Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Corea del nord: differenze tra le versioni

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Le armi però, un lotto per volta, cominciarono ad aumentare. Non c'è modo pratico di stabilire chi riuscì a fare di più nella spirale di riarmo, tra Nordisti e Sudisti; ma è un fatto che appena il 26 giugno 1950 le unità che attaccarono il Sud erano un complesso di 4 divisioni dell'Esercito e tre brigate della Gendarmeria. In tutto c'erano non meno di 78.000 soldati di 7 divisioni dell'Esercito, armate con materiali moderni arrivati negli ultimissimi mesi. In tutto i Nordisti avevano 10 divisioni di cui 8 a pieni organici, un reggimento esplorante e la 105a Brigata corazzata. In tutto 135.000 uomini mentre il Sud aveva 100 mila soldati e poliziotti nel '49, e addirittura -anche per la formazione di una piccola marina- 154.000 nel giugno del '50. Avevano inizialmente solo i mortai da 81 mm come armi più pesanti, ma con la partenza di quasi tutti i militari americani si ritrovarono una discreta fornitura di armi e aerei leggeri lasciati in eredità dai loro ex-protettori.
 
Non mancava ai Nordisti l'aviazione militare, riccamente fornita di molti recenti tipi di aerei tattici, tutti ancora ad elica: 70 caccia Yak-3, Yak-7V, Yak-9P, 62 assaltatori Il-10, 22 addestratori armati Yak-18, 8 aerei da osservazione Po-2 e così via. E i Sudisti? Organizzati in 8 divisioni, solo la prima e la Sesta di queste erano considerabili addestrate per azioni belliche di un certo livello; i mezzi corazzati semplicemente non esistevano (quantomeno non nel caso dei carri) e tutta l'artiglieria campale che si poteva mettere insieme era data da 91 obici da 105 mm, gittata di circa 11  km, e pochi altri pezzi, come i cannoni controcarri da 37 mm. Gli aerei erano 8 Grasshopper L-4, 5 L-5 Sentinel e 3 T-6 Texan, gli unici apparecchi armabili con qualche mitragliatrice o bomba, mentre gli altri velivoli erano solo una completa collezione di aerei da osservazione leggeri di costruzione americana. Macchine pesanti circa 1000  kg e da 200  km/h, quando i caccia sovietici arrivavano a 650-670  km/h e gli assaltatori, seppure più lenti, erano capaci di portare a circa 500  km/h un pesante carico di cannoni, bombe e razzi aria-terra. Sul contingente americano presente non si poteva fare affidamento se non come 'rappresentanza': 500 uomini del Korean Military Advisory Group agli ordini del Brigatiere Generale William L. Roberts, non organizzato come unità operativa ma essenzialmente come corpo di 'consiglieri militari' e addestratori.
 
Questo era quanto si poteva vedere da una parte e dall'altra. Con tutti i materiali che gli Americani avevano in surplus postbellico, ci si poteva anche aspettare che facessero sforzi di ben altro livello per aiutare i Sudcoreani. Questo soprattutto perché l'invasione, che pure colse apparentemente tutti di sorpresa, in realtà era un'azione ampiamente annunciata. Vi erano infatti stati scontri di frontiera all'inizio dell'estate del '49, ovvero un anno prima. I Nordisti occuparono la penisola di Ongjin e mentre questo accadeva, gli Americani stavano smobilitando parte delle forze ancora presenti in Corea del Sud. Toccò alla 6a Divisione ristabilire i confini dopo duri combattimenti che terminarono a luglio. Nel mentre però veniva attaccata Kaesong, sempre sotto il 38imo Parallelo, e come se non bastasse, ad agosto venne invasa ancora Ongjing. Ancora una volta furono respinti, ma non prima di durissimi combattimenti. L'anno dopo, in primavera i Nordisti attaccarono ancora Kaesong, stavolta solo con le artiglierie. Insomma, nell'arco di un anno la Corea del Nord aveva dato chiaramente l'idea di come fosse ben poco propensa a concludere in maniera pacifica un accordo per l'unificazione della penisola. Gli Americani ovviamente lo sapevano, ma nonostante tutto completarono il disimpegno. I romani dicevano 'se vuoi la pace prepara la guerra'. Questo non fu certo vero da parte americana, che di fatto lasciò soli i Sud coreani verso la minaccia, sempre più pressante, dei 'Nordisti'.
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*servizi governativi: 4 An-24, 3 Tu-134, 4 Il-18, 3 Tu-154 e 1 Il-62M
 
*Combattimento: 24 MiG-29, 40  J-7, 23 MiG-21MF e 48 PFM; 95  J-6, 18 Su-25K, 58 MiG-23BN e 40 Q-5
*Addestramento: 16 MiG-21UM, 16 TF-6, 25 FT-5, 50 Yak-18, 12 L-39C
*Altro: 150 An-2, 20 Mi-4, 20 Mi-8, 30 Mi-17, 50 Mi-25, 6 Mi-14, 30 Hughes 269 e 60 Model 369
 
 
 
===Al 2007<ref>Lanzara, Leonardo: ''La Corea del Nord'', RID gen 2007</ref>===
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Attualmente le Forze terrestri sono circa 950.000, di cui ben 88.000 sono unità speciali di commandos e sabotatori vari. In tutto vi sono 1.106.000 militari in servizio attivo. Organizzati con criteri cinesi e sovietici, col tempo le dottrine si sono evolute tenendo conto della realtà della penisola e dei potenziali nemici. Il territorio è suddiviso in Distretti Militari, 8, su cui sono basati i vari Corpi terrestri. Le principali basi navali sono Pip-a Got, Sagot, Namp-o, Wonsan, T'oejo-dong, Ch'abo. Tra le principali unità aeree, il 1° e il 2° Comando Aereo e l'8a Divisione Aerea. I soldati Coreani sono in larga misura vicino al confine. Le brigate meccanizzate e corazzate, numerose ma non straordinariamente numerose, sono vicine al confine, pronte ad un'azione offensiva sotto il tiro della propria artiglieria, che è numerosissima e ha persino sotto tiro Seoul con le armi a più lunga gittata. L'artiglieria è protetta in trincee e sotterranei per ridurre l'esposizione al fuoco di controbatteria (l'esperienza irakena in DS è certo servita, quando gli attacchi aerei e d'artiglieria americani hanno sterminato un'arma potenzialmente superiore alle controparti). Il Genio è importante e ha 600 mezzi anfibi e oltre 2.300 elementi di ponte. Ci sono così 700.000 soldati e 7.000 artiglierie, più 2.000 carri nella fascia entro le 90 miglia dalla DMZ. Per evitare che vengano localizzati e colpiti, vi sono 4.000 strutture sotterranee che ne ospitano la gran parte; tutto il Paese ne ha un gran numero, pare oltre 11.000: una sfida anche per una forza aerea armata di JDAM, ma certo una sfida 'vincibile' rispetto ad alcuni anni fa. Non è stata una costruzione rapida e spettacolare, ma lenta, discreta ed inesorabile, senza mota pubblicità.
 
Così tanto meno la costruzione delle gallerie sotterranee sotto il confine. Queste passano sotto la DMZ e ce ne dovrebbero essere almeno una ventina, di cui solo 4 scoperte e solo dal 1974, grazie ad un ufficiale disertore. Una di queste si estendeva per 1,1 &nbsp;km (sui 3,5 totali) in territorio Sudcoreano, con una profondità fino a 150 m nel terreno (che mette a dura prova anche un georadar) e una capacità di far passare anche 8.000 uomini in un'ora.
 
I Corpi dell'Esercito sono: il I, sul fronter Orientale, il V, II e IV sul resto dello schieramento fino ad Occidente della DMZ. Il VI e VIII sono invece al confine con la Cina, il VII ha invece a Pyongiang, come anche l'VIII (S.F.).
 
Tutto è stato pensato per adattarsi al nemico, alle capacità aeree degli USA e della Corea: le reti di comunicazione interrate e a fibre ottiche, bunker e mimetizzazioni per un po' tutto quello che è importante, a cominciare dai leader politici, radio di produzione locale a frequenza variabile per far comunicare i soldati senza essere troppo facilmente intercettati.
 
 
Quanto ai materiali principali, l'Esercito ha avuto una forte riorganizzazione negli anni '70 e ha scelto una versione modificata del T-62 come mezzo stanard per le proprie unità corazzate. Negli anni '80 si è provato a migliorare la mobilità delle truppe con circa 2.000 APC, assieme al migliaio di carri e a circa 6.000 artiglierie. Queste ultime sono spesso di concezione locale, anche se si tratta di sistemi di discendenza sovietica o cinese. Tra i carri armati vi sono 2.500 T-54-55-59 e 800 T-62, più 560 carri leggeri di vario tipo. Non è certo una forza up-to date, specie contro i K-1 di Seoul, che dagli anni '80 hanno cambiato di molto i rapporti di forza. VI sono persino ancora 200 T-34 usati per addestramento e riserva, ma di nessuna chance in battaglia contro corazzati moderni.
 
 
L'artiglieria è la risorsa più seria, assieme alle forze speciali: oltre 3.500 sono i soli pezzi da 122, 130 e 152 mm trainati e ben 4.400 sono sistemi semoventi fino al 170 mm, come tutti i lanciarazzi multipli, ben 2.500 in tutto. I sistemi c.a. sono costituiti solo da artiglierie -oltre 11.000- di vecchio tipo, e missili SAM portatili (oltre 10.000) SA-7 e 16, nonché i missili dell'aviazione, ma questa è un'altra storia. Il anciatori di missili tattici sono Scud e Frog, nonché i No-Dong 1.
 
Tutto questo fa impressione in termini puramente numerici (un po' il discorso degli 8 milioni di baionette), ma i soldati spesso lavorano anche nelle miniere o in altre attività produttive, l'addestramento è ridotto dalla penuria di carburante, i mezzi sono obsoleti. Così anche se vi sono il doppio dei carri e 1,5 volte degli uomini, anche se la capitale è a tiro dei cannoni, non c'è reale sicurezza di riuscire a sostenere un'avanzata a Seul. E i rifornimenti logistici, anche di cibo, sarebbero un grave problema per questa forza di fanteria solo parzialmente meccanizzata e che sarebbe più giusto considerare oramai come una forza di difesa invece che uno strumento offensivo.
 
 
 
'''Esercito''':
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*Oltre 4.060 carri, di cui 3.500 T-34, 54, 55, 62, Type 59; oltre 560 PT-76 e M-1985
*2.500 APC: alcuni BTR-80, BTR-40, 50, 60,Type 531, VTT-323
*+17.900 artiglierie: pezzi da 122 mm D-30, D-74, M1931; da 152 mm M-1937, 1938, 1943; da 130 mm M-46; semoventi M-1974 da 152 mm, M-1975, 1981 e 1991 da 130 mm, M-1977 , 1981, 1985 da 122 mm e da 152 mm; M-1978 e 1989 da 170 mm; MLR Type 63 da 107 mm, BM-11, M-1977, 1985, 1992, 1993 da 122 mm, M-1985, 1989 e 1991 da 240 mm.
*Oltre 1.700 sistemi controcarri, tra missili AT-1, AT-3, AT-4, AT-5 e cannoni B-10 da 82 mm
*Oltre 21.000 armi c.a: più di 10.000 SA-7, SA-16, forse cloni dello Stinger, 11.000 cannoni M-1939 da 37 mm e S-60 da 57 mm, semoventi M-1984 da 14,5 mm, M-1992 da 23 mm, M-1992 da 37 mm, M-1985 da 57 mm.
*64 sistemi SSM: 24 FROG-3, 5, 7, 10 NO-DONG (oltre 90 armi) , 30 SCUD B e C (con oltre 200 missili)
 
 
Quanto all'Aviazione, essa sarebbe numericamente impressionante, e ben protetta da rifugi e strutture sotterranee e-o corazzate. La sua funzione è di appoggiare l'Esercito all'offensiva, ma soprattutto di difendere il territorio nazionale. Dal '61, grazie all'accordo di assistenza con l'URSS (diventando così un cliente di Mosca e non di Pechino, che dall'anno prima aveva 'rotto' con i compagni sovietici), che comportò caccia MiG-19 supersonici e soprattutto SA-1 (S-25 Berkut), missili di cui si ignorava fino a non molto tempo fa alcuna esportazione. Ebbe anche testate chimiche per le bombe impiegate. Dal '65 ebbe materiali più moderni, gli SA-2 e i MiG-21. Negli anni '80 vi fu una terza fase di ammodernamento cino-sovietica: 60 e passa MiG-23, 40 A-5, e poi verso la fine del decennio MiG-29 e Su-25. Ovviamente i migliori reparti da caccia sono disposti a difendere la capitale, con i Fulcrum e Flogger. La flotta elicotteri venne potenziata negli anni '80 passando da 40 a 200, e sorprendentemente, dal 1985 anche 86 MD500 americani, comprati nonostante l'embargo americano e usati per ruoli controcarri, attacco e soprattutto infiltrazione SF visto che poi anche Seoul ha lo stesso tipo di elicotteri, creando così un grave imbarazzo (i Sudcoreani volevano sostituire questi elicotteri proprio per questo problema, ma per ragioni economiche non ci riuscirono).
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*SAM: 760 rampe SA-2, 133 SA-3, 38 SA-5
*AAM: PL-2, 5, 7, AA-1, 7,8, 10, 11
 
 
La Marina è la più piccola delle forze, con 46.000 uomini, su due flotte senza navi che si interscambiano: La Flotta del Mar Giallo e quella dell'Est, con basi rispettivamente a Najin e Wonsan; e Pipa-got e Sagot. Il 60% delle navi è su basi avanzate. Il loro supporto è soprattutto quello di supportare le azioni terrestri, con sbarchi, azioni di commandos, ma soprattutto è una forza obsoleta, adatta soprattutto per la difesa costiera piuttosto che per azioni offensive. Vi sono tra le unità più grosse 4' Hantae', delle LSU con 350 uomini e 3 carri, mentre i 60 LCP 'Nampo' hanno 30 persone, 4 LCU 'Hanchon' da 2 carri leggeri, gli hovercraft capaci di portare un plotone di truppe l'uno; due reggimenti di HY-2 missilistici per la difesa costiera, assieme a circa 30 motomissilistiche, difendono le coste e contrastano le marine. Non sono mancati i momenti di frizione tra le due marine: una battaglia c'è stata il 15 giugno 1999 tra le cannoniere delle due parti. Ma soprattutto il 5 giugno 1997 vi fu la famosa incursione fallita di uno dei minisommergibili (specialità nordcoreana) il cui equipaggio pare si suicidò per non farsi catturare. I mezzi Impo-Ri sono unità veloci semi-sommergibili (per pochi metri), destinati ad azioni subacquee.
 
 
'''Marina''':
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Missili HY-2 e SSC-2 sia fissi che mobili, artiglierie da 122, 130 e 152 mm
 
 
Tra i compiti vi è anche la protezione della pesca: spesso per questa ragione le due Marine sono venute 'alle mani', specie prima del 1993.
 
 
 
Quanto alla dottrina, è chiaro che la fanteria è la regina del campo di battaglia di una regione così montuosa e impervia come la penisola coreana. La dottrina originale era stata soprattutto fino al '62 quella sovietica e cinese, con i 5 fattori determinanti secondo Stalin, come la qualità e quantità delle divisioni, stabilità della retroguardia, morale degli uomini, armamento e comandanti. Dopo avere analizzato le cause della sconfitta nel 1950, come l'incapacità dei comandanti e la mancanza di concentrazione delle riserve, e dopo avere visto con la Crisi del '62 a Cuba come i Sovietici non avrebbero fatto interventi diretti per difendere la Corea del Nord, il leader pensò a rielaborare le filosofie importante dall'URSS e Cina alle esigenze locali: armare tutto il popolo, fortificare il territorio, addestrare bene i leader dell'esercito, modernizzare le armi. Quest'ultimo fattore incideva nel 2004 per il 30% del PIL, con conseguenze catastrofiche per l'economia. In pratica, in ogni buon conto, dalla concezione dell'esercito come grande forza combattente convenzionale si passò a quella di un Esercito Maoista, una guerra di popolo, a suo modo ancora rivoluzionaria. Negli anni '60 si cominciarono anche le infiltrazioni a Sud: si cercò di accendere la rivoluzione, si commisero attentati e omicidi, insomma qualcosa di simile a quanto accadeva in Vietnam, ma senza successo. Eppure il regime del Sud non era certo privo di punti deboli né abbondanti in democrazia. Del resto Kim Il-Sung insisteva sulla natura ideologica e politica della guerra, fino a ché non si potevano più ignorare anche 'gli utensili' e dagli anni '70 vi fu un potenziamento delle industrie e delle F.A. specie con le esperienze vietnamite e arabe. Si voleva fare una guerra basata su qualcosa di simile all'offensiva del Tet, con l'infiltrazione delle S.F. (circa 20 mila sono capaci di operazioni marine e aeree), con tattiche solitarie o miste (assieme alle F.A. convenzionali), per colpire in profondità le linee nemiche di comunicazione e comando. Nemmeno la guerra del 1991 fece cambiare idea, anzi si è realizzato il tempo che serve agli USA per mobilitare al meglio il proprio strumento militare (ma attenzione, gli USA sono già presenti in Corea del Sud). Si vide anche come gli USA non fossero tanto entusiasti di usare le truppe di terra con la guerra del '99; piuttosto con armi di vario tipo trasportate da missili e altri sistemi, il che ha comportato oltre che la costruzione di rifugi anti-aerei, anche di sistemi di disturbo anche contro i GPS. I Nordcoreani potrebbero, secondo le loro intenzioni, battere i 'Sudisti' con un attacco rapido e risolutivo, largo uso di artiglieria e infiltrazioni di SF, poi le forze di prima linea di un primo scaglione, un secondo (30% del totale), e infine un terzo (10%), però con sistemi e uomini di qualità minore rispetto ai primi. Certo che è una tattica azzardata: la stessa cosa venne tentata, e con notevole efficienza, nel 1950, ma a Pusan fu possibile costruire una difesa efficace con i rinforzi americani, presto diventati più numerosi degli assedianti.
 
Ma non vi sono solo le armi convenzionali e le SF. La Corea del Nord è famosa anche per i missili e le WMD. La brigata di missili Scud-B e C è a circa 50 &nbsp;km dalla DMZ, forse ammodernati con i sistemi di guida degli SS-21. Il No-Dong 1 è capace di 1.300 &nbsp;km di gittata, ma non è chiaro quanto questo sistema, così tribolato, sia diventato diffuso. In ogni caso il programma iniziò negli anni '80 e dal '97 è disponibile anche per l'export. Esso ha una testata da 800 &nbsp;kg di vario tipo e può raggiungere anche il Giappone, sia pure con un CEP di 2 &nbsp;km. Non è chiaro quanto siano affidabili e forse la loro prontezza operativa è bassa. Ma è anche vero che da essi sono stati forse sviluppati il Ghauri Pakistano e lo SHAHAB iraniano. Dal No-Dong 1 si è arrivati al modello 2, con testata ridotta ma gittata di 1.500 &nbsp;km; il CEP sarebbe di 250 m, ma non è chiaro se l'arma sia operativa. Salendo ancora c'è il più potente TAEPODONG-1, gittata di 2.000 &nbsp;km per una testata da 750 &nbsp;km. Nel '98 un lancio venne fatto senza preavviso, ma fallì. Era vertente nel mettere in orbita un satellite. Sarebbe in servizio come arma, ma il CEP è di 3 &nbsp;km, davvero esagerato persino con una testata nucleare, a meno di non tirare diciamo su Tokyo o Seoul.
 
Poi c'è il TEAPODONG-2, basato sul DF-3 cinese e uno stadio derivato dal No-Dong. Esso sarebbe in grado di arrivare a 9.000 &nbsp;km. Non è chiaro il suo livello di operatività, ma potendo colpire gli USA potrebbe costituire un problema per la politica americana. Il successivo passo sarebbe un missile potenziato dello stesso tipo, capace di arrivare persino a Chicago. Così pare che la Corea del Nord sia il quarto Paese ad avere degli ICBM. La precisione è invece scarsa. Gli Iraniani potrebbero usarlo per sistemi come lo Shahab 5 e 6, del resto dal 2004 il missile è addirittura disponibile per l'export. Tra i missili esportati vi sono parecchi Stati del M.O.: per esempio lo Yemen, dove erano diretti nel '94 un lotto di missili Scud nel dicembre del 2002, quando venne abbordata dagli Spagnoli.
Ma non vi sono solo le armi convenzionali e le SF. La Corea del Nord è famosa anche per i missili e le WMD. La brigata di missili Scud-B e C è a circa 50 km dalla DMZ, forse ammodernati con i sistemi di guida degli SS-21. Il No-Dong 1 è capace di 1.300 km di gittata, ma non è chiaro quanto questo sistema, così tribolato, sia diventato diffuso. In ogni caso il programma iniziò negli anni '80 e dal '97 è disponibile anche per l'export. Esso ha una testata da 800 kg di vario tipo e può raggiungere anche il Giappone, sia pure con un CEP di 2 km. Non è chiaro quanto siano affidabili e forse la loro prontezza operativa è bassa. Ma è anche vero che da essi sono stati forse sviluppati il Ghauri Pakistano e lo SHAHAB iraniano. Dal No-Dong 1 si è arrivati al modello 2, con testata ridotta ma gittata di 1.500 km; il CEP sarebbe di 250 m, ma non è chiaro se l'arma sia operativa. Salendo ancora c'è il più potente TAEPODONG-1, gittata di 2.000 km per una testata da 750 km. Nel '98 un lancio venne fatto senza preavviso, ma fallì. Era vertente nel mettere in orbita un satellite. Sarebbe in servizio come arma, ma il CEP è di 3 km, davvero esagerato persino con una testata nucleare, a meno di non tirare diciamo su Tokyo o Seoul.
 
Poi c'è il TEAPODONG-2, basato sul DF-3 cinese e uno stadio derivato dal No-Dong. Esso sarebbe in grado di arrivare a 9.000 km. Non è chiaro il suo livello di operatività, ma potendo colpire gli USA potrebbe costituire un problema per la politica americana. Il successivo passo sarebbe un missile potenziato dello stesso tipo, capace di arrivare persino a Chicago. Così pare che la Corea del Nord sia il quarto Paese ad avere degli ICBM. La precisione è invece scarsa. Gli Iraniani potrebbero usarlo per sistemi come lo Shahab 5 e 6, del resto dal 2004 il missile è addirittura disponibile per l'export. Tra i missili esportati vi sono parecchi Stati del M.O.: per esempio lo Yemen, dove erano diretti nel '94 un lotto di missili Scud nel dicembre del 2002, quando venne abbordata dagli Spagnoli.
 
Le armi WMD sono programmi esistenti già dagli anni '50, anche se la coronazione di tutto è stata il test nucleare dell'ottobre 2006, in base ad un programma iniziato nei primi anni '60. A Youngbyon venne istituito un centro di ricerca con il supporto dei Sovietici e nel '65 venne comprato un reattore IRT-2M, mentre negli anni '70 venne costruito un secondo reattore in proprio, grazie anche ai giacimenti di Uranio: non solo vi sono stime per 4 mln di t, ma si tratta anche di un minerale 'alta qualità'. Dagli anni '80 venne iniziato davvero un programma di costruzione di armi nucleari, che nel 1985 fruttò l'accusa americana di avere costruito un reattore segreto vicino alla capitale. La Corea del Nord aderì al TPN quello stesso anno. Ma non venne mai accordato all'AIEA di visitare gli impianti, malgrado la firma di questo ulteriore trattato nel '92. Nel '93 i Nordcoreani annunciarono però di uscire dal TPN e lo fecero 10 anni dopo. Nel 2005 dichiararono di avere armi nucleari. Attualmente (2007) la DIA americana dice che avrebbero fino a 15 testate a fissione; la CIA invece riduce a 2-3 e il Dipartimento dell'Energia americano parla di 7 o 8. Il problema è la quantità di plutonio disponibile, il reattore da 5 &nbsp;MW di Yongbyon ha una capacità di 6 &nbsp;kg l'anno, circa quello che basta per un'arma. Ma non è chiaro se vi siano anche altri reattori segreti e in futuro sempre a Yongbyon si vorrebbe realizzare un sistema da 50 &nbsp;MW, a Taechon uno addirittura da 200.
 
Il problema da capire semmai è cosa se ne fanno i Nordcoreani di questi sistemi. Ufficialmente il programma militare serve per evitare aggressioni dalla Corea del Sud, ma in realtà vi sono anche molti altri problemi. Per esempio, l'export militare: forse un domani, accanto a moltissime armi convenzionali esportate in varie nazioni, e ai missili, vi saranno anche ordigni nucleari? Quanto ai sistemi WMD, vi sono un gran numero di impianti anche per i sistemi chimici, che hanno aiutato anche i Siriani nella loro produzione. Mentre Pakistan e Iran sono ben serviti dalla tecnologia missilistica. Tuttavia, questo nasconde la debolezza della nazione, la fame, la povertà che incidono pesantemente. I Nordcoreani praticano quindi un gioco pericoloso, che si potrebbe considerare d'azzardo, o anche una politica 'd'estorsione' mettendo sul piatto della bilancia dei rapporti economici e geopolitici la disponibilità di armi nucleari. L'esplosione di Punggye-yok che secondo i russi avrebbe dimostrato 15 kt e secondo gli americani meno di 1, e forse non era nemmeno nucleare. Però le borse asiatiche sono crollate lo stesso, e i governi delle maggiori potenze locali e mondiali si sono dichiarati contrariati dall'esperimento (sotterraneo), per non parlare della Corea del Sud. Non è chiaro poi se l'Iran abbia seguito l'esperimento e magari anche finanziato.