Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-9: differenze tra le versioni
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L'URSS si cominciò ad interessare precocemente della guerra missilistica navale, come antidoto alla superiorità occidentale, specie in termini di portaerei e gruppi anfibi. L'era missilistica era allettante e poteva condensare la potenza di fuoco di una salva di corazzata in uno scafo da motosilurante, e con maggiori probabilità di colpire. Questo diede luogo ai nuovi progetti di unità d'attacco, che sostituivano i poco efficienti siluri (però adesso erano disponibili armi autoguidate o filoguidate, un notevolissimo progresso rispetto ai tipi 'bruti', a corsa rettilina o pre-programmata). Così si passò, esattamente sullo stesso scafo delle motosiluranti P6, dall'era silurante a quella missilistica: al posto di 5 siluri da 533, 2 missili Styx. Non fu una cosa semplice, ma A.Y. Berezniak, il Capo progettista, aveva lavorato con Isaiev durante la guerra al cacica a razzo BI-1 e forte di quest'esperienza progettò poi il grosso P-15, un missile antinave da crociera della classe delle 2 tonnellate, comunque più piccolo del precedente sistema noto come SS-N-1 Scrubber.
Subito ci si concentrò nello sviluppo della relativa piattaforma, la quale venne curata dal dal TsKB-5 DB, con la guida di Y.I. Yukhin. Il risultato fu il progetto 183R chiamate '''KOMAR''' (zanzara)in ambito NATO , che era ancora la vecchia motosilurante co scafo in legno, ma trasformata in unità missilistica con due hangar di lancio per i grossi missili P-15, ovvero gli SS-N-2 Styx per la NATO, nella loro versione primigenia A. Di queste unità ne vennero costruite moltissime, inclusa la versione cinese 'Hegu', con scafo allungato e raddoppio della postazione contraerei, che adesso era sia a prua che a poppa, dotata in entrambi i casi delle potenti mitragliere da 25 mm rimaste circoscritte alla Marina. Il TsKB-5 sapeva che queste navi erano sì economiche e una buona base di sviluppo per il futuro, ma non era certo questo il massimo a cui si poteva aspirare,
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Il tutto fece sì che nessuno dei 52 missili tra AS-5 (aviolanciati da Tu-16) e Styx trovasse il suo bersaglio, anche perché qualcuno venne abbattuto dai sistemi di difesa e altri deviati da malfunzionamenti, ma
Il versatile scafo delle 'Osa', almeno tenendo conto delle loro dimensioni e stazza, era suscettibile di ulteriori impieghi. Ne sono state così realizzate diverse 'variazioni sul tema'. Uno di questi fu il poco diffuso Project 206-MR "Vikhr'" , ovvero la Classe R-27 ovvero, per la NATO, la MATKA. Si trattava di una semplice variazione sul tema degli aliscafi, aggiungendo due alette laterali allo scafo delle 'OSA'. Gli aliscafi hanno costi di gestione elevati, ma in questo caso non di molto; le loro capacità di carico sono maggiori rispetto a quelle delle navi normali, e così la velocità. Qui si arrivava a circa 42 nodi, ma
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La potenza dei motori era sufficiente per 43 nodi con autonomia (invero ridotta) di 1.600 nm a 12-14 nodi o 10 gg di mare. Lo scafo in acciaio è a ponte continuo, le sovrastrutture in lega leggera. Le dimensioni dello scafo erano di 56,1 x 10,2 m, dislocamento di 385-455 t, immersione di 2,2 m ed equipaggio di 38 uomini di cui 5 ufficiali.
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L'apparizione di queste unità era un rebus per la NATO perché non se ne capiva la distribuzione e il senso, infatti erano meno avanzate e più piccole delle precedenti Nanuckha. Ma queste erano corvette concepite con criteri diversi e non dei successori delle 'Osa'. Il loro armamento era la ragione dell'aumento della stazza e delle dimensioni. I missili SS-N-11 (designazione NATO) erano i P-21 e 22, versioni radar e IR del precedente P-15 e 20. Questo missile, noto anche come SS-N 2C, aumentava la massa a 2,5 t e la lunghezza, ottenendo una portata di ben 80 km. Era grossomodo la versione di superficie dell'SS-N-7 lanciato dai sottomarini 'Charlie' (P. 670). La lunghezza di 6,5 m e il diametro di 75 cm, la solita testata da ben 500 kg erano chiaramente diversi dai piccoli missili occidentali, ma come questi, il nuovo sistema aveva dei miglioramenti
Ma erano i cannoni la differenza che giustificava l'aumento di stazza: la torretta a prua, in assonanza ai tipi occidentali armati di cannone OTO (o anche di Bofors da 57 mm) era armata con un nuovo cannone, l'AK-176, il primo pezzo super-rapido in questo calibro arrivando ad almeno 120 c.min ed essendo efficace (tirando in media una ventina di colpi per ingaggio) anche contro i missili antinave, anche perché, differentemente dai pezzi sovietici da 57 mm, era capace di sparare anche proiettili con spoletta di prossimità. L'alzo era tra -10 e +85°, il brandeggio di 326° complessivi, limitato solo dalle sovrastrutture e dai lanciamissili ai loro lati. La gittata arrivava a 15,7 km e c'erano 152 colpi disponibili del tipo HE e contraerei. Essi sono meno pesanti dei tipi occidentali, 5,9 vs 6,3 kg, ma sono sparabili a ben 980 m
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In seguito l'evoluzione vide nella sala macchine prodiera due motori diesel M-510 da 5.000 cv a 2.000 giri/min (sono motori da ben 56 cilindri, radiali: un qualcosa di ben diverso rispetto ai tipi occidentali che al massimo arrivano a 20), quelli usati per le 'Osa'; il motore CODAG consente così una velocità inferiore, 41 nodi, ma l'autonomia aumentava del 50%, a 2.400 miglia. Era vantaggioso,
Più recentemente le navi russe erano state sviluppate in varie versioni evolute: i progetti 12417, 12418 12421. Questi erano meglio armati e capaci rispetto ai tipi della Guerra fredda: la prima aveva il sistema Kasthan CIWS, per portate fino a 8 km; la seconda ha i missili Uran, la terza è la versione export della Tarantul III. La più interessante si è rivelata la 1418. Essa ha un sistema missilistico del tutto diverso, il primo antinave simile a quelli occidentali. È il prodotto dello Zvezda DB ed è noto come Kh-35 Uran, ma
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L'armamento si caratterizzava per la presenza di 2 cannoni da 85 mm in una torre binata, che per le navi sovietiche della categoria era una notevole innovazione (per la difesa antiaerea); questo assieme ai più tradizionali 4 pezzi da 130 mm in torri B-2LM, e a 7 armi da 37 mm. Il tutto era completato da 10 siluri da 533 mm (2 lanciatori quintupli) e 52 cariche di profondità in alternativa a 60 mine (era ovviamente possibile anche un 'mix' di entrambe). Questi caccia postbellici erano l'evoluzione del Progetto 30 'Ognevoy' (da cui il 'Bis' della denominazione), ingranditi per migliorare la tenuta al mare e l'autonomia. Erano prodotte in serie con l'allestimento di 101 moduli prefabbricati, cosa che consentiva di sveltire la loro realizzazione. Ne andarono 16 alla Flotta del Baltico (costruiti dai cantieri Zhdanov), 18 per il Mar Nero (Nikolaev), 18 per la Flotta del Nord (Severodinsk) e 17 per il Pacifico (Komsomolsk). Inoltre 6 vennero ceduti alla Marina egiziana, 7 a quella Indonesiana e 2 ex-Flotta del Baltico per la Polonia. La radiazione nella marina dell'URSS avvenne nel 1965-84. Navi ragionevolmente moderne ed efficaci, vennero ampiamente usate come una sorta di 'Gearing' sovietici, ma senza batteria di cannoni pienamente doppio ruolo come le navi americane. La cosa poteva non andare bene per le esigenze legate alla guerra moderna, e in particolare alla necessità di difendersi al meglio dagli attacchi aerei; ma se non altro erano cannoni più potenti nel tiro anti-superficie, con una lunga gittata (circa 10 km maggiore delle navi americane e occidentali in generale), nonché una granata assai pesante.
Questo cannone era il 130/50 mm B13 Mod 1936, nato dal 130/45 del 1929, installato sui sottomarini, che doveva raggiungere le prestazioni del Mod 1913 da 55 calibri. Questo pezzo da 5,1 pollici nacque come progetto della Vickers, modificato per usare sacchetti di cariche anziché bossoli. La Obukhov costruì 147 armi fino al 1917, altri 100 vennero ordinati alla Vickers direttamente. Queste armi erano potenti al punto che la RN pensò di metterne in servizio alcune, ma sarebbe stato un altro calibro da supportare logisticamente e così non se ne fece nulla. Nel 1941 c'erano oltre 100 armi disponibili. Erano armi lunghe 7,15 m e pesanti fino a 5,29 t, con una cadenza di tiro di 5-8 c.min. per proiettili da 33,5 kg tipici, ma c'erano tante versioni: SAP, HE, HE-FRAG, AA, Shrapnel, illuminanti, persino proiettili ASW, che avevano una carica di 6,58 kg anziché 2,7-3,65 kg come gran parte delle altre. La v.iniziale era di 861 m
I Mod. 1936 erano invece stressati con una potenza tale, che la vita utile calava da 300 a 130 colpi. Nel '41 c'erano 378 armi in servizio, nel frattempo la profondità delle righe era aumetantata per dare una più lunga vita utile. La produzione arrivò fino al 1954. La versione B-2U venne progettata come arma a doppio ruolo, anche contraerea. Era una buona arma, ma con dei problemi di funzionamento della culatta, che non pare funzionasse molto bene. Il peso dell'arma era di 5.070 kg e la lunghezza di 6,58 m, cadenza di 6-10 colpi per il tipo singolo, 12 per quello binato (per ciascun cannone). I proiettili erano simili o uguali all'altro, pare vi fosse anche un proiettile 'antiradiazioni' (antiradar?) senza tuttavia carica interna. L'AA avea 2,12 kg di esplosivo, la ASW 6,46 kg, illuminante 30 gr, HE 2,71 kg, HE-FRAG 3,58 kg. V.iniziale 823 m
Quanto ai siluri, i 53-51, in servizio dal 1951, pesavano 1.875 kg e portavano una carica di 300 kg a 51 nodi/4 km, o 8 km a 39 nodi.
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Queste navi sono attualmente in servizio in India e una sola in Russia. Le unità indiane sono la classe 'Rajuput', con il cannone poppiero da 76 rimosso in vantaggio di un hangar per un elicottero Ka-25, più 4 SS-N 2 e altrettanti AK-630. Note come SKR, ovvero semplicemente grandi navi (storozhevoi korabl), poi grandi navi ASW (PK) o grandi navi missilistiche (BRK), non sono mai state ufficializzate per quel che sono in termini tecnici, cacciatorpediniere. I primi multiruolo per la Marina sovietica e gli unici con un armamento prevalentemente SAM. La struttura era bassa e compatta, con un ponte continuo e fortemente arcuato a prua. La sovrastruttura era bassa e la plancia quasi indistinguibile, sovrastata letteralmente dal radar di prua per la guida SAM, mentre dietro v'erano varie alberature alternate a due gruppi di fumaioli inclinati verso l'esterno, il tutto con una zona vuota che era il lanciasiluri quintiplo, installato sull'asse della nave come le vecchie costruizioni, per non dover mettercene due facenti fuoco solo di lato. Il lanciasiluri era unico, e anche per questo ne venne scelto uno di grande capacità: 5 tubi da 533 mm.
Inoltre erano navi con protezione NBC e la sala operazioni era dentro lo scafo e non sul ponte di comando, come del resto accade con le navi moderne. Da qui le forme particolarmente basse della plancia, sormontata piuttosto dalle alte alberatore per i sensori di scoperta. La versione M o MP era armata con 4 SS-N-2 e 4 AK-630, quindi entrò nell'era della lotta con missili antinave (e della loro relativa difesa), con tanto di sonar trainato e una piattaforma per elicotteri in posizione più sollevata. In seguito gli RBU-1000 vennero rimossi. Di queste navi, lo scopo principale era spesso ombreggiare i gruppi navali NATO, specie in caso di crisi, e magari attaccarli con i loro 4 missili.
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Le dimensioni sono di 7,2 x0,574 (fusoliera) m, portata 55 km, velocità mach 0,95, quota di crociera 400 m. Vi è il razzo interno e due booster esterni. È come se si fosse usato il missile SS-N-2 per agganciargli sotto un siluro, insomma. Esso è pesante 4.000 kg e molto ingombrante. La sua velocità di crociera non è altissima, mentre la quota non è davvero radente, perché deve ricevere i dati dal radiocomando-radar della nave. L'arma è quindi vulnerabile ai sistemi CIWS e anche alle ECM. Tuttavia ha dimostrato una notevole efficienza in termini di ingaggio. La potenza è anche maggiore di quanto necessario: per esempio, non sarebbe affatto necessaria anche la testata, pesante da sola quasi il 10% del totale, per danneggiare gravemente qualunque nave. Sarebbe stato certo meglio usare un missile più compatto, magari in versioni sia ASW che antinave, tipo insomma l'OTOMAT e il MILAS; sull'Udaloy II sono infatti usati i missili SS-N-15, quindi hanno tubi di lancio che funzionano in realtà come missili ASW. In ogni caso i siluri da 533 sono armi ASW, non antinave, anche se non sono di tipo, in genere, filoguidato. Essi sono senz'altro utilizzabili anche per azioni antinave,modificando i sistemi di guida (non è possibile invece il contrario, usare siluri antinave per compiti ASW), anche se non propriamente doppio ruolo. I siluri sovietici sono di parecchi tipi e in genere di prestazioni elevate, anche se così non è per la quota massima operativa e per l'elettronica di bordo. Alcuni sono anche armabili con testate nucleari da 5 kT. Per il resto vi è una coppia di moderni cannoni AK-100 da 60-80 c.min, utili anche per il tiro antimissile, 4 CIWS, e un largo hangar per gli elicotteri.
[[File:AdmiralSpiridonov1986.jpg|350px|left|thumb|La vista di 3/4 a poppa mostra bene l'apprestamento per gli elicotteri. All'epoca il sistema SA-N-9 aveva appena ricevuto i radar di controllo del tiro, visibili sopra l'hangar]]
I missili '''SA-N-9''' sono l'equivalente dell'SA-15 dell'esercito e sono anche entrati prima in servizio. Questi missili, successori dei già discreti OSA (SA-N-4 Gecko), sono armi a lancio verticale, sviluppati dalla Altair, un istituto elettronico di Mosca, già responsabile di SA-2, 3, 5, 8 ecc. Il KINSHAL, vero nome dell'SA-N-9, noto anche come KLINOK, ha un missile 9M330, è stato pensato per assicurare la difesa di navi da 800 t in sù, ha tempi di reazione di 8-24 secondi. Inizialmente poteva attaccare bersagli tipo missili antinave a 8 km (1983) poi elevati a 12. Il sistema di direzione del tiro MR-350 o 360 'Cross Sword' secondo la NATO, ha un alto livello di automazione, ma è molto voluminosa. Ma ha un sistema phased-array di controllo del tiro, in banda 20-40GHz, e due antenne a forma di tamburo, e un radar di acquisizione in banda C e 45 km di portata. Esso è autonomo, e rappresenta un sistema assolutamente unico almeno all'epoca, perché sistemi Phased Array navali non esistevano, solo sistemi simili come quelli dell'SA-10 e del Patriot, a terra. Il sistema di lancio ha un'altezza di 4,7 m per i tubi, diametro di 1,96 m è rotante e ha 6 missili, con un lancio ogni 3 secondi. I portelli di lancio si aprono in 2,5 secondi dopo. Ha 4 tamburi di lancio con 32 missili. Il missile è l'9M-330, 2,9 m, diametro 235 mm, peso 167 kg, manovra fino a 30 g, motore a doppia spinta, v.max di 860 m
[[File:RFS_Admiral_Chabanenko.jpg|350px|right|thumb|Ecco come si presenta l'A.Chebanenko, l'ultimo e il migliore degli 'Udaloy']]
L'unico caccia veramente multiruolo era il '''1155.1''' Fregat II, il quale era un po' il tentativo di far fronte a navi come i 'Kidd'. I lanciatori di siluri da 533 mm hanno sostituito i grossi Silex, ma in maniera bizzarra: essi infatti sono stati messi nella condizione di tirare i missili SS-N-15, normalmente tirati dai tubi di lancio dei sottomarini. Inoltre vi è il sistema UDAV per la difesa antisiluro e una turbina migliore, così come i sonar e il sistema di difesa aerea integrato e con molti sistemi digitali molto avanzati. Nel 2006 venne annunciato che la Flotta del Nord, principale utente del tipo, ne avrebbe messo uno in riserva per problemi finanziari.
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===Cacciatorpediniere missilistici moderni<ref>Po, Enrico: ''Sovremennyy migliorati alla Cina'', RID ago 2003 p. 44-49 e R.Ferretti, articolo su PD ott 09</ref>===
Dell'attuale generazione no v'é dubbio che i più importanti siano i 'Sovremennyy', noti anche come Sovremennji o Sovremenny, sono considerati Eskhadrennyy Minonosets (cacciatorpediniere di squadra).
Nacquero dai tardi anni '60 nell'ambito del potenziamento della marina sovietica e della diversificazione dei ruoli delle sue navi. Sono noti per il loro potente armamento antinave, ma non tutti hanno compreso anche che la loro origine si deve far risalire anche ad un altro problema: infatti, da molti anni non si costruivano più navi ben armate quanto ad artiglierie, data l'importanza per i sistemi missilistici, tra l'altro molto ingombranti, che c'erano all'epoca. Un po' per questo, e un po' per l'avvento dei caccia 'Spruance' americani, c'era bisogno di nuove unità multiruolo, più capaci dei 'Kashin'; in pratica si tentò di fare navi analoghe, anche se in verità, gli 'Spruance', nati
La costruzione andò avanti per parecchi anni, tanto che si pensava ad un totale di 28 navi. Nell'agosto del 1995, ben 15 anni dopo l'inizio della loro operatività, venne annunciato che se ne sarebbero realizzati solo 19. Nel gennaio 1996 ne vennero venduti 2 alla Cina, mentre nel 1997, nell'atto di ridurre drasticamente la flotta, vennero radiati 'Otchayannyy', Otlichiny e Orkylennyy, mentre il capoclasse Sovremennyy era stato relegato a fornire parti di ricambio. Come se non bastasse, un atto di sabotaggio nel 1999 capovolse lo 'Stoikiy'. Infine l' Osmotretelnyy venne rottamato qualche tempo dopo, avendo passato gli ultimi anni in riserva. Anche se non hanno avuto alcun successore, solo sei ne restano ancora in servizio nella decadente Marina russa. I caccia 'Sovremennyy' hanno fatto parlare di loro recentemente perché 4 navi sono state comprate dai Cinesi.
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L'alternativa per ridurre i tempi di reazione a circa 30 secondi o meno (sempre che la nave-bersaglio sia nelle condizioni di difendersi: l'HSM Sheffield avvistò otticamente l'Exocet, appena sei secondi prima dell'impatto) è quella di usare missili altamente supersonici, il che dà anche vantaggi di altro genere: per esempio, quello di essere difficili da ingaggiare cinematicamente per i missili intercettori e persino per gli impianti d'artiglieria antiaerea e antimissile, posti al limite delle loro capacità. Un sistema Phalanx, con una portata di 1,5 km, deve abbattere il missile in appena 2 secondi anziché 5-6 di un'arma normale. E questo con un bersaglio molto più veloce e difficile da inquadrare anche per un FCS sofisticato. Non soltanto, ma le schegge dell'arma supersonica sono estremamente pericolose, persino entro un raggio di 3-4 km dallo scoppio. Specialmente se è un sistema massivo come il Moskit (zanzara, nome ovviamente ironico per un ordigno da 4 t). Infine, la velocità è tale che, anche se la testata non esplodesse, potrebbe spaccare in due lo scafo di una nave colpita di fianco (il problema della corretta detonazione delle testate non è di poco conto, vedi gli Exocet).
I missili 3M80 sono così un'arma molto temibile. Secondo i progettisti, essi erano in grado di raggiungere gli incrociatori AEGIS prima che essi potessero lanciare il primo SM-2, lasciando ai deboli Phalanx e alle ECM la difesa. Può essere che questa scommessa avesse ragione d'essere negli anni '80, quando la velocità degli elaboratori era molto minore di adesso. In ogni caso, questo missile avrebbe lasciato nel migliore degli scenari una sola possibilità di sparargli contro, dopo di che si sarebbe potuto quasi certamente introdurre sotto la minima distanza di tiro degli SM-2 (circa 3-4 km), mentre i cannoni Mk 45, nonostante un sistema radar di controllo del tiro, non avrebbero avuto una capacità di fuoco credibile per affrontare queste armi in arrivo. Il missile Moskit, la cui sigla è 3M80, aveva nondimeno dei problemi. La taglia quantomeno, che lo rendeva inizialmente incompatibile con le corvette 'Tarantul' (che ne ebbero poi la versione alleggerita P-270), e il fatto che per raggiungere velocità di oltre mach 2 a pelo d'acqua serve un motore potentissimo, in questo caso uno statoreattore, che pur consumando meno di un razzo consente tuttavia un raggio variamente indicato in 100-120 km, ovvero non più di quanto faccia un Harpoon subsonico, ma pesante appena un settimo. Quindi la gittata è stata sacrificata alla velocità, come anche l'opzione di saturare la difesa nemica di missili subsonici dalle caratteristiche minori, ma meno costosi. Questi ultimi hanno sì lo svantaggio di essere vulnerabili quando avvistati, ma hanno dimensioni e RCS più piccole, il che significa che vengono avvistati solo quando sono più vicini. Inoltre emettono molto meno calore e quindi sono decisamente stealth in termini termici, sia per il motore (a turbogetto) che per l'attrito. Queste armi tuttavia non erano all'inizio disponibili e i missili subsonici già presenti erano grossi quasi quanto il Moskit. Inoltre quest'ultimo ha avuto uno sviluppo soddisfacente, differentemente da altri progetti precedenti. Alla fine, pur con una gittata pari ad un quarto di quella di un SS-N-3, 12 e (
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Oltre ai due lanciatori quadrupli, i caccia 'Sovremennyy' hanno anche altre armi importanti. I due AK-130, impianti binati da 130 mm, sono armi raffreddate ad acqua e con una dotazione di ben 180 colpi pronti all'impiego e 2.000 nei depositi. Questi sono stati pensati non solo per il tiro antinave, antiaereo e controcosta, ma anche antimissile (sono le armi di maggior calibro con tale capacità). Questi 4 cannoni sono un complesso unico per un caccia moderno, e sarebbero una valida dotazione teorica per un caccia della II GM.
Il cannone AK-130 ha un minore potenziale distruttivo antinave rispetto ai missili, ma non è da meno quanto a complessità, potenza e 'impatto' sulla nave che lo ospita. In origine si voleva un impianto singolo per ovvie ragioni, ma, come nel Compatto OTO da 127 mm, si voleva anche una capacità di tiro efficace nel ruolo contraerei e persino antimissile. Visto che la cadenza di almeno 60 colpi non era praticamente raggiungibile, si è proseguito nei 'desiderata' al punto da accettare, piuttosto che una capacità di difesa inferiore, una torretta binata ben più pesante e costosa. E anche più lenta nel brandeggio, che resta comunque rispettabile, di 25 gradi al secondo in alzo e rotazione; l'alzo è di -12/+83°, il che dà l'idea (specie se si compara con l'Mk-45 americano e l'Mk-8 inglese) di come questa torre, dall'aspetto caratteristico 'quasi emiferico' e molto aggressivo (anche per la presenza di un sistema di tiro optronico locale) sia stata pensata per la lotta antiaerea, persino contro armi (Harpoon?) che attaccano in assetto pressoché verticale. Il peso è di ben 98 t; si confronti con le 34 del Compatto (singolo) e la ventina dell'Mk-45 e Mk-8. A pieno carico, la torre pesa 108 t, il che dà l'idea del perché la velocità a cui si muove non possa essere tanto elevata come si sarebbe voluto (con la torre singola). A bordo vi sono un gran numero di proiettili: ben 180 sono conservati nella giostrina di caricamento rapido (si pensi che il Compatto ne ha 66 e già era ben sopra la media della categoria; anche dividendo per due canne, sono pur sempre 90 proiettili per cannone) e 2.000 nei depositi (per ciascuna torretta?); le munizioni sono sparate a 850 m
L'arma è controllata dall'MR-184M LEV, codice NATO 'Kite Screech', banda I/K, frequenza 10-40 GHz e portata massima di 75 km. Si tratta dunque di un radar con una portata ben superiore a quella che necessiterebbe un'artiglieria di questo tipo; la precisione di tiro è considerata tale da consentire un errore di appena 5 metri e, in direzione 0,5 millirad. Un rad è pari a circa 57 gradi, ovvero 360 diviso 2 x pigreco. Quindi, se si punta ad un obiettivo lontano 10 km, allora si dovrà considerare che esso sia colpibile con una precisione (almeno da parte del radar, poi è il proiettile che deve arrivarci, per esempio superando venti laterali di velocità apprezzabile; se non altro si tratta di una munizione pesante e veloce, quindi poco influenzabile dalle perturbazioni atmosferiche) elevatissima, pari a 5 metri: a tale distanza, in pratica, il radar darebbe lo stesso margine d'errore sia in distanza che in direzione. Per colpire una nave in superficie è molto più che sufficiente; per abbattere un aereo anche, perché i proiettili usati per il tiro a.a. hanno spoletta di prossimità con un raggio utile di parecchi metri. A distanza ravvicinata, anche il tiro antimissile è perfettamente possibile, del resto è per questo che il cannone, sebbene la cadenza di tiro sia di 40-45 c.min (molto inferiore rispetto ai desiderata sovietici e anche alle stime occidentali, che negli anni '80 parlavano di circa 130 c.min per tutti e due i cannoni di ciascuna torre), è stato concepito, tra le altre esigenze. Altrimenti sarebbe stato un valido armamento anche il vecchio pezzo da 130 mm a canna più lunga (20 c.min), con portata di circa 27 km, e che è ben noto, più ancora per l'uso con i cacciatorpediniere russi, per l'impiego a terra come M-46, un formidabile pezzo d'artiglieria a lungo raggio rimasto 'al top' delle prestazioni per decenni.
Il radar è potente e preciso, ma di sicuro la ricerca di prestazioni così elevate non lo ha reso compatto, specie se lo si compara con sistemi occidentali come l'RTN-30X (quasi 'invisibile' con la sua minuscola antenna, sulle sovrastrutture delle navi che lo portano). Esso ha un'antenna di 2 m di diametro, il che non è notizia di poco conto; ma
Due cannoni da 130 mm, quelli a prua, sarebbero più che sufficienti per una nave moderna. Per far funzionare l'MR-184 sono anche necessari quattro operatori, anche se in emergenza è probabile che sia possibile attivarlo con minor manodopera. Infine ogni AK-130 ha una camera TV-IR-telemetro laser, in un sistema chiamato Kondensor, e che provvede, per qualunque esigenza, al tiro locale, senza bisogno di dipendere dal radar principale; è anche utile per il tiro contro piccole unità navali o altri bersagli non visibili dal radar di bordo, perché sulla costa o coperti da forti ECM.
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Infine vi è l'armamento SAM. L'SA-N-7, ovvero il sistema Uragan o Sthil, è l'equivalente dell'SA-11 terrestre; esso è collegato con un radar di scoperta 3D 'Top Steer', banda D/E e con 300 km di portata massima. Il suo successore MR-760 'Top Plate' lavorante in banda E (2-3 GHz), presente sulle ultime navi della serie e i tipi prodotti per la Cina, ha una portata di 50 km contro i missili antinave e 230 km contro aerei di grosse dimensioni. Non vi è invece un radar bidimensionale a lungo raggio, come accade normalmente per i caccia AAW occidentali.
poi vi è il missile 9M38 o 9M38M1e il sistema di controllo del tiro MR-90 'Front Dome' con antenna OP-3; I lanciamissili Altair 2R90 Uragan o Sthil hanno un deposito rotante verticale per 24 armi, e la rampa singola, simile a quella dell'Mk-13 ma più massiccia (con delle ringhiere per l'ispezione per ciascun braccio della rampa), con la rotaia di lancio sistemata sotto il braccio mobile, viene ricaricata ogni 10-12 secondi. Si tratta di armi moderne, che potrebbero essere definite una sorta di 'copia' del Tartar-Standard SM-1. Tuttavia la loro portata non è molto alta, forse per problemi con la FCS piuttosto che con missili decisamente prestanti. Infatti la velocità degli ordigni è di almeno mach 3, ben maggiore del mach 1,8 del Tartar e 2,5 dell'SM-1MR; la portata è di 32 km se il bersaglio vola sopra i 1.000 m; sotto ha una gittata di 18 km, e contro missili antinave ha una portata di 12 km. Evidentemente la portata dipende dal 'mode' di funzionamento e la gittata contro missili antinave è dipendente forse dalla RCS di questi. La guida ha un sistema semiattivo radar; sebbene la portata sia limitata, essenzialmente è un apparato nato come arma difensiva della nave e con una portata solo di poco maggiore di quella di un 'Goa' (SA-N-1), il sistema può gestire fino a 75 bersagli di cui 15 in maniera prioritaria. Ma anche più importante, su ciascun lato della nave sono presenti ben tre radar di controllo del tiro 'Front Dome' in banda H/I e con portata di 30 km (tipica? sarebbe questa dunque la vera limitazione della portata dei missili); questo consente di ingaggiare bersagli multipli entro un arco di 360 gradi, e di resistere ad attacchi anti-saturazione. È un'arma a corto raggio, ma efficace per la difesa. I suoi missili, dal caratteristico colore verde con muso bianco, hanno una forma pressoché identica a quella degli Standard, ma con la fusoliera ingrossata leggermente davanti alle 4 alette di stabilizzazione. Le loro capacità di ingaggio non sono solo multiple, ma consentono l'attacco di missili fino a 700 m
Infine il 'Sovremenny' può difendersi con i soliti quattro AK-630M a mezza nave, minuscole torrette (decisamente 'miniaturizzate' anche rispetto ai tipi occidentali) da 5 t (con le munizioni) con potenti cannoni da 30 mm a sei canne rotanti, capaci di 5.000 c.min e raggio pratico di 1-3 km antiaerei e antimissili, e fino a 5 k m contro obiettivi di superficie. Gli AK-630M vennero introdotti nel '79, dopo circa 3 anni di servizio e vari inconvenienti dimostrati dal modello base, ciascuna con una torre AO-18 a 6 canne da 30 e 2.000 colpi (1.918 kg).
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La spoletta ne comanda l'autodistruzione subito dopo. Non pare che vi siano proiettili AP, a differenza delle armi occidentali: apparentemente ci si fida della sola potenza dei proiettili esplosivi, da quasi 400 gr l'uno. I primi 400 colpi sono sparabili liberamente, poi però le armi devono essere messe per 15-30 secondi a riposo per essere raffreddate dall'acqua di mare del circuito a circolazione forzata. Ad ogni modo, per allora (dopo circa 5 secondi di ingaggio) il missile dovrebbe già essere stato abbattuto, deviato o .. andato a segno. Da notare che esistono anche proiettili di distrazione con chaff e flare, ma come essi possano essere usati senza disturbare la centrale di tiro e in che misura rispetto ai colpi 'distruttori' non è chiaro.
La direzione di tiro è assicurata da due MR-123 'Bass Tilt', banda X (8-12 GHz), uno per coppia di torrette, e un sistema ottico alternativo con TV e telemetro laser. L'antenna è caratteristicamente inclinata a 45° nel suo radome di forma cilindrica, e ha un diametro di 1,2 metri. La Marina sovietica, la prima a realizzare la potenza offensiva dei missili antinave, è anche la prima che ne ha studiato gli antidoti, con l'applicazione di un gran numero di torrette difensive da 30 mm, le prime erano binate a canna singola, con munizioni di maggiore potenze (30 x 213 mm) e radar 'Drum Tilt'; la generazione successiva ha un solo cannone Gatling e il 'Bass Tilt'. Gli ultimi caccia hanno il KAsthan, o CADS-N-1, con modulo di comando e controllo 3R86E1 per la processazione dei dati e funzioni IFF, e il modulo di combattimento 3R87E, con due cannoni da 30 mm e sei-8 missili 9M311 o SA-N-11, portata di 8 km e quota massima fino a 3,5 km, testata da 9 kg azionata con comando radio e capacità di ingaggiare bersagli fino a 500 m
Infine vi sono i sistemi per la guerra ASW, limitati all'autodifesa: un sonar attivo a media-alta frequenza MG-335 ('Bull Horn') a prua, due lanciasiluri ASW binati da 533 mm modello DTA-53 TT (i grossi siluri ASW sovietici sono probabilmente anche utili per azioni antinave) e due lanciarazzi RBU-1000 a sei canne, con razzi ASW e antisiluro con testata da 55 kg, essendo armi calibro 300 mm, ferroguide per posare mine e l'elicottero, originariamente un Ka-25, poi un Ka-27 del tipo PL ASW oppure RT per il targeting di bersagli oltre orizzonte.
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*Gittata: minima 10 km, max 120-160 km--115/130 km minima 5-7 km- 120 km, fino a 320 al alta quota
*Quota di volo: 20 m, attacco a 5-7 m---10 m, attacco a 3-5 m---15 m, attacco a 10 m. Manovra a 20 g
*Velocità: mach 2,3, 2,6 in fase d'attacco---tipica 240 m
*Dimensioni del lanciatore: 10,35 x 3,4 x 3,1 m---4,64x0.79 m, peso 4,5 t----8,75x0,64x1,28 m---8,99 x0,73 m, 3.900 kg (per lanciatore singolo)
*N.bersagli ingaggiabili dal sistema: fino a 12, con sei missili in volo simultaneamente
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Questi grandi hovercraft militari sono navi (o velivoli?) da 550 t a pieno carico. Vi è una struttura portante con compartimento di carico vuoto al centro, i serbatoi di carburante per 57 t, quelli dell'olio, acqua potabile, due gallerie per gli alberi motori delle ventole di sostentamento. I due scafi paralleli della struttura trasversale laterali, hanno gli spazi operativi: da prua a poppa vi sono quelli di ormeggio e ancoraggio, compartimenti per i lanciarazzi e relativi ordigni in deposito, 4 locali per 27 marinai, depositi da 30 mm sotto le torri difensive, locali per i fanti di marina, i pozzi delle ventole di prua per il sostentamento dell'unità, i locali centrali per i fanti di marina, poi i pozzi delle ventole posteriori, i comparti delle TAG e la sala di controllo dei motori. In mezzo a questi due ponti laterali ce n'é uno rinforzato per carri e mezzi vari, con configurazione Ro-Ro. Sopra il tutto v'è un ponte che si permette il lusso d'essere leggermente corazzato (cosa che per un hovercraft non è certo banale), le due torri da 30 mm AK630 e le tre turbine a gas per la propulsione; sopra ancora vi è la sovrastruttura con i locali operativi, tra cui la planciadi comando e le cabine dei quattro ufficiali; per la marina greca è stato anche ingrandita la parte inferiore della sovrastruttura onde ospitare i condizionatori dell'aria supplementari data la temperatura tipica del mar Egeo. La struttura degli Zubr è in lega AMG 61, ovvero alluminio-magnesio, spessa solo 3-4 mm. Nonostante questa struttura aeronautica, le finestre della plancia hanno anche pannelli protettivi mobili per la plancia comando in acciaio balistico, ovviamente comodi per la fase di sbarco sotto il fuoco nemico.
Ma è il sistema di propulsione che è impressionate, e non potrebbe essere altrimenti dato che per un ACV è fondamentale disporre di molta potenza. VI sono ben cinque turbine a gas M7' da 12.000 hp l'una, con tre di queste a poppa, su supporti indipendenti e collegate a tre grandi ventole intubate a quattro pale; vi è un sistema di propulsione M 35-1 controllato dalla sale macchine poppiere; ovviamente le altre due M70 sono usate per gonfiare il cuscino d'aria sottostante al mezzo, con altre quattro ventole NO 10 sotto gli scafi laterali. Può essere che due delle navi greche, quelle ex-ucraine, abbiano tuttavia le GT 6002 di nuova concezione, dal minore consumo di carburante anche se da soli 9.100 hp. Inoltre vi è il sistema di generazione d'energia elettrica con quattro GTG 40 da 40 kW l'uno; la velocità massima è di 63 nodi o 117
Per la difesa a.a. vi sono due AK630 M con le armi AO 18 da 30 mm, sono torrette da 1,629 m (lunghezza delle armi) e 5.000 c.min, ma con l'avvertenza di sparare in maniera tale da non surriscaldare le canne; in pratica i primi 400 colpi sono sparabili liberamente e senza interruzioni (sembrano molti, ma sono solo 5 secondi di fuoco) ma poi bisogna fermare le canne per almeno 30 secondi onde raffreddarle con la circolazione forza di acqua di mare. La gittata max è di 8,1 km e la quota max teorica 6,7 km, anche se hanno spoletta settata per esplodere dopo 5 km di percorso teorico. Vi sono depositi sotto la torretta per 2-3 mila colpi l'una del tipo HOF 84 (HE-FRAG), e OR 84 (FRAG-T), pesanti 830 gr l'uno. Il sistema di tiro è controllato dall'apparato Kolonka 221 optronico e il radar MR 123 Vympel 213 sull'albero, con la sua caratteristica 'padella'. Il tutto forma il complesso AK 630M-MR 123. Poi vi sono due postazioni binate per missili Igla ai lati della sovrastruttura con sistemi 9P516-1 e 32 armi 9M39 (contenitori di lancio 9P39), con portata di 500-5.000 m e quota di 10-3.500 m, mentre vi è un sistema IFF; la Pk contro un bersaglio che usi le ECM IR è dell'ordine del 25-31%; forse i greci useranno gli Stinger. Per il resto vi sono anche un radiogoniometro Rumb; antenne com R 844 UM , R 697 e R 622 con sistema distribuzione dati Buran 6; IFF Parol, radar sorveglianza superficie MR-244-3 Erkarn con banda I; radar tiro MR 123 in band H., I e J con portata di 45 km e possibilità di funzionare continuativamente per 8 ore; ECM MP 411 Sliabing in banda F-K, nel radome cubico; il sensore oprtonico stabilizzato DWU 3 con tlm laser, camera diurna e IR, portata 15-25 km, per il controllo dei razzi; due periscopi optronici WMC 452. Come ECM è possibile usare anche i cannoni, perché i proiettili da 140 mm sono anche disponibili nei tipi TSP 41 con chaff antiradar, che possono essere capaci di creare una segnatura di 600 m2; il TST 41 IR che brucia per 50 secondi e gli stessi cannoni da 30 possono usare proiettili P84 antiradar e IR; vi sono poi sistemi di navigazione DECCA, Glonass (cheè come il GPS ma analogico), misuratore di deriva DISS, girobussola e altro ancora, il tutto coordinato dal ssitema automatico GORIZONT 25. Pare che alcuni sistemi non sono stati però esportati, come l'ECM Sliabing, il Rumb e sistemi per la comunicazione, mentre il radar sarebbe stato sostituito con uno occidentale. Il raggio d'impiego dei grandi hovercraft è di 28o km con 150 t, distanza percorribile in appena 2,67 ore. Il consumo di carburante è alto: 10 t all'ora, la sagoma non è da meno, arrivando a 21,9 m in sostentamento, e non sono certo navi 'stealth'; la resistenza al fuoco nemico è limitata e se arriva a segno qualche colpo rischiano di restare bloccate o di abordire la missione, non è una cosa di poco conto.
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