Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Regno Unito-01: differenze tra le versioni
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In generale si può dire che questa fu la lotta tra due nazioni che vivevano in condizioni difficili, entrambe con una forte crisi economica in corso e movimenti anche di guerriglia armata nei propri confini. Il Generale Leopoldo Galtieri non era stato colui che diede inizio alla dittatura dei Generali in Argentina, in quanto andato al potere solo il 18 dicembre 1981. Nel suo programma vi era l’annessione delle Isole Malvinas entro il 1983.
La Tatcher avrebbe forse potuto anche soprassedere a questo schiaffo, ma reagì prontamente all'aggressione argentina. A quel punto, il prestigio di entrambe le potenze, per molti aspetti equivalenti nelle rispettive realtà geografiche, era messo totalmente in gioco: chi avesse vinto, avrebbe tratto degli indubbi benefici, purché non a prezzo eccessivo. Per chi avesse perso, la crisi politica sarebbe stata inevitabile. Gli Inglesi ci andarono giù 'duri', anche con atti alquanto arbitrari (e tragici) come l'affondamento del Belgrano. Nonostante fossero a oltre 10.000 km da casa e a 6.000 dalla base di Ascensione, riuscirono a battere il corpo di spedizione argentino che al confronto era letteralmente 'a casa sua'. Questo fu possibile per tante ragioni, a cominciare dal fatto che i britannici, nelle loro pur ridotte forze armate, erano del tutto professionalizzati, mentre l'esercito di leva argentino non si dimostrò all'altezza della situazione, specialmente per via della scarsa efficienza dei comandi superiori. L'aviazione argentina si batté con grande valore, ma subì la sorpresa degli Harrier, che contro le previsioni di molti, riuscirono ad imporsi persino ai Mirage e Dagger, celebri reduci delle guerre contro gli arabi. La guerra fu dura e relativamente breve, con gravi perdite per entrambe le parti, ma furono gli inglesi a vincere, rilanciando la loro politica. Per loro, il vero 'mondiale' di quell'anno fu giocato alle Falklands. La Tatcher sarebbe stata poi consigliera di un incerto Bush, insistendo che, anche nella crisi irakena, 'l'aggressore non abbia alcun vantaggio dalla sua azione'. Quindi le piccole Falklands furono, al pari di Grenada per gli USA, una ragione per rilanciarsi anche a livello di morale. Gli argentini invece si ritrovarono sconfitti e al punto di partenza, ovvero a contestare il brutale regime dei Generali, che di lì a pochi mesi dovette fare le valigie e lasciare il posto ad una democrazia, sia pure imperfetta e con eccessive tendenze alle liberalizzazioni (da cui la crisi del 2001). Fu una vittoria che di fatto azzoppò il trend delle dittature sudamericane, anche se non era certo per questo che i britannici si diedero così da fare. Le Falklands,
==1991: Desert Storm<ref>Miller, David: ''Operazione Gramby'', RID Ottobre 1991 pagg. 30-46'' e Bustin, Ian ''Desert Challenger e Warrio'', RID Ottobre 1991 pagg. 47-51</ref>==
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La Marina inglese aveva già da anni in zona un contingente di navi chiamato 'Armilla patrol', inizialmente era costituito dall'HMS York (Type 42), Battleaxe (Type 22) e Jupiter, e il rifornitore RFA 'Appleleaf' che assistettero alla fase dell'invasione. Prima pattugliavano indipendentemente tra di loro ma poi si riunirono in una squadra da pattugliamento, e continuarono la loro attività di embargo in ossequio alla risoluzione ONU di embargo contro l'Irak. La fase durante 'Desert Shield' comprese il controllo di 3.171 mercantili e l'abbordaggio su 36 di questi, iniziando dalla 'Alwasitti' irakena l'8 ottobre.
Le navi inglesi sarebbero poi state impiegate
Le navi ausiliarie erano piuttosto poche, con la Royal Fleet Auxiliary (ovvero RFA), con i rifornitori OLNA e ORANGELEAF, il rifornitore (per carichi solidi) FORT GRANGE, la nave officina DILIGENCE, la nave ARGUS usata come nave ospedale. Si sa che 5 navi inglesi fecero la spola per 7 volte tra la Gran Bretagna e il Golfo Persico, ma sono state assistite da numerose navi civili 'militarizzate', spina dorsale della seconda linea inglese, tanto da avere compiuto 114 viaggi. Non tutti erano navi con bandiera inglese, tutti erano invece noleggiati. A parte questo vi erano anche le 4 LSL, ovvero navi logistiche da sbarco, che trasportarono i carri della 7ima Brigata Corazzata. e poi rimasero in zona. 1.100 uomini della RFA vennero utilizzati nel Golfo.
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Quando scattò l'offensiva i carristi inglesi entrarono in azione con i carri armati più criticati del mondo occidentale, dopo che i pessimi risultati del CAT '87 relativi ad affidabilità meccanica e sistemi di controllo del tiro costrinsero addirittura gli inglesi al ritiro. Ma il risultato operativo è stato di tutt'altro livello. I Challenger hanno percorso in media qualcosa come 300-350 km e mantenuto nondimeno una prontezza operativa del 95% alla fine delle ostilità (98% iniziale), mentre i 12 nuovi ARV hanno mantenuto addirittura il 100%. Solo due Challenger hanno avuto gravi avarie durante la battaglia. I cannoni da 120 mm, poi, si sono dimostrati eccezionalmente precisi, tanto che nonostante la presenza massiccia di M1 Abrams, sono stati proprio i Chally ad ottenere il centro alla massima distanza, ad un impensabile 5.1 km e al primo colpo, per giunta con una granata HESH. Questo da l'idea delle potenzialità dei carri armati moderni, ma anche che i cannoni a canna rigata e le granate HESH possono andare anche oltre la gittata di missili controcarri e dei cannoni da 120 mm 'lisci', che al massimo arrivano attorno ai 4 km di raggio massimo (in ogni caso, beninteso, sparando da fermi a bersagli parimenti fermi, dopo un preciso e minuzioso allineamento). Il bersaglio era uno sfortunato T-55, ma le HESH, con la loro traiettoria curva sono insidiose: la perdita di un Challenger 2, colpito da fuoco amico durante la guerra del 2003 lo ha dimostrato (praticamente la granata esplose sopra il portello del capocarro innescando le munizioni della torretta).
I Challenger si sono mossi rapidamente, nonostante la loro velocità massima sia di circa 50
In sostanza, rispetto alla campagna di denigrazione della stampa inglese del 1989 e buona parte del '90 (forse non del tutto a torto interpretabile come manovra per ottenere l''appoggio' al successivo Challenger 2) il Chally si dimostrò un degno compare dell'M1. La disponibilità minima richiesta era dell'80% e invece se ne è mantenuta molto al di sopra. Lo stesso valse per l'Abrams, a sua volta molto criticato per il costo e anche per l'affidabilità. Ma in tempo di guerra il concetto di 'disponibilità' è molto più blando e si basa essenzialmente sul 'muoversi, combattere e comunicare', i guasti minori vengono ignorati.
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Le postazioni difensive irakene risultarono anche più forti di quanto ci si aspettasse, estese e protette da oltre 1 milioni di mine controcarro e antiuomo. La resistenza delle truppe irakene era però meno forte di quanto ci si aspettasse, anche perché 6 settimane di attacchi aerei li avevano fiaccati. L'addestramento NATO, la manovra ad armi combinate era stata micidiale per gli irakeni che pure combattevano a difesa del loro territorio, nonostante la differenza rispetto al teatro europeo in cui erano schierati i reparti pesanti americani e inglesi. Infine l'avanzata era stata quasi priva di perdite, e veloce: l'avanzata finale per tagliare la strada a Basra du tanto rapida che la 7a Brigata corazzata impiegò 100 minuti per percorrere 45 km.
Le Special Forces inglesi arrivarono a frotte, ma
Insomma, le S.F. hanno combattuto nel Golfo la loro guerra misteriosa, sporca e senza esclusione di colpi, e come al solito, misteriosa e senza prove precise tranne che in casi speciali. Il successo delle unità da guerra 'non convenzionali' era l'ombra di quello ben più 'luminoso' delle forze convenzionali, che evidentemente ha come base elementi-ombra che trascendono dalla sola tecnologia e addestramento. Supportati dalle informazioni da oltre confine potevano ottenere dei successi decisivi altrimenti non ottenibili.
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Alle 2.00 locali del 17 gennaio i primi Tornado iniziarono le operazioni di volo in quella che diventerà una delle più discusse campagne operative di tutta Desert Storm. I Tornado erano basati a Muharraq, Bahrein, con il No.15 Squadron composito (comandato dal Wing Commander John Broadbent che era anche il comandante di tutti i reparti RAF della base), avendo equipaggi provenienti dai Nos. 9,17,27 31 e 617. Un'altra base era a Tabuk, in Arabia, e al comando del W.C. Ian Travers v'era il No.16 Sqn con equipaggi dei 2,9, 13,14,16, 20 e 617. Si trattava di Tornado speciali, essendo tutti quelli capaci di usare i missili ALARM. Il terzo distaccamento, nonché quello più vicino al confine irakeno (circa 500 km) il che gli consentiva di non avere bisogno del rifornimento in volo, era a Darhan, W.C. Jerry Witts con il No.31 sqn, equipaggi dei 9,14, 17 e 41. In questo distaccamento v'erano comprendeva anche 6 GR.Mk 1A, che pur se non utilizzati per attacco al suolo, portavano il totale dei soli Tornado IDS a ben 50 esemplari. Inoltre, un gran numero di rimpiazzi era disponibile, pronto a volare nel Golfo dalla Germania Occidentale, dove il grosso dei 224 IDS consegnati era schierata con la RAF Germany.
Il principale obiettivo dei Tornado, per i primi attacchi, erano le basi aeree irakene. Queste non erano un bersaglio facile essendo (per via dell'esperienza bellica con l'Iran) tutte di grandi dimensioni tanto che alcune avevano addirittura 6 piste di volo, tutte separate tra di loro! Era quindi impossibile metterle fuori uso in un sol colpo, a meno che non si lanciassero attacchi con 20-30 Tornado alla volta, armati naturalmente di due JP233 l'uno, così il Comandante in capo delle Forze aeree della Coalizione, il generale americano Horner, richiese piuttosto attacchi di disturbo che fossero in grado almeno di ridurre l'attività dei suddetti aeroporti. Fu in base a questa direttiva che i Tornado, macchine particolarmente adatte allo scopo, decollarono a partire dalle 2 di notte del 17 gennaio. Invece di attaccare con tutti gli aerei disponibili non più di due basi per volta, vennero lanciati gruppi di 4 aerei decollarono contro Al Taquaddum, Mudays e Al Asad mentre Tallil ebbe due formazioni assegnate per un totale di 22 Tornado, alcuni dei quali armati con ALARM ma la maggior parte con i JP233. Grazie all'attacco da parte degli AH-64 contro due postazioni radar irakene di capitale importanza, grazie all'uso di missili cruise (si sarebbe scoperto che oltre ai Tomawhak erano usati anche gli ALCM-86 CALCM) l'attacco inglese potà svolgersi con una notevole sorpresa, volando a circa 60 m in modalità 'Hard ride' (consente di seguire il terreno con grande accuratezza, ma è tremendamente faticosa per l'equipaggio e di fatto è utilizzabile per lo più su terreni assai piatti), mentre la formazione era quella definita come CARD-4, ovvero con gli aerei che erano distanziati di 3-5 km e si appoggiavano a vicenda, per esempio coprendosi in caso di attacco di caccia nemici. A Mudaysis i Tornado ottennero una totale sorpresa e si avventarono a 1020-1110
Tutti gli aerei riuscirono a rientrare (non è chiaro se danneggiati o meno) ma era chiaro che gli Irakeni sapevano difendersi se mancava l'effetto sorpresa. All'alba del 17 tre aerei vennero lanciati in una missione di loft bombing (sgancio in cabrata delle bombe) contro Ar Rumaylah, vicino Bassora. Ma proprio sopra uno dei punti di virata per la rotta sull'obiettivo si vide una postazione irakena e allora, a quel punto era chiaro che gli irakeni non sarebbero stati colti di sorpresa. I Tornado accelerarono a 1100
La notte ricominciarono gli attacchi con le spezzoniere JP233, che al solito richiedevano il sangue freddo di uno stoico: volare trasversale sopra la pista e attaccarla passando letteralmente sulle canne dei cannoni irakeni non era facile (e non lo sarebbe stato nemmeno se si fosse trattato degli aeroporti del Patto di Varsavia, similmente difesi) anche perché la sequenza di sgancio era di circa 6 secondi, ma ancora venne attaccata la grande base di Tallil, Shaibahm Ubaydah Bin Al Jarrahm Wadi Al Khirr New e Al Asad per un totale di 24 aerei o almeno, pare che solo in quest'ultimo caso vennero usati 8 Tornado. Anche stavolta la contraerea non mancò d'impressionare i piloti inglesi, che si saranno sentiti,
La notte tra il 18 e il 19 gennaio vennero inviati da Muharraq altri 8 aerei con le JP contro Jalinah, mentre Tabuk mandò contro la base H-2 una forza di 4 aerei con bombe VT (ovvero con una spoletta di prossimità per esplodere in aria), attaccanti da Sud, seguiti da altri 4 con le JP-233 da Ovest un minuto dopo, e 2 altri Tornado impegnati ad appoggiarli con gli ALARM. Pare che la cosa funzionò: quando le 32 bombe da 454 kg esplosero in aria la contraerea, che aveva iniziato già la sua azione di fuoco contro i Tornado impegnati nell'attacco 'loft', ridusse subito la sua virulenza: le tremende esplosioni dei grappoli di bombe da quasi mezza tonnellata, e le schegge erano certamente sconvolgenti per i difensori, sia materialmente che psicologicamente. Infine, questa tecnica venne usata anche a S.Carlos, nelle Falklands per colpire il locale e ben difeso aeroporto.
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In tutto i Tornado inglesi avevano fatto 22 missioni operative la prima notte, 3 la mattina successiva, 36 la seconda notte, 26 la terza, 8 la quarta, 18 la quinta per un totale -almeno per quello che riguarda questi casi in esame, di 113 sortite di cui 107 portate avanti. Di queste sortite vennero dirette contro Al Taqaddum (4 con JP-233+8 con 454 kg e 2 con ALARM+8 con bombe) , Mudays (2 con JP e 2 con ALARM), Al Asad (2 con JP e 2 con ALARM+ 8 con JP), Tallil (8 con JP-233+ 4 con JP, + 4 con bombe e 4 con JP), Ar Rumaylah (3 con bombe), Jarrah (4 con JP+ 4 con bombe e 4 con JP) , Al Khirr New (4 JP), Shaiba (4 con JP), H-2 (4 con JP, 4 con bombe, 2 con ALARM+), H-3, ( 8 con ALARM e 4 con JP+ 8 con bombe) , Jallibah (4 con bombe e 4 con JP; ).
La RAF avrebbe fatto quindi 117 missioni con un rateo di perdite di circa il 3%, ma secondo altre fonti (però totalmente inverificabili con l'articolo di A. Price di cui sopra, e
<ref> Da qui in poi: Poddu,Franco Maria: ''Daguet & Gramby', JP-4 aprile 1991 pagg. 78-84</ref>
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