Ceramica a Pisa/Contatti con ceramiche di importazione: differenze tra le versioni

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[[File:Scodella - maiolica a lustro metallico - Muscia (Spagna), primo quarto XII secolo (chiesa di Sant'Andrea Forisportam, Pisa) - Museo nazionale di San Matteo.jpg|left|thumb|Scodella, maiolica a lustro metallico Murcia (al-Andalus) usata nel primo quarto del XII secolo come bacino ceramico nella chiesa di Sant'Andrea Forisportam.]]
 
Altre invece, tutte forme aperte variamente rivestite quali scodelle, catini, piatti, ciotole, ect., furonoerano usate per ornare le murature esterne degli edifici religiosi cittadini. Queste ceramiche vengono comunemente chiamate dagli studiosi "bacini ceramici"<ref>Tutti i bacini ceramici originali sono stati rimossi negli anni '70 e '80 del socolosecolo scorso e sostituiti con delle copie. Si veda Berti - Giorgio 2011, pp. 13, 28-31; Berti 1993c, per la catalogazione di "bainibacini ceramici" presenti nella provincia di Pisa e in altre località Toscane; Berti 1993e; Berti 2003a.</ref>. Non si sa con precisione perché tali ceramiche furono usate come elemento decorativo architettonico; a tal proposito si sono susseguite nel tempo diverse ipotesi.
Ad esempio, lo storico dell’arte Gaetano Ballardini affermava che l’impiego architettonico di tali ceramiche provieneproveniva da usi radicati in età più antica<ref>Ballardini 1929, pp. 113-121.</ref>.
Un'altra ipotesi vede l’apposizione di tali manufatti nelle chiese pisane come esaltazione della potenza militare della Repubblica reduce da alcune vittorie nei confronti di popoli islamici. Ad esempio nel 1087 una spedizione pisana compì una razzia a Mahdia (Tunisia), e con il bottino si potè finanziarefinanziò la costruzione della chiesa di San Sisto.
Dunque i bacini sarebbero stati importati in un primo momento a Pisa come bottino di guerra e come tale ostentati sulle facciate degli edifici religiosi<ref>Marryat 1857; Abulafia 2013 e David Abulafia - "The Pisan 'bacini' and the medieval Mediterranean economy: a historian's viewpoint, Papers in Italian Archaeology IV: the Cambridge Conference, Part IV, Classical and Medieval Archaeology".</ref>.
Tanti studiosi invece sostengono che tale usanza fosse stataera legata a fattori estetici ed economici. Infatti l’uso dei bacini come abbellimento architettonico è stato preferito alle tarsie in marmo o ad altre pietre in quanto meno costosi ma in grado comunque di dare colore alle facciate delle chiese<ref>Berti - Tongiorgi 1981a.</ref>.
 
Fino al XII secolo sui perimetrali esterni e i campanili delle chiese pisane troviamovennero murati soltanto prodotti ceramici importati dalle varie località del Mediterraneo, che arrivanoarrivati prevalentemente dalle zone occidentali poste sotto l’influenza islamica e, soprattutto, dall’al-Andalus. A partire dalla prima metà del XIII secolo, infine, si usanousarono come bacini le “maioliche arcaiche” di fabbricazione locale e tra la fine dello stesso e i primi decenni del XIV secolo le ceramiche utilizzate comei “bacini” sonoerano quasi esclusivamente di produzione pisana.
 
== La datazione dei manufatti ceramici usati come "bacini" ==