Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Venezuela: differenze tra le versioni

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Gli equipaggiamenti, inizialmente americani come già spiegato, erano stati sostituiti da ordinativi quasi esclusivamente francesi per quanto riguardava i carri medi, leggeri, autoblindo, mortai, SAM e missili controcarro. Le armi della fanteria erano belghe, i mitra della più varia provenienza, le artiglierie semoventi ancora una volta francesi, mentre un moderno equipaggiamento erano i cannoni Dardo da 40mm Breda-Bofors, adattati all'uso da parte di sistemi terrestri.
 
Una piccola ma efficiente aviazione dell'Esercito aveva in carico diversi apparecchi: una ventina di Bell americani, e 18 apparecchi ad ala fissa tra cui 4 IAI Arava e sopratuttosoprattutto, 2 G.222, che nonostante la loro massa, erano assegnati all'Esercito.
 
 
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==Tempi moderni==
Nel 1990 si videro le prime consegne dei Mirage 50 EV, 11 aerei ottenuti per conversione negli stabilimenti Dassault, di altrettanti III e 5. Con la sostituzione del motore con l'Atar 9 K50 del Mirage F.1 e alette canard dietro le prese d'aria, l'aereo è in grado di tenere 25 gradi AoA a 120 nodi senza perdere velocità (grazie al motore) né stallare (grazie ai canard, piuttosto lunghe e con una marcata freccia), migliori tempi d'accelerazione e salita, miglioramento del 25% nel rateo di virata sostenuto, e capacità di mantenere 7g di accelerazione virando alla velocità costante di 1010 kmhkm/h. Per giunta, anche la velocità e lo spazio di decollo e atterraggio sono minori, grazie alla maggiore potenza e alla capacità di restare controllabile a velocità molto inferiori a quelle solite dei normali Mirage. L'avionica è stata migliorata con un nuovo radar, sistema avionico, HUD, navigazione e contromisure elettroniche. Nell'insieme un degno contraltare dei caccia F-16, sia pure più moderni, e certamente un tipo di aereo valido per le esigenze sudamericane.
 
Con il recente avvento al potere di Chavez, che è dichiaratamente anti-americano e per la via dell'indipendenza dell'America latina, molte cose sono cambiate anche in termini di forniture militari, in particolare come aviazione. I Venezuelani hanno allungato il già incredibilmente lungo elenco di utilizzatori del Su-27, nonostante che esso sia una macchina da combattimento da 30 t paragonabile all F-15. Anzitutto sono stati ordinati caccia Su-30MKV, 24 macchine di cui otto consegnate già nel 2007 al Grup 4 da Caza. Le prime 2 arrivarono il 30 novembre 2006 nel corso di una cerimonia tenutasi sulla base aerea di Barcelona, a 230 km dalla capitale, dove è stato fornito il Grupo 13 da Caza. Esso sarà ripartito nei 2 Escuadrones 131 'Ases' e 132 'Pumas'. Già il giorno della consegna, essi diedero un assaggio delle loro capacità di agilità in una esibizione in cui volarono anche vicino all'aereo presidenziale di Chavez. Il contratto per i Su-30 e 53 elicotteri ha costituito un affare da 3 miliardi di dollari, firmato il 24 luglio 2006. Il personale è stato inizialmente addestrato in Russia, che ha addestrato un totale di 32 persone sulle sue basi.
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La FAV ha festeggiato il dicembre 1990 il suo 70imo anniversario, organizzando una esposizione sulla base aerea di Mariscal Sucre, alla periferia di Maracay, durata 3 giorni.
 
All'epoca come si presentava la FAV, Fuerza Aera Venezuelana? Anzitutto il QG era basato sulla Base aerea 'Generalissimo Francisco De Miranda', di Carlotta/Caracas, e il capo della Forza aerea era all'epoca il gen. Louis Domingo Monserrat Lopez. Già su questa base erano presenti i Grupo 4 e 5, entrambi da trasporto, ma era il primo da trasporto presidenziale. La sua forza aerea ripartita su due squadron. Uno era l'Escuadron 41con 2 Gulfstream (un III e IV), un Learjet 24D, 2 King Air e infine il Boeing 737, per ragioni logistiche distaccato sulla base aerea di Libertador. L'Escuadron 42 era invece devoluto ai trasporti ad ala rotante con 3 grossi Bell 214ST, un tipo particolare di non grande successo con una fusoliera allungata rispetto ai normali 'Huey' e un'elica bipala di grande diametro, esportato sopratuttosoprattutto in Iran negli anni '70. Il Grupo 5 era invece organizzato nell’Escuadron 5 e 51. Il primo aveva una forza di 4 Cessna Citation di cui tre 550 e uno 500. Il '51 aveva invece 6 King Air 200. IL '51 svolgeva anche trasporti sanitari per la popolazione, mentre la maggior parte delle missioni a lungo raggio erano appannaggio del Grupo 4 con i suoi aerei a reazione.
 
Quanto ai reparti di prima linea, gli F-16 del Grupo 16, con i due Escuadron 161 e 162 erano la vera forza operativa venezuelana, e per quanto numericamente modesti potevano superare praticamente ogni avversario dei vicini Paesi sudamericani. L'unica squadriglia con aerei comparabili, di ultima generazione, era quella con i Mirage 2000 peruviani. I primi 6 piloti vennero addestrati nell'82 alla base aerea del 58 TFW di Luke, e uno di loro divenne poi anche il comandante del Grupo 16. I serial numbers di questi aerei, basati su 4 numeri non sono totalmente noti e la loro interpretazione è piuttosto difficile, ma per certo sono stati consegnati 18 F-16 A-15 e 6 F-16 B-15 a partire dal tardo '83 fino all'84 o forse l'85, con il 161 dichiarato operativo già il dicembre '83, quando i Mirage 2000 non erano ancora in servizio nemmeno in Francia. Il reparto logistico per questi sofisticati apparecchi era il 167 Escuadron, e il passaggio operativo dei piloti era fatto con un distaccamento di 6 aerei sulla base Teniente Vicente Landaeta Gil, di BAsqumento/Lara. La base è stata anche dotata di massicci shelter di protezione, altra rarità in Sud-America. Sempre in questa base vi erano anche i Mirage del Grupo 11, che tuttavia all'epoca erano all'epoca in fase di aggiornamento e pochi erano realmente presenti sulla base. L'addestramento era interessante, in quanto ogni giorno vi erano combattimenti aerei simulati tra F-16, Mirage e F-5. Peccato non conoscere l'esito di queste battaglie aeree tra questi autentici campioni nel campo dei caccia a reazione medio-leggeri. Anche aerei americani partecipavano alcune volte l'anno ad esercitazioni, sia dell'USAF che della Marina americana, spesso con tappe intermedie da Guantanamo Bay. L'addestramento con armi aria-superficie avveniva sul poligono El Sombrero, mentre i tiri aria-aria vi era il poligono di Isle de Margarita.
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Per quello che riguarda il 'bombardamento strategico', a suo tempo il Venezuela era decisamente una nazione ben equipaggiata con un totale consegnato di 30 Canberra , di cui però gli ultimi 5 Mk 82 e Mk 83 vennero radiati il 14 settembre 1990 sulla base aerea Luis de Garcia di Barcelona. Anche questi aerei erano accantonati a El Libertador: precisamente 7 Mk 8, un PR. 83 da ricognizione, 2 T 84 da addestramento e un B.(I) 88.
 
La prima linea delle forze venezuelane era completata dai reparti aerei COIN, ovvero il Grupo Aereo de Operaciones Especiales N.15 della Base General Jefe Rafael Urdaneta di Maracaibo/Zulia. In questo Grupo vi erano l'Escuadron 151 'Los Linces' (altro nome estremamente originale..) con 10 OV-10E Bronco, assieme agli addestratori armati T-27 Tucano dell'Esc. 152 'Los Avispones'. Gli aerei erano spesso rischierati, 3 per tipo, sulla base aerea Mayor Buenaventura Vivas di Santo Domingo. Originariamente la base dei Bronco era Basquisimeto, ma nel '74 vennero spostati a Maracaibo, la più occidentale delle basi aeree venezuelane. ALmeno 3 Bronco sono andati perduti col tempo. La loro capacità di volo lento, trasporto leggero e attacco al suolo li rende preziosi come macchine antiguerriglia, per la quale vennero pensati appositamente, ma per l'attacco al suolo velivoli più veloci e manovrieri sono forse più indicati. Per questo compito i Tucano, chiamati non casualmente A-27 e non T-27 erano muniti di 4 piloni subalari e potevano combattere e volare in un range di 0-10.000 m e 111-555 kmhkm/h senza problemi. Uno di questi aerei, consegnati a partire dall'87, andò perduto nell'88. Spesso sul Venezuela operavano anche Bronco americani come il 24 TASS dell'USAF, basato a Panama sempre con i Bronco, ma della versione OV-10A.
 
Quanto ai reparti addestrativi, oltre al Grupo 12 con i suoi VF-5 e T-2 vi erano anche altre importanti realtà da ricordare. In effetti, l'Escuela de Aviacion Militar o EAM è di antica origine: inizialmente si cominciò a far conto sul pilota americano Frank Boland che su Caracas effettuò una dimostrazione di volo. Era il lontano 1912 e la cosa era forse prematura. Fino al 1920 non vi furono altri eventi, nonostante i progressi in altre nazioni del sudamerica. Ma il 17 aprile 1920 il governo emanò un decreto per la creazione di una scuola d'aviazione militare e le attività iniziarono il 10 ottobre, con base su di un vecchio cascinale a Caracas. Fino al '36 non vi furono grandi novità, poi la scuola venne trasferita nell'Aeroporto di Caracas. Nel '60 si trasferì la scuola sulla base Mariscal Sucre di Bocha del Rio. 30 anni dopo si estendeva su di una vasta aerea con due complessi principali: l'Accademia aeronautica e l'aeroporto con due piste di volo, la sede del Gruppo aereo di volo strumentale, e la Scuola Tecnica.
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Il Venezuela gode da decenni di un singolare primato relativo al Sud-America: quello di possedere una piccola flotta di moderni F-16. Fu nei primi anni '80 che gli Stati Uniti decisero contrastare l'espansione dei Cubani nell'area centro-americana e caraibica, oramai equipaggiati con i potenti MiG-23. Grenada in particolare era all'epoca comandata da consiglieri cubani e sovietici, e la costruzione di una base aerea con pista da 3000 m, distante appena 90 km dalle coste settentrionali del Venezuela, poneva dei problemi strategici obiettivi ('risolti' poi per le spiccie occupando manu militari l'isola, vedesi '[[w:Gunny|Gunny]]' per ulteriori informazioni..). La FAV venezuelana era all'epoca equipaggiata con pochi Mirage 5, F-5 e persino F-86, ma il presidente Carter aveva proibito nel 1977 la vendita di armi avanzate in Sud America per evitare corse agli armamenti locali e quindi non si poté fare molto per cambiare le cose. Ovviamente Reagan la pensò diversamente, proteso com'era ad ottenere un duplice risultato: quello di sfruttare le enormi potenzialità economiche americane (anche passando sopra ai sindacati americani: celebre il licenziamento di massa dei controllori aerei in sciopero) per uscire dalla depressione in cui gli USA versavano nel 'dopo-Vietnam' (anche qui Gunny è un buon testimone d'epoca) e al tempo stesso, fiaccare l'economia sovietica con una corsa agli armamenti che gli USA potevano permettersi spendendo il 6% del loro PIL ma che l'URSS seguì senza troppo riflettere arrivando a spendere anche il 20% della propria ricchezza in missili e cannoni, ritrovandosi poi a corto di pane e crollando miseramente nonostante le riforme di un leader ben più capace di Cernienko e Andropov, ovvero Michail Gorbachev.
 
Inizialmente si pensò di rispettare questo limite con l' 'F-16 dei poveri', ovvero l'F-16/79, dotato di motore G.E. J79. Esso era sopratuttosoprattutto figlio di un'operazione politica, voluta per limitare le vendite di armamenti moderni americani nel mondo (anche se questa avrebbe finito per essere controproducente: nazioni come Iran, Israele e varie europee avrebbero comunque avuto le macchine 'full power' se non 'extra-strong' con equipaggiamenti aggiuntivi..). Sebbene l'esercizio di unire la potenza di un robusto motore assiale ben noto e apprezzato con una cellula moderna e agile potesse fosse assai interessante, di fatto l'F-16/79 era molto meno potente dell'F-16 standard, e sopratuttosoprattutto la sua delicata cellula non era capace di sostenere il calore del turbogetto J79: così uno schermo termico d'acciaio di ben una tonnellata venne aggiunto nella baia del motore. La combinazione di 2-3 tonnellate di potenza in meno e una tonnellata e oltre (anche il motore pesava di più) di massa rese l'F-16/79 molto meno brillante, seppure di qualcosa più economico, del tipo standard. Furono proprio i venezuelani che si videro per primi offrire l'F-16/79, per poi essere seguiti da un'altra ventina di nazioni. L'aereo venne provato nel 1981, e non convinse. La questione degli F-16 venezuelani si dilungava da tempo, poi Reagan rimpiazzò ogni parvenza di 'limitazioni' dell'export degli armamenti: anzi, aumentare la produzione per i Paesi 'amici' era parte di fatto del suo programma strategico.
 
Con l'operazione 'Peace Delta' vennero forniti -tramite i soliti canali FMS- 18 F-16A e 6 B, per un ammontare di ben 600 milioni di dollari. Entrambi gli aerei erano dei sottotipi Block 15. La base per questi 'gioielli di famiglia' , ovvero 'El Libertador' di Palo Negro, venne ricostruita appositamente e dotata di un simulatore di volo. I nuovi F-16 avrebbero equipaggiato il Grupo Aereo De Caza 16. I primi arrivarono due mesi dopo la consegna dei primi aerei negli USA, presso il 58th Tactical Fighter Wing di Luke AFB, Arizona. Nonostante la risoluzione del problema 'Grenada' tutti i caccia ordinati vennero comunque forniti con il primo squadrone considerato operativo il 10 dicembre 1983. Gli aerei vennero costruiti nel 1982-84 e le consegne si protrassero il 19 novembre 1985. Il 31 agosto del 1983 venne costituito il 16 Grupo, che era ed è basato sugli squadroni 161 'Caribes' e 162 'Faviles'. La Difesa aerea venezuelana venne potenziata con questi due escuadrones de caza e i pochi Mirage 5 e III vennero utilizzati come cacciabombardieri. I caccia F-16 del Block 15 sono macchine da difesa aerea compatibili con gli Sparrow, non comprati dalla FAV. Ma poco dopo la loro consegna venne istituito un OCU per l'aggiornamento delle capacità operative, iniziata nell '84 con l'acquisto dei ricevitori radar ALR-66 che molti anni dopo sarebbero stati sostituiti col apparati israeliani del tipo ELISRA SPS-2000. Gli F-16 venezuelani rappresentarono, tra l'accozzaglia di tipi vecchi o totalmente obsoleti delle aviazioni sudamericane un elemento di notevole deterrenza, anche se poi la loro carriera non li vide mai incrociare le armi con i MiG cubani, ma piuttosto intercettare aerei del tutto diversi, sopratuttosoprattutto quelli utilizzati dai narcotrafficanti in volo a bassa quota. La loro operatività fu confermata nel 1991 quando per la prima volta una forza aerea sudamericana, per l'appunto la FAV, venne invitata ad una Red Flag, la complessa esercitazione aerea che viene tenuta diverse volte l'anno negli USA. Nel frattempo gli F-16 divennero utili anche per un'altra esigenza, del tutto diversa dalla difesa aerea: i pochi Mirage erano in fase di aggiornamento e quindi indisponibili ai reparti, quindi i piloti e gli armieri dovettero fare confidenza con le bombe da esercitazione BDU-33 e reali Mk 82. Ma quello che poi confermò maggiormente la validità operativa degli F-16 venezuelani fu il loro ruolo durante il colpo di stato del '92. Restando fedeli al governo di Caracas dovettero affrontare altri colleghi della FAV che non lo erano e abbatterono 2 OV-10 Bronco più un Tucano dei 'ribelli'. Durante gli anni '90 la minaccia sovietica e cubana era solo un ricordo, ma un altro problema non meno insidioso si stagliava all'orizzonte: il proliferare dei narcotrafficanti. Per correre ai ripari le F.A. venezuelane furono costrette ad istituire dei reparti di intervento rapido e collaborare con Colombia e Brasile. Le macchine venezuelane utilizzate erano Super Puma, Bronco e per l'appunto, gli F-16 grazie al loro radar APG-66 e ad armamenti aria-aria e aria-superficie. I piloti degli F-16 hanno anche ricevuto NVG per vedere di notte i loro possibili bersagli, migliorando l'efficienza operativa, e fornire con apposite bombe illuminanti -le Natak- la visione notturna di quello che trovano anche per i reparti a terra. In ogni caso, non mancano le esercitazioni più complesse, come quelle con le 2 aerocisterne Boeing B-707-346C del Grupo de Transporto 6, sempre basato a Palo Negro. E dal momento che questi aerei vennero mandati in revisione generale nel 2001, nell'occasione gli F-16 venezuelani volarono con i serbatoi da 2271 litri israeliani, del 50% più grandi di quelli standard. Anche le esercitazioni navali e aeree combinate hanno fatto parte della carriera degli F-16 venezuelani, per esempio l'operazione Miranda 98 in cui tra l'altro hanno partecipato anche 4 Mirage 2000 francesi e si sono simulati attacchi contro le fregate Lupo della Marina venezuelana, che rappresentano l'altro punto di forza delle F.A. venezuelane. Quanto al profilo addestrativo, va detto che i piloti fino al '97 volavano inizialmente sui T-27 Tucano, poi 100 ore sui Buckeye dell'Esc- 36 e infine mandati ai due squadroni da caccia di Palo Negro. Ma nel '97 gli anziani Buckeye sono stati radiati e si è dovuto ricorrere agli F-5. Per questo problema si è pensato agli AMX-T, di cui 8 esemplari sono stati richiesti all'EMBRAER, ma le cose non sono andate per il verso giusto. Inoltre sono stati valutati l'MB-339C e il K-8 cino-pakistano, presentato nel '2000. Gli incidenti di volo sono stati pochi, ma in ogni caso sono andati persi almeno due F-16B con una prima perdita il 20 aprile del '92 'abbattuto' da un volatile, e un altro perso il 16 novembre '95 durante un airshow. Attualmente gli F-16 sono relativamente poco utilizzati, gli USA attualmente considerano il Venezuela sostanzialmente come un nemico e il futuro della FAV è il Flanker russo.
 
 
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I Gradi delle F.A. sono normali nel settore ufficiali, ma ben 18 gradi per i sottufficiali e i soldati semplici, contro i 9 NATO o i 6 britannici.
 
Recentemente sono stati iniziati grossi programmi di potenziamento dello strumento militare, anche per l'aumento del costo del petrolio, che secondo Chavez del resto sarebbe stato 'equo' con un costo di 100 dollari al barile. Come si sa, le cose sono state più dinamiche e i programmi sono pericolosamente legati alle variazioni del prezzo degli idrocarburi. Vi sono stati acquisti con navi spagnole, radar cinesi, anche armi leggere e blindati di progettazione locale. Ma in ogni caso, per via dell'embargo deciso dagli USA molti programmi -essenzialmente quelli europei- sono stati bloccati, tra cui l'interesse per i Leopard 2. Tra i vari contratti c'è stato uno di 1,5 mld almeno, relativo per la procura di 12 aerei da trasporto e ricognizione e 8 navi da pattugliamento. Ma gli aerei, avendo motori americani, sono stati cancellati (erano presumibilmente CN-295). Nel 2006 sono stati comprati anche 53 elicotteri russi e 100.000 AK-103, uno dei Kalashnikov più moderna. Sono anche in trattativa altri 36 elicotteri, tra cui 3 Mi-26, ma sopratuttosoprattutto sono stati ordinati 24 Su-30MK. Si tratta di un contratto complessivo di circa 5 mld di dollari. Sono state ordinate anche 3 batterie di SA-15 e possibilmente anche 600 blindati come il BMP-3 o il nuovo Iguana FV.4. Vi sono anche programmi con il Brasile e la collaborazione con l'Iran per un UAV. Nel 2007 sistemi NGV per 'ogni fucile dell'esercito' (disse Chavez) sono stati consegnati dalla Bielorussia; non è chiaro se si riferisse a tutti i fucili oppure, più precisamente a ben 5.000 fucili sniper Dragunov (molti per la loro 'nicchia' d'utilizzo, anche considerando che non si tratta di armi esclusive delle forze speciali). Lo scopo era dichiaratamente quello di difendersi da una possibile invasione americana. Nel giugno 2008 Chavez ha anche ordinato 10-22 Il-76 e 10 Mi-28 (finalmente un contratto export), e tre sottomarini 'Kilo', con un valore complessivo di circa 2 mld di dollari; si parla anche di possibili Su-35. Nel settembre si è avuto anche un credito russo per 1 mld. Tra le necessità identificate vi sono la protezione dei campi d'aviazione con i Su-30, sopratuttosoprattutto da ottenersi con i missili Tor-M1 (SA-15), missili Igla-S e Il-78, questi ultimi dal costo di circa 300 mln. Sempre nell'autunno del 2008, Chavez si diresse anche in Cina oltre che in Russia, e discusse piani d'investimento, tra cui l'acquisto di addestratori avanzati. Il 15 ottobre si è diffusa la notizia dell'acquisto di un lotto di armi tra cui parecchi BMP-3, il 17 ottobre si parlava di comprare MLR e T-90 (100-500 esemplari), il tutto ovviamente seguito con 'preoccupazione' dagli USA, che hanno accusato Chavez di iniziare una corsa degli armamenti nella regione, che loro invece hanno storicamente (almeno negli ultimi decenni) cercato di evitare nel Sud America. Il Venezuela è anche accusato di finanziare o rifornire le FARC e altre organizzazioni. Gli USA avevano a suo tempo venduto il famoso lotto di 24 F-16, gli unici fino a pochi anni fa in Sud America, e si erano rifiutati già negli anni '90 di fornire altri aerei di tipo più moderno, inclusi due di rimpiazzo per le perdite operative subite. Nel 2005 anche un contratto con gli Israeliani venne bloccato dagli USA, contratto che aveva per oggetto il loro ammodernamento. Chavez allora minacciò di vendere gli F-16 all'Iran o a chiunque li volesse, e gli USA accettarono di fornire le parti di ricambio, almeno per mantenere in servizio gli aerei. Ma poi il carico è stato ugualmente bloccato. Nel frattempo il Venezuela ha continuato a comprare armi dalla Russia, e dal 2005 pare che gli armamenti realmente forniti o per i quali vi è un contratto siano circa 4 mld di dollari.
 
L'embargo americano, deciso dal governo di Bush Jr., non ha causato problemi solo con le industrie USA, ma anche con altri fornitori. Per esempio, con la Repubblica Ceca che non ha potuto vendere gli L-159 con i sistemi originali, ma il governo, chiaramente filo-americano, ha proibito alla Aero di concepirne una versione tecnicamente 'libera' dal gioco statunitense, con motori ucraini e avionica francese. Anche la svedese Saab AB (del resto sotto controllo degli americani, almeno parzialmente) ha annunciato la sua adesione. Il Venezuela ha armi svedesi come gli AT4, RBS-70, Carl Gustav. La EADS-CASA ha dovuto fare lo stesso per via della tecnologia americana contenuta nei suoi aerei da trasporto, il Brasile ha dovuto cancellare la fornitura dei Super Tucano (e prima ancora, anche degli AMX-T, anche se questi non hanno che marginali contributi statunitensi di tecnologia: persino i cannoni dei tipi brasiliani sono i francesi DEFA e non i Vulcan), nonché aerei AEW (con radar svedesi). La Francia, che pure non era particolarmente coinvolta grazie alla sua autosufficienza, ha bloccato i sottomarini 'Scorpene'. Non contenti ancora, gli USA hanno intimidito anche i fornitori fuori dal loro controllo diretto, infliggendo sanzioni alle russe Rosobornexport e Sukhoi. Difficile capire come e perché il Venezuela, al di là delle antipatie politiche, sarebbe una minaccia per gli USA semplicemente ammodernando il suo strumento militare: quando lo fa il Cile o il Perù o ancora il Brasile, nessuno sembra farvi caso. Inoltre il Venezuela esporta grandi quantità di petrolio negli Stati Uniti, per cui tirare troppo la corda sarebbe potenzialmente pericoloso anche per la loro economia (specie quella della California, che ne è una cliente storica). Ma l'amministrazione Bush Jr non ha badato per il sottile nel suddividere il mondo tra 'amici' e 'Stati canaglia', con questo aumentando gli attriti e le ingerenze interne con le nazioni non allineate, si pensi solo alla campagna anti-francese allorché Parigi, nel 2002-03 fu trovata 'colpevole' di ostacolare l'approvazione in sede ONU dell'atto di forza in preparazione contro l'Irak di S.Hussein (le cui WMD non esistevano e lo si disse chiaramente anche allora per bocca del capo degli ispettori ONU H.Blix, ma gli USA 'tirarono dritto' ugualmente). Attualmente, con il recente incontro nel Summit del S.America tra Chavez e Obama, che si sono conosciuti personalmente: le cronache riportano che Obama si sia presentato a Chavez e che questo, ammirato dal presidente americano, gli abbia regalato un libro di Eduardo Caleano, 'Le vene aperte dell'America Latina'. Libro che nella classifica Amazon è passato da oltre il 50 millesimo posto ai primissimi nell'arco di qualche giorno. Dopo tante minacce e dichiarazioni bellicose, forse i rapporti tra Venezuela e gli USA potranno godere di un periodo di distensione? Il crollo del prezzo del greggio di questi ultimi 8 mesi, del resto, non è certo una buona novità per Chavez, il cui obiettivo, più che dotarsi di un'armata potente, è quello di investire in riforme sociali. Questo significa avere delle priorità nell'investimento dei denari disponibili che potrebbero risultare incompatibili con ulteriori rafforzamenti delle F.A. venezuelane. Il tempo dirà quale corso prenderanno gli eventi.
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QG: Caracas. Vi sono comandi Operazioni aeree, logistico, operazioni; vi sono 8 o più distaccamenti mobili della forza di un battaglione in grado di essere spediti in ogni parte della nazione in breve tempo, in caso di necessità. Vi sono 3 comandi regionali che controllano ciascuno un distaccamento per la difesa statica di obiettivi importanti. Inoltre la GN è anche deputata di ispezionare le autostrade. È una forza fatta di soli volontari, con un totale di oltre 25.000 effettivi, che sostengono un anno di addestramento basico alla Scuola di Ramo Verde, Los Teques, mentre gli ufficiali devono studiare altri 4 a Caracas, nell'apposita scuola. Esistono anche corsi di perfezionamento a Caricuao, sempre vicino alla capitale.
 
Le uniformi sono le stesse dell'esercito, così come i gradi, le armi sono le stesse e comprendono FAL, AK-103, mitragliatrici leggere e mortai fino a quelli da 81 mm. Inoltre vi è, come spesso accade in forze di polizia con strutture 'complesse' e semi-operative, anche una forza corazzata, sia pure limitata. Si tratta di circa 40 vecchi ma robusti UR-416 su base dell'autocarro Unimog. Vi sono poi una piccola forza di 8 battelli costieri e sopratuttosoprattutto, una forte aviazione. Si tratta di oltre 50 velivoli, sia elicotteri chesia aerei leggeri.
 
 
===FAV, 2008<ref>Modola, Pino: ''Le ali di Chavez'', RID giugno 2008</ref>===
Il Venezuela è una nazione 'non grata per il punto di vista americano, come del resto accade ad altri Paesi quali l'Iran e Cuba. L'embargo americano che l'amministrazione Bush ha deciso di imbastire contro Chavez ha comportato vari effetti. Per esempio, l'impossibilità pratica di ammodernare gli F-16, di cui ancora esistono 21 esemplari dei 24 consegnati, essendo andati persi solo 2 monoposto e un biposto in oltre 20 anni di servizio. Era possibile anche comprare i Gripen, che venivano appena dopo (per i costi, non certo per l'efficacia) l'ammodernamento degli F-16 nella scala delle scelte venezuelane. Ma ovviamente, con il motore derivato da quello americano non se n'é fatto niente. E così nel 2006 sono arrivati niente di meno che 24 Su-30Mk 2, come parte di un programma di riarmo massiccio. Questi sono chiaramente gli aerei più potenti di tutto il Sud America, ma del resto l'alternativa era, al più comprare i MiG-29 o i Mirage 2000. Difficile dire perché non si sia fatto un ragionamento del genere visto che piacevano tanto i caccia leggeri stile F-5 ed F-16; ma forse i Mirage costavano troppo, e i MiG-29 avevano un più basso livello di efficienza rispetto al costo? In ogni caso ci si potrebbe chiedere chi minaccia il Venezuela. La nazione sudamericana, che tra l'altro è il quinto esportatore mondiale di petrolio, petrolio che Chavez considerava 'equo' se si vendeva a 100 dollari al barile (e un anno fa sembrava quasi un pazzo visionario..), ha grandi risorse naturali ma grandissimi problemi di redistribuzione della ricchezza (in mano per lo più ad un’agguerrita minoranza di circa 4 milioni di ricchi), anche se con il suo estroverso presidente sta cercando di dare ai poveri finalmente la loro parte. Il problema è che in Venezuela non c'è una classe media sufficientemente sviluppata tra i ricchissimi e la massa dei poveri. Come è noto, poi, molti degli imprenditori attivi non sono venezuelani, e di questo i mass- media di quando in quando se ne accorgono visto che della folta rappresentanza di italiani spesso accade che qualcuno sia ucciso o rapito. Il Venezuela continua ad avere problemi di ordine pubblico e di criminalità molto gravi, insomma. In ogni modo il Venezuela non ha nemici naturali in Sud America a parte la Colombia, specie considerando come Uribe sia rimasto l'unico bastione chiaramente filo-americano del continente sudamericano. Ma si tratta di problemi di poco conto rispetto alla minaccia di una vera e propria guerra. E poi le FARC, che peraltro sembrano sul punto di cedere le armi, controllano circa un terzo della Colombia, sopratuttosoprattutto per il traffico e produzione di cocaina. L'unica nazione confinante con il Venezuela, a parte l'ex-sorella Colombia, è il Brasile. Nazione fondamentale dell'America latina, è però in ottimi rapporti con il governo di Caracas e quindi non c'è davvero molto di cui preoccuparsi. Piuttosto, è strano che il Venezuela non abbia seguito la via brasiliana e comprato dei Mirage 2000, che di americano non hanno molto davvero, e certo non il motore. Ma evidentemente ci devono essere state considerazioni 'trasversali' anche da parte francese. Però era possibile comprare l'EADS C-295, che aveva, di americano, solo i motori. Niente da fare, il sostituto dei vecchi G-222 non si è trovato nemmeno in questo caso per via dell'intransigenza americana. Del C-27J, per gli stessi motivi, nemmeno a parlarne, anche perché come è noto non è che le posizioni dell'Italia siano, specie con i governi di centro-destra, particolarmente indipendenti rispetto a quelle americane.
 
In ogni caso, tornando all'Aeronautica militare, essa nacque il 10 dicembre 1920 con la Scuola dell'Aviazione Militare che venne creata dal Col. David Lopez Enriques, grazie agli accordi con la Francia che videro, in quell'anno, l'arrivo di un Caudron G-3 monomotore e l'anno dopo, un G-4 bimotore e idrovolante. Seguirono commissioni di varie nazioni europee, l'ultima delle quali fu l'Italia. Nondimeno, il Venezuela dichiarò guerra all'Asse nel '41, una cosa essenzialmente platonica, data la deficienza di mezzi bellici moderni e la mancanza di assistenza da parte dei contendenti, tutti concentrati sui propri sforzi bellici. Segue il dopoguerra e il 22 giugno del '46 ennesimo golpe militare, che qui è importante perché creò l'Aviacion Nacional de Venezuela, cosa non di poco conto perché prima i pochi reparti aerei erano o sotto il controllo dell'esercito o di quello della Marina. Niente paura, anche in Giappone e negli USA era così. E come negli USA, l'Aviazione intesa in senso compiuto e moderno nacque nel '47, il 10 ottobre, per decreto ministeriale di quella data. Nel periodo anni 60-70 vennero costruite 9 basi aeree. I soldi che il Venezuela incassava grazie sopratuttosoprattutto al petrolio sono stati riutilizzati per tante iniziative, dalle infrastrutture all'industria locale; purtroppo si è trattato per lo più di fallimenti. Le F.A. venezuelane hanno ricevuto a loro volta una buona fetta di questi soldi: come altro definire la compera di ben 6 fregate Lupo, vari U-209, e i 24 F-16 (più 8 costosi G-222)?
 
Ma attualmente, il materiale è vecchio e sostituirlo costa caro. Con 42 modelli diversi di aerei la FAV, che numericamente non è nemmeno tanto grande, è chiaramente in difficoltà gestionale. Con il contratto firmato nel 2006 per 24 Su-20MK 2, Mi-35 e anche 3 colossali Mi-26 è stato possibile contribuire ad ammodernare parte della componente, ma spendendo 3,5 miliardi di dollari. Inoltre non è che i Mi-26, pur con grandi capacità di carico, siano la risposta migliore per i trasporti tattici. Però i costi di gestione, sopratuttosoprattutto come consumi, non pare abbiano invogliato a comprare gli An-32 né i grossi e nuovi An-70. Peccato che i primi non vengano offerti in versione rimotorizzata e che i secondi costino troppo o abbiano problemi di funzionamento affidabile. Dalla Cina sono arrivati dei radar mobili. I Su-30 sono certo costosi, ma anche potenti aerei da combattimento. Persino eccessivi per le necessità venezuelane, sono sopratuttosoprattutto un ammonimento politico, forse diretto più alla Colombia che agli USA. Contro questi ultimi sarebbe comunque impossibile resistere, anche se ovviamente un conto è fare una 'passeggiata' tipo Grenada, un conto battersi contro un avversario che segnala la sua capacità di combattimento schierando aerei da caccia di ultima o quasi generazione.
 
Ad ogni buon conto, la FAV deve controllare un territorio di oltre 900.000 km2 confinante con Brasile, Colombia,Guyana, infestato da contrabbandieri di droga e anche pirati. Con un territorio che passa dalle montagne delle Ande, alte in zona anche 5.000 m, paludi a settentrione (che hanno dato il nome al Paese, per via delle palafitte degli indigeni che ricordavano Venezia), il bacino dell'Orinoco che passa attraverso tutta la nazione tagliandola in due. Non stupisce che in questo contesto geografico, e nonostante il decentramento attuato che sopra si ricordava, ancora la maggior parte delle basi aeree sia concentrata attorno alla capitale dove del resto vive gran parte degli oltre 25 milioni di abitanti. Eccetto queste vi è solo una fascia di 4 basi che sono S.Fernando, Valle da la Pasqua, Barcelona e Porlamar, si trovano nella parte orientale del Paese; infine alcune piccole basi aeeree sono disperse nel resto del Venezuela. Comanda la FAV il Comando Generale dell'Aeronautica, al quale è soggetto l'S.M. dell'aeronautica, e a sua volta comanda i Comandi Operativi che sono poi: Operazioni Personale, Aeree, Logistiche e Difesa Aerea. Il più importante è il Comando Operazioni Aeree, con sede sulla base Francisco de Miranda de la Corda, che naturalmente è a Caracas. La FAV controlla il Venezuela in 5 zone Aeree, con almeno un Gruppo Aereo. Questo ha diverse squadriglie. Per il Comando Personale vi è una struttura identica, ma con un unico gruppo su 5 squadriglie, a cui si aggiungono le basi didattiche: 3 scuole. Non ha, pare, una zona aerea in cui ha sede il comando. Idem per il Comando Operazioni di Difesa Aerea, che ha 2 gruppi con 9 squadriglie (3 e 6).