Ceramica a Pisa/Produzione ceramica prima del XIII secolo: differenze tra le versioni

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=== La terra sigillata ===
 
=== Aspetti produttivi e commerciali dal I d.C. fino all'VII secolo ===
Grazie al porto vennero introdotte da molte zone del Bacino Mediterraneo diverse merci quali ad esempio, olio e vino pregiato<ref>Questi prodotti arrivavano principalmente dalla Baetica (attuale Andalusia), dalla Tunisia e dalla Tripolitania, da Creta, dalle aree egee e dall'Asia minore (vedi Baldassarri 2018, pp. 65-67 - testo di S. Menchelli).</ref>. Dal I secolo d.C. la produzione di Dressel 2-4 venne sostituita da quella di anfore di tipo "Spello" e "Forlimpopoli" e più avanti, nel II d.C. si produssero ceramiche ad ingobbio rosso e le anfore di tipo "Empoli" fino ai primi anni del VI secolo d.C.<ref>Le anfore di tipo "Empoli" devono questo nome alla città nella quale furono restituite le prime fornaci dedite alla produzione di questo tipo morfologico (Baldassarri 2018, p. 67).</ref>. Dal III secolo d.C. cominciarono ad essere importate le ceramiche di produzione nord-africana, ad esempio anfore contenenti liquidi quali olio e vino e vasellame da mensa in "terra sigillata africana", e dal V secolo d.C. pervennero ceramiche per il vino dall'Oriente. Dopo la caduta dell'Impero romano la città di Pisa si trovò in un'area posta tra le zone d'influenza bizantine e longobarde. In questo periodo (VI-VII secolo) dalla città transitavano anfore contenenti vino orientale. Dall'VIII secolo l'economia subì una forte contrazione e Pisa tornò protagonista sulla scena produttiva e commerciale verso il pieno Medioevo<ref>Baldassarri 2018, pp. 67-68 (e bibliografia ivi presente).</ref>.
 
=== Le tecniche di modellazione ceramica conosciute dai romani ===