Ceramica a Pisa/Contatti con ceramiche di importazione: differenze tra le versioni

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== Le principali chiese decorate con bacini ceramici ==
=== La chiesa di San Piero a Grado ===
La Basilica di San Pietro Apostolo, conosciuta anche come San Piero a Grado, è la prima chiesa pisana che si incontra venendo dal mare, distantee dista qualche chilometro dal centro cittadino. Si tratta di una delle chiese più antiche di Pisa in quanto essa sorge, come hanno dimostrato gli scavi archeologici condotti nel complesso, su un vecchio edificio paleocristiano datato al IV secolo, poi ampliato tra l’VIII e il IX secolo.
[[File:Basilica di san piero a grado 01.JPG|thumb|Basilica di San Piero a Grado]]
 
La singolarità di questo complesso sta nella presenza di quattro absidi: tre volgono verso oriente, una (la più grande) verso occidente. Le mura esterne della chiesa sono abbellite da lesene e nella parte superiore sono presenti archetti ciechi in stile romanico pisano.
 
L’edificio all’interno è organizzato in tre navate divise da una serie di colonne reimpiegate,di prese da altri monumentiripiego. Le pareti di quella principale sono decorate con un ciclo di affreschi eseguiti dal pittore lucchese Deodato Orlandi intorno al 1300 - 1312. Gli stessi affreschi testimoniano la presenza di forme chiuse in maiolica arcaica prodotte a Pisa nel XIV secolo.
 
La basilica viene citata in una fonte scritta del 1046 e; tra la seconda metà del X e l’inizio dell’XI secolo vennero edificate le tre absidi che volgono ad est, ornate con i manufatti ceramici. Graziella Berti colloca la posa dei “bacini” proprio in questo periodo.
 
Nella prima metà circa del secolo successivo comincia la costruzione, al posto di una vecchia facciata, dell’abside occidentale che infatti, insieme ai suoi prossimi paramenti murari, non è decorata con i bacini. Sullo stesso lato sorgeva un tempo il campanile che venne distrutto durante la Seconda guerra mondiale; di questo oggi rimane solo il basamento in pietra, ricostruito qualche anno fa<ref>Berti - Tongiorgi 1981, pp. 22-23; Sodi - Burresi 2010; Ceccarelli Lemut - Sodi 2003</ref>.
 
=== La chiesa di San Sisto ===