Così si seppe anche che la maggior parte dei Tu-4 era spostata ad Est, contro la Corea, Giappone e magari anche USA (missioni di sola andata). La carriera dell'RB-45C fu quindi fallimentare come ricognitore diurno, ma valida come macchina notturna; ma già alla fine degli anni '50, come un po' tutti i velivoli d'inizio decennio, era superato e venne rimpiazzato dal B-66, versione dell'AD-3 imbarcato realizzata in 294 esemplari, di cui 155 ricognitori RB-66.
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*Peso: 19-37,47 t; 42,07 t; 22.182-51.235 kg
*Propulsione: 4 J-35 oppure, per il modello RB-45C, 4 General Electric J47-GE-13 da 2.359 kgs, con iniezione d'acqua 2.722 kgs
*Prestazioni: velocità massima 921--911--932
*Armamento: 2 da 12,7 mm (1.200 cp totali), bombe fino a 9.979 kg
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*Armamento: due da 20 mm e bombe fino a 9.900 kg
La capacità di carburante era di circa 60.000 litri, una quantità enorme, contenuta nella fusoliera. Il sistema d'arma comprendeva il complesso A-5, abbinato ad un radar e a un carico di 9 t, che in genere erano di tipo nucleare o termonucleare. Dal 1954 la macchina era da considerarsi pienamente matura, dopo un paio d'anni di sviluppo con versioni iniziali. Di fatto, esso rappresentò l'età aurea del SAC, con 1.700 apparecchi in carico a decine di squadroni, dei quali anche centinaia per volta erano tenuti in aria per rispondere ad un eventuale attacco sovietico. Anche per questo si logorarono in fretta, ma di sicuro erano una potenza offensiva micidiale per quei tempi. Il prototipo XB-47 arrivò a stabilire un record non ufficiale di 880
*B-47A: la preserie, 10 macchine alla fine del '50, entrati in servizio nel marzo '51, ma senza impiego operativo, essendo afflitti da notevoli problemi di affidabilità complessiva.
*B-47B: era il modello operativo, con sistema radar di bombardamento ognitempo K-2 (20.000 componenti sparsi per l'aereo), ECM AN/APT-5A e radar RWR AN/APS-54. Ancora inaffidabili come seggiolini eiettabli (che vennero sostituiti da una botola ventrale, per somma gioia dei piloti), entrarono in servizio nel marzo 1951, ma non vennero mai impiegati nella guerra di Corea. Prodotti 339, poi aggiornati allo standard E
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*WB-47E: versione estrapolata dal B-47E, 34 macchine realizzate per scopi di ricognizione meteo. Non dev'essere stato facile riuscire a dominare l'aereo, già difficile di suo, in queste perturbazioni cicloniche, ma di fatto era adatto a tali impieghi, almeno fino a quando non venne sostituito dal WC-130 più economici e di più facile pilotaggio, anche se meno stabili degli Stratojet.
Altri tipi furono il YB-56 con due motori J71 che non soddisfecero per affidabilità mentre l'alternativa dei J57 era prenotata totalmente per altri aerei, a cominciare dai B-52 (con ben 8 per aereo), un B-47 venne invece modificato per lanciare il missile supersonico RASCAL, da 5 tonnellate, iniziato come programma già nel 1949 (in enorme anticipo temporale rispetto ad armi similari sovietiche) ma poi terminato nel '58 a causa delle difficoltà tecniche incontrate, 2 YB-47F aerocisterna che si dimostrarono una soluzione inattuabile, e l'XB-47D che divenne un biturboelica T--49 da ben 9.000 hp l'una che garantivano 950
Dopo che il B-47E entrò in servizio, nonostante le difficoltà di pilotaggio, il raggio d'azione non intercontinentale (senza rifornimento in volo) e i problemi tecnici ancora da risolvere, 8 stormi erano operativi alla fine del '53, 22 un anno dopo, 27 nel tardo '55. Tra le dimostrazioni di queste macchine, da segnalare un volo di circa 18.000 km eseguito in 22 ore e 50 minuti (con quattro rifornimenti in volo), e la missione di volo non stop di oltre tre giorni con oltre 80.000 chilometri percorsi da un singolo velivolo. Tra i più importanti programmi di aggiornamento vi sono stati gli, "Hig noon" e "Egg Tie" che portarono dal 1952 in poi i B-47 allo standard dei B-47E, mentre il "Pop-Up", era un programma che verteva nel far eseguire ai B-47 avvicinamenti a bassa quota, con strumenti migliorati con i radar doppler di navigazione, ed un attacco finale in cabrata, con lo sgancio dell'ordigno termonucleare durante la manovra. Solo una parte dei B-47 venne aggiornata a questo standard, poiché la fatica strutturale che tali missioni comportavano era tale da causare gravi problemi alle macchine, e mentre si cercava di risolverli il tempo passava inesorabile. Dal 1957 cominciarono le radiazioni e 10 anni dopo anche gli ultimi ricognitori vennero ritirati. Il loro equivalente Tu-16 è a tutt'oggi in servizio in Cina, dopo essere diventato una sorta di bombardiere lanciamissili, seguendo cioè le tracce del programma Rascal statunitense, il cui abbandono causò un prematuro ritiro dei numerosissimi B-47.
Il '''Martin B-48''' era invece un esareattore, con ala ancora dirittra e con i reattori sotto le ali. Ne vennero costruiti due, ma non ebbero seguito. Anch'essi erano lenti, con un massimo di 847
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*Dimensioni: apertura alare 53.4 m, lunghezza 16.18 m, altezza 6.10 m, superficie alare 418 m2.
*Peso: 27.735-46.940 kg
*Prestazioni: v.max 630
*Armamento: 16x12.7 mm, 18,7 t bombe
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Il B-2 Spirit e l’YB-49 hanno la stessa apertura alare: 52,40 m. Entrambi sono costruiti dalla Northrop.
Il Martin '''XB-51''' era un aereo con molte innovazioni tecniche: aveva una coda a 'T', una stiva bomba rotante, un'ala a incidenza variabile. Era anche molto veloce, con i suoi 3 motori (anche questa una novità, un trireattore) G.E. J47-GE-13 da 2.350 kgs: uno sul lato della fusoliera, in basso e davanti all'ala a freccia, e il terzo alla radice della coda, un poco come un 727. Volò nel '49 e dimostrò una velocità di 1.040
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*Peso: 11-793kg - 24.948 kg
*Propulsione:due Wright J65 (ovvero i Sapphire inglesi), 3275 kgs.
*Prestazioni: velocità massima 937
*Armamento: 4 da 20 o 8 da 12,7 mm, 2700 kg interni e altro esterno
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Il Convair B-58 Hustler è stato il primo bombardiere supersonico, e resta l'unico pienamente capace di mach 2. La velocità era però pagata a caro prezzo e, dopo appena 122 esemplari, venne radiato nel 1970 a causa dei suoi costi di gestione elevatissimi.
L'inizio dello sviluppo del Convair '''B-58''' può essere fatto risalire allo studio GEBO I (GEneralized BOmber study I) avviato già nell'ottobre del '46. Questo studio era volto alla acquisizione di un bombardiere in grado di superare mach 1. L'aereo era stato pensato inizialmente, nella configurazione GEBO II, per 4630 km a 833
Tre anni più tardi il GEBO I venne però abbandonato in quanto finiva per sovrapporsi con il Boeing B-52. Nello stesso tempo, marzo del 1949, venne avviato lo studio GEBO II per verificare l'equazione portanza/resistenza applicandola ai grandi velivoli supersonici. La teoria indicava che un bombardiere supersonico, alla stessa velocità, avesse una resistenza cinque volte superiore a quella di un caccia, e questo avrebbe significato che la potenza richiesta fosse anch'essa cinque volte superiore mentre il raggio d'azione divenisse cinque volte inferiore. Da questa considerazione si cercò un modo innovativo per risolvere la situazione in maniera pratica e delle due proposte Boeing e Convair, quest'ultima vinse con un aereo parassita lanciato da un B-36 e capace di sganciare un ordigno nucleare e poi tornare alla base con i suoi mezzi. Era l'FZP-110, da 45000 kg circa e mach 1,6 con due motori J53 e un terzo reattore simile nel pod, per un totale di 1,5 mach; ma dopo che questo aereo venne valutato in sede di progetto come MX-1626, venne abbandonato: le evoluzioni successive videro un modello del tutto diverso, un aereo sempre con ali a delta ma con capacità di operare autonomamente con decolli e atterraggi convenzionali, e con un pod sganciabile che rimpiazzava il carico bellico contenuto nella fusoliera, eliminando così un grosso ingombro aerodinamico. La bomba H contenuta all'interno del pod era la W39, assieme a 15.927 l di carburante avio. Dopo tante riprogettazioni, il primo bombardiere da mach 2 era pronto: la costruzione dei primi 13 esemplari, due prototipi e 11 esemplari di pre-serie, venne autorizzata il 29 giugno del 1954 e il primo XB-58 uscì dallo stabilimento di Fort Worth il primo settembre '56 e volando l'11 novembre con 4 nuovissimi turbogetti General Electric J79-GE-1 da 6.486 kgs (14.300 lb). Il prototipo si rivelò in grado di soddisfare tutte le richieste senza dover subire modifiche importanti, cosa straordinaria se si considera l'impegno di costruire un bombardiere supersonico nei primi anni '50. Il 23 novembre 1955 venne posto un ordine da 340.540.762 dollari per 13 aerei e 31 pod: all'epoca era raro che un caccia di grosse dimensioni arrivasse ad un milione, per cui ci si immagini quante polemiche 'l'aereo tutto d'oro' suscitava. Nel frattempo un KC-97F e un B-36B sperimentarono il sistema d'attacco Sperry AN/ASQ-42 con radar AN/APN-113, mentre un F-89D collaudò il sistema comandi sull'asse di rollio, per non parlare degli F-86A e F-94B, e dei due B-47 con la torretta armata con il nuovissimo Vulcan, più i 'chase planes' di ogni sorta, tutti ad alte prestazioni, impiegati per il programma.
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Dalla metà degli anni'60 il velivolo fu trasformato per essere impiegato come bombardiere a bassa quota e a corto raggio. Per svolgere questa sua nuova missione venne dotato di due piloni sotto le radici alari che permettevano il trasporto di 3.175 kg di carico bellico, di solito composto da quattro bombe termonucleari B41. Venne anche proposto alla RAAF, ma il raggio d'azione a bassa quota era risibile e il carico utile massimo non esaltante: venne scelto l'F-111C e senza rimpianti. In URSS venne sviluppato il MiG-25 per intercettare questi bombardieri, mentre la difesa missilistica sovietica metteva in discussione anche questo apparecchio, nonostante la quota e la velocità, entrambe eccezionali per gli anni '60 e rimaste sostanzialmente imbattute anche in seguito tra i bombardieri strategici, specie considerando l'autonomia in volo supersonico, per il quale tutto l'aereo era stato ideato.
Nella sua breve carriera il B-58 conquistò diversi record di velocità, distanza e altezza. Per esempio il raid Londra-Tokyo a una media di 1.500
Il B-58 è stato un velivolo estremamente innovativo e dalle prestazioni ancora oggi eccezionali, ma troppo estremo, specializzato e costoso, il primo a costare più del suo peso in oro, incapace di adeguarsi ai nuovi scenari. Il 27 ottobre 1969 il segretario alla difesa Laird decise che entro 3 mesi i B-58 sarebbero stati accantonati: detto fatto. Entro il 16 gennaio del 1970 tutti i B-58 erano stati ritirati dal servizio attivo e mandati a Davis-Monthan. Tra i progetti abortiti non poteva mancare l'intercettore strategico B-58D che pare avesse in prospettiva due motori J58 da 13,6 t e radar da intercettazione AN/ASG-18 più missili GAR-9. Chissà che prestazioni avrebbe avuto il B-58 se gli avessero montato i J79 da 8 t di spinta delle versioni più recenti?
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[[Immagine:North American XB-70 above runway ECN-792.jpg|320px|left|thumb|]]
L'ultimo esponente della corrente di pensiero che faceva della velocità l'arma difensiva maggiore, necessariamente ad alta quota data l'impossibilità pratica di volare a velocità altamente supersoniche sotto la stratosfera, era questo grande, immenso aereo chiamato anche 'the big white bird', uno dei più belli e sfortunati della storia aeronautica, e certamente anche il più ambizioso. I primi passi di questo programma da 1,5 miliardi di dollari iniziarono quando con la specifica GOR-38 del 14 ottobre 1954 si chiedeva un bombardiere subsonico con spunti in supersonico, e raggio d'azione di 11.000 km. Non era certo una pretesa da poco conto, ma nemmeno eccezionale visto che il bombardiere a medio raggio B-58 era in sviluppo e che il B-52, pur essendo subsonico, aveva già un'autonomia paragonabile. Allora si pretese di percorrere 1600 km in supersonico, sul territorio nemico, e il nuovo sistema richiesto rea il WS-110A, ovvero il Weapon System 110A, ad indicare che oramai gli aerei venivano concepiti come sistemi d'arma completi e integrati. Venne pensato ad un bombardiere CPB, ovvero potenziato chimicamente, per distinguerlo dal WS-125A NPB, ovvero il B-36 nucleare. L'additivo era il boro, da usare in miscela col carburante. Ma l'evoluzione non finì qui, e il problema di ottenere tali velocità, previste attorno a mach 3, con aerei dalla convenzionale aerodinamica avrebbe portato ad una soluzione da 340 t,troppo anche per l'USAF. Grazie alla rielaborazione con la regola delle aree, fu invece possibile utilizzare un disegno migliore e più semplice, per una macchina pesante circa un terzo in meno. Alla fine vinse la North American il 23 dicembre 1957. La GE ebbe invece il contratto per i motori YJ93-GE-3, mentre la GE-5 con carburante al boro venne cancellata poco dopo. Passato a diverse rielaborazioni, il velivolo era certo troppo complesso per la tecnologia degli anni '50 e
*Ruolo: Bombardiere strategico supersonico
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Si iniziò con la carrellata dei programmi proposti da un gruppo di studio 'ad hoch', che già nel '61 propose lo SLAB (Subsonic Low Altitude Bomber), per poi arrivare all'ERSA (aereo strategico a lunga autonomia), continuando nel '63 con il LAMP (penetratore a bassa quota, ovvero Low-Altitude Penetrator) e l'AMP (=penetratore 'avanzato' pilotato); Ottobre 1963, l'USAF ci riprovò con l'AMPSS( Advanced Manned Penetrating Strategic System), iniziando il giro di richieste all'industria, come la Boeing e la GD, ma dati i problemi di finanziamento, non se ne fece nulla. Per la cronaca, l'USAF valutò per l'AMP configurazioni quali: aereo subsonico a bassa quota, b-subsonico a bassa quota e mach 1,5 ad alta; c-subsonico a bassa quota e mach 2 ad alta; d-V/STOL a decollo e atterraggio corti o verticali. La scelta orientativa era la configurazione 'b', che sorprendentemente, sarebbe stata poi sostanzialmente confermata quasi 20 anni più tardi, e che era anche quella prescelta per la specifica AMPSS, sempre nato nel '63 e la cui valutazione terminò nel '65.
Del resto il B-52 era ancora nuovo e gli ultimi appena usciti dalla fabbrica;
Nell'estate del '64 vi fu un ennesimo tentativo, l'AMSA (Advanced Manned Strategic Aircraft), con l'obiettivo di raggiungere velocità supersoniche a bassa quota, tutt'altro che facile per la densità e la turbolenza che si incontrano in tale ambiente. Tra gli studi vi fu anche quello sui sistemi di propulsione, armamento, affidabilità, costo del titanio (già usato per l'SR-71, a dire il vero, ma questa è un'altra storia), capacità operativa in guerre locali (non si voleva certo ripetere l'esperienza del B-58, quasi privo di capacità convenzionali, mentre il conflitto nel Vietnam cominciava a preoccupare).
Ancora vi furono diverse ditte, dalla Curtiss-Wright (qui in una delle ultime 'comparsate') alla G.E., e l'avionica studiata dalla IBM e Hughes. Mc Namara riuscì a portare avanti l'FB-111, che di fatto era già quello che serviva per molte missioni pratiche, ma l'USAF non si fece scoraggiare e reputando un po' piccolo quest'aereo nel '68 diede contratti di sviluppo ad IBM e Autonetics per la componentistica. All'epoca c'era come ministro della Difesa un ex-attore di non eccelse doti (Reagan), il che aiutò anche questo programma. Il 'super-F-111', ovvero l'FB-111A, era stato previsto in 253 esemplari, ma venne ridotto ad appena 76 per fare spazio. Aprile 1969, si decise il nome del nuovo aereo, del tutto differente dai precedenti bombardieri americani e così chiamato ZB-1A, poi B-1A quando il progetto definitivo venne scelto. Pare che la RFP (Request for proposal) venisse pubblicata nel dicembre del '69. Tutti e tre i contendenti erano aerei a geometria variabile, nel caso della GD si trattava del B-111G-4, che era proposto come un vero e proprio sostituto ad 'interim' del B-52; la Boeing propose un aereo con ala GV basato sulla proposta iniziale per il caccia TF-X, quella poi vinta dell'F-111. La North-American/Rockwell, con la sua Los Angeles Division, propose un nuovo aereo con ala ben raccordata alla fusoliera tramite il concetto di 'blended wing', con forme pressoché prive di angoli, e piuttosto efficaci anche nel ridurre la traccia radar, a cui già si pensava, anche se il progetto era
I motori erano General Electric GE-9, prodotti per la precedente AMSA e il B-111G-4, l'ultima evoluzione dell'F-111. Adottati come XF101-GE-100, essi vinsero contro i JTF-6, che erano contendenti di tutto rispetto (spinta 4,5-8 t), anch'essi pensati per la specifica AMSA e sviluppati dal '64, in previsione di un bombardiere esamotore; non solo, ma vennero ad un certo punto anche valutati per i futuri cacciabomberdieri tedesco-americani, e infine per il successore di tale programma, l'MRCA europeo, il futuro Tornado. La classe della spinta era grossomodo analoga a quella dei futuri RB.199, ma non vinsero nemmeno in questo contesto. I GR-9, da 7,7-12,47 t di spinta, erano senz'altro vantaggiosi se si voleva ridurne il numero a quattro, e così prese forma il B-1 come lo conosciamo oggi.
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Per realizzare speditamente tale programma, venne assegnato il 20 gennaio 1982 un contratto alla Rockwell, per un totale di 1.317 mln di dollari. C'era da modificare due prototipi, gli AV2 e AV4, nella nuova concezione designata B-1B. Seguì un contratto per costruire il primo B-1B di serie, che valse la cifra record di 886 mln di dollari. Anche se questi soldi servivano anche per comprare materiali per la produzione, si trattò di un inizio decisamente costoso per il nuovo superbombardiere del SAC. Ad ogni modo, le attività sperimentali di questo tribolatissimo programma (il numero di sigle è di per sé altamente indicativo delle difficoltà, anche concettuali, affrontate nella sua definizione), continuarono alacremente e, in effetti, già prima dell'annuncio di Reagan avevano chiuso il programma di esperimenti, con 1.895 ore volate al 30 aprile 1981. I B-1A erano inizialmente colorati in un candido bianco anti-nucleare (a parte il muso,totalmente nero); gli AV3 e AV4 ebbero tuttavia i colori mimetici marrone-verde.giallognolo tipici dei bombardieri e caccia tattici; sono questi ultimi, e di gran lunga, i più noti dei B-1A, con un gran numero di foto rilasciate alla stampa. Nell'arco di questi nuovi programmi, l'YB-1A AV2, una volta modificato per la configurazione definitiva, riprese a volare il 23 marzo 1983. Tuttavia, non sarebbe durato molto: il 29 agosto 1984 andò distrutto in un incidente e il capo-collaudatore Doug Benefield rimase ucciso: la capsula eiettabile non aveva funzionato correttamente (e nei B-1B sarà abbandonata senza rimpianti). Seguì un altro YB-1B, l'ex-AV4, che ebbe le modifiche per diventare quanto più simile ai tipi di serie. A differenza dell'AV2, questo non era bianco, ma mimetico (come l'AV3, che però NON era un YB-1B). La sua spina dorsale appariva notevolmente più rigonfia dell'altro aereo, una particolarità che non ha nessun altro B-1. Dal momento che questo sopravvisse ai test, è diventato molto più noto dell'altro e per questo ha beneficiato di una ricchezza iconografica che forse nessun altro B-1 ha mai avuto.
I B-1B di serie, a parte la colorazione scura (uniforme o a chiazze, a seconda dei casi), si distinguevano dagli aerei di preserie
La produzione di 100 velivoli venne fatta al costo di circa 200 milioni di dollari l'uno (ma il programma è costato 40 miliardi, quindi tutto compreso si è addirittura arrivati a 400 milioni al pezzo) che stavolta non spaventò l'amministrazione del presidente Reagan, malgrado l'era dei bombardieri pilotati convenzionali fosse decisamente 'questionabile', specie considerando che inizialmente si trattava di un aereo specializzato per il solo 'strike' nucleare.
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'''Propulsione'''
I motori sono dei turbofan G.E. F101-GE-102 da 6.620 kgs a secco e ben 13.960 a pieno postbruciatore, il che significa addirittura un raddoppio abbondante della potenza, persino maggiore che nel Tornado, dove l'incremento è 'solo' del 72% circa; questi propulsori, fino a non molto tempo fa i potenti motori americani per aerei da combattimento, sono l'adattamento dei precedenti per il B-1A e in seguito avrebbero addirittura dato vita al motore F110, concorrente per i caccia tattici dell'F-110 della PW, che era più leggero e di simile potenza, ma meno affidabile pur consumando di meno. Differentemente dal B-1A, capace di mach 2,2, il B-1B ha prese d'aria fisse e velocità limitata a 1,25 mach, mentre a 60 metri di quota raggiunge solo 0,79 mach, ovvero circa 950
Il carburante JP-4, -5 o -8 è un totale di 112.635 l (inizialmente si parlava di 113.910 l), in quattro serbatoi di fusoliera e tre per ciascuna ala, senza contare un serbatoio ausiliario di 10.515 litri nella stiva bombe. Vi è il solito ricettacolo USAF per il rifornimento in volo, con una segnaletica visiva facilmente localizzabile.
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'''Stealthness'''
L'aereo ha una traccia radar ridotta grazie ad un efficace programma di riaggiustamento del B-1A. Quest'ultimo era già un decimo circa 'rilevabile' frontalmente rispetto ad un B-52. La cosa era possibile grazie ai motori nelle gondole centrali e alla fusoliera allungata, studiata per le alte velocità, e le ali a freccia (quando messe al massimo grado di inclinazione
'''Ala e carrello'''
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Una cosa che mancava e che manca a tutt'ora è un sistema optronico di visione IRST/LLTV e designazione laser. Stranemente, esso è presente sui Tu-22/160 e sui B-52G/H, e tornerebbe molto comodo nelle missioni attualmente previste per il Lancer, spesso chiamato addirittura a missioni di supporto tattico, come del resto il B-52 in Vietnam.
Il B-1B è un velivolo pensato per volare a bassa quota e ad alta velocità (in realtà, limitata a circa 960
Molto curati i sistemi di navigazione con un sistema di pilotaggio automatico AFCS quadricanale che controlla tutto: quota, velocità, manette dei motori, terreno, permettendo un TFR automatico collegato al radar, per volare fino a 60 m in automatico dal suolo; INS, sistema di navigazione stellare ( e poi ovviamente, il GPS che ne è l'interpretazione 'artificiale'), immense quantità di chaff e un apparato ALQ-161 ESM/ECM con ben 67 antenne, potenza di picco 120 kW (notare come, per quanto rilevante, sia ben inferiore a quella dei radar da disturbare, per esempio un MiG-25 arriva a quasi 500 kW) e peso complessivo di 2,5 t (nel 1987 si parlava di 2.360 kg). Di fatto, si tratta dello stesso apparato pensato per il B-1A, ma siccome questo era destinato al volo ad alta quota, la sua potenza doveva essere molto alta per mascherarlo ai radar nemici. In effetti, l'Eaton ALQ-161 Mod. 1 è addirittura più potente dei sistemi di macchine come gli EF-111 con il loro ALQ-199, da cui in qualche modo il nuovo sistema derivava. Se si considera che l'aereo vola a 61 m, dove l'orizzonte utile ai radar è di appena una cinquantina di km contro i 370 contro un aereo a 9.000 m, ci si può ben avvedere di come la potenza del sistema dovrebbe essere più che sufficiente per l'esigenza del volo a bassa quota, per giunta con una sagoma radar molto ridotta. In tutto, l'ALQ-161 comprendeva qualcosa come 107 o 108 sottosistemi (ma non è chiaro, se l'ALQ-161 li riunisse tutti oppure fosse solo uno di essi, che nell'insieme fanno parte del Defensive Avionic System), con antenne sparse dappertutto sui quasi 50 metri del 'Bone'. Tuttavia fece guadagnare al B-1B la definizione del primo bombardiere capace di autodisturbarsi (self-jamming bomber), dato che vi sono state molte difficoltà per ottimizzarlo a bordo di questi aerei, in quanto interferiva inevitabilmente con gli altri sistemi di bordo, per esempio poteva essere un problema durante i voli TFR, chiaramente una cosa che l'originario B-1A non doveva temere nelle sue crociere stratosferiche. Per il resto il B-1B era provvisto anche di molti chaff e flare.
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Quanto alle armi, il B-1B ha ben tre stive in fusoliera, che ingombrano gran parte dello spazio interno. Due sono davanti e una di dietro il carrello principale e l'ala. Ognuna è stata disegnata per essere lunga 5,5 metri, per ospitare un tamburo rotante capace di ben otto missili AGM-86A SCAD; però questa prima edizione dell'ALCM non ha avuto successo e vennero piuttosto adottati gli AGM-86B, con tamburi da 6,3 metri. Così l'interno del B-1 è stato riallestito e dotato di paratie mobili, per ospitare se necessario questi tamburi di lancio, gli stessi del B-52. In pratica, la paratia tra la stiva N.1 e la N.2 è mobile, il che dà modo, se necessario, di usare un solo tamburo per gli ALCM e i relativi otto missili. Inizialmente gli ospiti erano però il missile SRAM e le bombe B-61 e 83, mentre le armi convenzionali non erano impiegate. Dopo il 1991 però, quando l'aereo non partecipò a Desert Storm, si corse ai ripari per giustificare ancora l'esistenza di questo aereo. Tra il 1993 e il 1997 vennero studiate molte combinazioni d'armamento. A dire il vero, il B-1B era stato spesso fotografato con un gran numero di armi di vario tipo, pare persino missili AIM-54 Phoenix. In pratica, si tratta solo di pubblicità o vera e propria disinformazione, fatta con l'esemplare AV4 (quindi non un 'vero B-1B', ma un ex- YB-1A modificato).
Il B-1B in genere usa una delle tre stive per un serbatoio aggiuntivo; con gli anni -dopo la preferenza accordata al più lento B-52 - ha avuto l'omologazione per portare, nella stiva centrale, otto ALCM; gli AGM-129A sono ospitabili in quattro esemplari per stiva, più due coppie esterne, ma tutto questo è teoria, i punti d'aggancio esterni non sono mai usati per non compromettere la stealthness, ma
Per il bombardamento nucleare, oramai desueto, erano previste combinazioni di terrificante potenza, se realmente adottate appieno (il che non accadeva mai): fino a 12 bombe B-28-0 o B-28-1 in tre lanciatori MPL; oppure ben 24 Sandia B-61-7 (327 kg, potenza 10,100, 345 o 500 kt) o ancora altrettante Livermore B-83 a potenza variabile (1.106 kg, 10, 150 e 1.000 KT). Non solo, ma il B-1 era capace di ospitare fino a 14 missili SRAM o ALCM nei punti d'aggancio esterni, oppure otto bombe 'H' ad alta potenza, aggiuntive rispetto a quelle interne. Questo dà la misura della potenza del B-1B: era capace di trasportare dozzine di bombe nucleari o missili per un valore di decine di MT. Il carico delle bombe ascende a 29-34 t come massimo pratico, mentre in teoria, tutti i punti d'aggancio arrivano insieme a 56.680 kg! In teoria, un solo Lancer avrebbe potuto radere al suolo una nazione di media grandezza! L'unica consolazione è che, in base agli accordi SALT, non si potevano portare più di 20 missili ALCM per bombardiere, e che, in ogni caso, l'aborto degli AGM-86A lasciò l'aereo senza nient'altro che missili a corto raggio e bombe, necessariamente in numero limitato perché non sarebbe una faccenda pratica attaccare numerosi obiettivi volandovi sopra o a distanza ravvicinata. In tutti i casi, queste combinazioni danno l'idea di come la tecnologia nucleare avesse fatto progressi, mettendo in mano ai politici e militari un potenziale capace di spazzare via il genere umano dalla faccia della Terra.
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Attorno al 1988 c'erano già 4 stormi equipaggiati in parte almeno, con questi aerei. In tutto si diceva che i primi 10 fossero di preserie e gli altri 90 di serie; il costo del programma è stato di 27 mld di dollari in 10 anni, ma vi sono state altre attività collaterali come i 915 mln spesi per ottimizzarlo, nel 1983-86, anche per gli ALCM; ma non hanno avuto immediato successo pratico.
Il 28 settembre del 1987 un aereo cadde vicino a Pueblo, Texas; era parte del 96th Wing di Dyess; era in volo su di una zona riservata all'addestramento per i bombardieri a bassa quota e infatti volava a circa 182 m e 0,85 mach. Ad un certo punto l'aereo, in missione d'attacco simulato, si imbatté in uno stormo di grossi volatili, forse anatre o oche; i motori dell'ala destra (n.3 e 4) si spensero e uno (il n.3) si incendiò; l'aereo riuscì a salire fino a circa 1.200 m e a 920
Per i piloti, il B-1 era un qualcosa di diverso<ref>questo paragrafo è basato sul servizio del terzo capitolo di Take Off</ref>. Era inquietante: 'assomiglia a qualcosa che puoi trovare di notte nella terra dei vampiri', 'una cupa pallottola nera' 'un complicato puzzle mentale, ma scoperta la soluzione è divertente pilotarlo'. Salire sul B-1 era cosa complessa, con un boccaporto con scaletta dietro la gamba di forza del carrello; l'accensione dell'APU la facevano già all'entrata dell'aereo con una maniglia; in media si pensava di metterci tre minuti per decollare su allarme in caso di minaccia; ma il B-1 era pensato per voli a lungo raggio, anche oltre 10.000 km, e originariamente si immaginò di usare anche gli aerei per missioni di 36 ore consecutive. Anche per questo in cabina c'era molto spazio e l'equipaggio poteva anche alzarsi in piedi, disporre di un cucinotto e in inevitabile WC chimico, praticamente sotto il quadro strumenti della seconda coppia di aviatori; tra i particolari dell'aereo, c'era l'avionica disposta ovunque: nel muso, on due vani dietro il radar, uno dei quali condivedeva lo spazio con il ricettacolo per il rifornimento in volo; dietro la seconda coppia, con due armadi di avionica; in coda, dove c'era anche un potente sistema ECM (mentre un sistema RWR è nel cono dietro le superfici orizzontali); il carburante era un po' dappertutto nell'aereo; le APU erano invece ai lati del terzo vano portabombe, i lanciatori di falsi bersagli erano sopra il dorso della fusoliera e il vano portabombe n.1. L'avviamento dell'aereo potrebbe essere rapido in emergenza, ma in pratica un aviere deve camminare attorno all'aereo, collegato con il pilota via cavo, per vedere se ci sono cose che possono essere risucchiate dai motori e danneggiare il 'mostro'. Il B-1 decolla con 15 gradi di ala, e del resto i flap non sono abbassabili se questa supera i 20. Il B-1B, a terra, è duro e lento a rispondere ai comandi, dati i comandi azionati idraulicamente. Il B-1B sembra piccolo, ma non lo è affatto. Le persone a bordo erano quattro, ma c'erano due sedili aggiuntivi per istruttori, sebbene non eiettabili. Il B-1 non aveva una strumentazione eccessivamente moderna, per esempio mancava l'HUD; sopra l'abitacolo c'erano 4 portelli, ma erano le uscite d'emergenza, non come quelli dei Tu-22M che servono per l'accesso diretto. Il B-1B era ben più comodo e spazioso del B-52 nei voli a bassa quota; se usato per lo strike nucleare era necessaria la visiera antiabbagliamento per il pilota, nota come PLZT, in quanto fatta di piombo, zirconio e titanio. VOlare con le missioni d'attacco nucleare previste per il Singel Integrated Operations Plan richiedeva rifornimenti in volo e rotte transpolari; Il B-1B poteva volare con il postbruciatore attraverso tutti gli USA, ma al dunque, non era sicuro che avrebbe avuto carburante sufficiente per tornare indietro dopo un attacco in URSS; l'atterraggio era diretto, si toglieva semplicemente gas al motore e non c'era il parafreno, per semplificare il compito del personale di terra. E scaricare il WC chimico, pare non molto funzionale.
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*Pesi: 83.500 a vuoto, equipaggiato 87.090 kg, totale 179.175 kg, tipico missione 186.700-201.800 kg, max 216.365 kg; carico alare 990 kg/m2, spinta 0,31:1
*Prestazioni: 1.327
*Carico: oltre 29.000 kg, nominale fino a 34 t (più i punti d'aggancio esterni, in genere non usati)
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Il più ambizioso dei programmi americani sui bombardieri pilotati è però il Valkirie. Dalla necessità di sostituire i B-52 in futuro, già nel '54 si pensò all'XB-70A, che inizialmente era subsonico con brevi spunti in supersonico quando necessario. Per realizzarlo vennero chiamati come finalisti N.A. e Boeing; il 23 dicembre 1957 venne fatto l'annuncio: il nuovo aereo era della North American; ma oramai si chiedeva un bombardiere altamente supersonico e così il NA-239, finito il 12 settembre 1955 venne rielaborato come NA-278, capace di un volo in crociera a mach 2; come il B-58, ma con maggiore autonomia. Era l'Intercontinental Bombardment Weapon System Piloted Bomber; i suoi motori vennero scelti sotto forma di sei G.E. J93-GE-5 da 13.600 kgs al decollo, con 136.000 kg di carburante di tipo speciale, il JP-6, con additivo al boro. Infatti, questi motori erano noti come 'reattori chimici', e lo stesso bombardiere come 'bombardiere chimico'. Ma il costo era talmente elevato che non ci fu modo di portare l'impresa a termine; la vecchia logica stava cedendo, il bombardiere a lungo raggio era oramai sempre di più un elefante bianco nei cieli missilistici degli anni '50-60. Il primo a cadere fu il bombardiere noto come WS-110L, cancellato già nel luglio 1956 per risparmiare denaro, ma ripreso nel 1961 e poi definitivamente cestinato, così come il suo prototipo, il terzo XB-70A. Era il 3 maggio 1964 e oramai il destino dell'intero programma era segnato. Già il 3 dicembre 1959 i fondi furono bloccati eccetto quelli per costruire un prototipo; ma nell'ottobre del '60 si ripensò al programma e venne finanziato un prototipo, la cellula per le prove statiche e 12 aerei di preserie; alla fine Kennedy, il marzo 1961, bloccò tutto, perché gli ICBM erano considerati sufficienti (Atlas e Titan) per fare lo stesso lavoro. Nondimeno, la N.A. ebbe mandato di completare i prototipi XB-70-1 e XB-70-2, noti come XB-70A e XB-70B. Ma la loro unica ragion d'essere era la ricerca ad altissime velocità, attorno a mach 3. The 'Great White Bird' o anche 'The Thing', uscì dalle linee di assemblaggio l'11 maggio 1964, per poi volare il 21 setetmbre; il secondo aereo volò il 17 luglio del '65. Il B-70 dimostrò di poter volare a mach 3,08 e con un'autonomia massima (non verificata pienamente) di oltre 11.000 km. L'8 giugno 1966, quando oramai il programma era morto (così come il presidente Kennedy, assassinato quasi tre anni prima), il secondo B-70 era in volo pubblicitario con una serie di altri aerei dotati di motori General Electric. C'erano tra gli altri un Phantom e un NF-104 della NASA. Questo volava vicino alla coda del grande bombardiere. Forse troppo, tanto che i vortici lo risucchiarono contro i timoni di coda e nella conseguente collisione, immortalata da una serie di foto storiche, l'F-104 si disintegrò ed esplose. Nel farlo, aveva tranciato tutti e due i timoni del B-70; l'astronauta Joe Walker, a bordo del '104, rimase ucciso nello scoppio. Tutti si chiedevano adesso se il bombardiere sarebbe riuscito a mantenersi controllabile, mentre il carburante usciva a fiotti dagli squarci della fusoliera. Ma dopo pochi secondi, fatalmente, il B-70 si alzò di muso e cadde in vite. Uno dei collaudatori a bordo, Carl Ross, non riuscì ad eiettarsi dall'aereo e rimase intrappolato, sebbene il B-70 volasse ad altissima quota. L'esplosione al suolo e i rottami sparpagliati furono quello che restò più impresso del bombardiere 'definitivo'. Con le sue enormi dimensioni, sei motori da oltre 80 t di spinta complessive, ala a delta con grandi canard dietro l'abitacolo biposto, il Valkirie era un aereo impressionante e dalla forma bellissima, sebbene dalle linee molto squadrate. L'ala era molto arretrata, le prese d'aria sotto la fusoliera e le ali, in due gruppi, il dorso della fusoliera stessa molto arcuato e dalla linea elegante, aumentata dal bianco anti-nucleare che dava a questa macchina poderosa un aspetto quasi angelico. I motori erano tutti in linea tra le due code verticali, di dimensioni non particolarmente rilevanti. Quando superava i 500
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