Storia della filosofia/Età greco-romana: differenze tra le versioni

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== Contesto storico ==
=== RomaL'ascesa conquistadi ilun Mediterraneoimpero ===
[[File:Escipión africano.JPG|thumb|left|Busto presunto di Scipione l'Africano (Museo Archeologico Nazionale di Napoli)]]
«''Graecia capta ferum victorem cepit et artes / intulit agresti Latio''»: si è soliti citare questi versi di Orazio<ref>Orazio, ''Epistole'', Il, 1, 156.</ref> per ricordare come la Grecia conquistata dai Romani aveva a sua volta conquistato i vincitori con la sua cultura e la sua arte. Dopo la vittoria sui Cartaginesi nella seconda guerra punica (218-201 a.C.), Roma proseguì a estendere il suo dominio su tutto il Mediterraneo. Nel 200 a.C. Rodi, Atene e Pergamo chiesero aiuto a Roma per contrastare le mire espansionistiche di Filippo V di Macedonia. La battaglia di Cinocefale del 197 a.C. e la vittoria dei Romani portarono alla rinuncia, da parte di Filippo V, a ogni pretesa sulla Grecia. Nel 196 a.C. Flaminino proclamò ufficialmente la libertà delle città greche. Intanto i romani guardavano anche a Oriente, su cui stabilirono il loro controllo dopo avere sconfitto Antioco III ad Apamea nel 188 a.C.
 
La politica romana nei confronti della Grecia cambiò in seguito alla terza guerra macedonica (171-168 a.C.), scoppiata quando Perseo, figlio di Filippo V, tentò di riprendere il controllo della regione. Sconfitto a Pidna, fu fatto prigioniero e dovette accettare che la monarchia macedone venisse smembrata. Dopo un'ulteriore rivolta, la Macedonia divenne provincia romana. La Grecia fu spogliata di molte delle sue ricchezze e la città di Corinto fu distrutta in seguito a una rivolta della Lega achea, i cui territori passarono sotto il controllo della provincia di Macedonia. Nel 133 a.C., infine, Attalo III morì e lasciò in eredità il suo regno ai Romani, che nel 129 a.C. divenne la nuova provincia d'Asia.
 
La cultura romana subì le prime influenze dell'arte greca attraverso i contatti con le popolazioni greche dell'Italia meridionale. Già Livio Andronico, considerato il padre della letteratura latina, aveva tradotto in latino l'''Odissea'' di Omero e aveva composto alcune tragedie sul modello greco. Dopo la battaglia di Pidna l'influenza dei modelli provenienti dalla Grecia si fece più forte, grazie anche all'opera del circolo scipionico, un gruppo di nobili che promossero interessi culturali, filosofici e letterari di orientamento ellenico. Il circolo diede supporto, per esempio, al filosofo Panezio da Rodi e allo storico Polibio, che arrivò a Roma come ostaggio di guerra. Il greco divenne sempre più la lingua culturale e filosofica per eccellenza, mentre il latino fu usato come lingua dell'amministrazione. La letteratura latina e la letteratura greca proseguirono il loro sviluppo.
 
=== Ascesa e declino dell'impero ===
Un passaggio importante si ebbe nel 23 a.C., quando Augusto, dopo avere sconfitto il rivale Antonio, istituì il principato e segnò il passaggio definitivo dalla repubblica all'impero. Con i suoi successori, gli imperatori della dinastia Giulio-Claudia (14-68 d.C.), si impose la successione al trono per via dinastica e sotto il regno di Caligola (37-41 d.C.) il principato si trasformò in una monarchia divina sul modello orientale. Il principio della successione dinastica sarebbe poi stato sostituito nel II secolo d.C. dal principato adottivo. Nel III secolo Settimio Severo, fondatore della dinastia dei Severi, mosse guerra contro i Britanni, mentre il suo successore, il figlio Caracalla, con la ''Constitutio Antoniniana'' (212 d.C.) riconobbe la piena cittadinanza romana a tutti gli uomini liberi delle province. Seguirono anni convulsi, durante i quali Roma dovette fare fronte alle minacce provenienti dai popoli all'esterno dell'impero.
 
[[File:Roman Empire Trajan 117AD.png|thumb|upright=3|center|L'impero romano nel 117 d.C., all'epoca della sua massima estensione, durante il regno di Traiano]]
 
=== Le riforme di Diocleziano ===
Nel 293 Diocleziano (284-305) attuò una riforma amministrativa che portò all'istituzione della tetrarchia. Nel 286 assunse come collega Massimiano, con cui condivise la carica di ''Augusto'', e i due adottarono come loro successori (''Cesari'') i prefetti del pretorio Galerio e Costanzo Cloro. L'impero fu diviso in due parti: l'Oriente, con capitale Nicomedia, andò a Diocleziano; l'Italia e l'Africa, con capitale Milano, andarono a Massimiano; Spagna, Gallia e Britannia andarono a Costanzo; Illirico, Macedonia e Grecia a Galerio. La suddivisione dell'impero terminò con l'avvento al potere di Costantino (312), che sconfisse i rivali e si impose come ''totius orbis imperator'' (324).
 
=== Costantino ===
In questi primi secoli avvenne però un altro evento destinato ad avere conseguenze dirompenti sulla storia dell'Europa: la nascita e la diffusione del cristianesimo. I cristiani furono inizialmente perseguitati dai romani, fino al 313, quando Costantino con l'editto di Milano concesse la libertà di culto. Da quel momento il cristianesimo divenne una componente sempre più importante dell'impero romano. Costantino perfezionò la riforma amministrativa voluta da Diocleziano, accentrò sempre più il potere e cambiò nome alla città di Bisanzio, che divenne Costantinopoli, capitale cristiana dell'Oriente (contrapposta alla Roma pagana).
 
=== AscesaGli eultimi declinoanni dell'impero ===
Nei suoi ultimi secoli l'impero dovette subire le pressioni dei popoli esterni sui suoi confini (i cosiddetti barbari), soprattutto da parte dei Visigoti e degli Ostrogoti. Nel 379 fu eletto augusto d'Oriente Teodosio, che nel 391 trasformò il cristianesimo in religione di stato, proibendo i culti pagani, e nel 394 riunì sotto il suo controllo tutto l'impero, dopo la morte dei rivali. A lui si deve la definitiva divisione dell'impero: da una parte l'impero romano d'Occidente, che Teodosio lasciò in eredità al figlio Onorio, e dall'altra l'impero romano d'Oriente che andò ad Arcadio.
 
[[File:Roman Empire with dioceses in 400 AD.png|thumb|upright=3|center|L'impero romano alla morte di Teodosio (cliccare sull'immagine per ingrandirla)]]
 
Nei suoi ultimi secoli l'impero dovette subire le pressioni dei popoli esterni sui suoi confini (i cosiddetti barbari), soprattutto da parte dei Visigoti e degli Ostrogoti. Nel 379 fu eletto augusto d'Oriente Teodosio, che nel 391 trasformò il cristianesimo in religione di stato, proibendo i culti pagani, e nel 394 riunì sotto il suo controllo tutto l'impero, dopo la morte dei rivali. A lui si deve la definitiva divisione dell'impero: da una parte l'impero romano d'Occidente, che Teodosio lasciò in eredità al figlio Onorio, e dall'altra l'impero romano d'Oriente che andò ad Arcadio. I due imperi ebbero una storia differente. L'Occidente, con capitale Ravenna, venne via via indebolito dalle invasioni barbariche. Nel 476 il generale Odoacre depose l'imperatore Romolo Augustolo, all'epoca ancora adolescente, provocando la caduta dell'impero romano d'Occidente. L'impero d'Oriente, invece, sarebbe sopravvissuto per quasi un millennio, fino al 1453.
 
== Note ==