Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Norvegia: differenze tra le versioni

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Dopo avere dato origine alle grandi conquiste dei vichinghi, la Norvegia rimase piuttosto distante dal grosso della storia europea. Cristianizzata, colonizzatrice della Groenlandia e forse del Labrador, la '''[[w:Norvegia|Norvegia]]''' mantenne la sua marina ad alti livelli, sopratuttosoprattutto mercantili. La conquista tedesca del 1940 fu una brutta sorpresa per i norvegesi, anche se gli Alleati vennero battuti di pochissimo nel fare lo stesso: sostanzialmente non si poteva permettere alla Norvegia di restare indipendente. La successiva entrata nella NATO ebbe come effetto un notevole potenziamento della nazione scandinava e la partecipazione a molti importanti programmi, come quello dell'F-104 e dell'F-16. L'esercito ricevette i carri Leopard 1 tedeschi, mentre la marina immise uno dei primi missili antinave della storia, il Penguin, esclusivamente a guida infrarossa per ovviare ai problemi dei radar con le coste norvegesi, e in seguito sia esportato ad altre nazioni che installato sugli F-16.
 
La Norvegia è rimasta una forza NATO che, per quanto importante strategicamente (controllando l'accesso all'Oceano Atlantico, in pratica ostacolava la Flotta sovietica del Nord) non ha voluto esporsi più di tanto nella Guerra fredda. Come la Danimarca non ha mai concesso alle forze NATO di stanziarvisi permanentemente sul suo territorio nonostante (o meglio, proprio perché) confinasse direttamente con l'URSS sia pure all'estremo e inospitale Nord dell'Europa. Nondimeno, la AMF ovvero Allied Mobile Force della NATO si addestrava regolarmente in Norvegia e gli USA e anche altre nazioni avevano ammassato scorte utili in caso di guerra per non dipendere solo dal traffico marittimo o dal trasporto aereo. In termini di risorse umane e militari, nonostante la sua superficie la Norvegia non poteva disporre di molto: appena 4 milioni di persone la abitavano negli anni '80, meno che la Danimarca. Il clima freddo e le montagne le davano di fatto una popolazione pari alla metà di quella svedese su di una superficie simile.
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Anche la Kongelige Norske Luftforsvaert intraprese in quegli anni un importante programma di aggiornamento con l'F-16 come macchina standard da combattimento, anche se questo drenava molte delle risorse disponibili. La dotazione dell'aereo avrebbe compreso i missili Penguin ultimo modello, che davano una capacità antinave che all'epoca nessun F-16 aveva.
 
La piccola aeronautica norvegese era di 9.500 uomini di cui 5.000 di leva. 25.000 erano le riserve che erano intese sopratuttosoprattutto per costituire interi battaglioni di cannoni Bofors, sia pure del vecchio modello L60 per la difesa antiaerea. L'Aeronautica norvegese era integrata pienamente con la NATO e non era difficile trovare nei suoi aeroporti caccia stranieri che facevano scalo dopo gli incontri sul Mar del Nord con l'Aviazione sovietica.
 
Gli elementi operativi erano:
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==Marina al 2000: i pattugliatori classe Skjold<ref>Stormoen KH, ''I pattugliatori veloci clase Skjold, RID apr 2000 p.44-47</ref>==
[[File:Norwegian_missile_patrol_craft_KNM_Skjold_(P_690)_(2_Nov_2001).jpg|380px|left|]]
Eredi di una lunga tradizione di navi da pattugliamento veloce, iniziata con la torpediniere 'Rap' costruita dalla Vosper Thornycroft nel 1873 e capace di 14 nodi, i nuovi 'Skjold' rappresentano la lunga tradizione delle unità velocità d'attacco norvegesi, considerate come utili per difendere le 2.200 km di coste da ogni eventuale invasore, magari stando opportunamente in agguato nei fiordi (che tuttavia, come dimostrato a Narvik, possono anche diventare trappole mortali per chi vi rimanesse imbottigliato). La prima delle nuove unità veloci è stata consegnata nel 1999 nell'aprile di quell'anno, e assieme all'aggiornamento delle 14 motomissilistiche 'Hauk' rappresentava il rinnovamento nel settore. La Marina norvegese aveva ancora 3 squadroni su 12 navi tra i pattugliatori veloci, e le 8 unità previste del tipo Skyold erano da considerarsi di nuova generazione e capacità, concepite dopo la Guerra fredda (dal '94) e maturate presto. Esse hanno scafo in vetroresina, trasparente alle onde radar, mentre per le parti metalliche si è ricorsi a materiali radar-assorbenti. Lanciare missili da uno scafo in vetroresina era complicato per via del rischio di incendi a bordo, mentre l'uso di sistemi elettronici ad alta potenza, proprio per la trasparenza alle onde EMP delle strutture, dava problemi di interferenza notevole con gli altri apparati. Alla fine si è deciso per questo materiale, ma sopratuttosoprattutto, la nave che ne è derivata è un tipo SES, ovvero Surface Effect Ship, una sorta di hovercraft evolutosi con scafo laterale rigido anziché con l'apposita skirt in gomma. Grazie alle capacità di tenuta del mare, e alla scarsa vulnerabilità alle mine e siluri, e ad un largo scafo con spazi abbondanti sul ponte, la nave, dotata di una sola alta sovrastruttura, sarebbe stata stabile e veloce al tempo stesso. La struttura era in vetroresina, con fibre di vetro coassiali e laminati di carbonio (radar-assorbente) nella stessa resina di poliesteri, mentre tutte le porte e i portelli della sovrastruttura sono a filo della stessa, senza sporgenze o rientranze di sorta, il che nega eventuali 'spigoli radar' che riflettano in maniera anomala. Vernice IR-assorbente e mimetizzazione ottica accurata aumentano ancora le capacità stealth della nave, così come accorgimenti per ridurre il calore emesso. I motori sono costituti da due idrogetti posteriori e due ventole di sollevamento anteriori, il tutto controllato dal computer. Le ventole sono il alluminio, le tubazioni in fibra di carbonio e titanio, per ridurre al massimo i pesi, elemento critico per una nave di questo tipo. Vi sono poi, in perfetta assonanza con questa nave 'non-metallica' i sistemi di comunicazione, con cavi non in rame ma in fibra ottica; previsti 8 missili antinave, cannone da 57 o 76, lanciamissili a corto raggio SAM; radar di sorveglianza, controllo del tiro, optronica, ESM ed ECM varie. Durante le prove la capoclasse, ancora priva di armi, ha toccato i 55 nodi, nonostante 46 t di zavorra a bordo per compensare la mancanza dei sistemi, sia pure con mare calmo.
 
La sua velocità è quindi maggiore di quella di un aliscafo, anche se molto complesso è il sistema di propulsione adottato, dai costi non indifferenti. Effettivamente le navi SES sono state per un certo tempo considerate interessanti, ma al dunque l'unico tipo di nave 'non convenzionale' disponibile per impieghi pratici di un certo livello è stato l'aliscafo, anch'esso peraltro solo per compiti piuttosto limitati.
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Sono entrati in servizio con lo Skvardon 331 di Bodo nel 1981 rimpiazzando gli F-104, e diventati pronti per il combattimento nell'estate del 1982, arrivando ai Block 15 nel 1984; l'OCU 332 di Rygge; il 334 di Bodo, dal 1982 (prima aveva i CF-104) e armato con missili Penguin (altra caratteristica degli F-16 norvegesi, all'epoca non c'erano altri caccia del tipo armati con missili antinave); infine il 338 di Orland con i Block 10 ex-331, ricevuti nel 1984. Tutti gli aerei hanno un numero identificativo che è le ultime tre cifre degli Snc assegnati, in conto FMS, dall'USAF.
 
Inizialmente i caccia avevano sopratuttosoprattutto missili AIM-9L, ma anche razzi iperveloci CRV-7 e bombe di tipo NATO. I Penguin vennero consegnati dal 1987, con sistema INS e radio-altimetro, e attacco finale con sistema IR, raggio di circa 40 km. Ha capacità di programmazione del volo per manovrare eludendo per quanto possibile le difese nemiche. In ogni caso nel 1987 erano andati persi 6 aerei e prima si pensò di rimpiazzarli tutti, poi solo con altri due 'B', stavolta di produzione americana anziché olandese. Entro la fine degli anni '90, però, altri 6 sono andati persi in incidenti, assai peggio quindi di quanto fece registrare l'F-104.
 
In seguito sono stati modificati 56 aerei di cui 11 'B', ma tutti del Block 15, per ricevere l'MLU che comporta miglioramenti tali da rendere possibile ottenere un livello di operatività paragonabile a quello degli F-16C e D: questo ha significato un radar aggiornato tipo APG-66(V2A), GPS, HUD grandangolare, MMC (Modular Mission Computer). Le prime consegne sono state assorbite dal 338 sqn. Presto l'aereo è stato spedito in missioni all'estero, specialmente grazie al radar, IFF e ai nuovi missili AIM-120 AMRAAM, importanti se si trattasse di affrontare avversari armati con ordigni a medio raggio, come i MiG-29 serbi che potenzialmente potevano essere incontrati sul Kosovo nel 1999.
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Quanto a Rygge di per sé, è una base NATO modernissima, anche se ha una sola pista; gli HAS sono estremamente moderni e ben costruiti. La presenza di una sola pista, naturalmente, causa problemi per via del vento al traverso (essendovi una sola pista, ovviamente non ci sono risposte opportunamente angolate alla sua azione),per non dire di un eventuale attacco nemico; la manutenzione è da farsi davanti agli shelter perché l'F-16, rullando con pista ghiacciata o umita, potrebbe facilmente 'scappare' di mano, data la potenza del motore. In pratica, tornato alla base, l'F-16 si ferma davanti allo shelter (di forma particolarmente 'triangolare', visto in sezione, e molto spesso come pareti protettive), un aviere aggancia un cavo alla coda e lo tirano dentro, al coperto. Così è possibile fare a meno di un trattore e di parte del personale altrimenti necessario.
 
A Oerland v'erano anche gli F-5, in aggiornamento con HUD, LINS e altro ancora, nonché lo Skv.338, con gli F-16 dell'altro reparto, destinati a diventare anch'essi 'OCU'. Le zuffe tra F-15, F-16 e F-16OCU sarebbero state molto istruttive nel DACT, ricordando che in Norvegia non vi sono forze NATO permanentemente dislocate, nonostante (o forse, proprio perché) Oslo condivideva i confini, unica nazione dell'Alleanza, con l'URSS. Il tempo a Rygge era buono, tutt osommato, d'estate c'era una quindicina di gradi (sopra lo zero), alle volte anche 20. Tra novembre e aprile, invece, il tempo è tale che i piloti dovevano indossare la tenuta di volo tipo Mare del Nord (isolante anfibia), spesso anche in voli sulla terraferma. Ovviamente c'erano anche altri problemi: ghiaccio e neve; per fortuna gli F-16 norvegesi hanno un parafreno; la visibilità per il decollo è di almeno 500 metri, 1.200 per l'atterraggio, con tetto di nubi a 600 metri, vento laterale max 25 nodi (46 kmhkm/h), se supera i 45 (83 kmhkm/h) è necessario sospendere le attività di volo. In caso di guerra gli F-16 si sforzerebbero di operare ugualmente, ma se un pilota si dovesse eiettare, rischierebbe di venir trascinato dal paracadute anche una volta a terra, il che in tempo di pace è ovviamente troppo rischioso. La nebbia è un altro problema, ma i 'vichinghi' sono abituati anche a volare nei fiordi con tali condizioni meteo: del resto, altrimenti, in Norvegia semplicemente non esisterebbe un'aviazione!
 
Vi sono anche le 'vacanze' dall'inclemente tempo nazionale, con uno o due dispiegamenti all'estero ogni anno. Nel 1997, per esempio, vi è stato un viaggio a Torrejon, in Spagna. A parte il sole, hanno trovato ad aspettarli gli F-18 spagnoli, pronti per i combattimenti aerei 'dissimili' (DACT), e questa è stata una cosa interessante, perché gli Hornet erano poco diffusi in Europa, pur essendo decisamente dei degni avversari.
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Nel 1998 cinque aerei vennero invece mandati in Islanda a Keflavik, addestrandosi con gli F-16C di Mountain Home, perché essi erano dotati di un'avionica migliore e si cercava di addestrare i piloti al loro impiego. In genere i rischieramenti duravano solo una settimana, ma potevano aumentare se ce n'era la necessità.
 
Altro problema sono i gabbiani, il che comporta delle procedure per evitare i grossi pennuti: gli F-16 salgono subito a 150 metri di quota senza nemmeno ritrarre il carrello. Anche così, in un paio di casi i 'Falconi' sono stati .. abbattuti dai gabbiani. L'attività di volo era svolta tra le 7.30 e le 15.30, con una notevole compressione delle attività di volo; nel 1998 c'erano 11 istruttori e questi sarebbero aumentati per addestrare i piloti all'F-16MLU. Tra questi, anche la prima donna 'da caccia', Metti (Bunni) Grotteland, una delle pochissime donne abilitate all'impegnativo F-16 in tutto il mondo (purtroppo, i caccia ad alte prestazioni sono molto ...sessisti, come del resto le auto di F.1). Le missioni, in genere volate in coppia, duravano 60-80 minuti; l'esperienza media era, nei piloti del reparto, di 850-900 ore con il massimo raggiunto dal magg. Kleppesto, con 1.900; non era molto, l'attività dei piloti in media era di 140-150 ore l'anno, in genere con una missione al giorno e il resto della giornata lavorativa passata tra le scartoffie dei briefing e debriefing. L'attività era concentrata sopratuttosoprattutto in due turni: alle 10 e 13 partivano infatti i caccia, che rientravano così entro le 14.30; a questo seguiva un'ora di tempo in cui gli specialisti dovevano prendersi cura dei loro caccia; l'attività di volo, quindi, in realtà era più ristretta dei limiti di cui sopra, che comprendevano anche le manutenzioni e preparazioni a terra. Ogni missione era pianificata in un bunker sotterraneo. L'addestramento vero e proprio era fatto a notevole distanza, in quattro aeree, delle quali la più vicina era ad oltre 100 km, e la più lontana a circa 200 km. Il volo a bassa quota era limitato ad un minimo di 300 ore, nelle zone addestrative però si poteva scendere a 150 e anche a 60 metri (forse sul mare). La Norvegia, naturalmente, era ed è molto più decongestionata dal traffico aereo dell'Europa centrale e della Britannia, e per giunta poco popolata. Gli aerei norvegesi potevano così volare ben più bassi del normale di tante altre nazioni, ma così facendo incontravano i gabbiani e i cavi elettrici, alle volte passandovi sotto senza nemmeno accorgersene. A quanto pare questi erano una causa di incidenti maggiore dei volatili, ma del resto non esiste un posto perfetto per volare, eccetto forse Cold Lake, dall'altra parte dell'Atlantico.
 
 
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Tra le basi più importanti:
 
'''Bodø Main Air Station''': a 13 m sul livello del mare, con una pista da 2.794 m, ha gli squadroni 331 e 332 con gli F-16 e il detch. di Sea King, nonché, senza forse paragoni in ambito NATO, ha anche il centro di produzione per i missili NASAMS. Vi è anche un centro d'addestramento. In tutto vi sono circa 1.000 persone di cui 450 coscritti e la metà dei caccia norvegesi. Questa base ha una lunga tradizione, tra cui la resistenza fatta da parte dei Gladiator britannici che abbatterono diversi aerei tedeschi dal 26 maggio, anche se il giorno dopo cominciarono massicci bombardamenti tedeschi. Questi, dopo avere occupato la base, costruireono una pista (in legno) lunga 1.200 m sopratuttosoprattutto per gli Ju-87, 88 e Bf-109.
 
Al tempo della Guerra fredda la base divenne la più importante della Norvegia, e con questi caccia era ritenuto di dover aprire le difese aeree sovietiche settentrionali per consentire ai B-52 di entrare nello spazio sovietico e bombardare con le loro 'atomiche'. La Norvegia, però, non acconsentiva allo stoccaggio di armi nucleari sul suo territorio, eccetto che in periodi di forte crisi. In seguito ha continuato ad essere aggiornato e a intercettare fino a 200 aerei sovietici all'anno.
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Data l'immensa estensione costiera, è chiaro che la Reale Marina Norvegese o Kongelike Norske Sjofrsvaret ha una gran parte nella 'Difesa Totale' pensata dal governo di Oslo nel periodo successivo alla fine della II GM.
 
Pur facendo parte della NATO, la Norvegia non accetta basi permanenti e armi nucleari NATO sul suo territorio. Le sue coste arrivano a 2.700 km lineari, ma in realtà contando anche i fiordi si raggiungono circa 20.000 km! Le isole e gli isolotti sono parimenti numerosi. Chi ne indovinerebbe il numero? Circa 150.000. La Norvegia, che ha superficie di 387 mila km2, ha al contempo una ZEE di qualcosa come 2.240.000 km2. Tutto questo dice molto sulla necessità norvegese di controllare il mare, da cui dipende larghissima parte della propria economia, sia per la pesca, sia per il petrolio del Mare del Nord con le piattaforme off-shore. Infine la Marina mercantile, attualmente la sesta del mondo, oltre 1.400 navi; appena 10 anni fa erano 2.200 e assommavano a 24 milioni di tonnellate, cioè oltre 10.000 t di media. Una marina d'alto mare, dunque. La sua cantieristica è formidabile, sopratuttosoprattutto per le costruzioni civili. In tutto circa l'80% della popolazione si concentra sulle coste e la gran parte è impegnata nelle attività marittime.
 
La Marina ha portato fino ad oggi 60.000 marinai oltremare in oltre 30 missioni NATO o ONU, dalla crisi del Golfo del '91 (un singolo pattugliatore) all'Enduring Freedom di 10 anni dopo con i Reparti speciali. La Marina norvegese, malgrado ciò, fino a pochi anni fa era intesa sopratuttosoprattutto per la difesa costiera con navi di piccole dimensioni e una robusta difesa costiera, nella più classica delle tradizioni scandinave; dal 1960, con un programma navale di nuova concezione, è stata notevolmente espansa, fino a rubare alla Svezia il titolo di marina più potente della regione: circa 15 sottomarini, 5 fregate, ben 46 unità veloci d'attacco e una nuova industria che vide sistemi interessanti di propria concezione. Uno fu il lanciarazzi ASW Terne, l'altro il missile antinave leggero a guida IR Penguin, che è entrato in servizio prima degli altri tipi occidentali (eccetto qualche modello minore, come gli SS-12), nel 1972, perché i Norvegesi non aspettarono certo l'affondamento dell'Eilat prima di pensare a tali armi; i sensori e i sistemi di combattimento della Konsberg sono pure estremamente interessanti e si ritrovano persino sui sottomarini U-212.
 
A parte il gran numero di piccole navi, vi sono attualmente programmi importanti, anzitutto le fregate 'Nansen', i sottomarini 'Ula', pattugliatori Skjold e cacciamine.
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Quanto alle unità leggere, i tipi moderni sono un risultato sopratuttosoprattutto del programma navale del 1960, che inizialmente diede il via libera a 20 'Tjeld', poi esportate anche in sei esemplari in Grecia (le 'Andromeda') e persino con la US Navy, per la quale vennero costruite ben 14 unità della classe 'Nasty' (terribile), forse le ultime navi di questo tipo della Marina americana, che pure aveva una ricca tradizione di successo in questo settore. Nella marina norvegese sono durate fino al 1992, ma già dal 1962 apparvero le 'Storm', altre 20 stavolta di tipo motocannoniera, che vennero messe in servizio nel 1965-69. Le unità di piccole dimensioni sono una minaccia potenziale gravissima per qualcuno che attacchi la Norvegia, grazie alle miriadi di nascondigli che forniscono i suoi innumerevoli e profondi fiordi, difficilissimi da tenere sotto controllo (ne sanno qualcosa i Tedeschi). A parte questo, nel 1971 esse cominciarono ad essere modificate per i Penguin, dotati di portata pratica maggiore rispetto ai siluri e più veloci: un valido complemento ai siluri e ai cannoni, sia pure senza mai sostituirli totalmente.
 
Nel 1971-72 apparvero delle vere motocannoniere specificatamente pensate per questo tipo di armi, le sei 'Snogg', simili alle loro compagne, ma con soli 4 missili anziché 6, in quanto armate anche di ben 4 lanciasiluri da 533 filoguidati, oltre ai soliti cannoni da 40 mm.
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Si tratta di navi da 47,5 metri, ma nondimeno, pesanti appena 274 t, le cui carene sono state impostate tra il 2005 e il 2007, e le cui consegne sono avvenute tra l'aprile 2008 e il giugno 2009. Al solito per la cantieristica norvegese, le consegne sono state molto veloci ed efficienti: in circa 4-5 anni il programma è stato riavviato e le navi realizzate e consegnate.
 
Come la massa ridotta può far intuire (a maggior ragione se si considera che si tratta di derivate di cacciamine), lo scafo è in GRP e compositi, ovviamente anche con materiali RAM per assorbire i segnali radar. La velocità, incentivata dalla massa e il pescaggio ridotti, è di ben 45 nodi con mare forza 3. Queste unità, tra le poche SES (nave ad effetto superficie) con il loro largo ed efficiente scafo a catamarano, sono tuttavia capaci di fare molto di meglio: nei test in acque calme sono schizzate a 60 nodi, ben 110 kmhkm/h. La propulsione è naturalmente a turbina, potente e leggera. Si tratta di due Allison 571K, ma vi sono anche due diesel ausiliari MTU 123 che aiutano ad aumentare l'autonomia. Il tutto è collegato a due idrogetti Kamewa. L'autonomia non è eccezionale, 800 miglia a 40 nodi, ma è pur sempre possibile, ad una velocità così alta percorrere 1.480 km, praticamente da un capo all'altro della Norvegia. Da una nave di meno di 300 t non si poteva certo chiedere di più.
 
Nemmeno a dirlo, il sistema di combattimento è di ultima generazione e comprende il Thales MRR-3D-NG, sistema di controllo tiro Saab CEROS-200FC, oprtonico Sagem VIGY 20, ECM CS-3701 e lancia-inganni MASS tedesco, mentre le capacità di comunicare sono affidate ai moderni link 11 e sopratuttosoprattutto al nuovo e veloce Link 16. Peccato che la traccia radar sia ovviamente un valore riservato, ma dev'essere davvero modesta. Tutta la nave è sormontata da una sola sovrastruttura nella zone a posteriore dello scafo, con un albero fortemente inclinato all'indietro e senza aperture ridondanti, come si conviene ad una nave stealth. Quanto all'armamento, vi sono state molte modifiche ed esperimenti. Attualmente vi è il cannone SR da 76 mm con scudatura stealth (la Norvegia e la Danimarca si sono di fatto dichiarate a favore del 76 italiano piuttosto che del meno potente 57 mm svedese, del quale inspiegabilmente non è mai stato fatto un compare da 3 pollici). Per il resto vi sono 8 missili NMS, i cui lanciamissili sono comunque sistemati dentro lo scafo; sistema binato SADRAL e mitragliatrici da 12,7 mm, più eventuali lanciasiluri da 533 mm, che con una nave stealth, quindi furtiva, tornano ad avere, paradossalmente, un senso, data la possibilità di avvicinarsi a distanze ridotte e tirare senza dare troppo nell'occhio sugli schermi radar nemici.
 
Quanto alla guerra di mine, la KNS è molto esperta, specie dagli anni '50. Inizialmente sono stati costruiti i tipi 'Bluebird' di progetto americano, ma queste unità degli anni '50 sono state poi convertite in cacciamine nel 1977; in seguito sono arrivati gli Oskoy e gli Alta. In tutto nove navi del 1990-97, scafo a catamarano di tipo SES, costruito in materiali plastici, linee stealth, motori diesel e idrogetti per 20 nodi in crociera e ben 30 in condizioni di massimo effetto superficie. Le prime 4 sono le Orskoy, consegna del 1994-95, che hanno sonar TSM-2013M della Thomson-Sintra e due ROV Pluto. Poi sono seguiti i cinque 'Alta', consegnati nel 1996-97, sonar Simrad SUBSEA SA-950, sistemi di dragaggio vari (meccanici, acustici, magnetici e a pressione). Queste unità sono simili concettualmente ai catamarani 'Bay' australiani, ben più piccoli e lenti, che non ebbero successo in questo tipo di impiego antimine. Tuttavai, delle cinque navi costruite, ne restano solo due in servizio attivo. L'Orkla ebbe un grave incendio a bordo il 19 novembre 2002 e affondò; la Glomma subì un incaglio nel 2005 che le ha procurato danni tali da essere messa fuori servizio anche se non è detto che non verrà riparata. L'anno prima, nel 2004, era stata messa in riserva la Rauma. Non è chiaro il destino di queste navi, due delle quali era contemplato che venissero vendute, ma è anche vero che il programma navale del 2002 non aveva previsto la perdita -guarda caso- di due di queste SES antimine. Per il 2012 si è previsto un ammodernamento della calsse, che per ora è legato al sistema di controllo Simrad Albatross, armi da 12,7 e 20 mm, mentre hanno perso i Simbad originariamente imbarcati.
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Il primo degli Skvadron è il 333 di Andoya, che prima ebbe i Catalina, poi gli Albatross (anni '60), poi i P-3C Orion, attualmente quattro aggiornati allo standard UIP (nuovo sistema di combattimento ed elaborazione dati), più due P-3N per supportare la Guardia Costiera. A suo tempo i P-3 Orion erano sette (al 1969), nel modello B. Fu nel 1989 che cinque di essi vennero venduti alla Spagna e altri due modificati come N, al contempo vennero comprati 4 P-3C, pare di nuova costruzione.
 
Lo Skvadron 330 è a Bodo, con circa 12 Sea King Mk-43 SAR. Il 337 è a Bardufoss con altri sei Lynx che sono usati sopratuttosoprattutto dalla Guardia Costiera per compiti SAR e collegamento. Questi elicotteri sono oramai datati, ma si sono dimostrati dei muli, tanto che i Sea King, ordinati nel 1970, ancora nel 1996 sono stati aggiornati ad uno standard più avanzato, il -43B. I Lynx sono dei primi anni '80, ma sono stati usati in maniera intensiva.
 
Infine lo Skv 334 ha avuto gli F-16 con i missili Penguin Mk-3, ad un certo punto messo in riserva, e poi riattivato nel 2006, ma stavolta con gli elicotteri NH-90, dei quali 14 vengono consegnati tra il 2007 e il 2010.
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Attualmente vi sono riorganizzazioni in corso e il servizio è su due comandi regionali e uno operativo, mentre la struttura è stata snellita e più adatta a respingere minacce asimmetriche (pirati, terroristi ecc.) La Guardia Nazionale, attualmente, ha un Consiglio Nazionale di 33 elementi con rappresentanza delle varie F.A. e associazioni d'arma e uffici diffusi capillarmente nel territorio.
 
Ma è sopratuttosoprattutto la soppressione della potente artiglieria costiera la novità della ristrutturazione del XXI secolo, avvenuta nel 2002. La '''Kystartilleret''' risaliva al 1899 e ancora nel 1990 (?) aveva ben 34 batterie con due o 4 cannoni l'una, suddivise in trenta posizioni blindate costiere associate ad armi come i campi minati telecomandati, lanciasiluri di grosso calibro T-1, e i cannoni di per sè che erano da 75, 105, 120, 127 e 150 mm, molti dei quali risalenti all'era tedesca. Poi c'erano i reparti da Fortezza e il Genio Guastatori, difesa aerea e logistica.
 
Il progetto di ristrutturazione del 1993 aveva già eliminato molti pezzi della II GM e lasciato l'artiglieria costiera con circa 1.400 elementi, ridotti poi a tre batterie con i soli pezzi svedesi da 120 mm, sei con cannoni pure svedesi da 75 m in torri blindate, mentre cinque batterie avevano ricevuto gli Hellfire da difesa costiera del tipo RBS-17 su mezzi ruotati 4x4 e vedette S-90N. Completavano il tutto tre lanciasiluri fissi ma stavolta con i TP-613 filoguidati a lungo raggio, e altrettanti campi minati telecomandati da centrali sotterranee.
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Tutto questo era potente, ma vulnerabile ai commandos, e allora fin dal '34 erano stati creati dei battaglioni di fanteria che recentemente avevano ottenuto tra l'altro armi da 20 mm, mortai da 81, cannoni da 84 mm Carl Gustav, missili RBS-70 e sistemi di sorveglianza radar; inoltre erano stati dotati di blindati e veicoli vari per muoversi con maggiore scioltezza nel respingere eventuali attacchi alle fortificazioni. Da non dimenticare anche il servizio anti-mine, che dipendeva sempre dall'artiglieria costiera.
 
Poi, il 1 gennaio 2002, con la Guerra fredda oramai finita, il corpo di difesa costiera è passato in riserva ed è stato sciolto ufficialmente il 17 giugno 2007. Tuttavia gli effettivi dell'artiglieria costiera sono passati al KJK, il Comando Ranger Costieri, che venne creato il 10 dicembre 2001 per raggiungere poi l'operatività piena il 17 agosto 2005. Questo ha base a Trondenes e di fatto costituisce un'evoluzione della difesa costiera, stavolta è una forza mobile che ha spiccate capacità anfibie. Queste sono assicurate solo da 5 'Reynosund' di vecchio tipo, e altre due messe in riserva. Ognuna stazza 850 t e porta fino a 7 carri e 200 soldati, oppure 120 mine, o ancora vengono usate per appoggiare gli incursori subacquei. In più, di recente, sono apparse le piccole ma veloci CB 90N svedesi, comprate nel 1996-99; altre 16 sono state consegnate alla Guardia Nazionale nella sua branca navale (che in pratica, secondo la pratica scandinava, ombreggia l'esercito regolare in tutti gli aspetti). Ognuna porta fino a 20 soldati o 2,8 t di carico, missili Hellfire e armi leggere. Il lancio dei missili è possibile con il sistema Konsgberg Protector M-151. In futuro si parla di due LPD vere e proprie, perché i Ranger sono stati mandati per mare sopratuttosoprattutto con navi olandesi e britanniche. Ma i Ranger norvegesi sono anche famosi perché sono stati mandati in Afghanistan, precisamente dal novembre 2007. Pare che abbiano dato risultati eccellenti, essendo unità d'elite di alto profilo professionale; ma certo, in quel settore non c'è bisogno di LPD.
 
Ma i veri reparti 'd'elite' sono per la Norvegia i '''Marinejegere''', che sono parte del Marine Ranger Command, da non confondersi con i cugini 'costieri'. Sono circa 200 elementi il cui QG è a Ramsund con un altro paio di distaccamenti separati. La scuola subacquei è vicino a Bergen, la SDFS e serve per tutti i reparti di subacquei norvegesi. Del resto, fin dal 1981 la Norvegia ha un comando unificato per tutte le forze speciali, l'FSK (Forsvarets Spesialkommando). Gli Incursori risalgono al 1951, anche se sono indipendenti solo dal '68, e fanno un po' quello che ci si potrebbe aspettare da questo tipo di unità: dalla ricognizione alle tecniche d'infiltrazione, a quelle anti-infiltrazione, alle 'demolizioni subacquee' ecc. ecc. Ovviamente, data la geografia, sono anche bravi come rocciatori (almeno alcuni gruppi di questi, addestrati alla Jegerksole dell'Esercito norvegese), e sono anche utilizzati come paracadutisti d'assalto (addestrati sempre nella stessa scuola). Per completare il tutto, in tempi recenti sono stati anche addestrati maggiormente in compiti antiterrorismo e difesa delle piattaforme off-shore, grazie all'addestramento dato dai SEAL e dall'SBS. Incredibile quante cose sono richieste a questo minuscolo reparto che fa di tutto oltre al nuoto d'assalto subacqueo. Nemmeno a dirlo, anche loro sono stati mandati in Afghanistan con la TF K-BAR assieme alle SF USA, NZ, Canadesi, Australiane. I Norvegesi contribuirono con 70 di loro. Questa TF operò nel Nord del Paese tra l'ottobre 2001 (quindi ancora prima dell'invasione ufficiale) e l'aprile 2002, accreditandosi di 42 missioni in cui uccise o catturò 200 persone, senza avere morti propri. Prima ancora gli incursori norvegesi erano parte delle truppe mandate in Kosovo, fin dal '99. In seguito, le operazioni in Afghanistan sono continuate come l'Anaconda del 2002-3, quando i 'frogmen' norvegesi ebbero anche la Citazione del presidente Bush (NPUC) l'8 febbraio 2005, un'onorificienza americana. Infine da ricordare i Minedykkerkommandoen, gli esperti di esplosivi per demolizioni e guerra di mine navali, che sono di base a Ramsund. Essi sono stati per un certo tempo anche l'unità di riferimento per gli incursori navali veri e propri fino a quando non divennero indipendenti (anche loro ebbero il loro '68..), e che sono stati recentemente usati in Afghanistan, Irak e Macedonia.