Ceramica a Pisa/Vasai attivi in città: differenze tra le versioni
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Fu un personaggio piuttosto noto nella Pisa della seconda metà del XVI secolo in quanto poco affidabile nel lavoro. Si trova spesso chiamato in causa dai suoi committenti e dai suoi collaboratori. Ad esempio, nel 1579 Giulio de’ Medici, figlio naturale del duca Alessandro de’ Medici e cavaliere dell’ordine di Santo Stefano, commissionò a Leonardo Bitozzi la fornitura di tutte le pietre lavorate per la decorazione della facciata della villa che stava costruendo ad Arena, località prossima a Pisa. Lo scalpellino allora consegnò in ritardo il materiale cosicché il duca lo citò in giudizio <ref>Alberti - Giorgio 2013, p. 161/nota 22.</ref>. Nonostante ciò il Bitozzi godeva di una situazione economica importante. La sua può essere considerata una figura imprenditoriale in quanto egli molto probabilmente investiva denaro e mezzi di lavoro accordandosi con altri vasai che da parte loro fornivano l'arte. Ad esempio, nel 1587 è nota la società con Paolo di Pietro per la vendita di maioliche di Montelupo e orci da olio<ref>Alberti - Giorgio 2013, p. 162.</ref>; nel 1593 il Bitozzi cerca di ottenere a livello un fondo per introdurre a Pisa, in società con Niccolò Sisti, la produzione di maioliche faentine<ref>Alberti - Giorgio 2013, p. 163. Non si sa con esattezza se il Bitozzi conoscesse di persona il Sisti, ma è sicuro che egli mandò una supplica al Granducato affinché fosse finanziato per tale impresa</ref>; risale agli inizi del Seicento l’accordo con Maestro Filippo del fu Giovanni Garaccini da Forlì per gestire una bottega di maiolica<ref>Alberti - Giorgio 2013, p. 165.</ref>.
Sebastiano Bitozzi succedette al padre, lavorando anche lui dapprima come scalpellino poi come stovigliaio, ampliando l'impresa famigliare prendendo a livello nuovi lotti e continuando a produrre ceramica fino alla prima metà del XVII secolo<ref>
Alberti - Giorgio 2013, pp. 165-167</ref>.
==== L'approvvigionamento di argilla e di altre materie prime nel XVI secolo ====
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