Storia della letteratura italiana/Letteratura dialettale tra XVI e XVII secolo: differenze tra le versioni

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Come sottolinea infatti Giulio Ferroni, questa letteratura non era espressione delle classi popolari e subalterne, bensì era un'elaborazione di esponenti dei ceti superiori, che ricorrevano al dialetto come strumento del gioco linguistico, capace di maggiori libertà espressive rispetto alle forme più «alte».<ref>Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, 2001, p. 415.</ref>
 
Nel Cinquecento il dialetto era utilizzato soprattutosoprattutto nella produzione teatrale, e in particolare nella [[../Commedia dell'arte|commedia dell'arte]], dove svolgeva una funzione dissacrante e veniva usato in polemica con i linguaggi classicheggianti. Nel XVII secolo il tono polemico finì per scemare, e il dialetto si ritagliò un proprio ambito espressivo, avendo la funzione di divertire e intrattenere.<ref>Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, 2001, p. 416.</ref>
 
==Giambattista Basile e la letteratura dialettale a Napoli==