Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Sudafrica: differenze tra le versioni

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Il prototipo del mezzo apparve nel 1976, e 2 anni dopo arrivarono i veicoli di serie. Il primo veicolo era il modello base Ratel-20, anche se esso sarebbe stato poi messo in ombra da altre versioni.
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Il Ratel-20 non è un semplice veicolo da trasporto truppe (APC), ma un vero e proprio IFV, ruotato, con i 2 assali posteriori assai separati da quello anteriore, che è anche quello sterzante. Infatti esso è stato studiato per portare in combattimento una squadra di fanteria e farla combattere restando anche a bordo, mentre l'armamento e la corazzatura sono (nonostante la vulnerabilità delle ruote al fuoco) tali da superare ampiamente quelli 'standard' di un APC, ovvero un 'taxi per truppe' in stile M113. La massa complessiva, in gran parte per via della corazza, è tale che tra i mezzi ruotati era ai suoi tempi di gran lunga il più pesante, e probabilmente è ancora così tra i veicoli 6x6. In effetti, con 19 t a pieno carico quasi superava di due volte il BTR-60, che pure è un mezzo 8x8. Ovviamente non era anfibio, ma questa caratteristica non è esattamente imperativa per un veicolo che opera nel deserto. La struttura in acciaio saldato regge armi fino al 12,7 mm (almeno anteriormente), mentre vi è anche una buona resistenza alle mine. la sua struttura alta e stretta somiglia molto a quella del belga Sibmas, ma è decisamente più alto e pesante. Con il potente motore diesel che ha a disposizione, il Ratel arriva a 105 kmh, anche se poi il gradino superabile è di appena 35 cm, mentre la trincea, per un 6x6 raggiunge un rispettabile 1,15 m. Il guado è possibile fino a 1,2 metri. Grazie al gran quantitativo di gasolio a bordo, sopratuttosoprattutto, il mezzo arriva ad almeno 1.000 km di autonomia, proprio come (non casualmente) la successiva Rooikat. Notevole è il fatto che il motore è sì posto nella parte posteriore del mezzo, ma al contempo permette ancora ai fanti trasportati a bordo di entrare ed uscire da un portello sulla destra, oltre ai due laterali, tra il secondo e terzo assale (per questo il mezzo non è un 8x8, per lasciare spazio ai portelli laterali). Inoltre il motore posteriore consente di bilanciare meglio il peso del veicolo quando supera le trincee. Il pilota è avanti e ha 3 blindovetri con altrettante piastre d'accaio elevabili per proteggerlo meglio in azione; il campo visivo è eccellente data la sua posizione centrale, a 'testa fuori' dallo scafo. L'abitabilità è accettabile anche per viaggi lunghi e con il calore tipico dei deserti africani. Vi sono 3 uomini d'equipaggio, due dei quali in torretta, e 8 soldati ciascuno con feritoie ed episcopi, per sparare da dentro il veicolo, oppure dai due portelli sul tetto, utili anche per guardarsi attorno nell'erba alta delle savane, da un punto elevato (e magari, senza rischiare di imbattersi in un leone, pericolo non irrilevante data la situazione). Per osservate e sparare il capocarro non solo è in torretta accanto al cannoniere, ma ha anche molti iposcopi e un sottile periscopio panoramico e un portello a cupola. Quanto all'armamento, è un 20 mm della GIAT con 1.200 colpi, più un'arma da 7,62 belga coassiale, una c.a., e 2 lanciagranate laterali per i fumogeni. Però il veicolo non ha nel suo modello base sistemi NBC, di visione notturna e forse nemmeno un condizionatore.
 
*Dimensioni: 7,21 x 2,516 x 2,915 m
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*Dimensioni: 9,5 lunghezza totale, 7 m circa per la canna; altezza 2,1 m, larghezza 3,3 m.
*Alzo: -3/+75°
*Armi: da 155 mm, peso circa 45 kg, gittata 30 km (fino a 50 nei tipi successivi), cadenza di tiro 3 c./min e v.iniziale di 897 m.sec/s.
*Equipaggio: 8
*Utenti: Sono segnalati S.Africa, Irak, Israele, Malaysia e Oman, ma forse in vari casi si tratta di progetti 'fratelli' piuttosto che dei G5. Invece il G6 è stato esportato in 78 esemplari negli EAU.
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Quanto agli aerei da bombardamento, i Buccaneer erano particolarmente inquietanti. Il Sudafrica era infatti ricco di miniere di Uranio e in combutta con Israele. Entrambi avevano ambizioni nucleari, e Israele collaborava attivamente, nonostante l'embargo, con i Sudafricani. Emblema della situazione ambigua dell'epoca fu il 'Vela incident' del 1979, un sospetto test nucleare israeliano nell'Oceano indiano.
 
Anche il Sudafrica aveva ambizioni nucleari e pertanto sia i Mirage, che i Camberra, ma sopratuttosoprattutto i Buccaneer erano candidati al ruolo di strike nucleare. I Buccaneer erano pochi, ma pur sempre sufficienti per impostare un'azione d'attacco a lungo raggio e in condizioni ognitempo, volando 'sotto' i radar. Per giunta, anche a bassa quota avevano una lunga autonomia e potevano viaggiare almeno veloci quanto un Phantom o un Mirage con lo stesso carico, avendo (differentemente dai colleghi Intruder) un vano portabombe interno.
 
Quanto agli aerei meno prestanti, ma pur sempre di estrema importanza erano gli Aermacchi, realizzati in due versioni. Note come Impala, essi erano l'Mk 1 biposto e l'Mk 2 monoposto. Il primo era stato prodotto su licenza dal Sudafrica, interessato fin dal 1964 all'aereo, posto poi in produzione su licenza grazie all'Atlas, il gruppo industriale aerospaziale locale. Ne sono stati realizzati oltre 125 esemplari (erano la versione nota inizialmente come MB.326M), usati sia come macchine d'addestramento (con una livrea chiara), acrobatiche (la pattuglia dei 'Silver Falcon' con l'omonimo colore) e come velivoli operativi, ma in maniera limitata. In effetti, il loro motore Viper 11, da circa 1.130 kg di spinta, non era particolarmente esuberante per operare a pieno carico, ma l'aereo è stato molto apprezzato e ampiamente usato, sostenendo un gran numero di manovre fino a 7, e anche 8 g durante la sua attività di volo. I caccia Mirage F.1CZ da intercettazione erano in servizio con il No.3 di Waterkloof, gli F-1AZ ad Hoedspruit. Gli MB.326 Impala sono stati comprati in 16 esemplari e poi dal '66 costruiti dalla Atlas, per gli squadroni No. 4, 5, 6, 7, 8, la FTS e la 85 AFTS (Advanced Flying Training School), nonché gli acrobati della 'Silver Falcon'. Il loro solista ebbe un tragico incidente l'ottobre del '93: nonostante la fama di robustezza dell'MB.326, durante una manovra un'ala si spezzò e l'aereo capitombolò giù esplodendo in fiamme, al termine di un grande looping.<ref>A&D Giu 1994</ref>
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*Dimensioni: 9,31 x 13,07 x3,66 x 20,97 m2.
*Pesi: 1.230-2.040 kg
*Prestazioni: motore Avco Lycoming GSO da 345 hp; 259 kmh a 2.440 m, crociera 233 a 3.050 m; salita iniziale 244 m.sec/s, tangenza 4.270 m, autonomia max con 400 kg, 740 km; max carburante 1.297 kg.
 
Dato l'ambiente operativo e le grandi distanze a terra, i trasporti non sono stati meno importanti delle macchine di prima linea per la SAAF. Tra questi, meritano attenzione i C-130 Hercules, che nel 1963 sono stati consegnati in sette esemplari per il 28° Sqn di Waterkloof, vicino Pretoria, poi passato ai Transall C-160; nel mentre i C-47/DC-3 erano stati rimotorizzati con turbine PT-6A e mandati al No.44 Sqn di Ysterplaat.
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Il Sudafrica ha condotto molte azioni di attacco contro le installazioni e le basi dei guerriglieri, per impedirgli di muoversi per primi, con attentati e agguati pericolosi. Così i Sudafricani giunsero ampiamente dentro l'Angola stesso, con attacchi aerei che hanno portato gli aerei fino a 320 km dentro il territorio di Luanda. Tra le operazioni, tutte ben condotte ed eseguite, 'Moscow' (Marzo 1978), 'Smokeshell' (giugno 1980), 'Protea' (giugno 1981), 'Daisy' (novembre 1981), 'Askea' (dicembre 1983) e poi quelle del 1985-88. Tutto questo indebolì molto la SWAPO, che oltretutto doveva lasciare il 60% delle proprie forze in Angola per combattere contro l'UNITA. Nondimeno la SWAPO continuava a penetrare in Namibia (naturalmente il Sud Africa era 'off-limits', anche se scosso da problemi endogeni non meno gravi), minando strade e mettendo bombe nei negozi affollati, insomma azioni tra la guerriglia e la propaganda politica.
 
Per contrastare queste azioni, ma sopratuttosoprattutto per attaccare le basi in Angola o supportare l'UNITA, la SAAF intervenne con i Mirage, trasporti e bombardieri vari.
 
Gli Impala erano tuttavia i più usati di tutti questi aerei tattici. Ce n'erano ben 6 gruppi, all'epoca in fase di contrazione a 4, con maggior numero di apparecchi. Venivano schierati nella parte nord della Namibia, con una rotazione biennale, su aeroporti improvvisati, attaccando bersagli a terra, bombardando le zone d'atterraggio, inseguendo i gruppi di guerriglieri mitragliandoli e tirando anche bombe al napalm. Così si riduceva il rischio per i Sudafricani. Altri ruoli erano la scorta agli elicotteri, la ricognizione tattica e la cooperazione con l'artiglieria.
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==Anni '90: i sistemi d'arma della nuova generazione<ref>Heiman, H.R. ''La modernizzazione delle F.A. Sudafricane'', RID gen 1992 p.30-39 e giu 1992 p.26-31</ref>==
Anni '90: finita la guerra contro l'Angola e i suoi padrini, il governo di Pretoria comincia a ridurre il suo efficiente strumento militare, e in particolare, dopo i 16 anni di guerra, i tagli al budget della difesa colpiscono le risorse dell'esercito, visto che la leva è calata da 24 a 12 mesi. Il Sudafrica ha sostanzialmente vinto la sua guerra contro i regimi marxisti, ma è anche un Paese sotto embargo perché non ha ancora rimosso il regime dell'Apartheid. In effetti, proprio l'opposizione, durissima, anche interna oltre che esterna, sarà poi capace di far cadere questo bastione del razzismo in chiave politica. Ma non era ancora tempo nel 1992, che questo accadesse. Visto che per almeno altri 10 anni non c'erano minacce all'orizzonte dello stesso tipo di quelle affrontate prima, ovvero grandi eserciti e forze convenzionali, molti programmi ad alta tecnologia sono stati rinviati o cancellati. In compenso il Sudafrica ha concentrato la sua forza militare con reparti sopratuttosoprattutto professionali, per una superiore efficienza anche se a scapito della quantità prima garantita da una leva più consistente. Un altro problema era l'ordine pubblico interno, fronte rimasto aperto a tutti i livelli e che necessitava di più forze di polizia. Per dare ai propri reparti superstiti una migliore efficia, le SADF avevano all'epoca numerosi ed interessanti programmi, spesso basati su tecnologie avanzate e sopratuttosoprattutto sulle esigenze mostrate da combattimenti reali. Ecco una carrellata di questa 'nuova generazione' di armamenti, la più imponente mai vista progettare nell'intero continente africano.
 
Era sopratuttosoprattutto l'Esercito ad avere programmi di aggiornamento. Ma la sua natura di grande forza convenzionale era stata a lungo trascurata, preferendo usarlo per operazioni di controguerriglia e di appoggio ai guerriglieri de l'UNITA dell'alleato Savimbi. Ora però c'era la necessità di aggiornare anche il grosso degli equipaggiamenti, pena la decadenza totale della capacità operativa. Così il comandante Georg Meiring, il capo di CSM, voleva un piccolo nucleo di forze ben equipaggiate, per battere qualitativamente ogni avversario dei paraggi, nonché di garantire un'elevata mobilità. Non erano i riflessi della Guerra del Golfo, quanto piuttosto per ragioni endogene, a differenza di tanti altri casi: i Sudafricani avevano la loro esperienza bellica (paragonabile a quella israeliana, sia pure in scala ridotta) e le proprie idee ed esigenze su come migliorare le proprie Forze Armate.
 
====Olifant====
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Questa possente blindo avrebbe sostituito le 4x4 ELAND (AML), numerose ma meno potenti e piuttosto invecchiate. La nuova blindo era peraltro ben più grande e costosa. La propulsione era turbodiesel con 8 ruote motrici, l’equipaggio di 4 elementi. Si trattava dell'unica blindo simile alla Centauro italiana, ma era anche progettata con criteri diversi. Anzitutto il motore era posteriore, e non anteriore come sul mezzo italiano, il che aveva vantaggi e svantaggi. Lo scafo era basso e grazie al rapporto potenza-peso di oltre 20hp/t (motore da 420 kW o 563 hp) il mezzo poteva accelerare da 0 a 32 kmh (20 miglia) in appena sei secondi, come i migliori carri armati se non meglio. La Rooikat era nata attraverso varie evoluzioni, per esempio un 6x6 con cannone da 90 mm. Ma alla fine si preferì uno scafo prestante ma con un cannone non particolarmente potente. La Rooikat era persino più mobile della Centauro: 120-130 kmh e 1.000 km (contro, rispettivamente, 100+ e 800 km) erano le sue caratteristiche dichiarate. La massa arrivava a ben 27, varie in più rispetto alle prime Centauro; ma nondimeno, il mezzo poteva arrivare a 60 kmh anche su terreno vario, 50 nelle sterpaglie del bush. Il motore da 420 kW ha trasmissione automatica con sei rapporti, e selezione tra la propulsione 'da strada' 8x4 e quella fuoristrada 8x8; le ruote sterzanti sono le 4 anteriori e tutte hanno ammortizzatori idraulici, con pneumatici radiali 14x20 e freni tamburo con doppio circuito frenante. Il veicolo dimostra un'ottima maneggevolezza e prestazioni, e il motore di per sé è molto silenzioso, vantaggio tattico ovvio: abbinandolo alla velocità, rende la grossa blindo un bersaglio tutt'altro che facile da individuare. A questo proposito si ricorda come agli equipaggi dei SU-76 il veicolo piaceva quantomeno per la sua silenziosità (all'opposto del fragoroso T-34, che rendeva difficile entrare in azione senza essere sentiti in anticipo).
 
Il peso per l'armamento non è che una minima parte del totale: la torretta ha un cannone da 76/62, ovvero il pezzo OTO, provvisto di estrattore di fumi e manicotto termico. In tutto pesa 1.600 kg e la corsa di rinculo è di 370 mm. L'alzo è di -10/+20 gradi. I proiettili sono di vario tipo, inclusi gli APFSDS-T da ben 1.600 m.sec/s, capaci di perforare frontalmente un T-62. L’arma è stabilizzata e può sparare anche in movimento. Vi sono 48 colpi, di cui 9 di pronto impiego in torretta e la forza di rinculo è inferiore a 140 kN al momento del suo sparo. Per via della velocità altissima, la traiettoria è estremamente piatta e la gittata arriva a 3.000 m; la munizione HE/T ha velocità di 900 m.sec/s e distrugge blindati leggeri con corazze spesse fino a 20 mm, con spoletta funzionante con modalità super-rapida (170 millesec) o ritardata (300-700) e la portata arriva nel tiro diretto a 3,5 km e nel tiro indiretto a 12 km. Erano all'epoca anche previsti i proiettili fumogeni e da addestramento. In seguito sono apparsi anche quelli antiaerei (forse con spoletta di prossimità) per il tiro contro eventuali elicotteri o aerei lenti, nonché i tipi con submunizioni (non è chiaro di che tipo).
 
La ragione per la quale non si è puntato al cannone da 105 mm fin dall'inizio (in seguito è apparsa anche una versione con tale arma), è che così si poteva disporre di parecchie munizioni, cosa importante per un mezzo di ricognizione a lunga autonomia: ovvero, 48 colpi da 76 anziché 36 da 105 (da 90 mm? Forse circa 40-42); un cannone preciso, con capacità di fuoco HE e di ingaggio di mezzi leggeri e di carri per autodifesa, con alta cadenza di tiro, era quanto necessario. Il sistema di controllo del tiro è sofisticato, ma non così tanto come nella Centauro, anche se è presente un sistema panoramico per il capocarro con stabilizzazione su due assi; il mezzo ha telemetro laser e calcolatore balistico, con un tempo di reazione che, inquadrato il bersaglio, è inferiore a 2 secondi; il computer calcola la distanza con il telemetro laser, la velocità laterale del mezzo, le condizioni meteo ecc, vi è un contacolpi e un sistema di implementazione manuale per i dati in aggiunta a quelli calcolati automaticamente. Il sistema notturno è peraltro ancora di tipo IR o forse fin da subito, un IL passivo. La torretta ha un sistema elettromeccanico per la rotazione e l'alzo con controllo digitale, per un funzionamento rapido e silenzioso, oltre che per ridurre il rischio di incendi a bordo (l'olio del circuito della torretta). Non mancano le solite due mitragliatrici da 7,62, coassiale e in postazione difensiva.
 
Mentre la Centauro ha privilegiato la potenza di fuoco, a mò di cacciacarri ruotato, poi la mobilità e infine la protezione (limitata inizialmente al fuoco delle mitragliatrici da 12,7, forse da 14,5 frontale), nella Rooikat prima è venuta la protezione, poi la velocità e infine la potenza di fuoco, un po' la differenza tra gli incrociatori da battaglia britannici e i più 'concreti' rivali tedeschi. Così, data l'esperienza operativa, si è voluto che il mezzo fosse molto pesantemente protetto; sopratuttosoprattutto temute erano le mitragliere da 14,5 e da 23 mm, difficili da vedere e capaci di causare gravissimi danni prima di essere neutralizzate. Così la protezione frontale è stata chiesta fin dall'inizio pari alla minaccia dei colpi AP di questi calibri, mentre lateralmente ci si è accontentati della protezione da colpi di arma leggera (o, da maggiore distanza, contro le 12,7 e 14,5 mm); vi sono anche 8 lanciafumogeni da 81 mm per aiutare la fuga in caso di difficoltà. Il mezzo è poi protetto molto bene anche contro le mine controcarri, altra specialità sudafricana, con tutte le componenti della trasmissione dentro lo scafo e la possibilità di perdere anche due ruote per lato e continuare a muoversi: il vano delle ruote, poi, è congegnato per deviare all'esterno l'onda d'urto dell'esplosione, mentre non è possibile, per ragioni d'altezza, il solito ventre a 'V' sotto lo scafo. Data la sua potenza, la Rooikat riesce poi spesso a muoversi anche nella savana, evitando così le poche piste, che i Sudafricani spesso hanno trovato minate (da qui, per limitare al minimo le loro perdite umane, hanno curato molto la protezione antimina). Non mancano il sistema NBC e quello antincendio-esplosione, e se le cose si mettono male, i portelli di fuga tra il secondo e il terzo asse. Date le esperienze operative, è stato chiesto un buon confort per l'equipaggio e anche per questo il motore non è davanti, ma dietro (con sollievo indubbio per il guidatore), mentre la torre è bassa ma piuttosto larga (e aiutata dal cannone relativamente piccolo); il motore è sostituibile in 45 minuti scarsi.
 
Il Rooikat quindi, a parte qualche elemento in cui non era molto evoluto, è un eccellente mezzo. Da notare che esso ha una piena capacità di sparare in movimento, cosa che non è solo teoria, ma anche pratica. Questo per via delle sospensioni, ma forse e soprattutto, della massa, molto elevata. Come abbiamo visto, il cannone è ‘piccolo’ a confronto, e con una forza di rinculo ridotta. A confronto, la Centauro ha un pezzo più potente e pesa meno, e nonostante abbia lo stesso FCS dell’Ariete, per sparare con precisione è in genere necessario fermarsi per mirare bene. Se si considera che il rapporto tra massa e rinculo è per la Rooikat circa il doppio (comparando le versioni iniziali di entrambi i mezzi), si capisce come mai quest’ultima conservi un’effettiva capacità di fuoco in movimento.
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====Fanteria====
Per le armi individuali, c'erano in arrivo due lanciarazzi portatili, uno come arma di plotone e uno per arma individuale; i cannoni SR da 106 mm sarebbero rimasti in servizio per la loro utilità come sistemi d'impiego generale, tanto da meritare l'aggiornamento con un TL e un sistema IL di visione notturna, magari in futuro anche un proiettile HEAT di nuovo tipo (in tandem?). Le armi leggere vedevano anche la nuova SS-77, una mitragliatrice leggera per sostituire la MAG-58, e un nuovo lanciagranate a sei colpi da 40 mm (a revolver) per sostituire quelli a canna singola ( altro campo in cui i Sudafricani erano già molto avanti). L'arma di squadra SS-77, il cui sviluppo iniziò nell'omonimo anno, è sempre da 7,62 perché questo calibro è considerato migliore alle lunghe distanze (in effetti, le mitragliatrici leggere da 5,56 non hanno convinto del tutto), specie se c'è da superare vegetazione fitta. La cadenza di tiro è di 650 c./min e la gittata di 1.200 m, alimentazione con nastri da 200 colpi in contenitori in plastica sigillata oppure con caricatori in PVC da 100 colpi, mentre i bossoli vengono espulsi verso il basso onde evitare bruciature all'operatore e vi sono altri accorgimenti per proteggere dalla polvere e verificare se l'arma è carica. Quanto al lanciagranate da 6 colpi, esso ha una gittata da 375 m utile, 150 contro obiettivi di piccole dimensioni, e spara 12 c./min, calcio pieghevole e mirino con apposito alzo da 25 metri, mentre il peso arriva è di 6,28 kg con i proiettili (anche di tipo fumogeno, lacrimogeno ecc.). Il fucile d'assalto era sempre l'ARMSCOR R-4 da 5,56 mm, arma robusta e convenzionale, simile a sistemi come l'AR-70.
 
====Artiglierie====
Armi ben più pesanti sono le artiglierie, in particolare la seconda generazione 'autarchica', che è il miglioramento della precedente. Si trattava del G-6 e del Bataleur. Il primo è la versione su veicolo del pezzo trainato G-5 a lunghissima gittata; esso è stato collaudato in Angola nel 1987, durante l'assedio a Cuito Cuanavale, la grande base aerea e terrestre del governo angolano. Quei pochi mezzi di preserie si diedero davvero molto da fare, sparando ciascuno 60 colpi al giorno per 19 giorni consecutivi e perorrendo circa 5.50 0 km di cui un terzo nella savana, spesso usati come apripista per i veicoli più leggeri. L'affidabilità fu notevole, e vi furono solo due forature (su strada). Questo possente veicolo è un 6x6 che è senz'altro anche il più pesante tra i mezzi ruotati e corazzati: ben 37 tonnellate, superato solo dal sistema progettato per gli Irakeni da 203 mm, ancora più grosso ma non entrato in servizio (l'Al- Fao). Il motore da 410 kW è quindi necessario per mobilitare questo pachiderma, la cui sola torre pesa 9 tonnellate. In tutto arriva a 90 kmh su strada, 30-40 fuoristrada e 600 km di autonomia. È un mezzo che all'epoca era simile solo al DANA cecoslovacco, ma con il doppio di gittata. Di fatto era un altro mezzo che anticipava il tempo in cui i cingolati sarebbero stati soppiantati dai più leggeri sistemi ruotati. Da notare che la sagoma complessiva era bassa, che gli assali erano uno davanti sterzante e due posteriori, e che il pilota aveva un'ampia visuale, essendo al centro del muso, con tre blindovetri e altrettanti pannelli blindati sollevabili all'occorrenza. Il pilota era appena superiore in altezza alla ruota anteriore; il motore era dietro di lui, a destra.
 
Il cannone da 155/45 ha freno di bocca ed estrattore di fumi, l'alzo è di -5/+75°, ma notare bene, la torre non è brandeggiabile per 360° ma solo per 80. Questo non è poi un grande problema, data la mobilità del mezzo e sopratuttosoprattutto per la gittata: sparando nella condizione più sfavorevole, da livello del mare, si raggiungono i 30.000 m, ma con i proiettili 'base bleed' si raggiungono i 39 km , e a quote di sparo maggiori (meno densità dell'aria) anche i 43.000 metri. Per il resto il veicolo ha una portata minima per il tiro indiretto di 3 km, e spara 4 c./min, anche più se con caricamento automatizzato, disponibile per gli esemplari più recenti. A bordo vi sono poi un gran numero di proiettili, ben 47 più 50 cariche di lancio; dei colpi, tutti nello scafo,16 sono nella parte anteriore e gli altri in quella posteriore. Le granate possono essere HE, fumogene, illuminanti, HE-BB, al fosforo. La HE pesa 45,5 kg di cui ben 8,7 sono di RDX e TNT, con un involucro capace di produrre 3.032-4.756 schegge; il BB pesa 47 kg, il fumogeno 45,7 kg di cui 10,9 di carico (fumo bianco, rosso o blu), l'Il pesa 45,7 kg e illumina con 1,65 mln di candele per 90 secondi; il proiettile al fosforo pesa47,7 kg di cui 7,6 di carico.
 
In futuro erano previsti gli sviluppi di proiettili ICM (a submunizioni), mentre per i mortai da 120 si voleva un proiettile a guida laser. Da segnalare anche il mortaio da 81 mm della ARMSCOR.
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====Flak====
Tutto questo va bene per i combattimenti contro altre forze di terra, ma la contraerea era un altro problema e non si poteva sempre scappare o nascondersi all'attività degli aerei. I cannoni da 20, 23 e 35 mm disponibili sono in genere trainati, ma alcuni da 20 mm (singoli) vennero montati sui Yersvark corazzati ruotati, e nel 1987-88 abbatterono 2-3 MiG-23. Sembrava che l'unico modo di migliorare la situazione fosse quella di usare i 35 mm sui SAMIL Kwevoel ruotati, ma sopratuttosoprattutto c'erano in sviluppo un sistema portatile, uno missilistico e uno d'artiglieria in fase di sviluppo.
 
Mesi dopo, questi sistemi divennero più noti. Data la difficoltà dell'operare in Angola senza supporto aereo e con un'aviazione nemica ben presente, si pensò ad una nuova generazione di armi contraerei. Già nel 1983 venne completato il programma di sviluppo, almeno per quanto riguarda lo studio in generale, ma dopo il 1988 il problema si ripropose. Non che l'aviazione marxista fosse molto efficace, data la quota a cui operava per stare al sicuro dalla contraerea, ma nondimeno la sua apparizione faceva prontamente smettere di sparare all'artiglieria e a dover mimetizzarsi in maniera efficace. I cannoni da 35 mm K-63, con sistemi di controllo del tiro Super Fledermaus e LPD-20 erano necessariamente lasciati il più delle volte nelle retrovie, così che solo i semoventi da 20 mm singoli, e improvvisati, vennero usati con qualche successo. Troppo poco per la guerra moderna, anche contando i materiali catturati ZPU, ZU e SA-7. Le basi sudafricane erano invece difese dai Cactus e dai Tigercat, più alcuni Bofors da 40 mm tenuti in riserva. Il tutto non convinceva per le operazioni altamente mobili e così si ritenne di sviluppare due sistemi di alte prestazioni e mobilità. Essi ebbero lo scafo ROOIKAT, il più adatto allo scopo.
 
Il primo è stato lo ZA-35, con le mitragliere Oerlikon da 35/90 mm. In pratica, è una specie di Gepard su ruote. Il peso è di 32 t, dimensioni 7,2x2,9x 3,1 m (4,7 con il radar eretto, 6 con la massima elevazione); è un grosso mezzo, ma pur sempre più piccolo del G-6 e quindi accettabile. I motore diesel V-10 ha 410 kW con trasmissione automatica a 5 marce+retromarcia, con le caratteristiche meccaniche già viste per la blindo; l'autonomia si riduce a 700 km, l'accelerazione a 30 kmh in 9 secondi, ma esiste ancora la possibilità di superare pendenze de l 60% frontale e 30% laterale, e di passare 1 m di guado, 1 di trincea (oppure 2 a bassa velocità). La torretta, come tutti i sistemi moderni, è di per sè una realizzazione ad alta tecnologia, che combina prestazioni, protezione e pesi in maniera ottimale: biposto, massa di 10,2 t, è quasi totalmente autosufficiente dallo stesso veicolo; i due cannoni da 35 mm sono sistemati esternamente, vi sono 460 colpi di riserva, radar in banda L, apparato optronico di mira, calcolatore balistico digitale, servomotori elettrici con una rotazione di 90° in appena 2 secondi, partendo da fermo (davvero notevole per una torre così pesante), alzo cannoni -8/+81 gradi. Esiste anche una APU da 11 kW, 30 kW come potenza di picco, che serve per tutti i sistemi e un impianto di condizionamento per mantenere tutto l'interno del vano a 25°, per aiutare a funzionare bene le attrezzature elettroniche di bordo. Tutta la torre è progettata come sistema autonomo dallo scafo, per cui potrebbe essere installata dappertutto, per esempio, sullo scafo di un qualche tipo di carro armato. Quanto al 35 mm GA-35, esso è basato sull'Oerlikon ma è stato messo a punto dalla LEW (gruppo ARMSCOR); ha meno di 200 parti ed è molto affidabile e precisa, anche perché il movimento di tutti i componenti è simmetrico all'asse della canna. Il peso è di 435 kg di cui 153 della canna, la cadenza di tiro resta sempre 550 c./min e la portata 4 km. La v.iniziale del proiettile è di 1.175 m.sec/s, e la precisione indicata in meno di un millirad a raffica, 0,8 a colpo singolo (valori ottimi: significa che a 1 km di distanza sgarra di meno di 5 centimetri, prestazione da tiratore scelto più che da arma contraerei ad alta cadenza di tiro). L'alimentazione è doppia per colpi HE e APDS. Il mezzo che la porta è corazzato contro il 23 mm da 500 m di distanza con angolo di impatto di 30 gradi, e contro il munizionamento da 7,62 mm resiste a 50 metri (capacità assicurata, ma in pratica significa che è grossomodo immune anche a bruciapelo), oltre che resistere alle mine controcarri; ha anche lanciagranate fumogeni e un emettitore di fumo in stile sovietico (forse presente anche sulla Roiikat base). Il proiettile APCI-T perfora ben 100 mm di acciaio a 1.000 m (molto probabilmente è in realtà un APDS); i proiettili sono di concezione locale, ma è possibile sparare anche i proiettili Oerlikon; la raffica è in genere di due secondi (36 cp) e in sei il colpo arriva a 4 mila metri di distanza.
 
L'EDR-100 è il radar sviluppato dalla ESD-South, un modello avanzato con capacità TWS e ECCM, scoprendo aerei fino a 12 km di distanza e elicotteri in hovering a 6 km, nonché distinguendo tra i due tipi; un bersaglio di 2 m2 di RCS è scopribile con una percentuale dell'80%, precisione di 1 grado e 40 m in distanza, funzionamento anche con il mezzo in movimento, possibilità di innalzare l'antenna fino a 5 metri; trasmettitore in banda larga solid-state, filtro MTI, capacità di inseguire ben 100 bersagli simultaneamente (persino troppi per un sistema a corto raggio come questo), rotazione a 60 giri-min, ridotti lobi laterali, predisposizione per un IFF; la banda L è poco vulnerabile a missili antiradar e clutter e propagazioni anomale o maltempo, e persino alle tecniche stealth, nonché a detta dei tecnici della ESD, a rinnovare i dati in maniera frequente, non richiedendo complicate guide d'onda. Il sistema optronico AA-EOT è l'unico sistema base di inseguimento del bersaglio, al posto del solito radar di tiro e inseguimento; è installato in una moderna torretta con caratteristiche simili a quelle del Rooivalk; ha sistema CCD ad alta definizione, FLIR e telemetro laser, più sistema inseguimento automatico a centroide; funzionamento indipendente per sorveglianza dal capocarro, asservito al radar o inseguimento automatico. È stato sviluppato dalla Eloprto e Kentrom, sempre del gruppo ARMSCOR; le opzioni erano molte: sistema di inseguimento automatico per bordi anziché centroide, FLIR con camera termica ad ingrandimento variabile, stabilizzazione del ssitema, ecc; oppure un sistema economico con il FLIR sostituito da una LLTV; oppure ancora, rimpiazzare l'AA-EOT con l'ETS-2400, che è un FLIR più radar di inseguimento, ma che è ben più costoso. Questo è dotato di un radar in banda Ka , a funzionamento monopulse con tre canali, possibilità di ricerca indipendente e MTI; inoltre ed è interfacciato con radar 2 e 3D, con tempi di acquisizione di 3,5 sec ed elevata resistenza ad ECM e al pericolo dei missili ARM, con inseguimento automatico e portata di oltre 12.000 m (precisione 1° e 5 metri). Era poi contemplata la possibilità anche di dargli la capacità di inseguire più bersagli contemporaneamente. I tipi derivati erano l'ETR-1100 (radar), -2110 (normale), 2200 (radar, TV, laser ma non FLIR), 23000 (Flir, TV, laser). Anche qui la realizzazione è stata dovuta alla ESD-S, alla Elopro e alla M-TEK (per i sensori e i componenti della torretta). Si tratta quindi di sistemi assolutamente avanzati per l'epoca, con tutte le caratteristiche moderne desiderabili. IL capocarro aveva anche i mirini CS-300D, stabilizzato, panoramico, ricerca indipendente oppure asservita a quella del puntatore, o asservente quella del puntatore, o ancora per il tiro diretto; con alzo tra i 15 e +75°, era utile sopratuttosoprattutto per ingaggiare bersagli di terra.
 
Oltre a questo c'era anche il semovente missilistico, con lo stesso scafo e sensori; si pensava a sostituire il radar EDR-110 con uno con capacità 3D e il sistema d'inseguimento avrebbe avuto anche il radar in banda Ka. Quanto al missile, esso era il SAHV-3 (Surface Air High Velocity), pensato per rimpiazzare il Cactus. Ha portata di 12 km, quota tipica di 30-6.000 m, volo a 8 km in 10 secondi con una velocità residua di 2,2 mach, praticamente come il Cactus al massimo delle sue capacità. A 12 km ci arriva in 17 secondi e velocità di oltre 1,4 mach, e manovra ad oltre 40 g. La possibilità di intercettazione di un bersaglio è di attaccare un velivolo a 6 km di quota e 8 di distanza, in volo a 0,95 mach; aerei, missili antinave ed elicotteri sono la sua preda. Per restare entro dimensioni paragonabili a quelle del Cactus, l'arma è di dimensioni ridotte: 3,08 x 0,18 m, apertura di 404 mm, peso 123 kg, testata di ben 22 kg; alette fisse e superfici mobili di coda, entrambe molto piccole, assicurano stabilità e controllo, riducendo la resistenza all'avanzamento e quindi aumentando la velocità media. In effetti, questo missile somiglia moltissimo al VT-1 della LTV. Il comando del missile non è meno importante del motore e della testata: è un SACLOS radiocomandato simile a quello del Cactus, con cui è compatibile, inseguendo il missile tramite il trasponder radio di bordo e apparati ottici per la guida laser alternativa. Vi è un calcolatore digitale e sistemi BITE di autodiagnosi. Interessante il sistema modulare dell'arma, che consente di passare ai missili con guida IR del V3C Darter, per capacità fire and forget; peso 130 kg e lunghezza di 3,28 m; ingaggerebbe bersagli in allontanamento fino a 10 km, in avvicinamento a 6 km, ma solo se con postbruciatore, altrimenti è inefficace (fattore interessante da notare) nonostante sia un moderno sistema con cono di 90° di ricerca e sensore bicolore, se si muove trasversalmente fino a 8 km o 6 km senza postbruciatore. Insomma, se un A-10 attaccasse direttamente il semovente missilistico sarebbe necessario attaccarlo con il sistema SACLOS. 8 missili sono presenti in due 'mazzi' di 4 l'uno. Si pensava anche ad un radar attivo, per intercettare un bersaglio in avvicinamento a 7 km di quota a 250 m.sec/s da 8 km o uno in allontanamento a 10 km, con gittata max di 13 km totale; erano infine allo studio una versione a gittata maggiore con statoreattore, tipo l'SA-6 e il deviatore di getto per aumentare la maneggevolezza e consentire il lancio verticale.
 
Quanto al radar, l'ESR-220 è un sistema in banda L, modalità TWS e MTI, in container, con portata di 65 km, con quota fino a 8 km, inseguimento di 100 bersagli e modalità di funzionamento come posto di comando delle batterie semoventi, container trasportabile da un autocarro da 10 tonnellate, e l'antenna è elevabile fino a 10 metri, ripiegabile sotto il tetto corazzato del mezzo trasportatore e con un tempo di azionamento di 10 minuti tra trasporto e funzionalità piena, più filtri NBC e trasportabilità su di un C-130; è anche autosufficiente con una APU, può essere telecomandato da distanza, ha un sistema IFF opzionale, trasmettitore ad alta potenza allo stato solido; la banda L è stata scelta anche perché ha una ridotta emissione IR e radar (con compressione dell'impulso). Vedete bene come sia difficile e complesso qualunque sistema moderno con prestazioni di punta.
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Ma erano gli elicotteri da combattimento ROOIVALK (Gheppio) ad essere i più interessanti, ma anche tra i più afflitti dalla mancanza di fondi. Esso è un possente mezzo simile per molti versi al Mi-28 o ad un grande A.129. Ha i sistemi di propulsione del Puma (due turbine francesi), un cannone derivato dall'MG-151 tedesco (abbastanza leggero per un elicottero) in torretta, fino a 16 missili ZT-3, due lanciamissili Kukri o Darter. La velocità di crociera è di circa 260 kmh, l'autonomia di 700 km, quindi si tratta di un mezzo prestante, oltre che ben armato (è una specie di AH-64 quanto a potenza di fuoco), figlio di programmi sperimentali con elicotteri leggeri Aluette. Con i nuovi filtri antisabbia è possibile far funzionare bene i motori per 1.000 ore anziché le 400 del Puma. Ha un FLIR e laser nel muso, HUD e MFD, ridotta segnatura IR ed ECM. Un mezzo formidabile eppure ancora piuttosto economico, che tuttavia si dibatteva in parecchie difficoltà economiche di sviluppo. Altri programmi erano l'aggiornamento degli elicotteri Puma.
 
Altre armi d'aviazione erano una bomba 'intelligente', di cui 4 vennero lanciate contro un ponte a Cuito Cuanavale, e l'unica che riuscì a colpirlo, distrusse una sezione di 20 m danneggiandone altri 40. Non si sa che arma fosse, forse un AS-30 modificato con guida laser. Il ponte, per la cronaca, era fondamentale per tenere insieme la guarnigione angolana. Altre armi erano le bombe anti-personale da 120 e 250 kg, considerate migliori delle CBU (e senz'altro senza problemi di munizionamento inesploso), con 19.000 oppure 38.000 sferette d'acciaio da 8,75 mm. I missili V3C erano in sviluppo per rimpiazzare i V3B, in entrambi i casi si tratta di armi designate tramite HMS, ma il più vecchio aveva solo 2 km di gittata a bassa quota (minima 300 m) e 4 km in quota, con manovrabilità di 35 g per brevi periodi e 25 g continuativi; è lanciabile con velocità minima di 50 m.sec/s, max 1,8 m, quota fino a 15.000 m e manovra fino a 7 g. Il V3C, in pratica il futuro Darter, ha però una gittata molto maggiore, necessaria per superare i limiti del tipo precedente, per il resto molto agile ed efficace ma con le gambe troppo 'corte'. Ha un diametro di 152 mm che assicura più spazio per un migliore sistema di guida, spoletta ecc. Altri programmi erano molto più segreti, quelli degli RPV. Alcuni vennero usati in Angola, e tre abbattuti da SAM (in un caso furono lanciati ben 11 missili, a quanto è stato dichiarato). I vecchi T-6 Harvard, con 4-5.000 ore l'uno,erano in aggiornamento per l'avionica, ma prima o poi era necessario sostituirli. I missili Cactus erano efficaci, ma scarsamente mobili, così si pensava di modernizzarlo e di istallarlo in shelter trasportabili da camion, dati i costi di manutenzione dei vecchi mezzi (elettrici) che li avevano e la loro mancanza di mobilità. Tra gli altri programmi c'era il sistema quadrinato da 7,62 mm per elicotteri o aerei, con servocomandi (cloche). Era un'arma potente, ma evidentemente dovuta al fatto che non erano disponibili cannoni del tipo minigun.
 
====Marina====