Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/USA-15: differenze tra le versioni

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Le caratteristiche dell'M2HB sono:
*Calibro 12,7 mm
*Munizioni: 12x99 mm da 46-48 grg a 870 m/s e circa 16.000-17.000 J di energia
*Tiro: selettivo: o a colpo singolo o a raffica. Componenti interni: 364
*Lunghezza: totale 1.653 mm, canna 1.145 mm, rigatura (8 righe destrorse) 381 mm.
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Il TOW aveva una portata e una capacità di penetrazione analoga, ovvero 3.000 m e 600 mm d'acciaio (ma altre fonti hanno parlato di 450 mm) rispetto al più vecchio (1956) missile francese, ma per il resto aveva il computer di controllo del tiro nel sistema di lancio per la guida SACLOS, alette ripiegabili all'interno della sua struttura e tubo sigillato in cui è sempre mantenuto, praticamente come se fosse un normale tipo di munizione. Anche il peso è molto minore, ovvero 22,7 kg (escluso il tubo) contro ben 29, dimensioni di 1,2 m di lunghezza d 164 mm di diametro e apertura alare di 50 cm contro 1,174 m, 127 mm e 34,3 cm.
 
Il TOW venne provato nel 1972, quando se ne presentò la prima occasione, data dall'invasione di Pasqua. Vennero mobilitati sopratuttosoprattutto gli elicotteri, e i primi tra questi furono quelli del 1° Gruppo da combattimento aereo TOW di stanza a Fort Ord, California. Il 15 aprile ricevettero l'ordine di prepararsi per partire a difesa del Vietnam del Sud. Il gruppo non era gran cosa: 3 equipaggi e 2 UH-1B con il sistema XM26 TOW più l'assistenza tecnica del personale della Bell e dalla Hughes. I piccoli UH-1B erano ideali rispetto ai tipi successivi, essendo più agili e adatti al compito. Il 24 aprile il gruppo arrivò a Saigon e poi inviato a Pleiku, altipiani centrali (2A regione militare). Già il 2 maggio gli equipaggi vennero ritenuti sufficientemente addestrati con un intenso programma di lanci in condizioni realistiche. Poi passarono all'impiego, anche se nel frattempo era passato quasi un mese dalla chiamata. Il 9 maggio una serie di attacchi di fanteria e carri nordvietnamiti venne lanciato contro il campo di Ben Het, dei ranger sudvietnamiti: era d'importanza capitale per la posizione, vicina alla catena logistica dei nordisti. Gli elicotteri volavano sopra il campo e con i loro missili attaccarono e distrussero 3 PT-76, contribuendo a respingere gli attacchi. Il 13 maggio arrivò la conferma dell'ammassarsi di nordisti vicino a Vo Dinh. Si trattava di 2 reggimenti di fanti e mezzi corazzati, che assieme ad altri due già presenti in zona, avrebbero lanciato un attacco della forza di una divisione contro Kuntum, capoluogo della provincia nonché città con la maggiore popolazione.
 
Il primo attacco venne sferrato il 14 maggio lungo la strada principale Highway QL14. Ma degli undici carri di supporto, la maggior parte venne distrutta dai razzi M72 della 23a Divisione dei sudisti (ARVN), e dopo la ritirata, altri due T-54 vennero colpiti dagli 'Huey'. Tutto finì entro le 9, con una sconfitta nordista. Un altro attacco venne sferrato il 26 maggio all'una di notte. Stavolta, differentemente dal primo assalto, venne usata l'artiglieria, e in maniera massiccia. Per l'alba del giorno 27 i carri nordisti erano già padroni della parte nord della città, superando le linee difensive dei sudisti. Dato che le distanze tra questi mezzi e le truppe amiche erano troppo ridotte, allora vennero chiamati gli UH-1B. Nonostante queste macchine fossero tutt'altro che modernissime e con le doti degli odierni elicotteri d'attacco, uno dei due equipaggi volò 3 missioni, ogni volta col carico standard di 4 missili, distruggendo ben 5 T-54 e un PT-76, danneggiandone un secondo e distruggendo con un solo missile una postazione di mitragliatrice nordista, collocata in posizione strategica e molto insidiosa: la torre in cemento di un serbatoio d'acqua. L'altro equipaggio impiegato volò due sortite ma distrusse altri 3 PT-76, un autocarro e una squadra mitraglieri che aveva rioccupato la posizione prima distrutta, da cui si dominava gran parte della zona. In tutto non più di 20 missili portati in azione per 9 carri distrutti, uno danneggiato, un autocarro e una postazione di mitragliatrice eliminati. Nel frattempo, i nordisti, ben più accorti nell'usare i carri della volta precedente, avevano perso appena due carri da parte delle unità cacciacarri armate di M72. Questo da solo la dice lunga sull'importanza che ebbero quei due elicotteri che, con questa specie di 'armi segrete', furono ben più efficaci di un'intera divisione leggera. I Nordisti si ritirarono, dopo che avevano quasi travolto le difese della città. Il giorno dopo gli elicotteri entrarono in azione nuovamente per respingere un secondo attacco e contribuirono, assieme a tutto quello che avevano i difensori, a respingerlo con la perdita di altri 7 carri. Il 31 maggio iniziava la ritirata dei nordisti e il 9 giugno i combattimenti attorno alla città erano finiti. La battaglia di Kuntum venne combattuta per 20 giorni, e alla fine persa dai nord-vietnamiti che si ritirarono lasciando sul terreno oltre 5.500 morti e 38 carri armati. Può sembrare incredibile, eppure due elicotteri armati di TOW riuscirono a salvare un'intera città dall'attacco di una divisione ben armata e supportata. Nel frattempo, più a nord, debuttava la versione lanciabile da terra del TOW. I Marines, sommariamente addestrati per il nuovo sistema d'arma, fronteggiarono un attacco che mirava ad aggirare il fianco costiero-orientale del fronte nord. Quest'azione quasi disperata venne lanciata sul fiume My Chanh da parte di un battaglione carri leggeri PT-76 e tre battaglioni di fanteria. La battaglia durò nei giorni 22 e 23 maggio, e si concluse con la distruzione delle forze attaccanti. 18 carri vennero distrutti dai Marines, in molti casi con le jeep armate di TOW, e altri 5 da attacchi aerei. I Marines erano tra i pochi americani rimasti in Vietnam nel '72. Nonostante questo tardivo debutto, il TOW fu giudicato dal gen. Abrams (quello che poi avrebbe lasciato il nome sul famoso carro) una delle tre armi di maggior successo di tutta la guerra (le altre erano le LGB e gli AC-130, come si vede in tutti i casi è enfatizzata la precisione d'intervento rispetto alla mera potenza).
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Tra i cloni, come non citare i prodotti Toophan e Toophan 2 iraniani, versioni nazionali leggermente migliori (3.850 m) del TOW e dell'I-TOW con spoletta telescopica. Ma c'è anche lo Swift sudafricano, che somiglia in maniera impressionante al TOW, ma ha guida laser come nel caso del costoso Hellfire. A dire il vero si tratta di una teleguida tramite segnali laser e non di una guida semiattiva laser, ben più costosa. Qui semplicemente si tratta di seguire il missile lungo il percorso e dargli gli ordini tramite un segnale senza cavo, ma con una modulazione di segnali laser per il sensore posteriore del missile sudafricano. La gittata è di 5 km circa, senza il peso al piede del filo di guida. Qualche anno fa il TOW era arrivato a 500.000 esemplari, e il costo unitario a 12.000 dollari, ancora un sesto di quella del più piccolo Javelin.
 
Le installazioni sono le solite: lanciatori binati o quadrupli per elicotteri, lanciamissili binati per gli M2 e M3 con lanciatore corazzato elevabile (piuttosto inaffidabile), mentre l'installazione più semplice è quella di un lanciatore singolo su colonna di lancio. Una jeep può portarla in maniera del tutto simile, anche nelle forme, ai vecchi e potenti cannoni SR da 106 mm, con due-tre missili di ricarica. Lanciamissili simili erano su alcuni M113, ma sopratuttosoprattutto i lanciamissili elevabili TUA (Tow Under Armour) con due armi pronte al lancio e nessun rischio di doversi esporre da parte del servente, nonché la capacità di sparare da dietro ostacoli. 200 TUA su scafo di VCC-1 sono stati comprati dall'Arabia Saudita.
 
Nonostante le prestazioni di armi come l'Hellfire e il Javelin, il TOW è rimasto l'arma principe per gli eserciti occidentali. Solo adesso armi come lo Spike israeliano con capacità fire and forget, lo stanno soppiantando. Il TOW, assieme all'M16, all'M2 e all'M40 rappresenta certo l'arma di maggior importanza, tra quelle della fanteria moderna, di produzione americana.
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Le consegne nel frattempo avevano avuto inizio nel settembre '95 con l'assegnazione al 3° Battaglione del 75th Ranger Regiment, che fu la prima unità operativa con questo missile. L'obiettivo venne raggiunto, ufficialmente, nel giugno 1996. I Marines dovettero aspettare il 1999, ma per il 2002 3 divisioni dell'Esercito e 12 battaglioni dei Marines avevano quest'arma, oltre a reparti speciali di tipo non precisato. Questo è stato possibile grazie all'avvio, con contratti triennali, della produzione a pieno ritmo, iniziata a metà '98. Il solo secondo contratto pluriennale ha richiesto ben 11.805 missili, 2.968 lanciatori e 1.990 sistemi addestrativi, il tutto per modici 1,236 mld di dollari. Il programma complessivo riguardava, in origine, ben 28.453 missili e 4.348 lanciatori, poi rivisti al ribasso per un totale di 22.415 missili e 3,82 mld di spesa.Nel mentre il Javelin era prodotto a ritmi massimi di 500 armi al mese, rimpiazzando in fretta il Dragon.
 
Come quest'ultimo l'FGM-148 Javelin è portatile e lanciabile da spalla (in realtà inginocchiati), ma ha caratteristiche nuove, sopratuttosoprattutto quella 'fire and forget'. In effetti, questo è il primo missile controcarri con capacità fire and forget reale, ovvero totalmente autonomo dopo il lancio e non semplicemente guidabile da altri operatori (come l'Hellfire). La cosa era già, come filosofia d'impiego, utilizzata dai SAM portatili russi e americani; ma discernere la sagoma di un veicolo sul terreno richiede un sensore molto più sofisticato, anche se la cosa è nominalmente fattibile anche con i cercatori IR di prima generazione (ma certo senza molte pretese di fare centro).
 
Il lanciatore è chiamato CLU, con un FLIR di seconda generazione con tecnologia SADA IIIA. La grande finestra ottica diurna ha un campo visivo di 4,8x 6,4°, con ingrandimento 4x, mentre il FLIR ha campo 4,6x6,1° e 4x oppure, selezionando, 2x3° e 9x, a seconda delle necessità. In tutto pesa 6,4 kg, con tanto di sistema di raffreddamento per il FLIR e software per il missile, oculare, schermo di presentazione, due manopole laterali per la selezione dei vari 'modes', utilizzabili anche con guanti NBC. Il FLIR ha dimostrato un'affidabilità cresciuta a 300 ore di funzionamento senza problemi, mentre l'uso normale è di appena 30 all'anno, nonché capacità di autodiagnosi. Visto il campo visivo e le batterie che permettono 4 ore di funzionamento, è possibile usarla anche come sensore di sorveglianza, particolare molto utile e apprezzato. Il missile è sigillato in un contenitore antiurto e garantito per 10 anni senza manutenzione, con sistema di autodiagnosi che rende impossibile il lancio in caso di malfunzionamento. Naturalmente in caso di lancio, il tappo anteriore del tubo deve essere tolto, ciò che lascia libero di vedere l’occhio elettronico di quest’arma micidiale.